UNA GRANDE CONFUSIONE REGNA SOVRANA, TUTTI CONTRO TUTTI, IN ATTESA DELLE INDICAZIONI DELL'UMBRIA;
Christian Invernizzi

La Lega scarica Occhiuto, PD contro Oliverio: benvenuti nelle regionali più pazze d’Italia

di SANTO STRATI – Benvenuti nelle elezioni regionali più pazze d’Italia: in Calabria la confusione regna sovrana, tutti sono contro tutti, le alleanze si chiudono la sera davanti a un buon piatto di pasta per venire sconfessate il mattino seguente, con una faccia tosta e una spudoratezza incredibile. Di sicuro c’è l’elettorato calabrese sempre più disorientato e smarrito: ci sono tanti candidati, nessuno è “ufficialmente” candidato. Matteo Salvini e Lega scaricano di malo modo il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, mettendo in seria crisi un’alleanza che il centro-destra, con la vittoria in tasca, dava per scontata, ma, dal lato opposto, anche nel centro-sinistra le acque sono agitate, molto agitate, con la ferma opposizione della direzione dem per il bis di Mario Oliverio. Due grandi partiti tradizionali in crisi con se stessi a sparigliare la conta dei sostegni e degli appoggi anche esterni. I Cinque Stelle, che non hanno allo stato attuale, alcuna rappresentanza regionale, si muovono su un percorso accidentato e paludoso: la deputata Dalila Nesci (che, nei fatti, ha tre anni di Camera garantiti) ha dichiarato a Calabria.Live di essere pronta a rimettere il mandato e sfidare partiti tradizionali e liste civiche convinta di poter espugnare la Cittadella di Germaneto. Una donna Governatore? Potrebbe costituire una bella novità, ma le aspirazioni della deputata di Tropea s’infrangono continuamente col il niet di Luigi Di Maio, che non transige (quando non gli fa comodo, vedi il caso del viceministro Cancelleri) sulla mescolanza dei mandati. E i giovani grillini calabresi fanno un meetup per indicare un nome nuovo (Pino Masciari) da candidare a Governatore. Gli indipendenti (Giuseppe Nucera e Carlo Tansi) scalpitano cercando di convincere l’esercito dei non votanti (57% alle passate elezioni regionali del 2014), ma si rendono conto, facilmente, che da soli non si va da nessuna parte. Servono alleanze, a destra, a sinistra, tra gli indipendenti, con le liste civiche, con i partiti tradizionali e con i movimenti di opinione, giacché senza alleanze il flop è pressoché garantito.

Naturalmente l’ago della bilancia aspetta la data del 27 ottobre, con i risultati delle elezioni regionali in Umbria: una piccola consultazione, d’accordo, i cui risultati possono, però, cambiare drasticamente l’equilibrio tra tutti gli attuali protagonisti. Il dato Lega-Cinque Stelle-Dem dirà come soffia il vento e chi avanza e chi arretra: comunque vada, c’è da aspettarsi burrasca soprattutto nell’alleanza governativa attuale, nell’ipotesi di altre repliche dell’accordo che ha fatto nascere l’esecutivo giallo-rosso. La battaglia per Germaneto sarà, dunque, senza esclusione di colpi, ma la sensazione più evidente è che tutto ciò non aiuta a ricucire, a far tornare ai calabresi la sana voglia di politica, di cui questa terra avrebbe tanto bisogno.

Di elezioni abbiamo parlato con il deputato leghista Cristian Invernizzi, mandato da Salvini a fare il commissario in Calabria. Bergamasco, con una grande stima verso i meridionali, l’on. Invernizzi non è molto amato in Calabria, in questo momento, ma lui non lascia neanche intravvedere la pur legittima irritazione. Anzi, mostra di avere le idee chiare, dichiara che è ora di smetterla di impoverire la Calabria e auspica che ci sia un programma su cui discutere, non un nome su cui accapigliarsi, con la Lega pronta a tirarsi indietro (com’è avvenuto a Lamezia per le prossime Comunali) se vengono a mancare le condizioni essenziali per un progetto politico. Ecco l’intervista che ha rilasciato a Calabria.Live, da vedere anche in video.

– On. Invernizzi, com’è la situazione attualmente in Calabria?

«Una situazione sicuramente in divenire e noi siamo impegnati a far sì che ci sia la possibilità di presentarsi alle prossime regionali uniti, i partiti del centro-destra, con un programma che sia di evidente rottura rispetto alla politica calabrese degli ultimi decenni e con candidati, non soltanto alla presidenza, ma anche in lista che rispecchino plasticamente questa voglia di cambiamento e di rottura».

– C’è un punto di incontro? Voi avete espresso chiaramente una sorta di dissenso nei confronti di Occhiuto…

«Il punto d’incontro è verso il fine comune, quello di presentarsi insieme, per cambiare, chiaramente, le cose. Chi ci sta sa che nella Lega troverà un valido e leale alleato, non per chi, invece, ritiene che la riproposizione di schemi che ormai hanno segnato il passo e abbiano fatto sì che la Calabria sia ultima non soltanto in Italia ma in Europa addirittura, per quanto riguarda i più importanti indici, riguardo a crescita economica, demografici. Bisogna prendere atto di questa situazione. Noi vogliamo partecipare, vogliamo vincere ma non a tutti i costi, vincere solo se la vittoria alle elezioni potrà comportare questo cambio di passo.

– La Lega non ha un suo candidato, attualmente, almeno in Calabria, quindi  puntate su qualcuno anche esterno?

«Non ne facciamo un problema di tessera in tasca del candidato, e auspicabilmente futuro presidente della Regione. Non è un problema che sia della Lega, di Forza Italia, di Fratelli d’Italia o sia espressione del civismo. Ciò che per noi è fondamentale sono le caratteristiche che questo candidato deve incarnare, quindi auspicabilmente una figura che non possa in nessun modo essere ricondotto, anche in via indiretta, alle pratiche che, ripeto, hanno fatto della Calabria quello che noi tutti oggi vediamo».

– Questa pregiudiziale che voi avete nei confronti di Occhiuto può essere superata solamente con la proposizione di personaggi nuovi?

«Questo è quello che vogliamo, perché in questi mesi si è parlato solo di chi fa il candidato presidente, ma non è venuta una proposta sulla sanità, sulle infrastrutture, sulla raccolta dell’immondizia, che segni questo. È un dibattito che non ci appassiona particolarmente, quello del presidente, noi non facciamo una pregiudiziale il fatto che sia della Lega. Occorre ricordare che, piaccia o non piaccia, la Lega alle ultime elezioni è risultato il partito di centro-destra più votato – mi riferisco alle europee – per cui potremmo anche ambire ad esprimere noi quella carica, ma non è quello che ci interessa. Noi vogliamo, dopo il disastro del Partito Democratico, del presidente Oliverio, insomma, dopo tutto quello al quale abbiamo assistito, dobbiamo inaugurare una nuova era. Per cui, se tutti si facesse un passo indietro e si evitasse di buttarla magari su temi che, secondo me, non è che interessano neanche particolarmente ai calabresi, cioè chi sarà il presidente a occupare l’ufficio più prestigioso, allora ci sarà la possibilità, veramente, di offrire ai calabresi che ci credono, ai calabresi che vogliono vedere cambiare le cose. Un programma chiaro, una squadra sicura, allora questa possibilità c’è. Altrimenti, ripeto, nessuno ci ordina di presentarci insieme se i chiari di luna ai quali dovessimo assistere ci potrebbero far ritenere che non ci sarebbe quel cambio di passo che noi esigiamo».

– Come lei sa, la Calabria ha registrato alle ultime elezioni regionali del 2014 un 57% di astensioni. Questo dato dovrebbe far riflettere e, attualmente quello che noi abbiamo registrato tra gli elettori, i cittadini, c’è un forte disorientamento. Si parla più di nomi che di programmi. Nel caso in cui un accordo sul nome – perché evidentemente bisognerà pur trovare un nome su cui puntare – tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, quindi un comune candidato, non si dovesse trovare, voi avete un piano B?

«No, non c’è un piano B, c’è il piano A ed è l’unico piano che ci piace, che ci convince. Cioè quello di presentare comunque un programma, una persona e una squadra destinata ad affiancarlo che possono riportare la speranza a questo 57% di persone che non vanno al voto, al di là dell’assenteismo cronico comune a tutte le regioni, ma che non vanno al voto probabilmente perché sono disperati di fronte a una classe politica che non è stata in grado di fare quello per il quale è viene anche lautamente pagata. Quindi non c’è un piano B, secondo noi col centro-destra c’è la possibilità di offrire finalmente ai calabresi quello che meritano in quanto cittadini italiani, cioè una classe dirigente composta da persone competenti, che si mettano in gioco veramente e che, pertanto, rifiutino le logiche del clientelismo, le logiche del voto di scambio, le logiche dell’occupazione del potere fine a se stesso. Se così fosse viva l’unità del centro-destra. Se così non fosse a questo piano, noi a questo programma non rinunciamo.

– Curiosamente il Pd e la Lega sono sullo stesso piano: il pd non vuole assolutamente Oliverio, la Lega non vuole assolutamente Occhiuto. Allora, il punto principale è che mentre il pd sta cercando o sta studiando un’eventuale sponda d’accordo, d’intesa coi Cinque Stelle, la Lega, nel caso in cui dovesse arrivare a rompere, pensate di trovare tra i candidati indipendenti un personaggio eventualmente su cui puntare?

«Mi permetta di dire che non siamo sullo stesso piano, perché il pd ha la responsabilità storica di avere espresso un presidente, Oliverio, che si è dimostrato assolutamente inadeguato al suo ruolo. Noi questa responsabilità storica in Calabria non ce l’abbiamo e non vogliamo averla magari tra cinque anni. per questo quando si dice che vogliamo qualcosa che sia veramente di rottura lo facciamo consapevoli che le elezioni le vinci tra gennaio o dicembre – adesso che si svegli il presidente e finalmente decreti anche la data finale di questa sua esperienza deludente – ma la partita inizia dopo, sono i cinque anni successivi. Ecco perché vincere a tutti i costi non ci interessa, avere un presidente, qualche assessore, qualche consigliere regionale. Non è questo che ci interessa: se vinciamo noi dobbiamo avere la ragionevole certezza di tramutare in fatti concreti quello che è il nostro programma. Sostanzialmente per quanto riguarda la Calabria, quindi, sanità completamente differente, prendiamo tutto quello che è successo finora, ribaltiamolo, perché così le cose non possono funzionare. Piano infrastrutturale e soprattutto porre fine a quello che è un vero dramma demografico: non è possibile che la Calabria perda annualmente decine di migliaia di figli propri che vanno nelle altre regioni italiane o europee peraltro a lavorare anche benissimo. Sono lombardo, conosco calabresi che sono da noi a fare i primari, i dirigenti d’azienda, liberi professionisti, di altissimo livello. Io penso che sia ora di smettere d’impoverire la Calabria». (s)