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Una panchina rossa contro il femminicidio

SAN VINCENZO LA COSTA (CS) – Una panchina rossa contro il femminicidio

di FRANCO BARTUCCI –  È accaduto domenica 21 novembre 2021, sulla piazza frontalmente la nuova Farmacia, inaugurata proprio sabato 20 novembre, dove appunto, su indicazione del sindaco avv. Gregorio Iannotta, è stata collocata ed inaugurata con una cerimonia religiosa impartita da padre Antonio De Rose, dell’Ordine degli Ardorini di Montalto Uffugo, dello stesso sindaco e del Presidente della Pro Loco, Giovanni Terzo Pirri.

A farne richiesta come noto è stata la  Commissione della Biblioteca Pubblica della stessa Pro Loco di San Vincenzo La Costa, composta da Concetta Serpe (direttrice), Assunta Greco (vice direttrice), Angela Gioffrè (responsabile  del servizio SBN della Biblioteca), Raffaella Abate (rappresentante Consiglio direttivo Pro Loco).

Da loro ed in particolare da Angela Gioffrè e Assunta Greco – ha confidato la direttrice della Biblioteca, Concetta Serpe – è nata l’idea di realizzare il progetto della panchina rossa, che si innesta ad una ricca programmazione realizzata nell’arco di questi mesi dalla Biblioteca Pubblica della Pro Loco di San Vincenzo La Costa, come: il Progetto Libriamoci con le scuole, che si è concluso con successo da poco coinvolgendo gli studenti delle scuole dell’Istituto Comprensivo di San Fili; come la Rubrica “Filastrocchiamo” o il Progetto Settimanale di Lettura; incontri finalizzati alla presentazione di libri ed altro ancora; facendo risaltare le funzioni sociali e culturali che la Pro Loro di San Vincenzo La Costa sta svolgendo al servizio della collettività del territorio comunale e non solo.

Di questo ne ha parlato il presidente della Pro Loco, Giovanni Terzo Pirri,  nel suo intervento di saluto ai partecipanti alla cerimonia  non risparmiandosi di ringraziare, per il sostegno ricevuto,  da parte dell’Unpli provinciale di Cosenza, del Cif cosentino (Centro italiano femminile);nonché della Coldiretti Calabria, della BCC Mediocrati, che entrambi hanno partecipato finanziariamente all’acquisto della panchina, unitamente alla ditta Carpenterie Ricchio di Raffaele Ricchio di Montalto Uffugo.

Una cerimonia molto bella e toccante che rimarrà nella storia in questo ultimo anno, come tra una delle pagine più belle scritte dalla Pro Loco nel comune di San Vincenzo La Costa, come ha dovuto pur riconoscere lo stesso Sindaco Gregorio Iannotta nel suo intervento di saluto auspicando una attiva collaborazione con tutte le altre associazioni che lavorano nello stesso Comune.

Per la direttrice della Biblioteca della Pro Loco, Concetta Serpe, oltre a ricordare quanto finora fatto già sopra anticipate  si è pure soffermata nel dire quanto verrà realizzato nell’arco dei prossimi mesi iniziando nel ricordate la figura di Dante Alighieri nel settecentesimo della sua nascita e poi la prima edizione del premio letterario di poesia dedicato alla figura del maestro Giuseppe Mirandola, il cui bando è già pronto.

«Nel nostro lavoro – ha dichiarato la direttrice Concetta Serpe – c’è tanto impegno, costanza ed amore infinito per questo servizio sociale; ma c’è anche tanto cuore, emozioni, ricordi, riconoscenza; c’è la vita della nostra comunità».

Terminata questa parte della cerimonia è seguita su Piazza Municipio la presentazione del libro Sangue del mio sangue di Fabrizia Rosetta Arcuri e Sergio Caruso, pubblicato da Falco M. Edizioni. Ne hanno parlato, moderati da Marisa Fallico, la presidente  del Cif provinciale di Cosenza, Concetta Grosso; nonché gli stessi autori del libro con alcuni brani  letti da Mariele Lo Bianco. 

Il libro Sangue del Sangue (Falco Editore), è la storia della più grande strage familiare avvenuta in Italia, la strage di Buonvicino, in Calabria. Scritto a quattro mani fornisce due chiavi di lettura, quella dello psicanalista, criminologo Sergio Caruso e della testimone diretta e giornalista, appunto Fabrizia Rosetta Arcuri. Nel primo caso il testo ha l’intento di analizzare attraverso concetti scientifici ed etici la casistica di un fenomeno sempre più crescente definito Family Mass Murderer e rappresenta anche un chiaro invito alla prevenzione. Nel secondo caso, vi è una sorta di autobiografia del dolore e dell’aspetto introspettivo delle cosiddette vittime secondarie, di cui nessuno parla o si ricorda. 

Il libro rappresenta anche una battaglia aperta nei confronti delle Istituzioni e dello Stato su quest’ultimo aspetto; i due superstiti non hanno ricevuto nessun tipo di risarcimento.

Dopo 25 anni è la prima volta che si parla della strage e a farlo anche uno dei due superstiti con una testimonianza diretta, Marco Benvenuto, che allora aveva 3 anni. Valente è stato condannato a 30 anni, ne ha scontanti 25 ed ora è libero ed è tornato a vivere a Diamante, esattamente a 100m da Marco. Nel libro c’è tutto e tanto altro!

La prefazione è del prof. Francesco Bruno, allora consulente del PM, le conclusioni sono state affidate a Manuela Iatì, giornalista SkyTg24. Il testo è stato già attenzionato dalla stampa nazionale, mentre è in corso al momento un viaggio itinerante per la Calabria in occasioni di dibattiti e discussioni  che si svolgono in giro sull’argomento della violenza alle donne. (rcs)