di FRANCO BARTUCCI – Dopo i documenti della Cgil Università e dello Snals Università arriva anche un documento dell’Unione Sindacale di Base (USB) Pubblico Impiego, contro l’emendamento presentato alla Commissione Affari Costituzionali del Senato da tre senatori di Forza Italia (Daniela Ternullo, Adriano Paroli e Mario Occhiuto) che prevede, contro quanto stabilisce la legge di riforma universitaria del 2010, nota come Legge Gelmini, una proroga del mandato del rettore dell’Università della Calabria, in scadenza per il 31 ottobre 2025, di due anni e due mesi fino al 31 dicembre 2027, adottando come giustificazione l’interessamento per occuparsi del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario sotto vincolo sottoposto a commissariamento negli anni 2022, 2023 e 2024 purchè l’Ateneo sia dotato della Facoltà di Medicina.
Un emendamento farlocco inserito nel decreto Milleproroghe in cui è stato pure preparato ed approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato un altro emendamento che prevede la conclusione del commissariamento della sanità calabrese. Un emendamento “Biricchino” quello della proroga del mandato del Rettore dell’Università della Calabria che mostra la fretta con il quale è stato preparato in quanto l’Ateneo di Arcavacata non è dotato di una Facoltà di Medicina, ma da un semplice corso di laurea magistrale in Medicina Chirurgia Tecnologia Digitale, istituito da appena due anni. Si consiglia in questo caso al Presidente della Giunta Regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, a cui la vicenda stranamente sta a cuore di rivolgersi all’Università “Magna Grecia” di Catanzaro, dotata di una vera e completa Facoltà di Medicina da precisamente 52 anni. Ma il mandato del Rettore dell’Università di Catanzaro scade nel 2029, pertanto, non serve l’emendamento farlocco ad “hoc”, per come predisposto per il Rettore dell’Università della Calabria.
L’auspicio è che la Commissione Istituzionale del Senato non cada nel tranello, ad uso vecchio stampo di una politica anni ottanta/novanta, ad evitare strascici giudiziari penosi che cozzano peraltro con leggi conquistati sul campo, come quelle della trasparenza e del diritto d’informazione.
Poi, siccome l’aspetto specifico di come rientrare nella nostra regione dal disavanzo sanitario, sarebbe meglio pensare e responsabilizzare dei bravi esperti studiosi professionisti del settore economico/finanziario, dei quali nell’UniCal c’è una buona presenza di qualità, con l’aggiunta di moralisti, motivazionisti e servizi sociali, utili a stimolare comportamenti altamente responsabili dotati di etica, morale, passione e amore nel produrre in ambito sanitario servizi di alta qualità e buona governabilità.
Documento dell’Unione Sindacale di Base (USB) Unical
Come anticipato in precedenza nei giorni scorsi questa Unione Sindacale autonoma costituita recentemente nell’Università della Calabria ha convocato un’assemblea alla quale hanno partecipato studenti, precari della ricerca, docenti e personale tecnico amministrativo strutturato, per discutere delle conseguenze che i tagli e la riforma potrebbero avere sul sistema universitario; nonché dell’emendo proroga per il Rettore dell’UniCal, considerato come un attacco all’autonomia universitaria.
Nel documento sindacale della USB si legge: «A prescindere dal giudizio sull’operato del Rettore, tale proroga rappresenta secondo noi un grave attacco all’autonomia universitaria e ai principi democratici che dovrebbero regolare la governance degli Atenei. Se l’emendamento venisse approvato si impedirebbe alla comunità universitaria, tramite un’impropria ingerenza politica, di esercitare il diritto di esprimere democraticamente la propria guida».
«Questa ingerenza si somma a un sistema di voto per l’elezione del Rettore fortemente squilibrato, in cui il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario, pur essendo una componente essenziale per il funzionamento dell’Ateneo, ha un peso elettorale del 12%. Inoltre questo emendamento arriva mentre il governo, con i tagli al fondo di finanziamento ordinario e la cosiddetta Riforma Bernini, porta avanti un attacco al sistema universitario pubblico».
Ciò detto ecco l’affondo diretto rivolto nel documento dal coordinamento aziendale USB UniCal: «Vorremmo quindi conoscere pubblicamente la posizione del Magnifico Rettore Nicola Leone, per sapere se condivide l’emendamento che prorogherebbe il suo mandato per ulteriori due anni e per conoscere la posizione rispetto ai tagli al FFO e alla riforma Bernini. Vorremmo inoltre sapere se questa scelta, messa sul tavolo da una parte politica con il probabile assenso del nostro Rettore, ha suscitato reazioni nella comunità accademica. Alberga ancora, sui colli rendesi, un po’ di coscienza critica? C’è attenzione verso la direzione che sta prendendo il nostro Ateneo?».
Ecco la domanda che mette i brividi a tutti coloro che negli anni passati hanno vissuto l’esperienza di studio laureandosi all’Università della Calabria; come a tutti coloro che vi hanno trascorso il loro tempo di lavoro, sia come docente che non docente, avendo strutture dipartimentali animate da docenti e studenti leader che hanno saputo lottare perchè il progetto Campus, con le loro azioni e proteste, divenisse realtà viva per il bene della comunità universitaria unita e per lo sviluppo della Calabria.
Ha perfettamente ragione il coordinamento Aziendale USB UniCal nell’affermare: “Dov’è la coscienza critica, fiore all’occhiello del Campus Universitario di Arcavacata degli anni passati?». Che fine hanno fatto gli studenti con le loro associazioni (se ne contano addirittura 26) che non abbiamo nemmeno sentito, di fronte alla presentazione di un emendamento illegale e farlocco, un semplice mugolio di neonato?
Dove sono le organizzazioni sindacali Cisl e Uil che mentre la Cgil, lo Snals e per ultimo l’USB UniCal hanno fatto sentire la loro voce di dissenso, se ne stanno loro in silenzio, mentre si decide su un futuro scandaloso che peserà sulla loro pelle, ma soprattutto infangando l’immagine della Istituzione Università della Calabria, cestinando tutto quello che i loro padri hanno lasciato loro di buono per continuare a farlo progredire. C’è già un segnale chiaro che deve far riflettere e pesa come un macigno.
L’UniCal partendo dal 1971 con la nomina e l’insediamento degli organi accademici ed amministrativi e l’elezione del suo primo rettore, in Beniamino Andreatta, ad oggi ha 54 anni di vita e poteva essere una grande occasione per celebrare il suo cinquantesimo compleanno chiamando a raccolta gli studenti e laureati di ieri, i docenti e non docenti che ne hanno fatto e costruito la storia, compreso anche quel percorso che ha portato, grazie all’impegno e al ruolo dei professori Pietro Bucci e Sebastiano Andò, alla istituzione del corso di laurea in medicina Chirurgia Tecnologie Digitali. Non c’è un Santo da celebrare, ma sono tanti. La mancanza della celebrazione del 50° anniversario li ha nascosti non rendendoli visibili. Poteva essere un incontro di festa tra l’UniCal e la società calabrese per la maturazione di un rapporto più stretto e di collaborazione.
Proprio in questi giorni l’Università di Milano ha pubblicato degli inserti nelle maggiori testate giornalistiche nazionali annunciando la celebrazione del suo centesimo anniversario istitutivo. Ciò che il Magnifico dell’UniCal non ha fatto forse per non creare un precedente e far passare tutto secondo le logiche della normalità giornaliera?
«L’USB ribadisce – è la conclusione del suo documento – la propria opposizione ad ogni manovra che limiti la democrazia negli Atenei e il suo impegno a salvaguardia della dimensione pubblica dell’Università, chiedendo maggiori investimenti per il sistema universitario e maggiori risorse per il personale tecnico amministrativo e di biblioteca il quale, lo ribadiamo sempre, nella culla della cultura Brutia per le elezioni (non) democratiche del Rettore vale il 12%!».
La Commissione Istituzionale del Senato dovrà decidere se dare, come la Commissione Costituzionale, il suo parere favorevole o meno sull’emendamento proroga del Rettore. Se dovesse passare con l’approvazione entrerebbe in Senato quel fango che abbiamo visto entrare nel sogno come abbiamo raccontato nei cubi dell’Università, riversarsi in quell’aula aprendo nel Paese una faglia di critica immane attirando giustamente la valutazione e l’intervento degli organi di giustizia. Siamo o non siamo in un Paese libero e democratico? (fb)
In copertina, l’ultima manifestazione svoltasi all’Unical nel 2008, in contrapposizione alla legge Gelmini