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Il Cedro di Santa Maria del Cedro ottiene la Denominazione di Origine Protetta

Il Cedro di Santa Maria del Cedro ottiene la Denominazione di Origine Protetta

Il Cedro di Santa Maria del Cedro ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta.

L’ufficialità è giunta con l’iscrizione nel registro europeo delle Dop delle Igp e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, in coda ad un processo protrattosi per diversi anni, tra battute d’arresto e ripartenze, ed infine giunto a compimento a seguito dell’intenso lavoro svolto soprattutto negli ultimi mesi, in particolare dal Consorzio del Cedro di Calabria, col sostegno determinante della Regione.

«Appena qualche mese fa, proprio a Santa Maria del Cedro – ricorda il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto – avevamo ragionato, con tutti i soggetti interessati e parte attiva del processo, degli ultimi e decisivi passi ancora da compiere per arrivare a tagliare questo importante traguardo. Nel giro di pochi mesi, grazie all’impegno profuso dal Consorzio, e per quanto di nostra competenza dal Dipartimento e dall’Assessorato all’Agricoltura, siamo riusciti a centrare, in maniera solenne, un obiettivo rilevante per l’intera Calabria, che una volta ancora trova in sé, nelle risorse della terra e nell’ingegno dei calabresi, un elemento di crescita, ma anche di narrazione di una realtà diversa da stereotipi e apparenze».

«Il risultato odierno – ha aggiunto l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo – premia un lavoro di squadra che dimostra come facendo rete si possano superare difficoltà e ostacoli di vario tipo. Il riconoscimento ottenuto ha una valenza straordinaria, essendo il cedro un frutto simbolico da un punto di vista religioso e culturale: rilanciarne il valore in termini di qualità, attraverso un disciplinare che ne sarà garanzia, consentirà di avviare percorsi di ulteriore valorizzazione, pure nell’ottica dello sviluppo del territorio e dell’intera regione».

Da sottolineare che il cedro di Santa Maria del Cedro è tra le produzioni d’eccellenza di una terra, quella calabrese, e che con oltre il 30% delle superfici bio è naturalmente vocata alla qualità in ambito ortofrutticolo: la Calabria è, infatti, prima in Italia nella produzione di clementine, tra le quali il clementino Igp. Seguono coltivazioni orticole di grande importanza, come il finocchio Igp di Isola Capo Rizzuto, la patata della Sila Igp, la Cipolla rossa di Tropea Igp e l’essenza di bergamotto dop di Reggio Calabria.

A far da corona altri numeri: il fatturato è passato dagli 861 milioni del 2021 ai 946 del 2022, pari a circa un terzo di quello fatto segnare, nel complesso, dal comparto ortofrutticolo. (rcz)