PERCHÉ IL BONUS VACANZA NON FUNZIONA
ANCHE IN CALABRIA USATO POCHISSIMO

di MARIA CRISTINA GULLÍ – C’è tempo fino a dicembre per utilizzare i bonus vacanze, ma i dati fin qui registrati, alla fine d’agosto, non lasciano immaginare recuperi. Bastano i numeri a raccontare il flop (annunciato a luglio) del bonus vacanze: 2,4 miliardi di euro stanziati, sono stati richiesti bonus per 600 milioni, ne sono stati effettivamente utilizzati appena per 200 milioni. In sostanza il provvedimento ha mostrato gravi criticità e ha scoraggiato l’utilizzo del bonus. Le ragioni sono tante, la principale è che trattandosi di credito d’imposta gli albergatori, le strutture turistiche, ricettive, i ristoranti, avrebbero dovuto anticipare i costi, per poi trattenere dalle tasse le spese relative. Ma in una stagione che già partiva compromessa e, per fortuna, si è ripresa nel mese di agosto, le piccole strutture a conduzione familiare (quasi il 75% in Calabria) hanno preferito rinunciare a registrarsi per accettare i bonus. Le famiglie, facendo due conti, non hanno trovato l’incentivo adeguato: chi poteva permettersi di andare in vacanza non aveva certo bisogno del bonus, e chi poteva aver bisogno del bonus ha dovuto rinunciare, per motivi economici, alla vacanza tradizionale.

A questo punto, vista la disponibilità dei fondi non utilizzati (circa 2 miliardi di euro) sarebbe opportuno che venissero girati direttamente agli operatori del settore che la crisi ha messo in ginocchio. Ma senza burocrazia e macchinosi sistemi di calcolo: ci sarebbe un sistema semplice per garantire un corretto utilizzo dei fondi avanzati, prevedere un bonus di soldi reali alle società e ai dipendenti e mantenere attivi i posti di lavoro che rischiano di non trovare rinnovo ed eventualmente ipotizzare una sospensione fiscale per le strutture turistiche che rischiano di non riaprire più.

Un’estate da dimenticare? No, non proprio. Tutto sommato, bonus o no, la stagione in Calabria non è andata malissimo come faceva presagire il trend iniziale di luglio. Solo una struttura turistica su dieci ha accettato i bonus e i dati relativi di fatturato sono abbastanza modesti. La verità è che, ancora una volta, in assenza di una seria strategia di turismo non è stato possibile allungare la stagione, limitando a settembre gli ultimi arrivi e questo in una regione che potrebbe lavorare col turismo marino almeno otto-nove mesi l’anno.

Roberto Villella
Roberto Villella

Secondo Roberto Villella, ceo di Meeting Point, una delle principali agenzie di incoming (vendita di pacchetti turistici in Calabria) è stata una stagione davvero strana: a luglio alberghi quasi vuoti, ad agosto tutto esaurito. Ristoranti deserti a luglio, affollatissimi ad agosto, anche se un turno (quello utilizzato dai turisti del Nord Europa, delle 18) è quasi dappertutto saltato per mancanza di ospiti stranieri. In Calabria – sostiene Villellla – c’è un turismo tedesco ormai consolidato: l’iniziativa del convegno dello scorso ottobre dei principali tour operator della Germania, anziché continuare l’opera di promozione e di valorizzazione delle località che potevano interessare il mercato tedesco, è rimasta senza seguito. E dire che ci sarebbe da attrarre i turisti russi, quelli scandinavi e tutta l’Europa del Nord, ma non ci sono aerei, non c’è pianificazione. A Crotone i charter non possono atterrare, a Reggio ci vuole un’abilitazione speciale per i piloti: insomma c’è solo l’aeroporto di Lamezia a servire una regione che dovrebbe (e potrebbe) vivere di turismo. «Noi di Meeting Point lo scorso giugno abbiamo fatto tutto da soli: invitati 180 tra tour operator e giornalisti, li abbiamo ospitati e fatto scoprire loro un territorio che merita di essere valorizzato e promosso presso i turisti. E ogni settimana ospitiamo una quindicina di tour operator e giornalisti a spese nostre per promuovere il territorio». E la Regione? Si continua con iniziative spot, scoordinate e prive di programmazione: far scoprire la Calabria, far crescere la sua reputazione turistica sarebbe il minimo su cui impegnarsi.

Torniamo al bonus: «Nel mese di luglio nella nostra struttura di Tropea (Rocca Nettuno, 270 camere, 800 posti letto) ha inciso – dice Villella – per il 3 % del fatturato e il 12 % ad agosto. Le grandi strutture non hanno avuto difficoltà ad accettare il bonus, le piccole, con carichi fiscali modesti, accettandolo avrebbero avuto evidenti crisi di liquidità». E si consideri – evidenzia Villella – che sono stati cancellati moltissimi voli e intere rotte: gli europei hanno usato l’automobile e si sono fermati in Veneto, in Emilia Romagna, in Toscana. Come si può pensare di far arrivare in macchina in Calabria i tedeschi? Tra l’altro per rispetto delle norme anti-covid non sono state utilizzate tutte le camere disponibili, con aggravio di costi e diminuzione delle entrate. Il risultato di fine stagione, alla fine, non sarà negativo, ma il crollo di fatturato genererà diminuzione di personale e quindi provocherà un’ulteriore crisi occupazionale.

Borgo degli Ulivi, Sellia MarinaA detta di Giuseppe Nucera, ex presidente degli industriali reggini e imprenditore turistico con un’esperienza trentennale, «la misura del buono vacanza è stata per certi aspetti negativa, o meglio non ha dato un aiuto al mondo delle imprese, io parlo da imprenditore turistico, gestore di alberghi, e ho verificato che non è stato un aiuto per le aziende, ha di fatto aiutato le famiglie che non avevano un reddito adeguato di potersi fare una vacanza. Ma se si vanno a osservare attentamente le ricadute confermo che non sono state quelle che ci aspettavamo, perché dare la possibilità di andare in vacanza con il buono a luglio e ad agosto in Italia non si aiuta il settore del turismo, perché comunque le famiglie in quel periodo vanno in vacanza. Quindi il buono può o poteva avere delle ricadute positive se fosse stato attivo già da giugno, periodo di basso stagione, col risultato di incrementare gli arrivi in bassa stagione e favorire il riempimento degli alberghi; o anche farlo differenziato: per esempi, chi va in vacanza a giugno, a settembre, ottobre ha un contributo superiore, chi sceglie luglio e agosto ha un contributo inferiore. Un altro discorso a parte va fatto  sugli effetti sul reddito delle aziende turistiche: è stato detto all’impresa “prendi il buono”, anticipando tutti i costi. Per fare un esempio, sono 500 euro che l’azienda non incassa e che vanno a ridurre la liquidità dell’azienda stessa, in attesa di fare poi la compensazione sotto forma di credito d’imposta. Però l’imprenditore non può scontare questo buono, per esempio, per pagare le rate che deve allo Stato per il condono, quindi ci sono ulteriori disagi per l’azienda che incontra una forte limitazione nell’utilizzo di questo buono».

Anche il presidente di FederalAlberghi Calabria Francesco Perino evidenzia la perdita per il comparto in una stagione che ha registrato un calo del 60% delle presenze, con dati in controtendenza ad agosto. La bassa stagione veniva, in parte, coperta dalla clientela estera che quest’anno è stata di gran lunga inferiore rispetto a qualunque aspettativa. Adesso gli operatori sperano nei voucher regionali di “Stai in Calabria”, che dovrebbero scadere a settembre e non sono stati ancora attivati: c’è da augurarsi che l’assessore Fausto Orsomarso proroghi la validità fino a dicembre, per incentivare un allungamento della stagione.

Stagione che, in Calabria, ripetiamo, non è andata troppo male. Un solo dato per capire la situazione: a Roma hanno aperto solo due alberghi su dieci, in Calabria risultavano attivi al 90%. Se solo ci fosse un minimo di strategia per la destagionalizzazione… (mcg)