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REGGIO – Il presidente di Confindustria Vecchio: l’economia reggina è in pericolo

Il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Domenico Vecchiorilancia l’allarme già dato nei giorni scorsi da Nicola Gratteri, procuratore antimafia di Catanzaro e confermato dalle forze investigative reggine: «esiste un grave e concreto rischio legato all’usura, che si è ingigantito in questo momento».

«L’economia reggina – ha proseguito il presidente Vecchio – è in pericolo e tutti noi, rappresentanti del mondo datoriale, istituzioni, forze dell’ordine e società civile, dobbiamo dare un contributo per impedire che questo fenomeno criminale possa prendere il sopravvento».

«Oggi – ha proseguito il presidente Vecchio – con la scarsa liquidità degli attori economici del territorio e con un capitale circolante molto basso, è tutt’altro che remota la possibilità che un imprenditore in difficoltà possa cedere alle “lusinghe” della criminalità organizzata».

«Tuttavia, ha proseguito il presidente Vecchio – è di fondamentale importanza mettere in guardia gli operatori economici e i cittadini in difficoltà, rispetto a ciò a cui vanno incontro nell’accettare prestiti a condizioni che, nel volgere di pochissimo tempo, rischiano di farli precipitare nell’abisso. Abbiamo apprezzato la presa di posizione della Chiesa reggina con l’appello antiusura lanciato dall’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini».

«È il momento – ha proseguito il presidente Vecchio – di mantenere i nervi saldi e di non abboccare a quelle che potrebbero apparire comode soluzioni a problemi finanziari, destinate, invece, a tramutarsi in un incubo senza fine. A quanti si trovano in difficoltà, dico di rivolgersi a Confindustria, la cui mission istituzionale è quella di favorire e facilitare le relazioni tra gli attori economici.»

«Siamo certi – ha proseguito il presidente Vecchio – che non esistano problemi insormontabili se si segue la strada della legalità e se, anche attraverso il sostegno delle istituzioni territoriali, ci si confronta in maniera costruttiva e concreta con il mondo creditizio».

«A questo proposito però – ha proseguito il presidente Vecchio – mi tocca ribadire ancora una volta la necessità di un approccio diverso, che va completamente rivoluzionato, da parte degli istituti di credito. Non è possibile che ancora oggi, in questo momento di emergenza planetaria e di pandemia, si continui a tener conto di criteri come il rating bancario per valutare la possibilità di erogare liquidità alle imprese».

«Al contempo, come già richiesto da parte nostra a nome di Confindustria – ha proseguito il presidente Vecchio – è necessario che la parte di esposizione bancaria non coperta dal Fondo di garanzia per le PMI, in base al decreto Cura Italia, sia coperta da Regione Calabria o Città metropolitana di Reggio. Solo in questo modo potrebbe essere superata un’impasse che temiamo possa rivelarsi fatale per tantissime aziende del territorio. Oggi è interesse comune la massima circolazione possibile di moneta, non solo per stimolare l’economia, ma anche per una questione di sicurezza e legalità».

«Non vorremmo – ha concluso Domenico Vecchio – che un certo atteggiamento di chiusura fosse un implicito, certamente inconsapevole, ma comunque imperdonabile ‘assist’ alla criminalità organizzata che si arricchisce con il business dell’usura. Rifletta bene, e ascolti la propria coscienza, chi oggi si trova ad assolvere a delicate responsabilità in ruoli decisionali all’interno del settore bancario». (rrc)