CALABRIA, VA L’IMPRENDITORIA FEMMINILE
E L’IMPRESA È SEMPRE PIÚ SPESSO “DONNA”

Un antico adagio dice che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. In Calabria ci sono grandi donne che, nonostante le difficoltà e i pregiudizi, si sono messe alla guida delle imprese permettendo non solo la creazione di posti di lavoro, ma anche il sostegno dell’economia regionale.

Si potrebbe dire, dunque, che Calabria l’impresa è donna: Sono 44.244 le imprese ‘rosa’ e, di queste, il 13,2% sono artigiane (5.826), di cui 1.022 (pari al 17,5% % su totale imprese artigiane femminili) gestite da giovani under 35, mentre quelle guidate da straniere sono 443 (7,6% sul totale imprese artigiane femminili). I maggiori settori in cui operano solo quelli dei servizi alla persona, con il 62,3% delle imprese registrate – in lieve aumento tra il 2019 ed il 2020 (più 1,3%) – e del manifatturiero, in cui si concentra il 24,2% delle imprese.

È quanto è stato rilevato nel report Verso l’8 di marzo 2o21 dell’Osservatorio Mpi Confartigianato Imprese Calabria che, tuttavia, indica una riduzione importante dell’occupazione femminile in Calabria: parliamo di meno 16 mila unità lavorative nel terzo trimestre del 2020. In particolare, sono 190 mila occupate totali al terzo trimestre 2020: 41 mila (21,8% del totale) occupate indipendenti, meno 9 mila rispetto al terzo trimestre 2019, pari al -17,9%; 149 mila occupate dipendenti al terzo trimestre 2020, meno 7 mila rispetto al terzo trimestre 2019, pari al -4,8%.

«I numeri impongono di prestare attenzione al lavoro delle donne –ha detto la vicepresidente di Confartigianato Imprese Calabria e presidente dell’associazione territoriale di Vibo Valentia, Liberata Soriano –. L’impegno di tutti, della classe dirigente e politica della nostra regione in particolare dovrebbe riservare una particolare attenzione al sostegno delle imprese al femminile, creando le condizioni sociali ed economiche volte a valorizzarne ed amplificarne le potenzialità, da cui trarrebbe vantaggio lo sviluppo dell’intera Calabria».

Ed infatti, lo studio condotto dall’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese Calabria ha messo in evidenza anche le disparità di genere (positive e negative) che potranno influenzare in modo favorevole o sfavorevole la partecipazione delle donne nel percorso futuro di ripresa. In particolare, ciò che emerge è una scarsa partecipazione delle donne alla formazione continua (solo il 5,5% partecipa anche se in linea con gli uomini) per accrescere le proprie competenze, ma solo il 12,3% con competenze nel digitale (contro il 21,2% degli uomini) ed una difficoltà nel conciliare i tempi di vita e lavoro con un maggior ricorso al part-time involontario per il 24,9% degli occupati donne (più del doppio degli uomini) ed una retribuzione media inferiore del 45,5% rispetto a quella maschile.

«Le imprenditrici – ha detto ancora la vicepresidente offrono un rilevante contributo alla ricchezza nazionale, una affermazione che, visto i numeri, vale anche per la nostra regione. C’è bisogno della forza e della creatività delle donne che sono capaci di affrontare con coraggio le criticità di una terra complicata, ancora più aggravate dalla crisi economica e sociale peggiorata dalla pandemia. Ma fare impresa, per una donna, non è facile. Le donne italiane sono tra le più intraprendenti d’Europa, ma il nostro paese è agli ultimi posti nell’Ue per l’occupazione femminile e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia».

«Occorre superare i gap e le disparità – ha evidenziato – che possono influire sul domani. Non dimentichiamo che il valore artigiano, vale a dire quell’insieme di valori storici ai quali la nostra associazione si ispira, che ci consentono di rappresentare gli interessi generali del ceto medio produttivo e di intere comunità e società locali, riesce ad essere interpretato al meglio soprattutto dalle donne. Soprattutto nel difficile percorso per affrontare in modo solidale le sfide della modernità».

Del protagonismo della donna nell’impresa è anche Coldiretti Calabria, che ha sottolineato che «è ben oltre il 30% la percentuale delle donne in Calabria che conducono un’azienda agricola con un continuo apporto di donne giovani».

«Dati – ha dichiarato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – che sottolineano  il loro protagonismo che sta  rivoluzionando l’attività agricola come dimostra l’impulso dato dalla loro presenza nelle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole,  le fattorie didattiche, i percorsi rurali gli orti didattici, ma anche nell’agricoltura a basso impatto ambientale e multifunzionale, assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità,  fino nella presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica oltre che naturalmente nell’agriturismo». (rrm)

[Nella foto la presentazione del progetto Calabria Avventura, donne imprenditrici]