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REGGIO – “Maestri & Allievi della Scuola Formativa a Reggio nel Secondo Dopoguerra”

Domani mattina, alle 10.00, nell’Aula Magna della Cittadella Universitaria, i convegno Maestri & Allievi della Scuola Formativa a Reggio nel Secondo Dopoguerra.

L’evento è stato promosso dal Rettore, Marcello Zimbone, dal direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane, Massimiliano Ferrara, dal provveditore agli Studi, Maurizio Piscitelli e dal sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà.

Si parte con l’intervento del prefetto Massimo Mariani. Introduce l’iniziativa il prof. Felice Costabile.

Ricorderanno, la figura del magistrato Nino ScopellitiRaffaele CananziLuciano GerardisRoberto LucisanoRosa NetoVincenzo PedoneNatina Pratticò.

Salvatore SantoroAntonino Spadaro ricorderanno Federico BiancoMichele CappuccilliAnna ed Enzo CiminoDomenico Comi, Paolo Costabile, Giacomo D’AfricaRodolfo De StefanoAuguroMarioSebastiano Di MarcoAntonio FemiresaItalo Falcomatà, Domenico Farias, Rocco GalanteFrancesco GangemiBruno GiordanoGiovanni GiordanoMario LabateMaria MariottiGiuseppina MontroneAnna OrtolevaVincenzo PanuccioLuigi Pasquino.

E ancora, Giuseppe PolimeniCarmelo RestifoItalo RizzoAntonino ScopellitiGiuseppina SpadaroAurora TrigianiGilda TrisoliniCarmelo TuranoCarmelo Versace.

«L’esempio – ha dichiarato il prof. Felice Costabile – di Maestri che seppero sviluppare l’intelligenza critica, che infusero, con il loro magistero, il senso dello Stato e degli Allievi che l’acquisirono, fino al sacrificio della vita, come nel caso del pubblico ministero della Cassazione, Scopelliti. È un messaggio per porre il problema della riqualificazione nella trasmissione del sapere, nella speranza di destare l’esigenza del cambiamento per risalire la china».

La scuola del Dopoguerra, infatti, ha fatto entrare l’Italia nella modernità, grazie alla formazione di generazioni che hanno capovolto i valori tradizionali trasformando in diritti quelli che erano reati. Quella scuola e quell’università formarono la coscienza civile dell’Italia laica.

Oggi, l’Italia continua a essere secolarizzata, ma non è più laica, perché della laicità manca la cultura. I giovani restano immaturi in una scuola che non sviluppa la capacità critica e che non è nemmeno informativa, né selettiva. Gli studenti ragazzi ignorano la storia e la geografia dell’Europa e della stessa penisola, ma neanche conoscono la cronaca: sono decontestualizzati dall’attualità e dai problemi sociali, politici ed economici del mondo contemporaneo perché non leggono giornali né vedono telegiornali.

Ricordare Maestri che seppero formare e infusero il senso dello Stato e Allievi che l’acquisirono è un messaggio per porre il problema della riqualificazione nella trasmissione del sapere e avvertire docenti e discenti contemporanei di questa esigenza. Reggio Calabria ha dato, in questo, un prodotto di livello nazionale ed europeo, grazie ad opere nel campo del sapere accademico, scaturite anche da docenti di liceo, e all’esempio contro la criminalità mafiosa, fino al sacrificio della vita, del pubblico ministero della Cassazione Scopelliti. (rrc)