Fortunato Lo Papa, segretario generale della Fisascat Calabria, ha lanciato un allarme: il 70% dei lavoratori del terziario rischia quando terminerà il blocco dei licenziamenti, prolungato a marzo 2021, di rimanere a casa.
«Quella che stiamo raccogliendo è solo la scia del primo lockdown e di quello ancora in corso, la strada è in salita e non si può rimanere ad aspettare» ha spiegato Lo Papa.
Drammatico il quadro che emerge dai dati di Confcommercio Calabria: a rischio entro fine anno 9 mila imprese del terziario e 23 mila lavoratori.
Anche le assunzioni a tempo determinato che hanno sempre contraddistinto il periodo natalizio sono in netto calo o riguardano una finestra di venti giorni, mentre basta fare una passeggiata per vedere saracinesche abbassate e personale ridotto all’osso.
«Mancano da parte dello Stato centrale – ha aggiunto Lo Papa – strumenti adeguati che riescano a compensare la mancanza di reddito. In tanti attendono anche solo qualche mese di lavoro per poi ricevere la disoccupazione».
E oltre al mondo del commercio, c’è tutto quello che ruota attorno a quella che avrebbe dovuto essere la stagione turistica invernale.
«L’indotto è ormai a zero – ha continuato il cislino – spostamenti vincolati o vietati, impianti sciistici chiusi e nuove direttive hanno sostanzialmente schiacciato il comparto».
Ma il sindacato affianca alle critiche anche proposte. A partire dall’ampliamento della Naspi a 36 mesi, proseguendo poi con il superamento del decalage. Importante, poi, un assegno di ricollocazione per i percettori di Naspi e un potenziamento dei contratti difensivi e espansivi. Bisogna pensare, insomma, al “dopo”, a quello che accadrà quando i licenziamenti saranno sbloccati.
Fondamentale in questa direzione, per Lo Papa, «un forte patto sociale tra associazioni sindacali, datoriali e Regione». (rrm)