BUONI ANCHE I DATI DEL POLO MUSEALE DELLA CALABRIA: CULTURA E TURISMO, BINOMIO IDEALE PER LA CRESCITA;
Carmelo Malacrino e Alberto Bonisoli

Ottimo record di affluenza al Museo dei Bronzi: 7760 ingressi a Ferragosto, la cultura che vince

di SANTO STRATI – Il nuovo record di ingressi, ben 7760, di ieri, Ferragosto, al Museo dei Bronzi, al di là dell’accesso gratuito che ha sicuramente contato, indica chiaramente che si può costruire una politica culturale, in Calabria, che nel valorizzare i suoi tesori coinvolga adeguatamente i cittadini, i visitatori, turisti e i forestieri di passaggio. Il direttore del Museo archeologico nazionale di Reggio, arch. Carmelo Malacrino, è da quattro anni alla guida di Palazzo Piacentini e, proprio la scorsa settimana, ha visto confermata la sua direzione per altri quattro anni. Una conferma meritatissima che premia un impegno e una dedizione straordinari: Malacrino ha saputo, peraltro, trasmettere il suo entusiasmo e la sua passione a tutto lo staff del MArRC, con l’obiettivo di trasformare il Museo in una vera e propria Casa della Cultura. E ci è riuscito: lo dicono i numeri degli ingressi in costante crescita, lo dice la risposta, entusiasta della città che sente l’orgoglio di questa meravigliosa istituzione che non è un palazzo “chiuso” con una raccolta di reperti (pur di eccezionale valore), ma un centro propulsore di iniziative culturali che hanno fatto e fanno di Palazzo Piacentini il “salotto” culturale della città, aperto, ovviamente, a tutti i calabresi e alle migliaia di curiosi, visitatori, turisti che i Bronzi attraggono irresistibilmente. Malacrino ha fatto e sta facendo un lavoro encomiabile, Reggio e la Calabria, non finiranno mai di doverlo ringraziare perché, al di là dei risultati di Reggio, il suo impegno e la sua carica vitale indicano una strada assolutamente (e felicemente) percorribile.

Occorre far arrivare i bambini, le famiglie, i giovani, al Museo, ai musei, ma occorre anche e soprattutto coinvolgere tutti in un processo di continuo crescita culturale, suscitare la voglia di  conoscere, studiare, capire: solo leggendo il passato si può affrontare il futuro. L’arricchimento culturale è lo strumento principe della lotta alle mafie e al malaffare, la chiave del successo per i giovani che, in Calabria, continuano a vedersi rubato il proprio futuro. Il riscatto può – deve – avvenire attraverso la cultura e l’interesse alla conoscenza e ai nostri intellettuali, studiosi, scrittori, poeti, artisti, ai nostri promotori culturali tocca un onere sì gravoso, ma in grado di ripagare con i risultati l’impegno e la voglia di condividere scienza e conoscenza, arte e cultura, musica e tradizione.

Non solo Bronzi, però. Il Museo di Reggio è una fucina di mostre (bellissima quella in corso su Paolo Orsi, curata dallo stesso direttore e Maria Musumeci), di presentazione di libri, di dibattiti, di convegni scientifici, di musica. Una “casa” aperta. È questo, in poche parole, che deve essere preso a modello per le politiche culturali di una regione che ha tantissime risorse e tantissimi tesori da valorizzare e far conoscere. La cultura è l’attrazione numero uno, unitamente alla cultura del cibo, che può far la differenza nei programmi, nei progetti di crescita e sviluppo di questa terra. I tesori archeologici, testimonianze della civiltà millenaria magno-greca (ma la storia della Calabria risale al Paleolitico e ci sono ampie e straordinarie testimonianze distribuite nei nostri musei), i tesori paesaggistici, la qualità della tradizione culinaria fatta di genuini prodotti della terra nel segno della tradizione e della tipicità, tutto ciò costituisce l’elemento determinante per un turismo di qualità di valenza internazionale.

I Bronzi di Riace

Proprio qualche giorni fa, all’abbazia di Corazzo (Carlopoli, CZ) sì è svolto un convegno dal titolo azzeccatissimo “La cultura che genera bellezza, socialità, sviluppo”, al quale hanno preso parte il direttore Malacrino, Maria Antonietta Sacco e Davide Zicchinella, sindaco di Sellia, con Emilio Salvatore Leo, titolare del lanificio Leo, moderati da Maria Chiara Caruso. Il senso di questi incontri è evidente: l’attuale politica culturale della Regione viaggia al 5-10% delle sue possibilità, valorizzando risorse umane (scrittori, artisti, intellettuali) e luoghi, ma all’evidenza è pressoché insignificante. Se associamo al ritardo dell’assegnazione della delega al pur valido assessore Maria Francesca Corigliano la mancanza di un assessore al Turismo, facile capire perché, anziché viaggiare insieme, i percorsi vadano ognuno per proprio conto, senza ottenere risultati tangibili.

Tutto questo non è più tollerabile, ma non si può rimediare a fine consiliatura: che sia un memento fondamentale per il futuro governatore, sia che ripeta l’esperienza Mario Oliverio, sia che conquisti Germaneto Mario Occhiuto, o chiunque altro la gente calabrese vorrà alla guida della Regione. Serve mettere insieme le migliori teste (e ce ne sono in grande quantità), scelte non per vicinanza politica o amicale considerazione ma per effettiva capacità e competenza e sviluppare una seria progettualità che veda il binomio cultura-turismo come una vera opportunità, non una fastidiosa iattura. Serve un concerto di iniziative che associ il bello all’arricchimento culturale, la testimonianza del passato con la ricchezza del presente, i libri con la musica, la cucina con la cultura della riscoperta del gusto dei piatti della tradizione e delle unicità regionali. Un messaggio incontrovertibile. (s)