Il deputato di Alternativa c’è, Francesco Sapia, e il consigliere regionale del PD, Carlo Guccione, hanno chiesto «che cosa ha fatto finora Kpmg, la società che ad oggi è costata oltre 10 milioni di euro alla Regione Calabria per verificare i conti del Servizio sanitario e i bilanci delle sue aziende pubbliche».
Sapia e Guccione, infatti, «pretendono trasparenza e verità sull’operato dell’advisor Kpmg, visto che sui dati del disavanzo e del debito sanitario della Calabria persiste un’assurda incertezza, largamente ignorata, che pesa come un macigno sulla tenuta dei servizi e sulla tutela della salute dei cittadini calabresi».
A proposito di Kpmg, nei giorni scorsi Guccione aveva scritto al sostituto presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, e al commissario alla Sanità calabrese, Guido Longo, tra l’altro evidenziando che «l’Asp di Reggio Calabria ha un debito di 920 milioni e non approva bilanci dal 2012; la massa debitoria dell’Asp di Cosenza al 31 dicembre 2019 si attestava a 547 milioni di euro e» di recente «non risultavano approvati i suoi bilanci consuntivi 2018 e 2019 e, ovviamente, il bilancio preventivo 2021».
Oggi Sapia ha interrogato i ministri della Salute, Roberto Speranza e dell’Economia, Daniele Franco, cui ha chiesto «quale sia la loro valutazione sulla legittimità dei compiti assegnati a Kpmg e soprattutto sul suo operato in rapporto alla funzione» svolta, nonché «quali precisamente siano i documenti e rilievi prodotti dallo stesso advisor con riguardo all’andamento del Piano di rientro della Calabria e in particolare alla situazione di bilancio delle aziende del Servizio sanitario della regione».
Secondo Sapia e Guccione, «alla luce delle persistenti criticità sui conti della Sanità calabrese, c’è anche da capire se il prestito di mezzo miliardo di euro che la Regione ebbe nel 2011 dal Ministero dell’Economia sia effettivamente servito a ripianare debiti delle aziende del Servizio sanitario regionale fino al 2005».
«Tutti i ragionamenti e gli interventi – hanno concluso Sapia e Guccione – rischiano di diventare fumosi e soprattutto inutili, se una volta per tutte ai calabresi non si chiarisce che cosa Kpmg, profumatamente pagata, abbia accertato dal suo arrivo in Calabria». (rp)