;

La scuola come luogo di crescita culturale e umana, non di scontro

di LUCIO FRANCESCO GULLO – In un rapporto complementare che favorisce la crescita culturale e umana dell’alunno, la scuola dovrebbe essere il punto di riferimento di ogni famiglia e la famiglia il punto di riferimento di ogni scuola. Una relazione, dunque, che vede lo studente al centro di essa, ma che sembra essersi spezzata, nella mattinata del 15 gennaio, tra le mura del liceo “G.B. Scorza” di Cosenza.

Quello che sarebbe dovuto essere un dialogo sereno, tra il dirigente della scuola, Aldo Trecroci (ricoprente anche la carica di consigliere comunale) e il genitore di un’alunna dell’istituto in questione, si è trasformato in uno scontro acceso che non ha dato spazio a chiarimenti, prima che il padre della ragazza tirasse uno schiaffo al preside, facendolo cadere a terra.

Secondo quanto riportato dal preside, lo stesso avrebbe più volte subìto minacce durante la conversazione e il modo stesso di presentarsi del genitore sarebbe stato un po’ brusco, sin dal suo ingresso nell’ufficio scolastico. I motivi di tale gesto del genitore restano incerti: secondo alcune indiscrezioni, la reazione del genitore sarebbe stata causata della mancata possibilità di far accedere l’alunna al percorso di alternanza scuola-lavoro che desiderava intraprendere, per la mancata disponibilità dei posti, già esauriti. 

Sebbene sia fondamentale un organizzazione scolastica che promuova l’interesse degli alunni verso attività mentalmente stimolanti per ognuno di loro, grazie a dei docenti attenti e alle opportunità offerte dai percorsi scuola lavoro (PCTO), è necessario evidenziare come spesso molti adulti pretendano di interferire nell’organizzazione intrascolastica senza rispettare gli ambiti di operatività e le norme che permettono il funzionamento del sistema scolastico.

Un sistema che dovrebbe dare la possibilità alle famiglie e al consiglio d’Istituto di poter soddisfare le esigenze di ognuno nell’adempimento dei propri ruoli, garantendo una comunicazione chiara e serena e nel massimo rispetto reciproco. Dopo la caduta, il dirigente Aldo Trecoci è stato assistito da alcuni collaboratori scolastici che hanno avuto la prontezza di aiutarlo e si è recato all’ospedale di Cosenza per farsi refertare, in seguito in questura per sporgere denuncia.

Diversi personaggi politici hanno tenuto a esprimere rammarico per quanto accaduto: Il sindaco Franz Caruso la sua massima solidarietà e condanna con fermezza il violento episodio senza uso di mezzi termini, il Presidente del consiglio comunale, Giuseppe Mazzucca, ha criticato aspramente l’episodio, il vice capogruppo di Fratelli d’Italia Alfredo Antoniozzi ha dichiarato: «È un gesto che squalifica la nostra città e che va condannato senza remore. È impensabile che si arrivi ad aggredire fisicamente un dirigente scolastico o un docente».

Pino Assalone dell’USB ha condannato l’episodio senza usare mezzi termini e l’ex vice Sindaco di Cosenza, Maria Pia Funaro che ha fatto notare come questa tipologia di episodi sia ultimamente in crescita.

Parecchie sono le tematiche relative all’educazione che vengono studiate nelle aule scolastiche, non poca è l’importanza che viene data al saper parlare e riuscire a stare al passo col sistema,ma quello che sembra venire meno al giorno d’oggi è la concretezza più banale,ma comunque essenziale,di un comportamento adeguato e umano capace di costruire orizzonti e non di reclamare con prepotenza,una concretezza che prescinde da qualsiasi pensiero teorico fine a sé stesso.

A prescindere da quelle che possano essere state le motivazioni del genitore, il rapporto che sta alla base di un efficace dialogo sembra essere stato assente durante questa discussione, una discussione che dimostra ancora una volta quanto l’approccio adottato tra due adulti che ricoprono due ruoli diversi possa trasformarsi in un mezzo di sopraffazione da parte di uno sull’altro e, in ultimo, sull’istituzione. 

Dopo tutta questa violenza, non ci resta che augurarci che questa sia solo una triste parentesi e non diventi parte di una serie di episodi che preannunciano una società incapace di usare il buon senso e di dare il giusto esempio alle nuove generazioni. (lfg)