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REGGIO – Gli artisti de Le Muse animano le microdiscariche con le loro opere pittoriche

È una bella iniziativa, quella degli artisti Pierfilippo BuccaFrancesco Logoteta, soci dell’Associazione Culturale Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere, che, settimanalmente, visitano le micro discariche cittadine e le animano con le loro opere pittoriche.

«È un momento di suggestione visiva – ha dichiarato Francesco Logoteta – in una città dove è anche difficile trovare luoghi e spazi espositivi: il nostro – en plein air- è la città, dove la scenografia non è più data dalle sue belle architetture ma, dallo skyline della spazzatura che, assemblata crea veri e propri agglomerati».

Stesso pensiero per Pierfilippo Bucca, che ha ribadito come oggi l’arte più che mai serve a denunciare, a fare constatare lo stato delle cose.

«Installazioni momentanee e visive» ha dichiarato Giuseppe Livoti, critico d’arte e presidente de Le Muse che, da anni, promuove la passione e la tenacia di artisti reggini e calabresi tanto da avere fondato la PAG – Pinacoteca dell’Area Grecanica ai tempi dell’amministrazione Zavettieri nel comune di Bova Marina.

«Ne emerge – si legge in una nota – una immagine negativa e fuori controllo di piazzette, marciapiedi e siti in prossimità di palazzi storici che magari potrebbero ospitare riproduzioni di opere dei nostri grandi del ‘900 Jerace, Panetta, Bava.  Parliamo sempre di “educare al bello” in contesti che imbrutiamo con residui della nostra quotidianità e oggi più che mai, siamo lontani dai felici esempi della Biennale di Venezia a Villa Genoese Zerbi che portò in città aria nuova e turismo».

«Ben venga anche – prosegue la nota – l’installazione di Edoardo Tresoldi con la sua opera architettura aperta, composta da una serie di 46 colonne all’interno di un parco di 2500 metri quadrati, sicuramente un nuovo monumento per la città ma, nessuno si pone il problema della manutenzione di sculture pre esistenti come per esempio quelle di Rabarama che criticate o no sono emblema visivo del Lungomare».

«La carenza di spazi adeguati, poi – continua la nota – fa si che non abbiamo luoghi per confrontarci e dare voce agli artisti reggini e spesso la storia della città ci insegna, l’arte viene riesumata ed utilizzata solo per mere campagne mediatiche e politiche, utili solo ai fini propagandistici».

«Al gruppo con Bucca e Logoteta – conclude la nota – si affiancheranno altri artisti Muse che di volta in volta creeranno un libro aperto di contaminazioni, evidenziando un effimero – senso di pace visiva, con tele in cui, un volto o un corpo dipinto o, ancora atmosfere in fieri, possano condurre l’osservatore ad una città ideale». (rrc)