Gestione rifiuti, Metrocity RC e sindaci della Locride a confronto su strategia per il Piano d’Ambito

A Siderno, la Città Metropolitana di Reggio Calabria si è confrontata con i sindaci della Locride sulla strategia del Piano d’Ambito Rifiuti Ato Città Metropolitana, in una riunione convocata dalla presidente Caterina Belcastro e a cui hanno preso parte il Sindaco f.f. della Città metropolitana, Carmelo Versace, il consigliere metropolitano delegato al Ciclo integrato dei rifiuti, Salvatore Fuda e il Sindaco di Siderno, Maria Teresa Fragomeni.

L’incontro, che è stato ospitato nell’aula consiliare del Comune di Siderno, ha concluso il ciclo di appuntamenti programmati sul territorio dall’Ente di Palazzo “Alvaro” con l’obiettivo di approfondire la proposta definitiva del Piano d’ambito per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti.

Lo spirito generale che anima l’azione dell’Ente, ha evidenziato Fuda, «è quello della condivisione di scelte e proposte con gli amministratori e con i cittadini. È un metodo di lavoro ben preciso che ci siamo dati e in cui crediamo fermamente. In questi due anni ci siamo mossi in questa direzione anche sul fronte della partecipazione attiva alle scelte come nel caso dell’impianto di destinazione finale della Locride. Abbiamo escluso delle aree, come Siderno e Casignana che hanno già avuto impianti, per individuare, attraverso un sistema tecnico affidato ai nostri esperti, le porzioni di territorio che è possibile destinare a tale servizio».

«Tutto ciò, è bene ricordarlo – ha proseguito – avviene nel contesto di cambio radicale di governance, in virtù della nuova legge regionale che ha tolto competenze alla Città metropolitana e alle altre Ato mediante il modello dell’Ato unica. Naturalmente noi fino all’ultimo minuto continueremo a lavorare lungo il nostro percorso, come dimostra del resto la pubblicazione del bando per la gestione degli impianti di Gioia Tauro e Siderno».

«Sulla nuova governance regionale – ha infine sottolineato il consigliere metropolitano – abbiamo chiesto al presidente Occhiuto di considerare la particolarità della Città Metropolitana e dunque la possibilità di poter gestire in maniera autonoma il ciclo integrato dei rifiuti, sempre naturalmente nel quadro del coordinamento regionale».

Nel trarre le conclusioni del dibattito il Sindaco f.f. Versace ha poi rimarcato la centralità della fase d’ascolto «che la Città metropolitana sta attuando nei confronti delle comunità locali. Non possiamo tuttavia ignorare – ha poi aggiunto l’inquilino di Palazzo “Alvaro” – che il contesto generale per questo delicato e fondamentale settore, sia caratterizzato da poca chiarezza in questo momento. Non sappiamo ancora cosa accadrà non solo per il Piano d’ambito dei rifiuti, ma anche per l’idrico e quindi lo sforzo è quello di delineare una strategia comune che non ci metta nelle condizioni di inseguire una nuova emergenza estiva. E poi bisognerà capire, anche in sede di Consiglio metropolitano, cosa fare dell’Ups rifiuti della Città metropolitana alla luce della nuova multi-utility regionale».

«Vogliamo collaborare costruttivamente con il presidente Occhiuto – ha evidenziato Versace – al quale abbiamo anche consegnato dei nostri contributi insieme alla richiesta di incontri con il coinvolgimento della conferenza dei sindaci metropolitani, sempre procedendo nel solco della nostra linea amministrativa».

«Peraltro, mi preme ribadire, – ha concluso Versace – che noi non abbiamo mai detto di essere totalmente contrari alla multi-utility, semmai abbiamo rimarcato la necessità di tenere in debito conto l’ordinamento giuridico della Città metropolitana che è diverso rispetto agli altri territori sulla base di quanto prevede una legge dello Stato, la Delrio, che purtroppo solo a queste latitudini non si riesce ancora a recepire in modo compiuto». (rrc)

Ciclo rifiuti, Regione, Città Metropolitana e Arpacal a confronto sul nuovo impianto di Melicuccà

Domani, in Cittadella regionale, è in programma un importante tavolo tecnico sullo stato dell’arte nuovo impianto di smaltimento degli scarti di lavorazione dei rifiuti che sorgerà a Melicuccà tra la Regione, la Città Metropolitana di Reggio Calabria e l’Arpacal.

Nel corso della riunione, a cui prenderà parte il consigliere delegato Salvatore Fuda, verrà ripercorso l’intero iter riguardante la nuova infrastruttura con particolare attenzione alla questione relativa alla compatibilità dell’entrata in esercizio dell’impianto con la presenza della sorgente Vina.

In questa direzione la Città metropolitana, evidenzia il consigliere Fuda, «ha sempre mantenuto una linea operativa improntata alla massima coerenza, chiarendo da subito che l’integrità dell’approvvigionamento idrico nelle zone interessate dall’opera, debba essere prioritaria e assolutamente centrale rispetto all’attivazione dell’impianto stesso». In questo contesto, prosegue il consigliere metropolitano, «riteniamo che sia necessario andare oltre l’analisi condotta dal Cnr poiché gli esiti di tale lavoro non hanno risposto in modo soddisfacente a quello che è il vero interrogativo da cui dipende l’intera vicenda, ovvero se la falda che alimenta la sorgente Vina possa subire degli eventuali effetti nocivi dall’entrata in esercizio dell’impianto che si trova ad una distanza di oltre 3 chilometri da essa».

A questo quesito il Cnr non ha risposto in modo esaustivo, rimarca il rappresentante di Palazzo “Corrado Alvaro”, «limitandosi ad effettuare un’analisi del sottosuolo, tra l’altro solo in prossimità della vasca realizzata, concludendo con una ovvietà: siccome la falda è alimentata dalle precipitazioni che interessano il bacino di riferimento, anche le precipitazioni che cadono sulle aree dell’impianto, che parzialmente ricade nel bacino della sorgente Vina, potrebbero arrivare, in condizioni estreme, a contribuire all’alimentazione della stessa».

«Una valutazione, questa, secondo i tecnici che seguono la vicenda – ha aggiunto – abbastanza scontata e di cui tra l’altro avevamo già da tempo piena contezza ma che non affronta il vero tema e cioè la compatibilità dell’entrata in esercizio dell’impianto con la sorgente Vina che sta, come detto, a oltre tre chilometri di distanza. C’è anche da tenere in considerazione che nella stessa area è già presente una vecchia discarica che finora non ha avuto nessun impatto sulla sorgente. Sulla vecchia discarica chiederemo il potenziamento del monitoraggio e speriamo che presto possa essere ripreso il percorso di bonifica, quello sì urgentissimo, rallentato dalle note ultime vicende di giustizia amministrativa».

Dunque, sottolinea il consigliere Fuda, «la nuova infrastruttura, che peraltro è un impianto di destinazione finale degli scarti di lavorazione per nulla assimilabile ad una discarica di vecchia concezione in quanto rispondente ai più moderni standard tecnologici e alle normative vigenti in materia, non rappresenta e non deve essere vissuta dalle comunità del territorio come una minaccia ambientale. La Città metropolitana in primis, insieme agli altri attori istituzionali, ha sempre sostenuto che l’attivazione dell’impianto avverrà nel rispetto di tutte le norme previste per la tutela della sorgente Vina e quindi della salute pubblica».

È assurdo pensare, sottolinea Fuda, «che le Istituzioni operino con l’intento di procurare danni all’ambiente. Spesso, su questa vicenda, capita di ascoltare opinioni che si fondano sulla disinformazione e prive di qualsivoglia addentellato ai principi tecnico-scientifici e alle norme che regolano la materia».

«Pertanto la Regione ha avviato un percorso, di concerto con gli altri enti che sono preposti alla gestione di questa vicenda, coinvolgendo l’Arpacal e l’Autorità idrica della Calabria – ha proseguito Fuda – come soggetti pubblici deputati a prendere parte a quello che è il processo di definizione della cosiddetta area di salvaguardia della sorgente Vina entro la quale alcune attività certamente non si potranno svolgere».

«Al Cnr – ha concluso – si era chiesto appunto un’attività tecnica che fornisse dati utili proprio alla definizione dell’area di salvaguardia, ma nel documento finale questa restituzione manca. Per questo gli organi tecnici hanno chiesto già da tempo che il lavoro venga adeguatamente integrato. In ogni caso, solo definendo la questione dell’area di salvaguardia della sorgente, saremo in grado di dire se è possibile attivare o meno il nuovo impianto, sempre nel pieno rispetto delle norme poste a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini». (rrc)