REGGIO E MESSINA DIVENTEREBBERO UN IMPORTANTE INSEDIAMENTO DI RILEVANZA EUROPEA ;
Il rendering del Ponte sullo Stretto

IL PONTE OPPORTUNITÀ PER REALIZZARE
L’AREA METROPOLITANA DELLO STRETTO

di ROBERTO DI MARIA – Messina e Reggio Calabria sono distanti, in linea d’aria, meno di dieci chilometri. Tuttavia, la presenza dello Stretto ha da sempre impedito alle due città di costituire quel bipolo urbanistico che, in condizioni simili, si instaura naturalmente tra realtà urbane così vicine.

Non ci possono esser scambi di servizi né dislocamento delle residenze se la distanza reale è ben diversa da quella geografica; in questo caso, è almeno dieci volte più grande. I collegamenti tra le due città, nonostante la presenza di traghetti ed aliscafi, non sono mai stati in grado di garantire quelle velocità,  regolarità e capacità che i sistemi di trasporto devono avere per consentire lo sviluppo delle sinergie tipiche di una vera e propria area metropolitana. Il Ponte sullo Stretto costituisce l’opportunità storica di concretizzare questa ipotesi, determinando una svolta epocale per l’intero territorio circostante.

Le potenzialità, in tal senso, sono immense: se complessivamente i due comuni capoluogo contano già 400.000 abitanti, le due città metropolitane arrivano a quasi 1.200.000 abitanti. Si potrebbe pertanto formare, sulle sponde dello Stretto, la più grande area metropolitana italiana a sud di Napoli.

Un insediamento di rilevanza europea che si troverebbe proprio a cavallo del corridoio Helsinki-La Valletta della rete “Core” dei trasporti europei ad alta capacità. In grado di assicurare, ai messinesi come ai reggini, il raggiungimento di Roma in meno di 4 ore, grazie anche alla realizzazione dell’alta Velocità Salerno-Reggio Calabria. Con riferimento alla Capitale, l’area metropolitana dello Stretto avrebbe un’accessibilità paragonabile a quella di Milano.

La presenza del collegamento ferroviario attraverso il Ponte, oltre a portare direttamente l’alta Velocità sulla sponda siciliana, renderà anche possibile l’apertura di una “metropolitana dello Stretto” che dal centro di Messina perverrà al centro di Reggio Calabria, con 8 stazioni intermedie. Le relative opere sono già previste all’interno del complesso sistema di collegamenti che verrà realizzato tra l’opera di attraversamento e la rete viaria e ferroviaria esistente.

Non si tratta di un dettaglio. Il collegamento rapido su ferro tra le città si sommerebbe, non cancellandoli, ai tradizionali collegamenti in aliscafo che, dovendosi confrontare con un vettore concorrente, sarebbero accessibili a prezzi inferiori. E quando il costo del trasporto si riduce, le più elementari leggi dell’economia ci suggeriscono che gli scambi di persone, servizi e merci si incrementano.

Peraltro, all’occorrenza, i messinesi sarebbero in condizione, diversamente da oggi, di raggiungere gli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria in treno, grazie ai collegamenti ferrovia-aeroporto la cui realizzazione è già in programma in entrambi gli scali. Riducendo, in tal modo, il costo del trasporto dalla nuova area metropolitana verso le destinazioni più svariate al di fuori di essa.

Per quanto concerne il trasporto delle merci, quelle su strada smetteranno di attraversare in lungo ed in largo le città di Messina e Villa San Giovanni per raggiungere gli approdi (o viceversa), ma saranno in condizione, attraverso i collegamenti verso il Ponte, di raggiungere in tempi molto più celeri il continente ed i mercati del nord da qualsiasi parte del territorio della nuova area metropolitana.

Tuttavia, la vera rivoluzione si avrà per i trasporti su ferro. Un modo di trasporto chiamato ad assumere un ruolo da protagonista, dato che l’Ue ha programmato l’incremento della sua quota fino al 30% entro il 2030 ed al 50% entro il 2050.

Il Ponte consentirà il transito di treni merci lunghi fino a 600 metri, mettendo l’intera Sicilia in condizione di riattivare il trasporto ferroviario delle merci, oggi pressoché assente, su tutto il suo territorio. Ciò farà dell’area metropolitana dello Stretto uno snodo fondamentale, con ricadute positive sia sul versante calabrese che su quello siciliano dove, per forza di cose, occorrerà implementare i servizi di supporto alle strutture di smistamento delle merci che verranno create sulle due estremità del Ponte.

Tutta l’area si vedrà in questo modo al centro di flussi di traffico della cui gestione sarà chiamata a ricoprire un ruolo di protagonista, potendo, nel contempo, usufruire di condizioni logistiche più favorevoli per i suoi insediamenti produttivi.

Da una parte, avremo i flussi in direzione Sicilia-Continente, che lungo la direttrice Ten-T consentiranno ai porti siciliani di assumere il ruolo di Gateway nel traffico containers tra l’Europa ed il Far East. Un tipo di traffico che richiede, lungo le direttrici percorse, la presenza di strutture logistiche ed interporti, segnatamente all’altezza degli snodi principali.

Dall’altra, la nuova area metropolitana dello Stretto sarà al centro della grande direttrice marittima nord-sud che si muove lungo lo stretto di Messina, già frequentatissima, a servizio dei porti che sul Tirreno fanno da terminale alla Via della seta marittima. Con particolare riferimento a Gioia Tauro e Salerno che presentano anch’essi enormi potenzialità in chiave Gateway.

La storia ci insegna che tutti gli insediamenti umani che si sono trovati all’incrocio tra le vie di grande comunicazione per i flussi commerciali hanno incrementato la loro ricchezza, assumendo anche un ruolo di notevole importanza su scala continentale se non mondiale. È accaduto per l’antica Roma come, in tempi più recenti, per Rotterdam o Anversa. Può accadere anche per la futura area metropolitana dello Stretto.

A condizione che la politica, sia a livello locale che a livello nazionale, ci creda e si dimostri abbastanza lungimirante da comprendere l’enorme occasione che si profila all’orizzonte. Quando il Ponte sullo Stretto, finalmente, diverrà operativo, un territorio oggi depresso potrà finalmente sviluppare le sue enormi potenzialità, assumendo un ruolo fondamentale nello scenario europeo.

E contribuendo attivamente alla crescita dell’intero sistema Italia, finalmente da Sud. (rdm)