OGGI IN CONSIGLIO REGIONALE IL PROVVEDIMENTO PER FAVORIRE L'OCCUPAZIONE FEMMINILE;
Giusi Princi Vicepresidente Regione Calabria

LA CALABRIA RIPARTE DALLE DONNE: AIUTI
E NUOVA LEGGE CONTRO DISCRIMINAZIONE

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Calabria riparte dalle donne, e lo fa nella giornata dedicata a loro, discutendo e approvando la legge sulle Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile. Una legge necessaria, soprattutto per la nostra regione e per le nostre donne che, più di tutti, hanno pagato il prezzo più alto nella pandemia in corso a livello di occupazione.

Una misura proposta dalla Giunta regionale su input della vicepresidente della Regione, Giusi Princi, che ha ribadito come «senza parità di genere non si può raggiungere un sistema equo di cittadinanza, né può esserci un reale sviluppo socioeconomico del territorio».

«Se si sommano i dati che certificano lo svantaggio delle donne calabresi – meno occupate, più esposte ai lavori precari, spesso utilizzate senza adeguata valutazione di titoli di studio e professionalità e meno retribuite degli uomini – alla fragilità del welfare calabrese che acutizza la scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro, si coglie un quadro di difficoltà a cui dobbiamo prestare attenzione, energie e risorse» ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso.

Una parità che non si potrà mai raggiungere se nella nostra regione, i contratti stipulati alle donne sono sotto il 40%, come rilevato dal Gender Policies Report elaborato dalla Struttura Mercato del Lavoro dell’Inapp presentato a dicembre 2021. Tuttavia, il report indica come nelle regioni del Mezzogiorno, nonostante ci sia un numero di attivazioni di contratti a donne al di sotto delle 80 mila unità, c’è un’incidenza del tempo indeterminato superiore alla media nazionale e superiore a quella di diverse regioni del Centro-Nord. Nel caso della nostra regione, i  20.373 contratti presentano una quota stabile del 18%. «Attenzione tuttavia, ad un dato che riduce l’ottimismo – concludono i ricercatori e le ricercatrici –. Proprio in queste regioni, accanto alla ridotta nuova occupazione continua a registrarsi la quota di tempo parziale femminile tra le più alte d’Italia”, fattore che rappresenta una delle cause dei già elevati differenziali retributivi tra uomini e donne».

D’altronde, per poter ripensare e declinare il lavoro femminile, ci vogliono conciliazione, condivisione e innovazione. Parole chiave che sono state fornite dall’indagine La lavoratrice ai tempi del Covid-19, ideata e realizzata con il sostegno della Segreteria regionale dal Coordinamento Donne Cisl Calabria.

È la stessa Nausica Sbarra, coordinatrice di Donne Cisl, a delineare le policy necessarie: « mettere in sicurezza e rilanciare il sistema della sanità pubblica, il welfare territoriale e aziendale; investire in scuola, università, ricerca; investire in innovazione tecnologica e digitalizzazione; investire in occupazione femminile e giovanile; favorire imprenditorialità femminile; combattere le disuguaglianze di genere, generazionali e territoriali; gestire i fenomeni migratori con umanità, legalità, solidarietà e soprattutto inclusione. Le sfide da affrontare riguardano, quindi lavoro, sviluppo, legalità e contrasto a ogni forma di violenza e discriminazione, impegno sociale, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro».

Azioni, che la Regione ha già ampiamente delineato nel testo che sarà esaminato a Palazzo Campanella, dove sono previste azioni per il superamento delle differenziazioni di genere nei luoghi di lavoro, certificazione della parità di genere, «individuando e accompagnando a livello territoriale la crescita di opportunità per le donne all’interno delle imprese, l’uguaglianza delle remunerazioni a parità di lavoro, la presenza di politiche per la diversità di genere, la protezione della maternità».

Importante, poi, l’introduzione del Bollino di parità, che verrà assegnato alle imprese pubbliche e private «in possesso della certificazione della parità di genere – si legge nel testo – e che attuano principi di tutela della maternità, gestione della gender diversity, equità remunerativa e processi positivi nella gestione delle risorse umane, opportunità di crescita in azienda per le donne e che utilizzino forme di linguaggio non discriminatorio, così come previsto dalla normativa nazionale ed europea vigente in materia».

E ancora, la Regione intende introdurre misure per contrastare i licenziamenti illegittimi, oltre che promuovere la cooperazione istituzionale con gli Ispettorati interregionali del Lavoro per «prevenire e contrastare le discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro». Sono previsti percorsi rivolti alle donne inoccupate o disoccupate al fine del loro inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro, nonché all’accrescimento delle competenze nei settori economici più innovativi.

Sarà attivato, poi, nei Centri per l’impiego regionali, il servizio Spazio Donna, dedicato alle politiche attive del lavoro rivolte a donne inoccupate o disoccupate.

Sempre a livello lavorativo, la Regione prevede misure per sostenere l’imprenditoria femminile. Tra questi, c’è l’Avviso – che partirà proprio oggi, 8 marzo, da 6 milioni di euro volto proprio a sostenere l’imprenditoria femminile.

È giunto il momento di trasformare l’imprenditoria femminile in un cardine della nostra economia» ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, spiegando che «con questa iniziativa vogliamo anche promuovere e valorizzare la creatività del capitale umano femminile. Per rendere concreto tale obiettivo, abbiamo offerto la possibilità di ottenere l’80% di contributo in conto capitale e fino ad un massimo di 400mila euro di aiuto concedibile. L’8 marzo – conclude l’assessore regionale allo Sviluppo economico – non deve essere più solo la ricorrenza di una giornata di marzo, perché non possiamo più permetterci di fare a meno del contributo attivo delle donne per la crescita economica e culturale della Calabria».

Nel testo, infine, sono previste azioni di welfare aziendale, azioni che favoriscano l’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro e benessere collettivo.

La Regione, infine, «entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adotta il Piano di intervento per le politiche di genere per l’attuazione delle misure e degli interventi di cui alla presente legge».

Apprezzamento per la legge regionale elaborata dalla Giunta regionale, è stata espressa dal segretario generale di Cisl CalabriaTonino Russo, sottolineando, tuttavia, che «urge l’organizzazione di un welfare realmente rispondente ai bisogni delle persone e delle famiglie, laddove sono soprattutto le donne ad essere impegnate nella cura di figli e persone anziane e fragili».

«È necessario un impegno – ha evidenziato – finalizzato alla creazione di alcune condizioni imprescindibili per l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro: flessibilità negli orari e nell’organizzazione, più estesi congedi parentali, sostegni per la natalità e la cura dei non autosufficienti, servizi per chi vuole conciliare famiglia e lavoro, a partire dagli asili nido. In assenza di queste fondamentali misure, il mercato del lavoro continuerà a marginalizzare le donne, spesso costrette a un part time non voluto e al lavoro nero, senza garanzie e sicurezze».

«Giusta scelta, dunque – ha concluso – quella della proposta di legge che il Consiglio regionale è chiamato a discutere e approvare. Alla politica, però, chiediamo di mettersi in ascolto delle donne e delle famiglie della nostra regione, perché anche la legge in questione sarà poco efficace se non si creeranno strutture di sostegno sociale al lavoro femminile». (ams)