;
Province, Giovanni Tenuta (Idm): Bene discussione sul ddl Province, ma non basta

Province, Giovanni Tenuta (Idm): Bene discussione sul ddl Province, ma non basta

Il consigliere provinciale di Italia del MeridioneGiovanni Tenuta, condivide, in larga parte, la presa di posizione dell’UPI (Unione Province Italiane), ritenendo un buon punto di partenza l’apertura di un confronto in Parlamento sulle proposte di revisione della Legge 56/14, «perché è fondamentale che le Province tornino a svolgere le precedenti funzioni, erogando servizi per i territori e per i cittadini».

«Quella del Pnrr – ha spiegato – è un’occasione unica ed irripetibile e le Province devono tornare ad essere il motore del cambiamento per la ripresa del Paese, attraverso il ripristino degli assetti organici e funzionali che la Costituzione, all’art.114, le assegna. A cominciare dal ritorno all’elezione diretta dei suoi rappresentanti».

«Pur rendendomi conto – ha proseguito – che in un Parlamento nel quale la demagogia grillina ha ancora un peso numerico specifico, non sarà un percorso semplice e di immediato impatto. Tuttavia, nel Paese si avverte un bisogno del ritorno della Politica, quella dei contenuti e non degli slogan. Il tempo dei populismi è finito, è tempo di affrontare i problemi alla radice. Promuovere il ritorno all’elezione diretta dei consigli provinciali, deve rappresentare l’obiettivo di un popolo che si riappropria del messaggio dei propri padri costituenti: riaffermare l’importanza dello Stato delle Autonomie, per la formazione di nuove classi dirigenti attraverso crescenti responsabilità. D’altronde, è dalle responsabilità e dai momenti difficili che si forgiano politici adeguati e non improvvisati rispetto al proprio ruolo».

«Queste – ha evidenziato – sono battaglie per le quali Italia del Meridione è in trincea da anni ormai, unitamente al tema delle Macroregioni e della valorizzazione delle vocazioni territoriali. Abbiamo preso consapevolezza che dopo circa 50 anni di regionalismo, le Regioni del nostro Paese, a differenza dell’iniziale idea del costituente di rendere quest’ultime degli enti di programmazione e controllo, sono divenute enti di gestione di veri e propri carrozzoni caratterizzati da sprechi e immobilismo che aumentano il divario in un Paese che purtroppo viaggia a velocità diverse da nord a sud. La nostra proposta regionalista, per la quale abbiamo istituito anche una raccolta firme, è quella di istituire tre grandi regioni della penisola, più le due isole».

«Sarebbe questa – ha detto ancora – la vera attuazione dell’art. 117 della Costituzione che, tra le altre cose, prevede espressamente la fusione delle Regioni. Dunque, rafforzare gli enti più prossimi al cittadino e capaci di organizzare efficientemente ed efficacemente spesa e servizi, attraverso classi dirigenti illuminate e pronte alla sfida. L’IdM continuerà, in tal senso, ad essere cassa di risonanza di un’espressione territoriale autentica». (rcz)