È PRONTO IL PIANO OPERATIVO DA 350 MLN
FORSE SI SVOLTA NELLA SANITÀ CALABRESE

È un masterplan di tutto rispetto, quello redatto e pubblicato dal commissario ad acta Roberto Occhiuto e dal sub-commissario Ernesto Esposito, che vuole risollevare e far ripartire la tanto disastrata sanità calabrese. Si tratta di un Piano Operativo che, a valere della missione 6 del Pnrr, prevede un investimento di oltre 350 milioni per realizzare Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali, e Ospedali di Comunità.

Nello specifico, sono previsti 2 milioni per le Case della Comunità e presa in carico della persona; 4 milioni per la Casa come primo luogo di cura e Telemedicina” di cui sub investimento; Implementazione delle Centrali operative territoriali (COT)per un importo di euro 280.000.000– di cui interventi COT, Interconnessione aziendale, Device per un importo di euro 204.517.588; 1 milione per il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture – Ospedali di Comunità, 2 milioni per l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, in cui è prevista la digitalizzazione DEA I e II livello e grandi apparecchiature e un investimento di 600 mila euro per rendere gli ospedali più sicuri e sostenibili. Inoltre, è previsto il rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione, con un investimento di 292 mila euro, «di cui intervento Reingegnerizzazione NSIS a livello locale (Adozione da parte delle Regioni di 4 nuovi flussi informativi nazionali – Consultori di Famiglia, Ospedali di Comunità, Servizi di Riabilitazione Territoriale e Servizi di Cure Primarie) per un importo di euro 30.300.000», si legge nel Piano.

E, ancora, 80 mila euro per lo sviluppo delle competenze tecniche-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario – Corso di formazione in infezioni ospedaliere” e dal Piano Nazionale per gli investimenti complementari (PNC), 1 milione e 400mila euro per rendere sicure e sostenibili gli ospedali.

Nel Piano Operativo, poi, viene spiegato come sebbene «le linee guida e le schede di censimento di immobili e terreni predisposte da Agenas davano come indicazione principale quella di favorire la ristrutturazione e la riqualificazione di edifici pubblici, di proprietà o comunque nella disponibilità delle Azienda Sanitarie, da destinare alle suddette finalità», per «l’individuazione dei siti sul territorio della Regione Calabria, che purtroppo da lunghi anni ha subito il commissariamento della Sanità, si è dovuto tenere conto di alcuni specifici fattori di criticità. Infatti, la popolazione residente nella regione Calabria, che conta 409 comuni, molti dei quali con meno di 5,000 abitanti ed ubicati in zone montane e periferiche, sconta problemi di accesso ai servizi sanitari».

Inoltre, se inizialmente dovevano essere realizzati 57 Case della Comunità, 19 Centrali Operative Territoriali e 15 Ospedali di Comunità, è stata rilevata la necessità di implementare il numero delle strutture, prevedendo ulteriori cinque Ospedali di Comunità, 4 Case della Comunità e 2 Centrali Operative Territoriali, a valere delle risorse regionali. Quindi, in totale sono previsti i seguenti interventi:

 n. 61 Case della Comunità (Componente 1, Investimento 1.1); 

 n. 21 Centrali Operative Territoriali (Componenti 1, Investimento 1.2); 

n. 5 interventi di interconnessione aziendale delle suddette Centrali Operative Territoriali (Componente 1, Investimento 1.2); 

 n. 5 interventi di fornitura di device per le suddette Centrali Operative Territoriali (Componente 1, Investimento 1.2); 

 n. 20 Ospedali di Comunità (Componente 1, Investimento 1.3); 

 n. 11 interventi di Digitalizzazione dei DEA di I e II livello (Componente 2, Investimento 1.1) 

 n. 286 interventi per la fornitura e installazione di grandi apparecchiature (Componente 2, Investimento 1.1); 

 n. 6 interventi di adeguamento/miglioramento sismico di presidi ospedalieri (Componente 2, Investimento 1.2 – Risorse PNRR); 

 n. 7 interventi di adeguamento/miglioramento sismico di presidi ospedalieri (Componente 2, Investimento 1.2 – Risorse PNC); 

 n. 1 intervento di implementazione di 4 nuovi flussi informativi nazionali (Componente 2, Investimento 1.3.2); 

 n. 1 intervento di organizzazione ed erogazione del corso di formazione in infezioni ospedaliere ai dipendenti del SSR (Componente 2, Investimento 2.2). 

Nel Piano Operativo, viene spiegato che «Nella provincia di Cosenza sono state allocate n. 22 Case delle Comunità, da distinguersi eventualmente nella configurazione differenziata di Hub e Spoke, n. 9 Ospedali di Comunità e n. 7 Centrali Operative Territoriali» e che «i criteri di localizzazione per le Case di Comunità hanno tenuto conto di un obiettivo di baricentrismo, garante dell’equità assicurata dalla facilità nel raggiungimento da parte di tutti gli abitanti residenti nell’ambito distrettuale di competenza, e a quello della facilitazione viaria da assicurare al ricorso alla assistenza e alle cure infermieristiche di breve durata, assicurando presenze professionali adeguate».

«Per gli Ospedali di Comunità, invece – viene spiegato – si è optato per una collocazione in siti non assistiti da presidi sanitari, prescindendo se pubblici e/o privati accreditati, ma che possono assicurare ricoveri brevi a bassa intensità assistenziale soprattutto per i pazienti che necessitano di una post ospedalizzazione e/o cure periodiche continue, ponendosi ad un livello intermedio tra il domicilio e l’ospedale. Per le Centrali Operative Territoriali, che rappresentano un elemento di novità e di presumibile successo dell’attuazione del progetto Pnrr, perché di supporto e coordinamento dell’attività svolta dalla medicina di famiglia e specialistica, esse sono state previste in siti strategici».

«Inoltre per la provincia di Cosenza – viene spiegato ancora – nel processo di definizione della distribuzione delle nuove strutture di assistenza territoriale, si è tenuto doverosamente conto della necessaria e celere prosecuzione dei lavori finalizzati alla costruzione del Presidio Ospedaliero della Sibaritide, in relazione al quale la Regione Calabria prodigherà ogni suo impegno per la sua ultimazione, così come farà per programmare la costruzione del nuovo Ospedale Hub di Cosenza».

«Nella provincia di Crotone – si legge – sono state allocate n. 6 Case della Comunità, da distinguersi eventualmente nella configurazione differenziata di Hub e Spoke, n. 1 Ospedale di Comunità e n. 2 Centrali Operative Territoriali; Per la provincia di Catanzaro – continua il rapporto – sono state istituite n. 11 Case della Comunità, n. 4 Ospedali di Comunità e n. 4 Centrali Operative Territoriali», mentre nella provincia di Vibo Valentia sono state allocate n. 5 Case della Comunità, da distinguersi eventualmente nella configurazione differenziata di Hub e Spoke, n. 2 Ospedali di Comunità e n. 2 Centrali Operative Territoriali».

«Nella distribuzione delle Case della Comunità – viene spiegato nel Piano Operativo – hanno inciso fattori emergenziali, nel senso di assicurare certezza assistenziale in favore di territori e comunità sprovvisti di presidi ospedalieri, gli unici a garantire in un siffatto territorio l’offerta pubblica di salute, peraltro non di livello di prestazione esaltante, tanto da aver causato in passato penosi incidenti operatori; il tutto, tenuto anche conto dell’avviata realizzazione dell’Ospedale di Vibo Valentia che offrirà alla provincia una qualità e una quantità prestazionale di spedalità finalmente all’altezza della domanda. Per le strutture di comunità si è tenuto conto anche della marginalizzazione dei centri semi-montani assicurando loro una presenza garante di una assistenza fissa h24, con la resa del servizio notturno della continuità assistenziale ben efficientata. Per quanto concerne le COT, l’individuazione dei relativi siti è stata improntata sul principio del baricentrismo rispetto al bacino d’utenza di riferimento».

Infine, nella Provincia di Reggio, sono state allocate n. 17 Case della Comunità, da distinguersi eventualmente nella configurazione differenziata di Hub e Spoke, n. 4 Ospedali di Comunità e n. 6 Centrali Operative Territoriali.

Nel Piano Operativo, viene indicato come le Case della Comunità da edificare, nelle cinque Province, siano in totale 5 (4 a Cosenza e 1 a Catanzaro), mentre quelle da ristrutturare sono in totale 56: 18 a Cosenza, 10 a Catanzaro, 6 a Crotone, 5 a Vibo Valentia e 17 a Reggio Calabria, con un investimento pari a 84 milioni dal Pnrr e l’importo integrativo della Regione per l’efficientamento energetico di 5 mln e di 6 mln per i nuovi interventi.

21, invece, le Centrali Operative Territoriali che saranno realizzate e suddivise così: 7 per la Provincia di Cosenza, individuate tra Corigliano Rossano, Cisenza, Rende, Paola e Castrovillari; 2 per la Provincia di Crotone, di cui uno individuato a Mesoraca; 4 nella Provincia di Catanzaro, individuate a Botricello, Catanzaro, Soverato e Lamezia Terme. Nella Provincia di Vibo, due le Centrali individuate, che nasceranno a Pizzo e Nicotera. Infine, 6 nella Provincia di Reggio Calabria, tra Locri, Palizzi, Reggio, Bagnara Calabra, Cardeto e Taurianova.

20, infine, gli Ospedali di Comunità, che saranno realizzati con 37 mln dal Pnrr e un importo integrativo regionale per l’efficientamento energetico di 2 mln e 12 mln sempre per nuovi interventi.

Interventi, quelli programmati, che si rendono necessari per portare la Calabria “al passo” con le altre regioni. Come evidenziato nel Decreto, infatti, «la Casa della Comunità è il luogo fisico di riferimento per la comunità su cui insiste, è un luogo di prossimità e di facile individuazione dove la comunità può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria al fine di trovare risposta ad un proprio bisogno di salute. La CdC introduce un modello organizzativo di approccio integrato e multidisciplinare attraverso un’équipe multi-professionale territoriale. Costituisce la sede privilegiata per la progettazione e l’erogazione di interventi sanitari», mentre la Centrale Operativa Territoriale «è un modello organizzativo che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e dialoga con la rete dell’emergenza-urgenza».

Infine, l’Ospedale di Comunità «è una struttura sanitaria di ricovero che afferisce alla rete di offerta dell’Assistenza Territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero, con la finalità di evitare ricoveri ospedalieri impropri o di favorire dimissioni protette in luoghi più idonei al prevalere di fabbisogni sociosanitari, di stabilizzazione clinica, di recupero funzionale e dell’autonomia e più prossimi al domicilio».

Ma non è solamente il Piano Operativo Regionale redatto da Occhiuto ed Esposito a poter rivoluzionare la sanità: il dott. Gerardo Mancuso, vicepresidente nazionale dei medici di Medicina Interna, primario all’ospedale di Lamezia Terme, e uno dei tecnici delle società scientifiche che partecipano ai tavoli ministeriali, ha rilevato, a Buongiorno Regione, come il decreto ministeriale 70/15 che sarà approvato entro l’estate, ridefinirà gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera.

«La novità – ha spiegato –  che tutti gli ospedali saranno aperti sulla base delle performance, quelli non in grado di erogare determinati servizi saranno chiusi» e che, quindi, un ospedale di base dovrà avere un bacino d’utenza di almeno 20 mila prestazioni per 50mila abitanti: «la Calabria si ritroverebbe con 20 ospedali di base, 10 di primo livello e 3 di secondo livello».

Di tutto questo, tuttavia, «sarà la Regione Calabria – ha concluso – a decidere in merito alla eventuale chiusura degli ospedali». (rrm)

LEGGI IL DECRETO COMPLETO
DCA-n.-59-del-24.05.2022

 

Al via i bandi per le Case della Salute di Siderno e Scilla

Sono stati pubblicati i bandi di gara  per l’affidamento del servizio di progettazione delle Case della salute di Siderno e Scilla, da parte di Invitalia Spa, la cui somma per gli interventi è, in totale, di 18 milioni. Sono previsti 30 giorni per la presentazione delle offerte da parte dei professionisti, subito dopo si procederà alla nomina delle commissioni giudicatrici per la selezione dei progettisti.

I due interventi, finanziati a valere sui fondi Pac 2007-2013, rispettivamente per l’importo di 9 milioni e 760mila euro e 8 milioni 270mila euro, saranno realizzati presso gli ex presidi ospedalieri di Siderno e Scilla e andranno a potenziare la rete territoriale dell’Asp di Reggio Calabria.

Il dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute, Giacomino Brancati, e il dirigente del settore Edilizia sanitaria, Pasquale Gidaro, fanno presente che, per i suddetti interventi, il 20 novembre 2017 erano state sottoscritte, tra l’Asp di Reggio Calabria e la Regione Calabria, le convenzioni regolanti i finanziamenti concessi.

Considerati i ritardi accumulati, e tenuto conto delle difficoltà in cui versano gli uffici tecnici delle Aziende del Servizio sanitario regionale (Ssr), al fine di sbloccare le procedure e di ridurre i tempi di realizzazione degli interventi in oggetto, ritenuti fondamentali per soddisfare i bisogni di salute sul territorio, il 16 aprile 2020, il commissario ad acta per il Piano di rientro e Invitalia spa hanno sottoscritto la Convenzione quadro prevista dal D.l. 30 aprile 2019, n. 35, per consentire alle Aziende del Ssr di avvalersi di Invitalia quale centrale di committenza.

Questo ha consentito di dare un forte impulso alla ripresa delle attività finalizzate alla realizzazione degli interventi, che fino a oggi avevano prodotto soltanto la verifica di vulnerabilità sismica per la casa della salute di Siderno. L’avvio delle procedure, e la successiva realizzazione degli interventi, rappresentano un passo fondamentale nel percorso di potenziamento della rete territoriale regionale, per rendere veramente efficace la risposta del sistema sanitario, nell’attuale contesto di emergenza Covid e, successivamente, in chiave strutturale.

«È un giorno molto importante per la sanità calabrese, in particolare – ha dichiarato il presidente f.f. Nino Spirlì – per la provincia di Reggio Calabria e per due realtà importanti come Siderno e Scilla. Il potenziamento dei servizi sul territorio è un crocevia fondamentale per la tutela della salute dei cittadini. Questo primo, grande traguardo era atteso da anni. Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per renderlo concreto». (rcz)

Invitalia ha nominato Marco Bucci responsabile di procedimento per le Case della Salute di Scilla e Siderno

Importante incarico per Marco Bucci, che è stato nominato da Invitalia responsabile del procedimento degli interventi di riconversione funzionale degli ex ospedali di Scilla e Siderno, da destinare a Casa della salute.

L’ing. Bucci, dunque, sarà responsabile unico per le procedure di affidamento di servizi tecnici di indagini, redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali, progettazione definitiva ed esecutiva, direzione dei lavori e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione.

Lo scorso 17 giugno l’Asp di Reggio Calabria aveva trasmesso gli atti di attivazione, le dichiarazioni di impegno e gli elaborati tecnici di cui constano i documenti di indirizzo alla progettazione già validati ai fini dell’attivazione di Invitalia per per l’indizione e cura delle relative procedure.

Invitalia, nella persona del responsabile della Funzione investimenti pubblici, Giovanni Portaluri, ha, quindi, comunicato la decisione al vertice dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e al commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, il quale ha poi informato il dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria.

«L’accettazione dell’atto di attivazione e la nomina del Rup – ha dichiarato il presidente della Regione, Nino Spirlì – segna una tappa decisiva verso la tanto attesa conversione in Case della salute degli ex ospedali di Scilla e Siderno. Grazie a questo passaggio formale, si entra finalmente nella fase operativa per la definitiva rigenerazione di due presidi sanitari fondamentali per la provincia reggina. Dopo anni e anni di chiacchiere e di false promesse da parte di certa politica, sono particolarmente felice di annunciare che le due Case della salute, stavolta, si realizzeranno davvero». (rcz)

Case della Salute: per la rete regionale non c’è più tempo da perdere

Comunità Competente, l’associazione per i problemi della Sanità guidata da Rubens Curia e Francesco Costantino, lancia l’allarme per la rete regionale delle Case della Salute (sei previste) per le quali le convenzioni andavano chiuse entro il 31 dicembre scorso (termine prorogato dal Commissario ad Acta Guido Longo) che rischiano ulteriori ritardi nel completamento degli interventi.

La presa d’atto dell’impossibilità di rispettare il termine temporale del 31/12/2020 per la conclusione dei progetti ha indotto la Giunta Regionale, in seguito al parere favorevole espresso dal Gruppo di Coesione del PAC 2007/2013, ad emanare il DGR n. 216 del 28/07/2020 con il quale il termine di conclusione degli interventi del Programma PAC 2007/2013 è stato ulteriormente differito al 31/12/2021.

Va ora tenuto in conto che un ulteriore differimento dei termini di validità temporale delle Convenzioni oltre il nuovo termine del 31/12/2021 non è automatico e che il mancato completamento degli interventi in corso potrebbe comportare ipotesi di danno erariale per mancato raggiungimento dell’obiettivo fissato dal PAC 2007/2013 oltreché la perdita definitiva del finanziamento.

Tenuto conto che risulta inverosimile che si pervenga alla conclusione dell’intero Progetto Case della Salute entro il nuovo termine del 31/12/2021, il rischio reale e concreto è che il mancato raggiungimento dell’obiettivo fissato dal PAC 2007/2013 comporti la perdita definitiva totale e/o parziale del finanziamento in ragione dell’effettivo stato di avanzamento dei vari interventi.

«È rischiosissimo – si legge in una nota di Comunità Competente – pensare che un Programma di interventi finanziato con Fondi Europei del PAC 2007/2013 possa essere prorogato all’infinito grazie alla inerzia della maggior parte delle Aziende Sanitarie che hanno impiegato oltre 9 anni dal finanziamento, che era di 67.460.401,00 milioni di euro, senza concludere un solo intervento tra quelli programmati!

Dunque diventa fondamentale mettere in campo ogni azione necessaria per definire, ove ciò non sia ancora avvenuto, le progettazioni fino al livello utile per indire le gare di appalto e avviare con tempestività le procedute d’appalto e l’apertura dei cantieri. (Fasi 2 e 3 dell’art. 7 delle varie Convenzioni)

Per quanto risulta dal DCA n. 77/2020 con il quale è stato approvato lo Schema di Convenzione quadro tra il Commissario ed Invitalia S.p.A. i vari interventi risultavano definiti per come di seguito specificato:

1.     Casa della Salute di Cariati

  • Importo del finanziamento € 9.172603,54
  • Livello di progettazione disponibile Progettazione Preliminare
  • U.P.
  • Avanzamento Non noto

 

2.     Casa della Salute di San Marco Argentano

  • Importo del finanziamento € 8.149.648,89
  • Livello di progettazione disponibile Progettazione Preliminare
  • U.P.
  • Avanzamento Non noto

 

3.     Casa della Salute di Mesoraca

  • Importo del finanziamento € 5.500.000,00
  • Livello di progettazione disponibile Progetto di Fattibilità
  • U.P.
  • Avanzamento Aggiudicata Progettazione definitiva-esecutiva

 

4.     Casa della Salute di Chiaravalle

  • Importo del finanziamento € 8.100.000,00
  • Livello di progettazione disponibile Progetto Esecutivo
  • U.P.
  • Avanzamento In fase di aggiudicazione dei lavori

 

5.     Casa della Salute di Siderno

  • Importo del finanziamento € 9.760.000,00
  • Livello di progettazione disponibile Progetto Preliminare
  • U.P.
  • Avanzamento Effettuata verifica di vulnerabilità sismica

 

6.     Casa della Salute di Scilla

  • Importo del finanziamento € 8.270.000,00
  • Livello di progettazione disponibile Progetto di Fattibilità
  • U.P.
  • Avanzamento Ancora non avviata verifica di vulnerabilità. sismica

Comunità competente ha chiesto ai Commissari Straordinari delle quattro Aziende Sanitarie Provinciali interessate che i cittadini conoscano l’aggiornamento ad oggi del quadro dei singoli interventi, le azioni che, insieme ad Invitalia hanno avviato per l’apertura dei cantieri alfine di impedire che i Fondi vadano persi.

Comunità Competente ha dichiarato che sarà al fianco di quelle Amministrazioni Comunali, Associazioni e Comitati che si battono da anni perché la Casa della Salute sia una strategica Struttura Sanitaria Territoriale di Prevenzione, Cura, Integrazione Socio-Sanitaria e Medicina di Prossimità. (rrm)