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Il calabrese Mattia Scaramuzzo, direttore artistico di Cineincontriamoci

Il calabrese Mattia Scaramuzzo, direttore artistico di Cineincontriamoci

Una grande passione e amore incondizionato per il cinema, e le proprie radici – la Calabria – portate sempre nel cuore. Basterebbe solo questo per inquadrare il giovane artista Mattia Scaramuzzo, di Acri e romano d’adozione, da anni impegnato nel mondo del cinema, ma non basta. Alla base di tutto, la volontà di raccontare, attraverso il cinema, la parte sana della Calabria. E lo fa attraverso la rassegna Cineincontriamoci, manifestazione giunta alla 14esima edizione e che rientra nel progetto nazionale Old Cinema, di cui è direttore artistico.

-Da dove nasce la sua passione per il cinema?

Sin da giovane, ricordo che già all’età di 5 anni avevo una videoteca in casa (il famoso VHS ormai estinto), con quasi 500 homevideo. Amavo vedere le commedie di Totò, Monicelli, Sordi, ma ero anche molto preso dai film storici, uno in particolare: “La Bibbia” di John Huston. Insomma sono cresciuto a pane e cinema.

-Lei porta avanti da anni ad Acri, in provincia di Cosenza, il festival Cineincontriamoci. Di cosa si tratta?

Dall’amore incondizionato per il cinema all’unione con la mia terra, un connubio che mi ha permesso di non staccare mai il filo conduttore con le mie origini e nello stesso tempo di promuovere la parte sana della Calabria. Ad oggi abbiamo realizzato 13 edizioni di Cineincontriamoci, promuovendo, sensibilizzando, valorizzando e da poco formando attraverso l’istituzione delle master class.

-Nel corso degli anni ad Acri sono arrivati molti protagonisti del cinema italiano. Ci fa qualche nome?

Abbiamo iniziato con Andrea Roncato, come una forma di esperimento, nell’agosto del 2015, ottenendo un discreto successo, che mi ha spinto a fare sempre di più coinvolgendo tutti coloro con i quale ho intessuto rapporti di lavoro e di amicizia negli anni romani: da Carlo Verdone a Neri Parenti, da Manuela Arcuri a Ornella Muti, da Alessio Boni a Francesca Manzini e cosi via, indicando sempre un tema all’iniziativa affinché non fosse una semplice passarella, ma una vera e propria integrazione dell’artista ad Acri con la scoperta di quei luoghi poco promossi.

Le cito l’esempio di Alessio Boni, che venne una settimana prima del premio. Grazie a un lavoro di squadra, siamo riusciti a creare delle convenzioni che hanno permesso all’attore di soggiornare in uno splendido resort, ma nello stesso tempo ha potuto ammirare le bellezze calabresi dal Pollino al Tirreno fino allo Jonio. Ecco, questo per me significa abbinare il linguaggio del cinema alla promozione a 360 gradi.

-Oltre a promuovere la settima arte con Cineincontriamoci, c’è anche la formazione. Come aiutare quanti, avendo la passione per questo mondo, vogliano mettersi in gioco?

Io non parlo per presunzione, ma credo di essere un esempio. In Calabria è difficile fare tutto e affermarsi come artista lo è ancora di più. Un po’ per cultura, un po’ per dei meccanismi che vanno avanti da decenni e credo anche per una mancata visione politica che non apprezza la meritocrazia, ma promuove una cultura legata solo a chi si avvicina a una parte politica.

Io da anni combatto con questo sistema e devo dire che con abnormi sacrifici qualche risultato lo sto ottenendo, ma non le nascondo che ci sono tante criticità che spesso mi portano a voler voltare pagina. Una cosa è certa, e voglio ribadirla per chi non conosce assolutamente questo mondo: fare una cosa qui, vale quattro volte che organizzarla a Roma o Milano.

-In estate la prossima edizione di Cineincontriamoci. Può darci qualche anticipazione?

Prima di qualche anticipazione sulla 14° edizione, vorrei dirle che la mia priorità sarebbe quella di aprire una vera e propria scuola di cinema che desse formazione ai giovani calabresi con dei workshop con i grandi nomi del cinema, oltre che realizzare un format web denominato Cineincontriamoci.

Mentre per agosto ho già avviato diversi colloqui con alcuni artisti, ma una novità importante che mi piacerebbe introdurre sarebbe quella di avere il pubblico in stile drive in, cosa che nella mia iniziativa non è mai stata fatta.

Approfitto inoltre della sua intervista per annunciare i nuovi appuntamenti di questo 2024: il 3 febbraio è ripartito Cinebookfood, bretella di Cineincontriamoci che promuove i libri con la gastronomia,e il 13 marzo  verrà il critico cinematografico Mario Sesti per presentare il suo libro all’Università della Calabria.

Proprio con l’Università, in particolare con il Dams, grazie al prof. Carlo Fanelli, ho già iniziato un percorso di collaborazione e sinergia affinché il cinema, inteso anche come materia pratica, offra la possibilità di incontrare le maestranze. (rrm)