EMERGENZA DA DISSESTO IDROGEOLOGICO
INTERVENIRE SUBITO CON LA PREVENZIONE

I violenti nubifragi che hanno colpito la Calabria in questi giorni ripropongono l’annosa questione della prevenzione di un territorio caratterizzato da un profondo dissesto idrogeologico. Il maltempo e i violenti cambiamenti climatici che stanno caratterizzando, in maniera impazzita, il nostro Paese e, in particolare, la Calabria devono indurre a ripensare in maniera efficace e adeguata una nuova strategia di prevenzione.

Secondo la Coldiretti Calabria sarebbe opportuno dichiarare lo stato di emergenza e avviare le procedure per la calamità.

Il presidente di Coldiretti Catanzaro – Crotone – Vibo (le zone maggiormente colpite dal violentissimo nubifragio che si è abbattuto in queste ultime ore nella regione`) Fabio Borrello sostiene che le piogge torrenziali «hanno messo a dura prova l’intero tessuto produttivo, infrastrutture, abitazioni e la sicurezza delle persone. È il risultato dei cambiamenti climatici e dell’enorme energia termica accumulata nell’atmosfera in un anno in cui la temperatura è stata finora superiore alla media degli ultimi anni. Si ripropone ancora una volta la drammaticità e il pericolo sempre incombente del dissesto idrogeologico che deve essere affrontato per mitigarne gli effetti investendo in modo efficace, abbandonando tentativi, che hanno prodotto una stratificazione di competenze e non una semplificazione, poiché ormai è risaputo che intervenire a cose fatte costa 10 volte in più. Certamente la prima priorità è quella di mettere in sicurezza le persone e salvaguardare le vite umane». 

Dopo una prima ricognizione nelle aziende agricole – riferisce Borrello – «abbiamo potuto già verificare che hanno subito pesanti conseguenze. Nei prossimi giorni, con i dirigenti della Coldiretti dei Comuni interessati e in collaborazione con i comuni, contribuiremo in modo fattivo a fare una stima aggiornata dei danni subiti direttamente alle produzioni agricole, alle infrastrutture a servizio dell’agricoltura e alle strutture agricole.

Sosteniamo – aggiunge Borrello – la richiesta del sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita di richiedere lo stato di emergenza e quindi avviare la dichiarazione dello stato di calamità. Uscire dalla logica dell’emergenza passando alla programmazione degli interventi non è più rinviabile nell’interesse complessivo della Calabria, delle attività economiche e soprattutto della sicurezza dei cittadini». 

A Catanzaro la grandine e la pioggia caduta con estrema violenza ha provocato danni e forti disagi sia nella zona di Santa Maria di Sala che nel quartiere marinaro. A Catanzaro Lido numerosi gli allagamenti e le strade diventate impercorribili a causa dell’acqua che non è defluita nei tombini, evidentemente ostruiti.

Anche in provincia si fa la conta dei danni.

Il maltempo ha colpito tutta la fascia all’alto Jonio provocando serie difficoltà alla popolazione a Crotone e nelle aree della provincia. 

Provvidenziale l’opera delle forze dell’ordine, di pompieri, polizia carabinieri e soprattutto di volontari: non bisogna aspettare di contare vittime per attivare interventi di prevenzione. 

L’unica strada percorribile è quella della prevenzione: a Reggio, per esempio, le fiumare sono ostruite da canneti spontaneamente sorti e mai tagliati e da rifiuti di grandi dimensioni che impediscono il regolare deflusso a mare dell’acqua piovana. Non aspettiamo il disastro annunciato: si intervenga subito! (rcz)

L’assessore Serafino (Longobucco): Mancano operatori forestali per manutenzione contro dissesto

L’assessore con delega Protezione Civile di Longobucco, Serafino Greco, ha evidenziato come «alcuni fenomeni di dissesto idrogeologico si possono evitare con la dovuta manutenzione, sempre meno a causa dell’assenza e carenza di operatori forestali sul nostro territorio».

«Si ricorda – si legge in una nota – che con il blocco delle assunzioni, causa legge 442, non ci sono turnover di forza lavoro. Il personale si potrebbe inserire anche mediante progetti mirati sulla manutenzione del territorio, inserendo i  precari della legge 15, i Corsisti e i TIS, sempre operativi nonostante lo stato di precariato che li interessa».
La fiducia è piena nel Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che saprà trovare la giusta risoluzione nel contenimento di tali eventi disastrosi.

Serafino, infatti, ha riferito di essere «in piena fase 2, ovvero o, di concerto al sindaco Pirillo e al responsabile dell’ufficio tecnico, ing. Pino Felicetti, stiamo contando la stima dei danni causati dal maltempo nel comune di Longobucco, durante l’evento calamitoso scatenatisi tra il 29 e 30 novembre sul nostro intero territorio comunale e, in modo più grave, nelle frazioni a valle del centro urbano Destro, Ortiano e Manco».

Una relazione dei danni minuziosa e dettagliata, un lavoro che terminerà nei giorni avvenire, in quanto sono attualmente in atto continui sopralluoghi tecnici sulle zone interessate.

«Occorre avere un quadro completo dei danni arrecati a causa degli smottamenti da inviare agli enti sub comunali e richiedere un tavolo tecnico che possa sostenere, con forme di finanziamenti ad hoc, il ripristino e la messa in sicurezza delle zone colpite», ha specificato Greco.

«Su quanto accaduto – ha continuato l’assessore Greco – è doveroso ringraziare la macchina tecnica amministrativa, sin da subito operosa nell’attivare la procedura prevista dal protocollo in caso di emergenza e calamità naturali. Un grazie anche ai tanti volontari che si sono prodigati nel dare una mano, al Resp. dell’ufficio tecnico l’ing. Pino Felicetti e ai dipendenti in forza nel nostro ente comunale».
Si citano nei ringraziamenti anche le Forze dell’Ordine, l’Anas, l’ente provinciale e la presidente Rosaria Succurro che, con celerità, ha attivato ogni intervento utile alla risoluzione della situazione lungo la viabilità di loro competenza, è la Protezione Civile Regionale rappresentata nella nostra provincia dal dott. Antonio Fioriglio(rcs)

CALABRIA IN CONTINUA ALLERTA METEO
NO IMPROVVISAZIONI, SERVONO PROGETTI

La Calabria è stanca di doversi “leccare le ferite” e a fare la conta dei danni a ogni allerta meteo. Non è certo cosa nuova che la nostra regione, sopratutto in questo periodo, sia soggetta a grandi piogge ma, ogni volta, è sempre la stessa musica: gravissimi danni provocati dalla scarsa o inesistente manutenzione. Per questo, si rende necessario un cambio di registro, che è stato chiesto da Davide Tavernise, capogruppo in Consiglio regionale e l’eurodeputata Laura Ferrara del Movimento 5 Stelle al presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

Ad essere colpita dal maltempo, questa volta, in maniera importante è l’area dell’alto tirreno, dove la pioggia e le mareggiate hanno provocato il cedimento di una parte del costone che sostiene la linea ferroviaria. Sull’accaduto, è intervenuto anche Carlo Tansi, che ha sottolineando come «non è stata prevista alcuna opera di protezione dal moto ondoso del muro pericolante durante i lavori in corso di consolidamento».

«Quanto era stato realizzato, con tutti i soldi spesi, è stato buttato letteralmente a mare. Tutto questo rappresenterà l’ennesimo spreco di danaro pubblico. Spero che di questo caso si occupi qualche procura!» ha proseguito Tansi, spiegando che los corso 7 settembre si era recato in quella zona per denunciare la grave situazione di dissesto idrogeologico.

«Purtroppo – ha detto – le mie sono state le ennesima urla nel deserto. Un deserto di istituzioni sorde e irresponsabili a cui nulla interessa il futuro della nostra Terra. In Calabria purtroppo ogni volta che piove si assiste al solito scempio con frane e alluvioni che distruggono quello che è rimasto della nostra bellissima regione. Eppure sono stati spesi miliardi di euro per consolidare il territorio. Spero tanto in un cambiamento, anche se continua a non cambiare nulla!».

«Proprio nell’Alto Tirreno cosentino, come più volte denunciato dal Movimento 5 stelle – hanno dichiarato all’Agi – vi sono opere finanziate da oltre dieci anni ma non ancora realizzate, per quanto concerne la messa in sicurezza delle aree ad elevato rischio idrogeologico. La situazione non cambia sull’altro versante della costa, dove negli anni abbiamo assistito a disastri annunciati e causati da interventi mai realizzati per la mitigazione del rischio idrogeologico, seppur necessari».

I due esponenti del Movimento 5 Stelle, infatti, hanno ricordato che «è di pochi giorni fa la notizia di ulteriori fondi, 61 milioni, per la realizzazione, fra le altre cose, di interventi di tutela dal rischio idrogeologico, messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti e messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici».

«Queste opere – hanno proseguito – volte a garantire la tutela delle nostre città, sono state finanziate su proposta del Movimento 5 Stelle, prima nel Decreto Agosto e poi nella Legge di Bilancio 2021, durante il Governo di Giuseppe Conte, adesso il Ministero dell’Interno ha ripartito le risorse tra i Comuni. Nel triennio 2019-2021, grazie al piano Proteggi Italia varato ancora dal Governo Conte, le risorse destinate alla nostra Regione superavano i 115 milioni di euro. Risorse a disposizione di regioni ed enti locali e da destinare all’emergenza ma anche e soprattutto alla prevenzione ed alla manutenzione, nonché viste le difficoltà degli uffici preposti nel programmare ed attuare le opere nella semplificazione e rafforzamento della governance. Il piano calabrese del 2020, i cui interventi dovevano avvenire a valere su queste risorse, ad inizio novembre di quest’anno, non era stato ancora trasmesso».

«Finché in Calabria – hanno concluso – ci troveremo a fronteggiare emergenze dovute a scarsa o nulla manutenzione dell’esistente non si potrà mai avviare una programmazione strutturale per il prossimo futuro. Da questa urgenza deve avviarsi il nuovo corso nella nostra Regione, senza ulteriori ritardi perché la sicurezza delle persone ed i luoghi sia finalmente cosa concreta anche nei nostri territori». (rrm)

In copertina, foto di Carlo Tansi

INCENDI-ALLUVIONI: LA CALABRIA È STANCA
ARRESTARE IL DISSESTO DEL TERRITORIO

di SEBASTIANO ZAVETTIERI – Assistiamo, ormai, da molto tempo ad un continuo dissesto del territorio dovuto al completo abbandono ed incuria dello stesso, con le conseguenze che tutti conosciamo: bombe d’acqua, alluvioni ecc. ecc. che provocano danni e disastri non giustificabili, vedi ad esempio la tragedia di Raganello dell’Agosto del 2018 e, per ultimo, l’immane disastro di questi giorni dovuto al propagarsi di devastanti incendi boschivi per vastità di dimensione e tuttora attivi.

Anche nel passato ciò è avvenuto, ma l’opera di forestazione preventiva, e cioè la pulitura dell’alveo dei torrenti, la regimentazione delle acque attraverso briglie in cemento, le gabbionate, la realizzazione di viali parafuoco, la pulizia del sottobosco, il presidio a terra con personale competente, tanto per citarne alcune, ne ha consentito un più celere spegnimento, per restare solo negli incendi, contenendo anche i danni.

Non finiremo mai di ringraziare quanti, in tali occasioni, si spendono senza sosta per cercare di limitare i danni. Ma, tali disastri, dovuti non solo ad eventi atmosferici, potrebbero essere evitati o, quantomeno, limitati con un’attenzione diversa sulle problematiche ambientali e sulla manutenzione del territorio

Ci devono fare riflettere, anche, l’attuale, carente utilizzo e mantenimento in vita di un settore, quello della forestazione, che in passato si è rivelato di vitale importanza per la salvaguardia e messa in sicurezza del territorio. Una politica miope e poco coraggiosa, invece, ha lasciato al proprio destino il settore facendo decrescere nel numero gli addetti da circa 10.200 unità stabilizzati nell’anno 2004 per portarlo via, via al proprio esaurimento.

La consistenza delle maestranze determinate in 10.200 nel 2004 nel tempo, si è ridotta a circa 6.500 unità comprendente, peraltro, anche i lavoratori “Why not”, i lavoratori assunti con i fondi a sollievo ecc.ecc. che, praticamente hanno contribuito unitamente a nomine apicali prive di competenza specifica ad eccezione dell’ultima, a rendere inefficiente la specificità del settore.

Basterebbe quindi, riorganizzare il comparto già esistente, del tanto vituperato settore della forestazione che nel passato, fino agli anni ’80, guidato da funzionari del Corpo Forestale dello Stato, oggi Carabinieri Forestali e da funzionari regionali oggi, quasi tutti, in quiescenza, aveva assicurato la salvaguardia, tutela e messa in sicurezza del territorio sempre più esposto ad eventi avversi.

Basterebbe procedere alla riorganizzazione del settore, rivedendo la consistenza del personale con l’assunzione, se necessario, di personale idraulico forestale a tempo determinato nei limiti consentiti e comunque non oltre il tetto di cui alla citata stabilizzazione.

Basterebbe, altresì, poter disporre di personale apicale di specifica competenza e con titolo di studio adeguato (laurea in scienze forestali e/o agraria…) non escluso il ricorso, anche, all’impiego di ispettori forestali, oggi, accorpati all’Arma dei Carabinieri Forestali.

Basterebbe riportare il comparto ad occuparsi quasi, in modo esclusivo alla gestione del territorio con interventi nel campo selvicolturale, idrogeologico ed ambientale.

Basterebbe, anche, che gli attuali addetti allo stato abbandonati a se stessi, senza una specifica utilizzazione, pur se regolarmente retribuiti, venissero riqualificati e correttamente impiegati per interventi selvicolturali, ricostituzione di aree sboscate percorsi dal fuoco, interventi di difesa del suolo e di tutela e valorizzazione ambientale, sistemazioni fluviale, regimazione delle acque, ecc.ecc..

Assieme al miglioramento di una maggiore tutela e difesa del territorio, si creerebbe occupazione in una regione il cui tasso di disoccupazione tocca livelli altissimi.

Non è una questione di soldi. I fondi ci sono: basta attingere ai finanziamenti ordinari europei 2021-2027 destinati alle regioni dell’obiettivo 1, oltre a quelli previsti nel Pnrr e/o Next Generation Eu. Basterebbe saperli spendere e spendere bene. (sz)

[Sebastiano Zavettieri è stato sindaco di Roghudi; già resp.le prov.le Azienda Forestale Regionale Reggio Calabria]

 

Dalla Regione più di 700 mila euro di interventi a Gioiosa Ionica e Gioiosa Marina contro dissesto

Sono 700 mila euro la somma stanziata per interventi contro il dissesto idrogeologico a Gioiosa Ionica e a Marina di Gioiosa. Il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, in qualità di commissario straordinario per la Mitigazione del rischio idrogeologico in Calabria, ha autorizzato il soggetto attuatore, Pasquale Gidaro, alla sottoscrizione del contratto d’appalto dei lavori di sistemazione idraulica lungo il Torrente Gallizzi nei Comuni di Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa.

Il contratto, siglato con l’Impresa di costruzioni ”Edilbotro srl”, prevede interventi finanziati con risorse stanziate dall’Accordo di programma del 25 novembre 2010 e sottoscritto tra il ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare.

Le opere inserite nel progetto prevedono la sistemazione idraulica attraverso la ricostruzione di tratti di muri d’argine in cemento armato, di briglie e di soglie danneggiate nonché la risagomatura e il decespugliamento lungo il torrente.

«Prosegue incessante – ha dichiarato il presidente Spirlì – l’attività dell’ufficio del commissario per la difesa dei nostri territori. Per anni, la Calabria è stata colpevolmente trascurata nell’ambito della mitigazione del rischio. Adesso, invece, stiamo impegnando tante risorse ed energie per metterci al riparo dai disastri ambientali e garantire la sicurezza di cittadini e imprese». (rcz)

Ance Calabria incontra il soggetto attuatore per situazione del dissesto idrogeologico

Inquadrare, complessivamente, la situazione e lo stato dell’arte circa l’attuazione degli interventi, quanto per conoscere ed approfondire le azioni che il Presidente della Regione Calabria, Commissario Straordinario per il dissesto idrogeologico, ha inteso porre in essere per accelerare e riqualificare gli interventi. È su questo che si è incentrato l’incontro tra il presidente di Ance CalabriaGiovan Battista Perciaccante e il Soggetto Attuatore per il Commissario Straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione Calabria, ingegner Pasquale Gidaro. Presente, anche, il presidente di Ance Catanzaro, Luigi Alfieri.

Le risorse destinate al territorio calabrese ammontano ad oltre 534 milioni di euro per 427 interventi, con circa 400 milioni da spendere nell’immediato futuro. L’obiettivo è quello di accelerarne la cantierizzazione, potendo contare su una elevata qualità progettuale in grado di garantire realizzazioni tecnicamente adeguate ed efficienti. Sono queste le cifre e gli intenti prospettati dall’ingegner Gidaro ai rappresentanti di Ance Calabria, unitamente al piano organizzativo e strutturale dell’ufficio regionale del Soggetto Attuatore preposto alla realizzazione delle azioni previste, approvato con Decreto del Commissario n. 131 del 7/5/2021. I primi atti di questa “rivoluzione organizzativa” si sono concretizzati con l’approvazione del modello funzionale della struttura e con la sottoscrizione di una convenzione con Sogesid SpA lo scorso 8 giugno. Azioni finalizzate a strutturare per aree, funzioni ed attività l’ufficio che oggi può contare su appena 6 unità e che, a regime, dovrebbe occuparne più di 40.

Il Presidente di Ance Calabria, Giovan Battista Perciaccante, si è dichiarato molto soddisfatto dei contenuti e dell’esito dell’incontro perché si è finalmente deciso di approcciare in maniera organica tutto ciò che attiene agli interventi sul dissesto idrogeologico, tanto importante quanto delicato non solo per le imprese ma anche e soprattutto per la sicurezza dei cittadini.

«Non si può più pensare di attendere 10 anni, come in alcuni casi è successo anche nel recente passato, per vedere realizzati interventi che per la loro particolarità necessitano di tempi immediati di attuazione. È necessario superare la logica passiva, di interventi che seguono le emergenze, per passare a quella proattiva della prevenzione, con progettazioni e lavori qualitativamente adeguati ed in grado di riparare un territorio morfologicamente debole come quello calabrese».

Anche il presidente di Ance Catanzaro, Luigi Alfieri, ha inteso porre l’accento sugli aspetti concreti di questa impostazione che il Commissario Straordinario ha deciso di avviare per dare attuazione agli interventi del dissesto idrogeologico.

«Se, come illustratoci, anche i tempi procedurali ed amministrativi di attuazione saranno compatibili con l’esigenza di tempestività di imprese e famiglie, allora si potranno davvero nel breve cogliere risultati concreti che potrebbero avere, oltre che sul piano della sicurezza, anche un ritorno particolarmente positivo sull’economia regionale».

«Da parte di tutto il sistema territoriale dell’Ance regionale non mancherà – ha concluso Perciaccante – un positivo contributo di idee e collaborazione nell’interesse non solo delle imprese rappresentate ma anche e soprattutto nell’interesse più generale dei cittadini». (rcz)

Dissesto idrogeologico, autorizzati progetti per messa in sicurezza di 9 Comuni

Sono 9 i Comuni calabresi che saranno beneficiari di interventi per la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico. Nino Spirlì, in qualità di commissario straordinario per la Mitigazione del rischio idrogeologico in Calabria, ha, infatti, autorizzato il soggetto attuatore, Pasquale Gidaro, all’affidamento di numerosi incarichi in merito alla redazione delle progettazioni di nove interventi di messa in sicurezza.

Nello specifico, gli interventi riguarderanno Serrastretta (protezione, messa in sicurezza e consolidamento del centro abitato, importo 94.794 euro); Marano Principato, sistemazione idrogeologica torrente Triglia, (142.501,80); Cicala, lavori di messa in sicurezza della scarpata in frana tra la Sp 159/2, via Nazionale e via Talarico, (45.221,40); Cortale, progettazione e realizzazione di interventi di consolidamento e mitigazione del rischio (156.177); San Pietro di Caridà, messa in sicurezza area a rischio idrogeologico Località Ciaramida (36.519); Civita, interventi di mitigazione rischio frana area a valle dell’abitato del Comune (importo 154.560,37). Altri incarichi riguardano: Catanzaro, interventi di regimazione delle acque meteoriche bacino in destra idraulica del Torrente la Fiumarella in prossimità del quartiere Santa Maria (11.313); Roseto Capo Spulico, somma urgenza per il consolidamenti di un versante in frana e ripristino infrastrutture in località Civita (122.675,87); Melicucco, interventi integrati di ripristino funzionale e ambientale del reticolo idrografico presente nella sub-area programma A10-4 (100.500).

Per alcuni interventi sono stati affidati tanto i servizi afferenti alla progettazione, quanto quelli relativi ai servizi di geologia. Per altri si è proceduto, al momento, all’affidamento dei servizi di geologia necessari al successivo sviluppo della progettazione. Gli interventi sono stati finanziati a valere sul “Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico”. (gsp)

Parentela (M5S): Con 500 milioni contro il dissesto, salvi 200 Comuni calabresi

Il deputato del Movimento 5 StellePaolo Parentela, ha dichiarato che «con un decreto che il Consiglio dei ministri approverà a breve, sarà istituito un fondo di 500 milioni per i Comuni in deficit strutturale e che hanno utilizzato anticipazione di liquidità» salvando, così, «i Comuni italiani a rischio dissesto, tra cui 200 della Calabria».

«Si tratta – ha proseguito il parlamentare del Movimento 5 Stelle – di una questione antica e mal gestita. La scure si sarebbe abbattuta sui Comuni, influendo negativamente sui servizi ai cittadini e decretando, in tantissimi casi, il dissesto economico degli enti, con pesanti conseguenze».

«Ora – ha concluso Parentela – grazie all’impegno del governo, in collaborazione con l’Anci e l’Upi, c’è un contributo dello Stato, che potrà essere molto utile». (rp)

DISSESTO IDROGEOLOGICO, IN CALABRIA
SONO A RISCHIO LE AREE ARCHEOLOGICHE

Difendere e tutelare i siti archeologici dal dissesto idrogeologico. È questo l’obiettivo della convenzione firmata tra Archeoclub d’Italia e l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, che svilupperà «progetti ed iniziative di comune interesse, predisporremo un programma informativo e formativo, attraverso l’organizzazione congiunta di workshop e seminari sui temi della tutela del patrimonio ambientale e culturale, in connessione con la tutela e salvaguardia delle risorse acqua e suolo, il sistema costiero e la difesa dai rischi indotti da fenomeni naturali e antropici».

«L’obiettivo – ha spiegato Rosario Santanastasio, presidente nazionale dell’Archeoclub – è la difesa e tutela dei siti archeologici e quindi le attività che si andranno a sviluppare riguardano la valutazione di tale patrimonio e la loro esposizione ai pericoli, per cui le attività oggetto dell’accordo con Archeoclub, vanno a rafforzare l’azione di tutela del patrimonio archeologico, a valutare tutti quei siti che hanno problematiche connesse al dissesto idrogeologico. L’azione concorrerà ad avere un quadro chiaro, completo del patrimonio culturale da mettere in sicurezza».

Per l’espletamento delle attività, il coordinamento tecnico per l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale sarà curato dal segretario generale dott.ssa Vera Corbelli, supportata dal dirigente dott. Gennaro Capasso, dirigente ing. Raffaele Velardo, arch. Maria Pagliaro, il coordinamento tecnico per Archeoclub d’Italia aps sarà curato dal Presidente nazionale dott. Rosario Santanastasio, supportato dal prof. Filippo Avilia archeologo, Ing. Federico Boccalaro esperto di ingegneria naturalistica. Un programma di difesa, valorizzazione e tutela che vedrà il coinvolgimento anche del mondo accademico.

«A seguito di confronti tecnici – ha spiegato Vera Corbelli – abbiamo manifestato la volontà di promuovere un’attività di collaborazione tecnico-operativa comune sia per la creazione di un sistema condiviso di conoscenze sia per la predisposizione e realizzazione di percorsi tecnico-scientifici-gestionali in ambito del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, nelle tematiche di comune interesse».

Una iniziativa che, oggi, è quasi prioritaria, sopratutto a seguito degli eventi recenti che hanno visto la Calabria e i suoi beni “minacciati” dal dissesto idrogeologico, una piaga che, da anni, colpisce la nostra terra e a cui, servono tanti fondi per poter rendere sicuro non solo il territorio, ma anche tutti i tesori che custodisce.

In Calabria, infatti, c’è una vera e propria emergenza di rischio idrogeologico che, ad oggi, è diffuso in maniera capillare a causa della sua conformazione geologica e geomorfologica «caratterizzata da un’orografia (distribuzione dei rilievi montuosi) complessa e bacini idrografici generalmente di piccole dimensioni, che sono quindi caratterizzati da tempi di risposta alle precipitazioni estremamente rapidi».

Nel rapporto nazionale dell’Ispra – Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale del 2018 – l’ultimo pubblicato – sulla situazione del dissesto idrogeologico nel Paese, è stato rilevato che in Italia «è a rischio il 91% dei Comuni italiani (88% nel 2015) ed oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in queste aree ad alta vulnerabilità».

In Calabria, in particolare, a rischio molto elevato si trova l’1,9% del territorio, mentre i beni culturali sono 408, circa l’8,3%. Sommato al rischio elevato (p4+p3), in Calabria in pericolo si trova il 3,6% del territorio (545,59 km²), 603 beni culturali (12,3%), 87.623 (4,5%) della popolazione, 35.936 (4,6%) famiglie e 3.863 (3,3%) imprese.

Un quadro preoccupante, che fa emergere un’emergenza che non si può più ignorare, sopratutto a seguito dell’alluvione che il 21 novembre ha provocato danni ingenti a Crotone e alla sua Provincia e che, per fortuna, ha trovato il suo epilogo in positivo grazie all’impegno della consigliera regionale Flora Sculco, che è riuscita a far stanziare dalla Regione Calabria 6 milioni di euro per risanare il territorio di Crotone e Provincia.

Consapevolezza di questa piaga, è stata mostrata anche dall’assessore regionale all’Istruzione, Sandra Savaglio, che ha promosso una serie di webinar sul dissesto idrogeologico – a cura del docente Vincenza Calabrò – perché «bisogna sollevare le coscienze, ed educare i ragazzi alla tutela del territorio» e dai parlamentari calabresi, in particolare dal Movimento 5 Stelle, che di recente ha annunciato che alla Calabria spettano 11 milioni e 178 mila euro per finanziare cinque interventi a tutela del territorio, che si vanno ad aggiungere ai 300 milioni che arrivano direttamente dal Governo tramite il Decreto Agosto e annunciato dalla deputata grillina Elisa Scutellà nel mese di ottobre.

Si può dire, quindi, che la Calabria, sul tema del dissesto idrogeologico è molto attenta e sensibile. Basti pensare che il bilancio dell’Ufficio del Commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Calabria si è chiuso positivamente in termini di andamento delle attività di avvio e di nuovi finanziamenti.

«Sono stati attivati, nel primo semestre – comunica la nuova struttura commissariale – 13 interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, localizzati a Diamante, Gizzeria, Soveria Simeri, Belvedere (2 interventi), Rogliano, Rende, Cicala, Gioiosa Ionica, Corigliano-Rossano (3 interventi) e Tarsia. L’importo complessivo è pari a 24.226.701,97 di euro, di cui quasi 18 milioni relativi soltanto ai lavori. È stato anche profuso un notevole impegno sia per l’acquisizione di nuovi finanziamenti che per l’accelerazione della realizzazione delle attività finanziate ma in fase di stallo».

«È di questi giorni, infatti – prosegue – la sottoscrizione tra la Regione Calabria e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, del secondo atto integrativo all’Accordo di programma finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico. Nell’accordo è prevista la realizzazione di cinque interventi per un importo complessivo di 11.178 628,27 di euro. Si tratta di interventi che vanno ad aggiungersi a quelli, già finanziati, dal primo atto integrativo del 9 gennaio 2018».

«Tra i nuovi finanziamenti – spiega ancora la struttura – ci sono anche quelli sulla redazione delle progettazioni esecutive per la realizzazione di ulteriori interventi di mitigazione. Nello specifico, il finanziamento relativo a un terzo stralcio di interventi a valere sul fondo di progettazione, per un importo complessivo di 4.066.639, 30 di euro, che vanno ad aggiungersi a quelli già finanziati in precedenza, ovvero 34 interventi per un importo complessivo di 5.046.852,05 di euro, oggi pienamente in fase di attuazione».

Un impegno che, sicuramente, deve essere replicato e amplificato nel 2021, in modo da permettere ai cittadini di vivere «in un territorio più sicuro e ottenere il giusto ristoro per il sacrificio che gli è stato richiesto e al quale, molte volte, hanno risposto con buon senso e spirito di collaborazione per la realizzazione di interventi finalizzati alla pubblica utilità e incolumità». (rrm)

Il Movimento 5 Stelle: Alla Calabria 11 milioni per interventi contro il dissesto idrogeologico

Sono 11 milioni e 178 mila euro la somma destinata alla Calabria dal Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico per finanziare cinque interventi a tutela del territorio.

Lo hanno reso noto i deputati del Movimento 5 StellePaolo ParentelaGiuseppe d’Ippolito, spiegando che, tra gli interventi, sono previsti il cantiere di Catanzaro Santa Maria, riguardo al torrente Fiumarella, e di quello di Gizzeria, per la salvaguardia del centro abitato.

«Si tratta di progetti – hanno spiegato ancora – immediatamente esecutivi per la messa in sicurezza del territorio dai rischi sempre maggiori, correlati a eventi climatici estremi su aree del Paese alquanto vulnerabili. Parliamo di interventi che fanno parte di un piano pluriennale, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle e dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e varato nel 2019».

«In questa tranche – hanno aggiunto – lo stanziamento generale ammonta di 262 milioni di euro. Come ha detto il ministro Costa, i lavori non si fermano e non possono fermarsi. Quelli contro il dissesto idrogeologico sono cantieri amici dell’ambiente e dell’uomo. Sono i più importanti, per proteggere il nostro Paese da eventi tragici. Quelli finanziati dal Ministero dell’Ambiente sono progetti esecutivi e cantierabili».

«A riguardo, con il dl Agosto – hanno proseguito i deputati M5S – Sogesid, società in house del ministero dell’Ambiente, era stata messa a disposizione degli enti locali e delle Regioni. Un modo, questo, per aiutare le amministrazioni nella progettazione».

«Con la medesima legge, come ha spiegato il ministro Costa – hanno concluso Parentela e D’Ippolito – ai presidenti di Regione, commissari straordinari per il contrasto del dissesto idrogeologico, sono stati dati poteri straordinari che permettono di ridurre del 40% i tempi di realizzazione dei lavori. Inoltre ai Comuni interessati viene anticipato il 30% della spesa, in modo da permettere in tempi rapidi l’attivazione di tutta la procedura per la messa in opera del cantiere». (rrm)