Istituto Neurogenetico di Lamezia senza fondi
La Santelli: Chiusura politicamente criminale

di SANTO STRATI – Mostra da subito di avere gli attributi, la Presidente Jole Santelli, ancora non insediata, ma attenta a quello che succede in regione: contro il rischio di stop per quel centro di eccellenza di Lamezia che è l’Istituto di Neurogenetica diretto dalla scienziata Amalia Cecilia Bruni, ha tuonato convinta: «È politicamente criminale distruggere le eccellenze nel campo sanitario. Lo è ancor di più in Calabria». E giù una dichiarazione al veleno contro l’assurda situazione in cui improvvisamente è venuto a trovarsi il Centro regionale di Neurogenetica. Senza più fondi, destinato a scomparire, con il complice silenzio del commissario regionale della sanità e degli altri responsabili calabresi dell’Asp.

Corriere della Sera

Un centro d’eccellenza, la cui direttrice – per intenderci – è una delle scienziate che ha scoperto uno dei geni dell’Alzheimer, una straordinaria donna che ha fatto il giusto clamore perché qualcuno l’ascoltasse. E probabilmente anche i media, questa volta, hanno mostrato che a qualcosa servono. È stata anche utile la mezza pagina dedicata oggi dal Corriere della Sera, a firma dell’inviato Carlo Macrì, a suscitare indignazione e spingere i cittadini a costituire un comitato spontaneo per salvare questo Centro che le altre regioni ci invidiano e pagherebbero per averlo. Invece, come per tutte le tradizionali assurdità calabresi, sono prima stati dimezzati i fondi (500mila euro l’anno stanziati per legge da un fondo regionale) e poi sono partite le prime lettere di licenziamento per medici, infermieri, psicologi che fanno capo all’Associazione per la Ricerca Neurogenetica. Niente fondi, niente stipendi: si lascia così morire un centro d’eccellenza che ha mostrato in tutti questi anni una straordinaria vitalità ed è servito a curare e trovare soluzioni cliniche per oltre 12mila pazienti.

Il meglio che possa capitare è che diventi un anonimo ambulatorio dell’Azienda sanitaria locale: niente più ricerca, niente studio e sperimentazione di farmaci innovativi che possono costituire una efficace soluzioni per le malattie neurovegetative. Farmaci che, secondo la dottoressa Bruni, avrebbero bisogno di altri tre anni per essere prodotti direttamente in questo centro e destinati alla ricerca in tutto il mondo. Dalla Calabria, capite?

Il Centro di Neurogenetica di Lamezia

Possibile che siamo circondati da gente distratta e incapace di cogliere il senso e il significato di certe realtà scientifiche? Le quali danno lustro a questa terra e, soprattutto, mostrano al mondo quanta competenza, quanta capacità ci sia anche in una terra dimenticata da Dio e dagli uomini. Una terra fertile, ricchissima di risorse umane dove i governanti fanno di tutto per far andare via i giovani e le personalità capaci, negando qualsiasi incentivo e rifiutando la ricerca di soluzioni efficaci. La stessa Amalia Bruni, sconfortata, ha minacciato di abbandonare anche lei il Centro, se dovesse diventare un semplice ambulatorio.

I personale specializzato, senza stipendio, ha abbandonato il laboratorio, soprattutto per mancanza di prospettive. E sono infuriati i familiari dei pazienti che fino a ieri hanno potuto contare su una struttura di altissimo livello per la ricerca genetica, la base per individuare terapie e farmaci sperimentali. «Sono sicura – ha detto la presidente Santelli – che in un’altra regione questo centro sarebbe considerato una preziosa risorsa, soprattutto perché attivo nella diagnosi e cura delle demenze e con un importante laboratorio di genetica molecolare. E invece il centro di Lamezia è a rischio chiusura e già sono partite le prime lettere di licenziamento. Non possiamo permetterci di mettere a rischio la ricerca scientifica, settore che deve diventare strategico per la nostra regione, e poi la cura dei pazienti, il benessere dei cittadini. Valorizzare le eccellenze è prioritario in una terra di emergenza sanitaria continua».

Secondo la deputata dem Enza Bruno Bossio «Il centro di Lamezia non è solo punto di riferimento per un’intera regione, ma l’eccellenza di un Sud le cui competenze, anche quelle eccelse, sono spesso ostacolate nello svolgere attività scientifiche e di ricerca uniche e straordinarie. La dottoressa Amalia Bruni e la sua équipe hanno compiuto in questi anni un lavoro straordinario di ricerca sulle malattie neurodegenerative che si sono affermate per i risultati conseguiti, in particolare nel contrasto all’Alzheimer, a livello internazionale. Non si può rimanere indifferenti alla notizia della chiusura di una struttura così importante come quella di Lamezia Terme. Quanto sia importante la ricerca, soprattutto in campo sanitario, ce lo ha ricordato, ove mai ce ne fosse bisogno, lo straordinario risultato conseguito sempre da ricercatrici italiane e meridionali per l’isolamento del virus Coronavirus. È indispensabile, dunque, dare un contributo fattivo e quotidiano al vero motore di questo Paese: la ricerca, sostenendola ovunque con tutti i mezzi a disposizione».

La dottoressa Bruni, 65 anni, ha lanciato l’allarme già da diversi giorni: quattro biologhe se ne sono andate, dieci tra infermieri, informatici, assistenti e psicologi hanno trovato le lettere di licenziamento. «Tutto ciò accade – denuncia la scienziata – tra l’indifferenza della politica regionale, dei commissari prefettizi che guidano l’Azienda sanitaria di Lamezia (commissariata per mafia) e del generale Saverio Cotticelli, commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro della sanità in Calabria. C’è il rischio che il Centro di Neurogenetica diventi un ambulatorio sanitario, perché la spoliazione in atto porterà a questo». La sua denuncia, diffusa attraverso i media è giunta persino al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con una lettera della scienziata che ricorda che il Centro ha avuto come sponsor il premio Nobel Rita Levi Montalcini.

Il suo grido d’allarme, come si può dedurre dalle dichiarazioni di Jole Santelli, non rimarrà inascoltato. Una reazione sincera e spontanea che potrebbe indicare il senso della consiliatura che ci aspetta: intanto, grazie Presidente. (s)