Manifestazione unitaria di Siderno, i Comuni della Locride chiedono interventi sul territorio

In occasione della manifestazione unitaria di Siderno, che ha visto la presenza dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio LandiniLuigi SbarraPierpaolo Bombardieri, l’Associazione Comuni della Locride, ha presentato un documento, a firma di Caterina Belcastro, presidente Assemblea dei Sindaci della Locride e di Giuseppe Campisi, presidente del Comitato dei Sindaci della Locride, ai sindacalisti in cui chiedono interventi sul territorio.

«L’Assemblea dei Sindaci della Locride – si legge nel documento – ricomprende al suo interno i Sindaci dei 42 Comuni dell’intera fascia costiera.  La Locride è il nome in cui si identifica un’area della Città Metropolitana di Reggio Calabria sul versante Jonico della Calabria. Un territorio unico intriso di arte e storia, incastonato tra l’Aspromonte e il mare Jonio dal quale gli antichi greci portarono la cultura e la grandezza dell’Ellade».

«I 42 sindaci riuniti nell’Associazione dei Comuni della Locride – si legge ancora – nel ringraziarvi per la vostra presenza, sottopongono alla Vostra attenzione questo breve, ma intenso documento affinché, in questo particolare contesto storico, vengano guardate con la giusta attenzione le istanze del nostro territorio. La fase storica che stiamo vivendo ci consegna profonde trasformazioni legate al diffondersi della pandemia da Covid-19. L’eccezionalità del momento ha fatto emergere nuovi bisogni e acuito antiche e nuove disuguaglianze. L’emergenza sanitaria ha avuto conseguenze pesanti su un mercato del lavoro già fermo da decenni». 

«Gli indicatori sociali ed economici – continua il documento – ci consegnano un quadro molto preoccupante, ancora di più, in Calabria e nella Locride. In questi anni i sindaci, sempre in prima linea, con dignità e orgoglio, hanno portato avanti tantissime battaglie rivendicando il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, alla mobilità, allo sviluppo per questo territorio, tutti costituzionalmente riconosciuti ma tutti puntualmente negati.  Abbiamo denunciato le carenze strutturali della sanità territoriale e dell’Ospedale di Locri, abbiamo insistito sulla necessità di migliorare l’accessibilità di questa area portando all’attenzione delle Istituzioni competenti la questione della Strada Statale 106 e della Ferrovia Jonica, dell’ammodernamento della Strada di Grande Comunicazione Jonio-Tirreno e della realizzazione dell’attraversamento Bovalino-Bagnara». 

«Abbiamo insistito e, insistiamo – continua – sulla necessità della messa in sicurezza del territorio, sul quale le conseguenze del dissesto idrogeologico le viviamo sulla nostra pelle ogni qualvolta si verificano, sempre più spesso, eventi metereologici di eccezionale portata. Potremmo continuare, ma correremmo il rischio di ripeterci e di ripetere, inutilmente, argomenti a Voi tutti ben noti.  Sono temi sui quali piccoli e timidi passi sono stati fatti, ma moltissimo resta ancora da fare. Continueremo caparbiamente a portare avanti le nostre battaglie affinché ai nostri cittadini possano esse garantiti, su questo territorio, i diritti fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione».

«Continueremo a lavorare e rappresentare lo Stato – si legge ancora – quale Istituzione più prossima ai cittadini, per costruire in questa nostra terra spazi di libertà dove tutti, ed in particolare i nostri ragazzi che oggi si vedono costretti a partire, possano costruire i percorsi realizzativi della propria esistenza.  Non è retorica: quotidianamente tanti amministratori dedicano con passione e sacrificio la loro vita per migliorare la condizioni delle proprie comunità. Lo fanno spesso nel silenzio, senza clamore, con fatica, rendendo concreti e tangibili la democrazia, la partecipazione, la solidarietà, la legalità, l’amministrazione della cosa pubblica, che spesso sembrano parole vuote».

«Continueremo, dunque – dice il documento – a fare il nostro dovere, e non possiamo sottrarci dal portare alla vostra attenzione alcune questioni specifiche strettamente legate alla vita dei nostri Comuni. Probabilmente saranno delle cose a voi note, ma abbiamo il dovere di ribadirle. Ci sono due servizi in particolare, strettamente legati al tema della transizione ecologica, che pesano sulla vita amministrativa dei Comuni e la cui efficienza gestionale è la precondizione per l’avvio di qualsiasi azione di sviluppo del territorio, soprattutto in chiave turistica».

«La gestione del ciclo integrato delle acque e dei rifiuti – viene spiegato – rappresentano, ancora oggi, per la stragrande maggioranza dei Comuni una criticità che si riverbera necessariamente sulle condizioni finanziarie degli enti: i maggior costi dovuti alle carenze strutturali e gestionali e la non adeguata capacità di riscossione creano forti scompensi nei bilanci degli Enti. Servono investimenti sulle reti, sugli impianti e serve soprattutto garantire un modello di gestione pubblico efficiente. In questi anni gli stringenti parametri dentro cui si è dovuta contrarre la spesa pubblica hanno reso gli organici dei comuni ridotti al minimo. Paradossalmente l’avvio del percorso di superamento del precariato storico degli Lsu/Lpu impiegati negli enti locali ha prodotto una drastica diminuzione della forza lavoro a disposizione dei Comuni. Nella stragrande maggioranza dei casi si è passati dalle 26 ore settimanali dei contratti a tempo determinato alle 18 ore dei contrati a tempo indeterminato. Al precariato storico si è aggiunto più recentemente un altro bacino di precari che è quello dei “tirocinanti”, vicenda sulla quale ancora in queste ore si sta consumando un dibattito che non dà nessuna certezza per il futuro».

«I Comuni – viene spiegato ancora – hanno la necessità di correre verso la creazione di strutture in grado di erogare i servizi ai cittadini e di affrontare la necessaria transizione digitale: devono poter contare su lavoratori motivati e devono poter selezionare personale in grado di affrontare le sfide del presente e del futuro. Qualche tecnico in più dentro gli uffici tecnici dei Comuni non basta per affrontare e risolvere il problema dell’efficienza della pubblica amministrazione. Se saremo chiamati a dover essere parte attiva nei processi di spesa per investimenti programmati per i prossimi anni (Pnrr, Fondi Coesione, ecc.), nella condizione in cui siamo sarà difficile adempiere in maniera rapida e puntuale».

«Per questo – viene detto – chiediamo alle Organizzazioni Sindacali di farsi essi stessi promotori di un dibattito che possa portare ad un intervento governativo risolutivo sul tema del lavoro all’interno dei Comuni. Serve un superamento definitivo del precariato, storico e recente, con contratti a tempo pieno e non parziale, anche per dare dignità ai tanti lavoratori che vivono una condizione francamente insostenibile. Tale processo non deve ovviamente “pesare” sui Comuni che devono poter mantenere inalterata la propria capacità assunzionale al fine di non inficiare l’avvio di processi di ricambio all’interno della pubblica amministrazione attraverso l’avvio di concorsi pubblici. Le politiche sul lavoro e sull’occupazione, sia nel comparto pubblico che privato, sono determinanti per aumentare rapidamente la competitività e l’attrattività di questo territorio. Questa è la direzione giusta, mettere in campo tutte le strategie e le azioni possibili per perseguire questo obiettivo. La sfida è ardua ma non impossibile. La Zes, di cui auspichiamo un effettivo avvio dell’operatività, può rappresentare un motore di ripresa economica, un volano di sviluppo i cui effetti occupazionali e socio-economici potrebbero e dovrebbero riguardare anche questa area attraverso un diretto coinvolgimento».

«Non vogliamo consegnarvi un “pianto di dolore” – si legge ancora – né pensiamo che la soluzione salvifica ai nostri problemi debba arrivare da chissà dove. Non siamo una classe dirigente rassegnata, tutt’altro: siamo consapevoli e responsabili, sappiamo che dovremmo essere noi e le nostre comunità a dover lavorare. Questa è una terra bella, dove ci sono energie positive, bellissime esperienze di vissuti politici, sociali e imprenditoriali. Con umiltà, consapevolezza e responsabilità da un lato, e con dignità, coraggio, fermezza e orgoglio dall’altro, chiediamo e rivendichiamo attenzione per un territorio che ha la volontà di trasformare le proprie potenzialità in occasione di crescita economica e ricchezza sociale, per sè stesso e per l’intero Paese». 

«In questo – si legge – il Lavoro diventa lo strumento determinante, individuale e collettivo, per liberare le nostre comunità da vessazioni e soprusi che nel tempo hanno subito e che non sono più disposte a subire. Confidiamo nella vostra proficua collaborazione e capacità di ascolto, consci che siete consapevoli della condizione che questo territorio vive, tenuto conto che in particolare per due di voi, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, la Locride è la terra dove siete nati e cresciuti.  Certi della vostra sensibilità, Vi chiediamo di farvi interpreti dei bisogni e delle istanze di questa terra e di rivendicare, insieme a noi, diritti». (rrc)

In copertina, Caterina Belcastro