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Francesco Nucara

REGGIO – L’ex deputato Francesco Nucara: sindaco Falcomatà, si dimetta!

L’ex deputato reggino Francesco Nucara ha inviato una lettera aperta al Sindaco Falcomatà, con cui concludendo lo invita a dimettersi. Ecco il testo diffuso dall’esponente repubblicano:

«Egregio signor Sindaco,
Le scrivo questa lettera aperta affinché i cittadini apprendano quanto  e perché io non condivida il modus operandi del primo cittadino della mia città, che dovrebbe essere, immagino, anche la Sua.
Lei dovrebbe cercare una foto della Reggio del 2012, o, se vuole, anche del 2014 (il commissariamento, dal Suo Partito tanto auspicato, infatti, per adesso lo poniamo tra le cose da dimenticare) e confrontare quella foto con una della Reggio di oggi.
Qualunque operatore politico si renderebbe conto del disastro che, come un sisma lento e inarrestabile, ha colpito Reggio Calabria. È molto probabile che il disastro tellurico sia l’effetto evidente seguito ad una oramai – ma oserei dire fin da subito – conclamata mancanza di dimestichezza con l’interesse pubblico, che alcuni principali suoi collaboratori hanno con sconcertante premura rivelato. Prova ne siano le inevitabili conseguenti indagini giudiziarie.
In questa sede però mi preme parlare delle responsabilità politiche che sono totalmente in capo a Lei, signor Sindaco; le indagini giudiziarie sono in capo ai magistrati e non ci riguardano, fino a quando non ne avremo i risultati definitivi.
Signor Sindaco, potrei scrivere un intero libro sui disastri che con la Sua letale inerzia ha procurato alla città.
Ma Lei, oltre a confessarsi con il sacerdote, ha mai provato a confessarsi con la Sua coscienza? O latita anche quella?
Cosa prova quando fa tranquillamente la doccia, sapendo che nello stesso momento migliaia di Suoi concittadini non possono fare altrettanto, causa perdurante carenza idrica?
Cosa prova sapendo che un Suo concittadino per curarsi di un morbo deve recarsi fuori Regione? Non sarebbe onorevole da parte Sua esercitare il compito derivante dal Suo ruolo di sindaco di città metropolitana?
Cosa prova quando la sera prima di addormentarsi dovrebbe ricordare che migliaia di giovani reggini sono senza lavoro?
Cosa prova sapendo che l’unico vero strumento di mobilità moderna, l’aeroporto, è destinato alla chiusura, grazie anche alla Sua ignavia?
Cosa prova quando pensa alla Sua promessa (2014) di dedicarsi al “rammendo” delle periferie, nel frattempo sempre più abbandonate?
Non prova vergogna quando, aldilà dei risvolti giudiziari, è certificato che intere schiere di Suoi concittadini passati a miglior vita hanno contribuito all’elezione Sua e soprattutto dell’ “avocado” ( epiteto copyright Aurelio Chizzoniti) Costarica (leggi Castorina)?
Cosa prova signor Sindaco quando i magnifici e secolari alberi del Lungomare cadono sulla testa dei Suoi concittadini, causa totale e criminale assenza di manutenzione?
Caro Sindaco, ha forse l’impudenza di vantare tra i Suoi successi le perduranti e disperanti condizioni del Lido Comunale, struttura che per una città a storica vocazione marina, dovrebbe essere uno dei fiori all’occhiello?
Caro Sindaco, eppure la nostra città non manca di angoli una volta godibili per i suoi abitanti…! Che cosa ne è stato? Non basterebbe il più potente dei laser per penetrare otticamente la sedimentata immondizia che li ricopre !!
Non prova vergogna per il grave disdoro provocato in tutta Italia a seguito della storia dei brogli elettorali?
Orbene, signor Sindaco, è orripilante ammetterlo, abbiamo tutti capito che della città a Lei non interessa alcunché. Lei è interessato al Suo misero carrierismo politico. È per questo che ad ogni piè sospinto Lei, all’interno del Suo Partito, ha cambiato, con infantile leggerezza, diverse e disinvolte alleanze: Bersani, Renzi, Zingaretti… chi sarà il prossimo? Lei, signor Sindaco, è ammalato del più deteriore provincialismo e ne sono testimonianza le Sue intemerate auto-interviste su Facebook…
Ordunque, signor Sindaco, appare chiaro che Lei abbia ormai una sola chance per tentare di fare il bene di Reggio Calabria. Ma ho seri e sconsolati motivi per dubitare che il mio consiglio sarà ascoltato.
Quando La incontrai per la prima volta (2014) Lei mi disse che Suo padre Italo, morendo, Le aveva lasciato in eredità soltanto tanti libri. Ma i libri non è sufficiente possederli, bisogna leggerli e saperli interpretare. E se rovistando tra le carte, avrà contezza della biografia politica di Suo padre, faccia l’unico atto dignitoso che Le rimane: SI DIMETTA»