L'ANALISI DEL SOCIOLOGO FRANCESCO RAO, CHE PONE L'ATTENZIONE SULLE OPERE DA FARE;

LE AMMINISTRATIVE 2024 IN CALABRIA
L’IMPEGNO CHE SERVE PER IL TERRITORIO

di FRANCESCO RAOChiuso il ballottaggio delle Amministrative 2023, non può passare inosservato l’ulteriore calo delle affluenze alle urne, certificato dal Viminale in un dato pari a otto punti percentuali rispetto al primo turno. Al netto della vittoria o della sconfitta dei rispettivi schieramenti politici, vista la frammentaria distribuzione del turno elettorale sull’intero territorio nazionale, credo che in molti si saranno chiesti se la nostra democrazia godesse ancora di piena salute oppure se vi fossero patologici segni di malessere.

Personalmente credo che la nostra democrazia sia affetta da una profonda crisi esistenziale, circostanza alimentata dal roboante vuoto nel quale i Cittadini sono costretti a vivere, manifestando resistenza nei confronti del diritto di voto e disertando con maggiore frequenza i seggi elettorali. Con molta probabilità, nel corso dei prossimi giorni, il tema che più terrà banco a livello nazionale e locale sarà da una parte l’analisi della vittoria politica e dall’altra la gratificazione apportata ai candidati eletti.

Non mancheranno nemmeno le solite frecciate lanciate dai “perdenti”. Queste ultime, come da manuale, in altri tempi erano il viatico per ricompattarsi e ripartire, nel secolo della comunicazione social, saranno l’ennesimo pretesto per sfaldarsi ancora di più mentre il vento della vittoria rafforzerà la centralità di un potere legittimato democraticamente da una evidente minoranza di Elettori.

Guardando alle Amministrative del 2024, in Calabria, circa il 30% dei Comuni sarà interessato al turno elettorale per l’elezione dei Sindaci e dei rispettivi Consiglieri comunali. Seppur l’ambito locale molto spesso non rappresenti in pieno la tendenza politica che governa la regione di riferimento, i temi da affrontare saranno sicuramente tantissimi e il peso dei (pochi) progetti avviati con i fondi del Pnrr potranno essere determinanti. Bisognerà anche saper fare ammenda su quanto non è stato fatto per arginare la spoliazione socioeconomica delle aree interne. Vivendo in un Comune situato nel cuore della Piana di Gioia Tauro, oltre alle numerose problematiche quali la sanità, la disoccupazione, il calo demografico, la povertà educativa e la dispersione scolastica – solo per citare alcuni macro-ambiti –, la qualità dei collegamenti stradali, in modo particolare quelli riconducibili alle realtà territoriali presenti nelle aree interne, rappresentano ancora oggi una fortissima criticità.

Con il trascorrere del tempo, per la Pedemontana della Piana di Gioia Tauro, tranne sporadici casi nei quali le modifiche apportate al tracciato hanno reso monca l’idea e la funzione iniziale, è mancato quel costante impegno politico locale, indispensabile per incidere in modo determinante sull’agenda politica regionale e nazionale affinché l’importante infrastruttura, oggi parzialmente incompiuta, potesse divenire una reale opportunità per i 33 Comuni e circa 150.000 abitanti direttamente o indirettamente interessati. Diciamolo chiaramente: è mancata la capacità politica di ragionare insieme, condividendo una visione complessiva e guardando con lungimiranza a quei mutamenti che avrebbero nel tempo interessato lo sviluppo dell’intera provincia di Reggio Calabria. 

La miopia di molti politici, eletti a furore di popolo, non ha considerato l’importanza strategica generata al contempo dall’asse Jonio-Tirreno, concretizzatasi grazie alla SGC Rosarno-Gioiosa Jonica, destinata poi ad intersecarsi con la nuova SS 106; non sono state considerate le potenzialità del Porto di Gioia Tauro e della ZES; non è stata considerata la nascita e le potenzialità di un vero e proprio raccordo stradale, strutturato nel cuore della Piana di Gioia Tauro e percorribile in parte tramite autostrada e in parte tramite la Pedemontana, con risvolti inimmaginabili sull’asse della logistica intermodale.

Forse per qualche mese, magari in occasione delle future campagne elettorali, troverà spazio la chiusura della galleria di valico della SGC. In tale occasione, avviando la solita “caciara”, ci sarà spazio per tutto tranne che per rinsaldare le fila e procedere uniti verso comuni obiettivi. Dalle colonne di Calabria.Live, oltre all’analisi vorrei lanciare qualche proposta, anche perché ricevo man forte della recente norma mediate la quale il Ponte sullo Stretto di Messina appare prossimo all’affidamento dei lavori con la posa della “prima pietra”.

Certo, ricordando l’affermazione di Andreotti, presente a Gioia Tauro all’inaugurazione dei lavori del V° Centro Siderurgico, sarebbe opportuno considerare urgente la necessità di far ripartire dal basso il territorio, riponendo nelle trasversali regionali un nuovo punto di partenza per arginare gli effetti di un lento ma costante declino demografico che nei prossimi dieci anni diverrà causa principale di una spoliazione destinata a colpire scuole, uffici pubblici, servizi sociali e gli stessi Comuni, sicuramente costretti all’accorpamento territoriale per poter affrontare la quotidianità. Ed allora, viste le somme destinate per le infrastrutture stradali a supporto della mega opera che unirà la Calabria alla Sicilia, considerando che proprio questo territorio appare ultimo tra gli indicatori Europei, perché non iniziare subito a lavorare con il massimo impegno per superare gli isolamenti latenti di una parte importantissima del nostro territorio? 

Occorre verificare immediatamente la possibilità di cedere all’Anas l’ultimazione della Pedemontana della Piana di Gioia Tauro, in quanto la “forza” della Città Metropolitana di Reggio Calabria non può essere propulsiva alla conclusione ed all’ampliamento dell’opera stessa. In tal senso, sarebbe opportuno verificare la possibilità di realizzare un collegamento stradale tra Gioia Tauro e Locri, facendo passare il tracciato proprio da Cittanova, considerando strategico il collegamento quale snodo a Sud dell’Area Metropolitana senza trascurare le incertezze afferenti alla realizzazione della Bovalino-Bagnara.

Infine, bisogna considerare e far presente in ogni sede istituzionale il ciclo di vita della galleria di valico della SGC la quale, sin dal prossimo settembre, parrebbe evidente che sarà interessata a importanti interventi manutentivi con relative chiusure al traffico e notevoli conseguenze riconducibili alle ricadute socioeconomiche che i due territori, collegati dall’asse stradale, saranno costretti a subire. (fr)