TRENI, IL SOGNO DI REGGIO-ROMA IN 3 ORE
ECCO L’ALTERNATIVA PULLMAN CON ITABUS

di SANTO STRATI – Lo scetticismo (giustificato, visti i precedenti) di qualcuno sulla promessa di Mario Draghi di una vera Alta Velocità tra Salerno e Reggio così da coprire la tratta Roma-Reggio in poco più di quattro ore (lo stesso tempo di Roma-Torino) o addirittura poco più di tre ore (sono giusto 500 km di ferrovia, una ventina in più di Roma-Milano) non impedisce ai calabresi di sognare una mobilità adeguata. Era un vecchio pallino dell’ex presidente Mario Oliverio il collegamento rapido ferroviario Reggio-Roma, ma le soluzioni adottate, alla fine, avevano fatto risparmiare sì e no poco più di una ventina di minuti. Adesso l’Alta Velocità/Alta Capacità calabrese è nel Recovery Plan: nuovi binari, nuova rete, in grado di garantire velocità fino a 300 kmh. Il progetto supera il limite del 2026 fissato dal Next Generation Ue (dovrebbe essere completato entro il 2030), ma è già un buon segnale. Soprattutto indica una cosa che nessuno può contestare: la Calabria è diventata – con il Mezzogiorno – una reale “preoccupazione” del Governo, nel senso che l’esecutivo Draghi ha capito la valenza di quanto affermato a più riprese dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte “se non riparte il Sud non riparte l’Italia” (pensiero ammirevole, ma non attuato) e ha deciso di mettere il turbo ai progetti. Complice l’insistenza della nuova ministra per il Sud Mara Carfagna per una seria “attenzione” verso la questione Mezzogiorno, qualcosa si sta finalmente muovendo. Le risorse finanziarie ci sono: serve progettualità e capacità di spesa, un binomio che richiede utilizzo di capacità e professionalità reali. Ci sono progettisti, manager e “burocrati illuminati” in grado di mettere a profitto talento e competenza: cosa si aspetta a chiamarli? Sarà la volta buona che verranno valorizzate anche risorse locali (che non mancano)?

Intanto, a conferma della nuova “attenzione” per il Sud, va registrata la nascita di una società di trasporto su gomma “costola” di Italo Treno che – in verità – la scorsa estate ha inaugurato la tratta Roma-Reggio, subito imitato dal Frecciarossa delle Ferrovie dello Stato. E stato infatti presentato Itabus, il nuovo operatore privato di trasporto su gomma a lunga percorrenza che dal 27 maggio collegherà anche la Calabria con il resto dell’Italia: pullman extralusso, comodi e moderni con il solo difetto di offrire una durata del viaggio abbastanza lunga: ci vogliono dieci ore esatte da Reggio a Roma, con una spesa da 16,90 a 26,90 euro. Il trasporto su gomma, si sa, ha i suoi vantaggi e le evidenti criticità, soprattutto per la durata della percorrenza, ma in Italia l’esperienza del pullman a low cost inaugurata da Flixbus è tutto sommato positiva. Certo, dieci ore di viaggio, pur con tutte le comodità previste, risultano difficili da digerire – pensando alla futura Alta Velocità prossima ventura, ma si consideri che utilizzando Frecciarossa – sempre da Reggio – ci vogliono 5 ore e 44 minuti per arrivare a Roma con una spesa di 86 euro (che diventano 10 ore e mezza nel caso si utilizzi un treno regionale con due cambi, alla modica cifra di 39,75 euro). Il Frecciargento impiega poco più di sei ore ma costa sempre 86 euro. Italo costa 79,90 (in classe Smart) e impiega circa sei ore (a seconda delle promozioni si spendono anche “solo” 59,90 euro). Piccolo particolare: c’è un solo collegamento giornaliero del Frecciarossa (alle 10.11 con arrivo alle 15.55) e di Italo (alle 7.28 con arrivo alle 13.30): dal 27 maggio Italo annuncia che diventeranno quattro e lo stesso, probabilmente, faranno le FS.

In una città che sta facendo di tutto per perdere l’aeroporto, è pur sempre un’alternativa agli impossibili orari di Alitalia che quest’estate offrirà un solo volo da Roma a Reggio alle 13.25 e un solo volo da Reggio a Roma alle 15.05. A quale tipologia di passeggeri è dedicata questo bizzarra scelta di orario non è dato di sapere, ma se è una strategia per declassificare ulteriormente l’Aeroporto dello Stretto è sicuramente vincente. Significa penalizzare il traffico aeroportuale a meno di 100mila passeggeri l’anno, il che – naturalmente – rende improduttivo lo scalo. A titolo di cronaca, per l’estate c’è anche un solo volo per Milano e ritorno: quando arrivò la Sacal, quattro anni fa, all’Aeroporto dello Stretto c’erano quattro voli per Roma e due per Milano. A prescindere delle tante dichiarazioni d’intento e i lavori annunciati nell’agosto del 2019 per 25 milioni, pare evidente che la Città Metropolitana non meriti di avere un aeroporto…  Ovvero, in Calabria abbiamo la classe politica che ci meritiamo, incapace di battere i pugni sia in casa Sacal sia al Ministero della Mobilità e delle Infrastrutture, dove nessuno, sottolineiamo nessuno, si prende la briga di avviare una pratica per il riconoscimento della continuità territoriale (come è avvenuto per la Sardegna e la Sicilia). Con tale riconoscimento è possibile per le compagnie aeree praticare “prezzi politici” dei biglietti per i residenti, svantaggiati rispetto al resto dell’Italia.

Allora, ben venga Itabus col suo progetto di collegare con gomma anche la Calabria con il resto d’Italia: l’obiettivo dichiarato è 350 servizi al giorno (in tutti’Italia) e 90 milioni di chilometri l’anno, con 300 pullman granturismo che creeranno – ulteriore nota positiva – circa 1000 nuovi posti di lavoro (di cui circa una quarantina in Calabria). Il progetto ha anche importanti elementi di sostenibilità ambientale: la flotta utilizza autobus Man (gruppo Volkswagen) che montano motori euro 6d a bassa emissione di inquinamento nella lunga percorrenza e sono allo studio utilizzi (per percorrenze non lunghe) biocarburanti alternativi e alimentazioni alternative (elettrico e idrogeno) in partnership con Eni. Il comfort – secondo quanto dichiarato da Itabus – è garantito da sedili comodi e spaziosi (interamente reclinabili), tavolini al posto, luci al led e prese Usb e di corrente, distributori automatici di snack e bevande e presenza della toilette a bordo. Una partnership con Tim garantisca una connessione a bordo in banda ultralarga.

Esistono, per la verità, altre connessioni via gomma tra la Calabria e il resto del Paese: la Simet guidata da Gerardo Smurra da Corigliano-Rossano e altri centri del nord della Calabria collega agevolmente, con un servizio di ottima qualità, Salerno, Napoli, la Capitale, Milano, Torino, Verona e prima della pandemia offriva anche collegamenti con alcune capitali europee. Il viaggio da Cosenza a Roma (6 ore e mezza di durata) costa 51,50 euro: parte alle 14.45 e arriva alle 21.15. FlixBus copre lo stesso tragitto in sei ore e 45 minuti, con una tariffa di 31,99 euro (parte alle 8 del mattino e arriva alle 14.45). Troiolo Bus da Locri a Roma parte alle 6.50 e arriva alle 16.06, il biglietto costa 36 euro. Le Autolinee Federico collegano Reggio a Roma in dieci ore e 35 minuti a 40 euro: parte dalla Stazione Centrale di Reggio intorno alle 5.30 del mattino (arriva alle 14.30) con un biglietto da 40 euro. Solo qualche esempio (i prezzi sono stati raffrontati su un ipotetico viaggio del 29 maggio), per far capire quanto inciderà la presenza di Itabus con la sua politica di low cost. Nei viaggi aerei sono migliorati, in parte, i servizi, ma c’è stato un calo generalizzato delle tariffe, a tutto vantaggio dei passeggeri: è facile prevedere una cosa analoga nel trasporto su gomma. La novità, semmai, è il nuovo approccio delle società di trasporto nei confronti dei passeggeri e la concorrenza, in questo caso, sarà uno stimolo aggiuntivo a offrire maggiori comfort e, soprattutto, sicurezza. La qualità del servizio è sicuramente la discriminante nella scelta del vettore per la stragrande maggioranza dei viaggiatori, ma certamente abbattere i costi diventa un elemento di grande rilievo nella politica commerciale, a tutto beneficio di chi viaggia. L’importante è che non avvenga quanto succede oggi con i voli low cost: la qualità del servizio è degradata e il prezzo basso non corrisponde, purtroppo sempre spesso, a un viaggio confortevole e sicuro.

Comfort, sostenibilità ambientale, sicurezza: le premesse di Itabus appaiono eccellenti: La Calabria sarà servita già dal 27 maggio, giorno di lancio del servizio. I bus offriranno anche un comodo collegamento notturno (si parte da Reggio alle 20.15, con arrivo a Roma Tiburtina alle 6 del mattino). Da Roma per Reggio, invece, i collegamenti sono previsti con due bus, uno alle 9.30 (arrivo alle 19.20) e l’altro – notturno – alle 23.30 (arrivo alle 9.15). Le località calabresi servite, al momento, sono, in ordine alfabetico: Cariati, Cirò Marina, Corigliano-Rossano, Cosenza, Crotone, Frascineto, Gioia Tauro, Lamezia Terme, Palmi, Reggio, Rende, Rosarno, Sibari, Vibo Valentia, Villa San Giovanni.

Soddisfazione è stata espressa dai due amministratori delegati di Itabus, Francesco Fiore: «L’ingresso di Itabus nel mercato del trasporto su gomma porterà ampi benefici ai molti viaggiatori che si spostano ogni giorno in Italia. Il nostro modello si contraddistingue per sicurezza e qualità a prezzi estremamente competitivi. Abbiamo puntato su una rete estesa e capillare perché crediamo nelle potenzialità del territorio italiano», ed Enrico Zampone: «Itabus introduce un concetto di viaggio su gomma completamente nuovo, con gli standard migliori del settore aereo e ferroviario ad alta velocità, per sviluppare l’intermodalità e integrarsi in maniera sinergica con il sistema di mobilità esistente più all’avanguardia. Le persone sono al centro del nostro progetto, abbiamo deciso di investire per creare occupazione e offrire maggior scelta ai viaggiatori, rispondendo a tutte le esigenze grazie alla flessibilità dei nostri servizi».

La società Itabus conta tra gli azionisti Luca Cordero di Montezemolo, Flavio Cattaneo, la famiglia Punzo, Angelo Donati e Isabella Seragnoli. La presidente di Itabus è Elisabetta Colacchia, mentre Giovanni Punzo ricopre il ruolo di Presidente onorario. (s)

Draghi: in treno da Reggio a Roma nello stesso tempo che si copre Roma-Torino. Il testo completo del PNRR

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, ieri in Senato, per presentare il Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR) ha ribadito, a proposito del collegamento ferroviario Reggio-Salerno che si tratterà di vera Alta Velocità. Il che significherà – ha puntualizzato – che il tempo che si impiega in treno da Roma a Torino con le Frecce sarà lo stesso per raggiungere Reggio Calabria. I treni viaggeranno a 300 kmh: è un progetto ben definito e contenuto nel Recovery Plan alla voce infrastrutture. La linea sarà completata entro il 2030: come previsto del programma Next Generation Ue entro il 2026 dovranno essere completate alcune tratte.

Il PNRR è stato approvato dalla Camera e oggi riceverà il voto del Senato. Sarà dunque rispettata la scadenza del 30 aprile per la presentazione all’Europa. Il Piano prevede tra risorse Ue e altri fondi un investimento di oltre 248 miliardi di euro.

Sei le missioni indicate dal Recovery Plan:

Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura

Turismo e cultura sono oggetto di importanti interventi per la valorizzazione dei siti storici e di miglioramento delle strutture turistico-ricettive.
Le risorse sono complessivamente 49,2 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo. I suoi obiettivi sono promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura.  Gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese.  In particolare, portano la connettività a 1 Gbps in rete fissa a circa 8,5 milioni di famiglie e a 9.000 edifici scolastici che ancora ne sono privi, e assicurano connettività adeguata ai 12.000 punti di erogazione del Servizio Sanitario Nazionale.  Viene avviato anche un Piano Italia 5G per il potenziamento della connettività mobile in aree a fallimento di mercato.
Il Piano prevede incentivi per l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato, e rafforza le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione, ad esempio facilitando la migrazione al cloud.

Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica

Le risorse sono complessivamente 68,6 miliardi – di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo. I suoi obiettivi sono migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva.
Il Piano prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65 per cento di riciclo dei rifiuti plastici e il 100 per cento di recupero nel settore tessile.
Il Piano stanzia risorse per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa. Sono previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici. Le misure consentono la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno.  Il Governo prevede importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile e semplifica le procedure di autorizzazione nel settore.
Si sostiene la filiera dell’idrogeno, e in particolare la ricerca di frontiera, la sua produzione e l’uso locale nell’industria e nel trasporto. Il Piano investe nelle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15 per cento, e nella riduzione del dissesto idrogeologico.

Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile

Investimenti per la modernizzazione e il potenziamento delle linee ferroviarie regionali, sul sistema portuale e nella digitalizzazione della catena logistica
Le risorse sono complessivamente 31,4 miliardi – di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo. Il suo obiettivo primario è lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese.
Il Piano prevede un importante investimento nei trasporti ferroviari ad alta velocità. A regime, vengono consentiti significativi miglioramenti nei tempi di percorrenza, soprattutto nel centro-sud. Ad esempio, si risparmierà 1 ora e 30 minuti sulla tratta Napoli-Bari, 1 ora e 20 minuti sulla tratta Roma-Pescara, e 1 ora sulla tratta Palermo-Catania.

Istruzione e Ricerca

Si sviluppa l’istruzione professionalizzante e si rafforza la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico.
Le risorse sono complessivamente 31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo.
Il suo obiettivo è rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
Il Piano investe negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia. Crea 152.000 posti per i bambini fino a 3 anni e 76.000 per i bambini tra i 3 e i 6 anni.
Il Governo investe nel risanamento strutturale degli edifici scolastici, con l’obiettivo di ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000 metri quadri.
Inoltre, si prevede una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea, ad esempio con l’aggiornamento della disciplina dei dottorati e un loro aumento di circa 3.000 unità.

Inclusione e Coesione

Le risorse sono complessivamente 22,4 miliardi – di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo è facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale.
Il Governo investe nello sviluppo dei centri per l’impiego e nell’imprenditorialità femminile, con la creazione di un nuovo Fondo Impresa Donna.
Si rafforzano i servizi sociali e gli interventi per le vulnerabilità, ad esempio con interventi dei Comuni per favorire una vita autonoma alle persone con disabilità.
Sono previsti investimenti infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali e interventi di rigenerazione urbana per le periferie delle città metropolitane.

Salute

Il Piano rafforza l’infrastruttura tecnologica per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati, inclusa la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico.
Le risorse sono complessivamente 18,5 miliardi, di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo è rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.
Il Piano investe nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità.
Si potenzia l’assistenza domiciliare per raggiungere il 10 per cento della popolazione con più di 65 anni, la telemedicina e l’assistenza remota, con l’attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali.
Il Governo investe nell’aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzature per diagnosi e cura, con l’acquisto di 3.133 nuove grandi attrezzature, e nelle infrastrutture ospedaliere, ad esempio con interventi di adeguamento antisismico.  (rrm)

PNRR, il testo completo