Al via domani, in forma online, la rassegna dal titolo Incontri con l’artista: c’era una volta una stanza l’arte, il predicato riflesso e il suffisso post promosso dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e a cura del prof. Marcello Francolini, cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea.
Obiettivo della rassegna – composta da cinque appuntamenti che si chiuderanno a febbraio – avvicinare lo studente alla scena artistica internazionale, consentendo di approfondire lo statuto dell’arte attuale attraverso un dialogo e un confronto diretto con artisti che operano in ambito contemporaneo.
Il primo incontro, sulla piattaforma Classroom, è con l’artista Gian Maria Tosatti, associato alla Galleria Lia Rumma, una tra le dieci più influenti al mondo. Introduce il direttore, la prof.ssa Maria Daniela Maisano.
Per accedere all’incontro, aperto a tutti, utilizzare il codice wqh63af. (rrc)
In corso a Reggio, all’Accademia di Belle Arti, s’inaugura la mostra personale Natura Umana di Gabriele Templorini a cura di Filippo Malice.
La mostra, il cui tema è il rapporto tra uomo e natura, trattato in chiave surreale e fantastica seconda l’immaginario dell’artista, sarà presentata da Remo Malice e si potrà visitare fino al 7 novembre. (rrc)
Da oggi, fino a venerdì 11 ottobre, all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria si svolgeranno le Giornate dell’Orientamento.
I docenti di tutte le Scuole dell’Accademia – Pittura, Scultura, Scenografia, Decorazione, Grafica d’Arte, Comunicazione e didattica dell’Arte, Fumetto e Illustrazione e Progettazione della Moda – in questa settimana presentano l’offerta formativa dell’A.A. 2019/2020.
Visite guidate alle aule e ai laboratori, lezioni di presentazione dei corsi e degli stage formativi, workshop sulle prime esperienze lavorative degli ex-studenti, stand informativi con i docenti referenti dell’orientamento: un ricco programma di incontri per far conoscere l’offerta didattica, i servizi formativi e le opportunità lavorative dell’Accademia reggina orientando gli aspiranti studenti verso una scelta consapevole.
Tutte le mattine – dalle ore 10.30 alle 13.00 – il corpo docente presenta i corsi di primo e secondo livello con visite guidate ai laboratori e a tutti gli spazi dell’Accademia, dai laboratori di grafica, pittura, scultura e scenotecnica alla biblioteca “A. Frangipane” passando per la Pinacoteca d’arte contemporanea.
Martedì 1° Ottobre alle ore 10.00, in apertura delle giornate di accoglienza, il Direttore Maria Daniela Maisano, i rappresentanti della Consulta degli studenti e dell’Ufficio Erasmus daranno il benvenuto in Aula Magna ai nuovi studenti presentando il programma degli incontri.
A seguire, sarà inaugurata nella galleria dell’Accademia “FREE Contemporary Art” la mostra PEOPLE – I luoghi sono persone della fotografa Cetty Romeo con i testi dell’artista Ghislain Mayaud. La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 19.00. (rrc)
Era decisamente un azzardo la chiave drammaturgica che il regista e autore Walter Manfrè, a CatonaTeatro, ha proposto con la sua rilettura (ligia all’originale verghiano) della Cavalleria rusticana: la drammatizzazione, in chiave psicanalitica, di Santuzza a chiusura dell’arcinota “cronaca di una morte annunciata” risulta avvincente e straordinaria. Verga avrebbe sicuramente approvato, pur essendo ancora lontane le esperienze della psicanalisi e impensabili gli studi sugli effetti – incancellabili – di una tragedia che colpisce nel profondo della psiche una donna innamorata eppure consapevolmente colpevole della sua disgrazia.
Il pubblico è stato preavvisato dal regista stesso, prima dello spettacolo, di questo insert finale, in modo da poter capire meglio il senso di questa personalissima integrazione che, obiettivamente, ha dato un vigore essenziale e una carica rinnovata a una novella che Mascagni ha saputo trasformare in un’opera apprezzatissima, pur se di breve durata rispetto al melodramma tradizionale. E la rappresentazione a CatonaTeatro, se ha deluso chi si aspettava un’altra edizione del melodramma di Mascagni e ha trovato una versione teatrale, pur sottolineata da innesti musicali operistici a cura di Matteo Musumeci, ha invece fatto scoprire un pubblico assorto e sorpreso da un’emozione nuova. Un “modesto” fatto di cronaca (sottolineato a chiusura dalla trovata registica di un fuoriscena radiofonico) diventa pretesto per un racconto, nel rispetto totale della prosa verghiana, che attraversa diversi sentimenti: amore, gelosia, morte, coinvolgendo lo spettatore in un’originale messa in scena, che guarda caso, altro non è che quella originaria del grande scrittore siciliano.
Amore, gelosia, morte, in una gerarchia che rispetta lo status dei suoi personaggi, inquadrati in una Vizzini, simbolo di una Sicilia antica, dove il delitto d’onore è il minimo richiesto per l’affrancamento dalla vergogna e dal disonore agli occhi dei conoscenti e dei vicini. Il dramma si consuma sulle scene, seguendo le pagine di Verga, poi, dopo la frase conclusiva “Hanno ammazzato cumpare Turiddu“, subentra l’analisi introspettiva della psiche dell’istigatrice della violenza, a sua volta vittima due volte della stessa violenza. La gelosia vince sull’amore, la vendetta rivince sull’amore, e il dolore vince su tutto. La protagonista rivive il prologo e l’epilogo da lei stessa provocati, da un letto di manicomio, e il suo inconscio ribalta sullo spettatore il senso di inutilità della violenza a giustificazione della presunta o reale perdita d’onore.
Bravo Walter Manfré, che ha coinvolto Lillo Chilà e la Polis cultura in una produzione con molte incognite e che, invece, ha rivelato non solo il talento suo e del cast artistico, ma ha saputo coinvolgere maestranze locali e soprattutto i giovani dell’Accademia di Belle Arti di Reggio coordinati dal prof. Perrella che hanno curato le decorazioni delle maestose scene di Antonio Cereto (realizzate da M.G. Company).
Brava Loredana Cannata, sensualissima e focosa Lola, bravi gli altri protagonisti Arianna Di Stefano (Santuzza), Barbara Gallo (la madre di Turiddu), Orazio Alba (Alfio) e Livio Remuzzi (Turiddu). Solo un’osservazione: siamo in un paesino siciliano tra campagnoli e bottegai: la parlata forbita, perfetta (che manco nelle commedie scespiriane) a nostro avviso stona nel contesto. Forse andrebbe appena accentuata la sicilianità dell’opera, ma potrebbe essere anche questa una scelta della regia (sempre dello stesso Manfrè). Un peccatuccio perdonabile, considerando il risultato nel suo complesso. Che, peraltro, ha dimostrato che si possono (si devono) realizzare produzioni locali, con risorse intellettuali, culturali e tecniche locali. È la grande magia che da 34 anni riesce a produrre Lillo Chilà, instacabile e indomito patron di CatonaTeatro, a cui la Calabria non finirà mai di continuare a dire grazie. (mcg)
Gli studenti del Biennio dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria hanno partecipato alla nona edizione del Rito della Luce, conclusa il 23 giugno a Motta D’affermo (ME).
L’evento, ideato dalla Fondazione Antonio Presti-Fiumara d’Arte, ha visto il coinvolgimento di poeti, artisti, filosofi, musicisti, danzatori, gruppi di diverse etnie, Associazioni, studenti del territorio e l’intera cittadinanza, con l’obiettivo di illuminare le coscienze di tutti, restituendo alle nuove generazioni messaggi positivi legati ai valori e alla speranza.
Cogliendo l’invito di Antonio Presti, l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria – nelle figure del Direttore, Maria Daniela Maisano, del vicedirettore, Francesco Scialò, del coordinatore del Dipartimento di Arti Visive, Filippo Malice e del coordinatore della Scuola di Scultura, Giuseppe Cipolla – ha aderito all’iniziativa con il coinvolgimento degli studenti del biennio di pittura e scultura, che hanno realizzato un’istallazione di grandi dimensioni utilizzando esclusivamente materiali ecosostenibili.
Le studentesse Cinzia Canale, Angelica Tripodi, Ilenia Delfino, Vincenza Timpano, Claudia Serra e Silvia Provenzano, hanno realizzato, con la collaborazione dello scultore Giuseppe Raffaele (ex allievo dell’Accademia di Reggio), un’opera dal titolo La scelta, dalla lunghezza di 9 metri e dalla larghezza di 3.
«Oltre trecento artisti sono stati coinvolti – dice il mecenate Antonio Presti – per “moltiplicare la forza di un messaggio condiviso dalle arti, che si esprimono ciascuna con il proprio linguaggio ma che assumono le sembianze di una unica forza creativa, quella della purezza d’animo».
Un’esperienza formativa e al contempo professionale che rappresenta il naturale percorso dello studente che aspira a entrare nel sistema e nei circuiti dell’arte contemporanea. (rrc)
6 ottobre – È stata inaugurata, a Reggio, presso la Galleria dell’Accademia di Belle Arti, la mostra “Comics, sintesi di parola ed immagine” con le opere di Yorgios Botsos e di Giuseppe Palumbo.
L’evento è stato organizzato dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria in collaborazione con la V edizione di “SabirFest, cultura e cittadinanza mediterranea”.
Nella mostra, infatti, sono esposte le opere del fumettista italiano Giuseppe Palumbo, tra i disegnatori di Diabolik e Martin Mystère, e del noto artista greco Yorgios Botsos, docente di sketch-comics- cartoon all’AKTO, l’Accademia di Arte e Design di Atene.
Nel corso della giornata, inoltre, sono previsti due workshop: uno alle 10.30, dal titolo “Nuove linee mediterranee. I fumetti di Palumbo” con Giuseppe Palumbo; e l’altro alle 17.00, dal titolo “Il Mediterraneo e i suoi paesaggi. La narrativa delle immagini” con Yorgios Botsos. (rrc)
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