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Superamento criteri spesa storica, la viceministra Castelli: Così rendiamo tutti i Comuni più uguali

È stata una giornata storica, quella di giovedì 17 giugno, in cui la Commissione tecnica per i fabbisogni standard del Ministero dell’Economia e delle finanze ha definito gli obiettivi di servizio per lo sviluppo dei servizi sociali dei Comuni realizzando, così, il superamento del criterio della spesa storica.

Grande soddisfazione è stata espressa dalla viceministra dell’Economia, Laura Castelli, dichiarando che «per asili nido e spese per la funzione sociale, si supera la spesa storica e, da oggi, rendiamo tutti i Comuni più uguali, assicurando le stesse risorse e gli stessi servizi ai cittadini, indipendentemente dall’area geografica in cui vivono».

«Parlo, ad esempio – ha aggiunto – di assistenza agli anziani, servizi domiciliari, assistenza ai disabili, centri educativi e centri sociali per gli anziani, case famiglia, emergenza abitativa, per citarne solo alcuni. I servizi sociali e gli asili nido hanno sempre rappresentato la vera grande differenza tra nord e sud. Queste distanze noi le abbiamo azzerate».

Si tratta, dunque, «di un’operazione di vero riequilibrio che non penalizza gli altri Comuni, grazie alle risorse in più che abbiamo messo nell’ultima Legge di Bilancio, e che cresceranno dal 2021 al 2030» ha spiegato la viceministra, aggiungendo che «è il primo, vero passo per i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, che ci porterà gradualmente alla convergenza, accompagnando l’attuazione dei livelli essenziali. I servizi sociali e gli asili nido hanno sempre rappresentato la vera grande differenza tra Nord e Sud. Queste distanze noi le abbiamo azzerate».

Un fatto, che è stato salutato positivamente in Calabria, sopratutto dal sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, che ha definito «positivo che si cominci a concretizzare la nostra impostazione» sottolineando, poi, che «è indegno progettare politiche sociali di serie A e di serie B, in base alle aree del Paese. Un territorio storicamente penalizzato deve essere sostenuto e supportato, non affossato per sempre. Chi nasce in Calabria deve avere gli stessi diritti di un veneto o di un lombardo. È una battaglia che abbiamo condiviso in Anci con i sindaci di tutta Italia e sulla quale non intendiamo fare passi indietro».

«La ministra per il Sud, Mara Carfagna a la viceministra Castelli – ha detto ancora – hanno dichiarato pubblicamente di voler condividere la nostra impostazione, dimostrando alcuni passi in avanti promossi in sede di commissione tecnica per i fabbisogni standard. Adesso ci aspettiamo che si proceda velocemente nella direzione auspicata, definendo una volta per tutte i Livelli Essenziali delle Prestazioni, che costituiscano un minimo comune denominatore per tutti i Comuni italiani, a prescindere da Nord e Sud».

«Se esistono dei territori fragili vanno sostenuti – ha aggiunto Falcomatà – a cominciare proprio da chi è rimasto più indietro, dalle persone in difficoltà, dalle categorie a rischio, da chi si trova a vivere in una condizione disagio sociale, peraltro acuito dalla crisi pandemica nell’ultimo anno e mezzo. I dati Istat di queste ore hanno messo in evidenza uno scenario devastante, con quasi il 10% della popolazione italiana in una condizione di povertà assoluta, il dato più alto da quando si rileva questo indicatore, con un’incidenza più elevata nelle regioni del sud e tra i giovani. Una vera e propria catastrofe sociale, una condizione indegna di fronte alla quale dobbiamo reagire immediatamente, con provvedimenti concreti in grado di mettere in condizione gli Enti locali, primo avamposto dello Stato sui territori, di poter fornire un supporto a queste persone che oggi soffrono e chiedono risposte».

Anche il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, ha dichiarato che si tratta di «una notizia da accogliere con favore», sottolineando che, «tuttavia, le somme sono insufficienti per consentire lo svolgimento di un servizio dignitoso in un settore così delicato e importante».

Il primo cittadino ha ricordato che l’obiettivo primario è quello di «arrivare ad avere risorse pari o comunque vicine alle città del Nord» e ha evidenziato come «tali finanziamenti ci permetteranno di operare laddove, fino a ora, non è stato possibile, dandoci la possibilità di erogare quei servizi importanti per la popolazione debole del nostro territorio».

Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha dichiarato al Il Quotidiano del Sud, come «l’incremento della spesa pubblica per i servizi sociali e gli asili nido è solo un primo passo per strappare il risultato del recupero di un divario tra Nord e Sud, che dovrebbe essere colmato prima di tutto in un settore come la sanità».

Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, ha parlato di «un ottimo risultato», oltre che di una battaglia «vinta anche dall’Anci». Per il primo cittadino, quello del Governo Draghi è «un passo decisivo», dove «finalmente i cittadini di tutta Italia potranno contare sullo stesso livello di servizi».

Secondo l’assessore alle Politiche Sociali di Crotone, Filly Pollinzi, si tratta di un risultato che «è un importante riconoscimento, sopratutto in materia di politiche sociali». (rrm)