Enzo Scalese (Cgil Area Vasta): 4 mila occupati in meno solo a Vibo, si apra riflessione su scala regionale

Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, ha dichiarato che, «i dati che emergono dal Documento di programmazione comunale di Vibo Valentia, che descrive nel dettaglio come dal settore dell’industria a quello dei servizi, si registra un drammatico calo di posti di lavoro fino alla perdita di 4.797 occupati, dovrebbe aprire una riflessione su più vasta scala regionale».

«Diventa, quindi – ha detto Scalese – ancora più urgente ragionale del blocco dei licenziamenti, tenendo conto anche del fatto che, probabilmente, lo stato di emergenza sarà prolungato sino al 31 luglio. Il settore del Lavoro è quello che ha pagato il prezzo più alto della pandemia che ha aggravato le diseguaglianze».

«E – ha aggiunto – man mano che si perdono posti di lavoro aumenta il livello di povertà, che in un circolo vizioso aumenta la rinuncia del diritto alla cura a causa della mancanza di risorse, rendendo ancora più fragile un tessuto sociale già compromesso. Fino a quando ci sarà una crisi sociale e sanitaria di questa portata, tutti i lavoratori vanno tutelati in maniera eccezionale, anche con l’impegno straordinari dei datori di lavoro e degli imprenditori che dovrebbero preoccuparsi prima di tutto di avviare in maniera seria e produttiva la campagna di vaccinazione nelle aziende. E non solo: serve maggiore sicurezza sui posti di lavoro. La drammatica vicenda di Luana, la 22enne di Prato uccisa dall’orditoio dove stava lavorando, e di tutti quei lavoratori e lavoratrici che in particolare sui nostri territori hanno perso la vita, non può scemare l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di una normativa ancora più incisiva in materia di prevenzione».

«Bisogna evitare – ha concluso – che cali la pressione assieme alla inevitabile tensione emotiva del momento. Anche per questo la Cgil Area Vasta di Catanzaro-Crotone-Vibo – in occasione dei 50 anni dello Statuto dei Lavoratori – sta organizzando una mobilitazione unitaria del 20 maggio per la sicurezza sui luoghi di Lavoro. Perché, come dice bene il nostro segretario Maurizio Landini: è arrivato il momento di un nuovo Statuto dei lavoratori sulla salute e sicurezza». (rcz)

Cgil Area Vasta Cz, Kr, Vv chiede incontro con datori di lavoro, Associazioni e Asp per vaccini in azienda

Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Cz, Kr, Vv, ha dichiarato che, in merito al piano vaccinale nelle aziende, serve avviare un confronto con datori di lavoro, associazioni di categoria e Asp.

«Ritardi e disorganizzazione – ha dichiarato Scalese – nella somministrazione dei vaccini, assenza di trasparenza su categorie e beneficiari, mancanza di uniformità nei criteri adottati nella distribuzione delle dosi sui territori, piattaforme on line per la prenotazione “zoppicante”: sono alcune delle criticità che si registrano nella campagna di vaccinazione che vede la Calabria, in base ai dati forniti dal Governo, ultima, per dosi somministrate».

«Quanto accaduto a Vibo Valentia nei giorni scorsi – ha aggiunto – la dice sulla sullo stato di confusione che regna sovrano: centinaia di anziani assembrati senza ordine né criterio, nella Calabria in lockdown da Covid, e la folla schierata di fronte alle porte del Palasport fin dalle prime ore del mattino, pronta a sgomitare per la somministrazione, perché l’Asp di somministrare le fiale a qualunque over 60 si presentasse, senza necessità di prenotazione. Alla base di questi disagi vergognosi la mancanza di una visione d’insieme, l’adozione di atti aziendali delle Asp che non sono stati ‘partoriti’ dal confronto con le organizzazioni dei lavoratori. Se questi sono i presupposti sarà davvero difficile ricostruire la disastrata offerta sanitaria ospedaliera e la medicina del territorio».

«Il nostro dovere – ha aggiunto – resta essere costruttivi e propositivi, recuperando il gap che ci relega in fondo alla classifica puntando, ad esempio sull’attuazione del Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid nei luoghi di lavoro. L’iniziativa è rivolta ai lavoratori, a prescindere dalla tipologia contrattuale con cui prestano attività nell’azienda, e ai datori di lavoro. Con il supporto o il coordinamento delle Associazioni di categoria di riferimento, i datori di lavoro possono manifestare la disponibilità ad attuare piani aziendali per la predisposizione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid nei luoghi di lavoro destinati alla somministrazione in favore delle lavoratrici e dei lavoratori che ne abbiano fatto volontariamente richiesta. Sarebbe il caso di avviare al più presto il confronto su questo, anche coinvolgendo le Asp che, nel frattempo, dovrebbero già aver messo in campo tutte le misure necessarie a verificare la persistenza di disfunzioni nel funzionamento del piano vaccinale per superare, celermente».

«Senza le vaccinazioni non ne usciamo – ha proseguito Scalese – le saracinesche dei negozi non terneranno ad alzarsi, le piccole e medie imprese non si rimetteranno in modo, la speranza di guardare ad un possibile ritorno alla normale quotidianità rimarrà fuori dalla porta. Ci sembra che la portata della pandemia, e dell’importanza degli interventi di contrasto e contenimento della diffusione del virus, continui ad essere sottovalutata. Che fine hanno fatto i Covid hotel? A che punto è la riqualificazione dell’ex Villa Bianca a Catanzaro in centro Covid? I primi 40 posti avrebbero dovuto essere pronti a febbraio, secondo quanto dichiarato dal presidente f.f., Nino Spirlì nel corso dell’ennesima passerella».

«Invece – ha detto ancora – la Regione ha preferito tergiversare sull’avvio al Policlinico di Germaneto di un Centro di Emergenza e Cura Covid 19, con l’istituzione di un Pronto Soccorso dedicato. Il Padiglione C resta chiuso e inutilizzato, mentre avrebbe potuto essere prontamente allestito per diventare centro covid. Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” e Azienda “Pugliese-Ciaccio” devono essere messe in condizione di integrare le loro funzioni, per l’interesse esclusivo della popolazione non soltanto provinciale ma della intera regione».

«Invece  – ha concluso – abbiamo assistito pochi giorni fa alla nuova bocciatura della legge regionale sull’integrazione da parte della Corte Costituzionale. Le parole d’ordine devono essere ‘concertazione, concretezza, azione’: non c’è più tempo per le chiacchiere da bar, anche perché il caffè è possibile prenderlo solo da asporto». (rcz)