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Il Coordinamento Donne Cgil pronto a fare la sua parte contro il body shaming

Il Coordinamento Donne Cgil pronto a fare la sua parte contro il body shaming

Caterina Vaiti, Segretaria Confederale Cgil Calabria e responsabile del Coordinamento Donne Cgil Calabria, è intervenuta in merito alle dimissioni, dal suo ruolo di arbitro, della catanzarese Martina Scavelli, sottolineando come «quanto denunciato da questa giovane donna è grave e non può non essere stigmatizzato».

«Un arbitro non deve avere le caratteristiche di una modella, ma deve essere competente – ha evidenziato Vaiti –. Ancora oggi si giudicano le donne in base al proprio corpo, il fatto di pesare questa donna come condizione per farle svolgere il suo ruolo di arbitro è assurdo».

«Ad un arbitro – ha continuato la Segretaria – non sono richieste performance sportive, la sua entrata in campo non può essere legata all’ago di una bilancia. Il tutto mentre il Paese continua ad avere 18 punti percentuali di distanza tra occupazione femminile e maschile, la maternità è ancora a volte l’anticamera del licenziamento, la donna viene fatta sempre sentire ‘qualcosa in meno’ rispetto agli uomini. Un ‘qualcosa’ che si riversa anche nelle differenze salariali».

«Quanto accaduto a Martina – ha proseguito – è la punta di un iceberg che dobbiamo tutti e tutte contribuire ad abbattere con i mezzi della Cultura e, quando necessitano, anche della legge. Il lavoro è dignità e viceversa, non possiamo permettere che atteggiamenti e valutazioni discriminanti violino principi e diritti conquistati nel tempo. Stiamo assistendo ad una retromarcia culturale non più tollerabile».

«Come Coordinamento Donne Cgil Calabria – ha concluso Caterina Vaiti – siamo pronte ad utilizzare ogni strumento affinché il “body shaming” non venga tollerato né sui luoghi di lavoro né altrove». (rcz)