Dl Ponte è legge: le reazioni

Con 103 voti a favore, il Dl Ponte è diventato legge.

«Una decisione storica, definitiva, attesa da più di 50 anni», ha detto il vicepremier e ministro ai Trasporti, Matteo Salvini all’Ansa.

«Non è il ponte di Messina, è il ponte degli italiani – ha detto –. Nel Def la cifra” per il Ponte “è intorno ai 14 miliardi, ovviamente sono in corso gli studi aggiornati da parte di società».

«Entro una settimana – ha annunciato – si riunirà il CdA della società Stretto di Messina».

«L’obiettivo – ha detto ancora – è avviare i cantieri entro l’estate 2024, portando 100mila posti di lavoro veri, creando un indotto per tante piccole e medie aziende italiane e favorendo l’ambiente attraverso l’abbattimento delle emissioni in aria e acqua».

«Dopo troppe promesse – ha concluso – per un progetto nato nel 1968, il Ponte degli italiani è sempre più vicino».

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha assicurato che sul progetto del Ponte «andremo fino in fondo».

«I turisti potranno viaggiare dal Brennero fino alla Sicilia con l’alta velocità – ha proseguito –. È un progetto prioritario del governo. Il centrodestra ha sempre puntato su questo, l’idea di Berlusconi era attuale quando propose il progetto e lo è anche oggi».

«Ieri Berlusconi – ha concluso – ha fatto una dichiarazione di grande soddisfazione, è una vittoria storica delle idee di modernizzazione e rinnovamento del Paese».

Per Ettore Rosato, deputato di Azione-ItaliaViva, «sarà una straordinaria occasione di sviluppo per tutto il Sud, va accompagnato da tante infrastrutture da troppo tempo bloccate, e sarà anche una straordinaria opportunità di mostrare le capacità italiane nel mondo. Noi faremo la nostra parte, vigilando affinché le parole si concretizzino, si aprano i cantieri, i tempi vengano rispettati e i soldi pubblici non vadano sprecati».

Non si risparmia il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, congratulandosi con il ministro Salvini.

«La nostra Regione – ha continuato – avrà grande giovamento dalla realizzazione di questa grande opera e dall’ammodernamento delle infrastrutture connesse, che avranno una decisa accelerazione: dalla Strada Statale 106 all’Autostrada del Mediterraneo, fino all’Alta velocità e all’Alta capacità ferroviaria».

«Il Mediterraneo è il futuro – i traffici commerciali passeranno sempre più dal nostro mare – e avere un collegamento tra Calabria e Sicilia e tra quest’ultima e l’Europa sarà fondamentale per cogliere le opportunità che arriveranno nei prossimi anni», ha ricordato Occhiuto.

Francesco Cannizzaro, deputato di FI, ha parlato di «una grande conquista per tutto il Paese, ma soprattutto per Calabria e Sicilia».

«Dopo vent’anni – ha aggiunto il parlamentare reggino – siamo riusciti a sconfiggere il partito dei no, i veti ideologici, i pregiudizi, la paura, il disfattismo. La costruzione di quest’opera strategica porterà anche investimenti nella rete stradale, autostradale, ferroviaria, portando l’alta velocità e l’alta capacità. Il Ponte porta in dote tanto altro, dunque, con importanti ricadute sul territorio anche in termini di servizi. Con miei due emendamenti al Decreto, infatti, sono state previste iniziative in favore delle realtà locali, giustamente preoccupate dagli impatti di un’opera grandiosa, ma altamente impattante».

«Anzitutto, la realizzazione del Piano integrato di trasporto – ha detto ancora – con l’obiettivo di adeguare il sistema del trasporto pubblico locale nell’area dello Stretto (sia terrestre che marittimo) alle esigenze di mobilità delle aree rivierasche, tanto durante la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, quanto successivamente. In secondo luogo, l’adeguamento di porti ed infrastrutture portuali, sia esistenti sia di nuova realizzazione, alla nascente configurazione che deriverà dalla costruzione del Ponte. I porti saranno quindi tutti potenziati, in particolare quello di Villa San Giovanni, con l’approdo a sud, e quello di Tremestieri, che insieme rappresenteranno la svolta per la portualità dello Stretto».

«Finalmente, il Sud, e di conseguenza l’Italia, saranno dotati di una infrastruttura indispensabile ed efficiente e diventeranno l’hub per eccellenza del Mediterraneo, con Calabria e Sicilia protagoniste di uno sviluppo economico e sociale senza precedenti. È una vittoria soprattutto di Forza Italia e del Presidente Berlusconi – ha concluso – ma anche di tutto il CentroDestra, dei cittadini del Mezzogiorno, di chi ci ha creduto sempre. Avanti tutta!».

Anche l’ex consigliere regionale Candeloro Imbalzano ha espresso la sua soddisfazione per la ripartenza di un progetto dopo il «vergognoso stop del Governo Monti nel 2012, la costruzione della grande opera che collegherà  la Sicilia alla Calabria ed al Continente, realizzando  il sogno, ormai millenario,  di tanti di noi che a questa battaglia, da almeno 20 anni, hanno dedicato una parte importante della propria attività  politico-amministrativa».

«Una opera – ha evidenziato – che sarà decisiva per rompere il sottosviluppo secolare  dell’intero Mezzogiorno ed in particolare della Calabria e della Città Metropolitana  di Reggio,  per l’impatto virtuoso sui nostri territori che avranno gli enormi investimenti infrastrutturali che si stanno già mobilitando nelle due regioni per opere stradali – a partire dalla S.S. 106 – e ferroviarie, nonché con quelli miliardari che sono previsti per la  costruzione  dell’intera  opera, che sfoceranno in un enorme sviluppo turistico del grande Comprensorio a cavallo delle due sponde  una volta che sarà completata».

«In questo momento di legittima euforia – ha proseguito – un ringraziamento va rivolto, tra i tanti,  ai due Presidenti di Regione Renato Schifani e Roberto Occhiuto, che hanno marciato in questi mesi di comune accordo,  con convinzione e passione, per superare i non pochi ostacoli via via frapposti,    ed ai parlamentari che hanno sostenuto ed approvato  il provvedimento legislativo che definisce l’assetto della Società “Stretto di Messina” e riavvia le attività di programmazione generale e di progettazione definitiva della mega opera».

«Un doveroso pensiero particolare va, altresì ai due relatori, il siciliano Nino Germanà al Senato e l’onorevole reggino Francesco  Cannizzaro alla Camera – ha aggiunto – che in questi mesi si sono spesi con costanza e sano pragmatismo  per far progredire nelle Commissioni e nelle rispettive  Aule parlamentari questo importante e decisivo approdo».

«Questa storica decisione, che bandisce finalmente – ha concluso – un ambientalismo ideologico e pernicioso  che tanti danni ha prodotto fino ad oggi,  nonché  la strategicità dell’opera,  non solo  avranno  nei sette anni previsti per la costruzione del Ponte un enorme impatto lavorativo con decine di migliaia di nuovi posti di lavoro nei più  diversi settori, rispetto ai quali dobbiamo da subito attrezzarci, ma daranno  finalmente a questa Area ed alla città di Reggio la possibilità di diventare, col grande porto di Gioia Tauro,  un  mega  hub   del Sud Europa e dell’intero Mediterraneo, offrendole  una occasione unica ed irripetibile di riscatto sociale e di sviluppo sostenibile coerente con la sua antica  vocazione naturale».

Non è convinto, invece, il senatore del Partito Democratico, Nicola Irto, che ha ribadito come «il decreto sul Ponte dello Stretto proposto dal governo è una potentissima arma di distrazione di massa, brandita ogni qual volta va distolta l’attenzione mediatica da altro».

«Ma l’arma di distrazione di massa – ha aggiunto – può servire anche ad altro. Ad esempio, a coprire interventi che rischiano di sconquassare ulteriormente il Paese e di cui il governo deve assumersi la responsabilità politica. Perché non è un caso che il decreto Ponte sia nato quasi contemporaneamente all’ultima bozza, dagli effetti potenzialmente devastanti, sull’autonomia differenziata».

«Il governo non ha tenuto in alcuna considerazione neppure i rilievi che sono stati mossi nel corso delle audizioni nelle Commissioni competenti, rilievi secondo i quali l’attuale progetto di attraversamento stabile sullo Stretto è del tutto insostenibile, non soltanto sotto il profilo tecnico e ambientale, ma anche sotto il profilo economico-finanziario. Pertanto – ha sottolineato il parlamentare democratico – risulta chiaro che si tratta di una strategia del governo per annunciare opere che non saranno mai fatte” “Il nostro no, dunque, è un no al decreto per come è strutturato, per l’assenza di coperture finanziarie, per l’assenza di dibattito pubblico sui territori, perché nei fatti è solo uno spot».

«Una ferma opposizione – ha concluso – che proseguiremo nel Paese dovuta alla mancanza di strategia del governo sul tema complessivo dello sviluppo intermodale della rete dei trasporti. Senza tutto questo, il decreto Ponte è utile non per la comunità ma esclusivamente per la società che va a finanziare. Alla propaganda e all’arroganza del governo il Partito democratico vota no». (rrm)

Dl Ponte, Irto (PD): È solo uno spot, mancano coperture finanziarie

Per il senatore del Partito Democratico, Nicola Irto, «il decreto sul Ponte dello Stretto proposto dal governo è una potentissima arma di distrazione di massa, brandita ogni qual volta va distolta l’attenzione mediatica da altro».

«Ma l’arma di distrazione di massa – ha aggiunto – può servire anche ad altro. Ad esempio, a coprire interventi che rischiano di sconquassare ulteriormente il Paese e di cui il governo deve assumersi la responsabilità politica. Perché non è un caso che il decreto Ponte sia nato quasi contemporaneamente all’ultima bozza, dagli effetti potenzialmente devastanti, sull’autonomia differenziata».

«Il governo non ha tenuto in alcuna considerazione neppure i rilievi che sono stati mossi nel corso delle audizioni nelle Commissioni competenti, rilievi secondo i quali l’attuale progetto di attraversamento stabile sullo Stretto è del tutto insostenibile, non soltanto sotto il profilo tecnico e ambientale, ma anche sotto il profilo economico-finanziario. Pertanto – ha sottolineato il parlamentare democratico – risulta chiaro che si tratta di una strategia del governo per annunciare opere che non saranno mai fatte” “Il nostro no, dunque, è un no al decreto per come è strutturato, per l’assenza di coperture finanziarie, per l’assenza di dibattito pubblico sui territori, perché nei fatti è solo uno spot».

«Una ferma opposizione – ha concluso – che proseguiremo nel Paese dovuta alla mancanza di strategia del governo sul tema complessivo dello sviluppo intermodale della rete dei trasporti. Senza tutto questo, il decreto Ponte è utile non per la comunità ma esclusivamente per la società che va a finanziare. Alla propaganda e all’arroganza del governo il Partito democratico vota no». (rp)

Dl Ponte, il M5S: Governo ha deciso di proseguire con scellerato progetto

I parlamentari del Movimento 5 stelle Riccardo Tucci, Anna Laura Orrico e Elisa Scutellà, dopo il via libera della Camera al DL Ponte, hanno evidenziato come «il Governo Meloni ha deciso di perseverare nel suo scellerato progetto».

In una lettera, hanno reso noto che «in sede di esame conversione del decreto-legge relativo al “Ponte sullo Stretto”, abbiamo presentato un ordine del giorno, in cui chiedevamo di dirottare i 15 miliardi di euro attualmente previsti per la realizzazione dell’opera alla programmazione e all’attivazione con urgenza di interventi utili ad efficientare e migliorare il sistema delle infrastrutture e dei collegamenti viari, autostradali, ferroviari, aeroportuali e portuali calabresi».

«Risultato? L’ordine del giorno ci è stato bocciato», hanno detto i parlamentari, ricordando come «nonostante diversi studi di fattibilità abbiano evidenziato numerose criticità ambientali, geologiche, sociali ed economiche tali da rendere non fattibile la realizzazione del Ponte, il Governo Meloni ha deciso di perseverare nel suo scellerato progetto».

«Lo ha fatto – hanno aggiunto – non tenendo conto del livello deficitario delle infrastrutture calabresi, condizione che finisce per ripercuotersi sulla qualità della vita dei cittadini, sulle attività delle imprese e, di conseguenza, sulle possibilità reali di sviluppo economico e sociale».

«Il Governo Meloni – conclude la nota dei parlamentari  – con questo atteggiamento dimostra di non tenere in debita considerazione le reali esigenze dei cittadini calabresi e il loro sacrosanto diritto alla mobilità. In più, con il perseguimento della riforma sull’autonomia differenziata dimostra di non voler in alcun modo sanare i ritardi esistenti tra le diverse aree del paese, condannando così al sottosviluppo eterno quello che l’Istat ha definito “il territorio arretrato più esteso dell’area euro”». (rrm)

Dl Ponte, la sindaca Caminiti: Villa S. Giovanni torna al centro deldibattito nazionale

Il sindaco di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, parlando anche a nome della Giunta comunale, è intervenuta in merito alla fiducia della Camera al Decreto Ponte.

«Villa San Giovanni, al pari di Messina – si legge in una nota – resta fuori dalla società del Ponte avendo il Governo posto la fiducia alla Camera sul disegno di legge di conversione in legge del decreto 35/2023 recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, ma diventa comunque protagonista in Parlamento grazie a tutte le forze politiche, che hanno presentato una serie di ordini del giorno per riconoscere alla Città quel ruolo unico che detiene quale passaggio obbligato per l’attraversamento gommato e ferroviario e, ovviamente, quale comune calabrese del Ponte sullo Stretto».
«Abbiamo con attenzione seguito i lavori e gli interventi – continua la nota – abbiamo con attenzione letto gli odg presentati dal Partito Democratico e dal Movimento Cinque Stelle che recepivano per intero la nostra richiesta di essere seduti al CdA della riattivanda società a titolo gratuito: la maggioranza ha deciso diversamente e noi, non per questo, smetteremo di rivendicare quella presenza, per necessità e senza volere con ciò creare alcun precedente rispetto alle grandi opere, ma solo perché il Ponte non è una grande opera ma è l’opera ingegneristica più importante al Mondo e dall’impatto più evidente sui nostri territori».
«Al contempo, però, abbiamo anche registrato una nuova sensibilità politica di questo Governo – viene evidenziato – è stato approvato, infatti, l’ordine del giorno presentato dall’onorevole calabrese Alfredo Antoniozzi (Fratelli d’Italia) che recepisce due delle richieste avanzate da questo consiglio comunale all’unanimità. L’odg “impegna il Governo a valutare l’opportunità di definire, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, anche attraverso un accordo di programma quadro, interventi per il Comune di Villa San Giovanni al fine di renderla una Città innovativa ed ecosostenibile per i trasporti, la salvaguardia delle risorse culturali e ambientali dello Stretto e il turismo sostenibile; assumere interventi per garantire la continuità territoriale in relazione alla realizzazione del Ponte sullo Stretto”. Grazie al partito della Presidente Meloni, cui domenica avevamo inteso scrivere confidando nella sensibilità istituzionale e nella capacità di ascolto delle istanze dei territori. Per noi è un importante segnale di attenzione».
«Sfrutteremo tutte le potenzialità – viene assicurato nella nota – contenute nei due emendamenti di cui è primo firmatario l’onorevole forzista Francesco Cannizzaro, sia per dare il via a un trasporto pubblico vero nell’area dello Stretto, sia per le possibili opportunità procedurali che contiene l’emendamento sull’ammodernamento e la rifunzionalizzazione dei porti dello Stretto, nell’ottica dello spostamento a sud degli approdi delle società private di navigazione».
«Verso il riconoscimento della centralità anche di Villa – si legge ancora – va il “rimaneggiato” ordine del giorno presentato dall’onorevole del Gruppo Misto Francesco Gallo: da messinese e “strettese”, Gallo ha ricordato anche Villa e l’odg approvato “impegna il Governo a valorizzare il ruolo degli enti territoriali competenti, a partire dai comuni di Villa San Giovanni e Messina, per garantire la rappresentanza diretta dei cittadini nell’intero percorso della realizzazione del Ponte sullo Stretto”».
«Saremo vigili rispetto a questo percorso di valorizzazione del ruolo dei due comuni dirimpettai – viene evidenziato nella nota –. Oggi registriamo con soddisfazione che Villa San Giovanni torna al centro del dibattito nazionale, al pari di Messina che ha dalla sua l’omonimia con lo Stretto (e quindi è anche terminologicamente associata al collegamento stabile): una posizione – che quest’Amministrazione ha costruito solo nell’interesse della Città, senza colori politici e senza posizioni precostituite – ha acceso i riflettori dei partiti tutti e di tanti parlamentari, di ogni dove, che esercitano il proprio ruolo con vero spirito di servizio delle comunità territoriali». (rrc)

Il consigliere Giordano (Metrocity RC): Emendamento Dl Ponte di Cannizzaro è solo propaganda

Il consigliere delegato alla Pianificazione della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Giordano, ha evidenziato come l’emendamento del deputato di Fi, Francesco Cannizzaro al Decreto Ponte sia «solo propaganda».

«Esulta, l’onorevole Cannizzaro – scrive Giordano – per l’approvazione, in Commissione Bilancio, di una proposta di modifica al “Decreto Ponte” che vorrebbe l’Autorità di Sistema portuale dello Stretto autorizzata ad individuare i progetti prioritari necessari all’adeguamento delle infrastrutture locali, così da “avviare un percorso di rifunzionalizzazione anche al fine di renderle più coerenti” con la nuova configurazione che sarà determinata dalla costruzione della mega opera. Or bene, Cannizzaro dimentica, o forse disconosce totalmente, che non spetta all’Autorità di Sistema portuale addentrarsi su temi di pianificazione in materia di trasporti tanto complessi ed importanti da poter cambiare il volto di un intero territorio».

«L’Authority – specifica ancora Giordano – si occupa di porti, non di strade né di ferrovie, né di qualsiasi atto di pianificazione che è, questo sì, appannaggio delle Città Metropolitane ed dei Comuni e delle Regioni. Nonostante il lavoro specifico del Presidente Mega, che risulta evidentemente destinatario incolpevole della boutade dell’esponente azzurro, nel testo presentato da Cannizzaro non si fa menzione degli organismi istituzionali costituzionalmente riconosciuti e non viene affatto considerato, men che meno specificato, il ruolo che andrebbe riconosciuto ai Comuni di Villa San Giovanni, di Reggio Calabria e Messina, principalmente coinvolti in questa complessa operazione ingegneristica. Il tema, infatti, è complessivo e riguarda la vocazione allo sviluppo dell’intero territorio, e non solo di settore».

«In tutta questa storia – commenta Giordano – naturalmente a perderci sono i cittadini, che vedono passare sulle loro teste provvedimenti di portata colossale. Manca, dunque, un’interlocuzione dal basso, non si ascolta la voce che arriva dai territori e dai loro rappresentanti istituzionali. Ancora più grave, invece, è l’assoluta mancanza di concertazione con le Città Metropolitane che vengono spogliate delle loro funzioni e totalmente scavalcate rispetto a quelli che sono i loro compiti sanciti dalla legge che le ha portate a diventare un pilastro della nostra Costituzione».

«Piuttosto – prosegue il Consigliere metropolitano – in questo scenario approssimativo e incoerente, si tace su come il centrodestra regionale abbia affossato l’ambito territoriale ottimale per lo svolgimento dei servizi di trasporto pubblico locale nei territori di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, suggellato dall’accordo sottoscritto tra le Regioni Sicilia e Calabria, le Città Metropolitane di Messina e di Reggio e la Conferenza permanente interregionale per coordinare l’azione di indirizzo politico-amministrativo in tema di mobilità. Fu l’allora Governatore siciliano, oggi Ministro, Nello Musumeci a firmarlo, insieme ai sindaci Giuseppe Falcomatà e Cateno De Luca ed al presidente della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche dell’area dello Stretto, Domenico Battaglia».

«Comunque – conclude Giordano – quello che porta a casa Cannizzaro, dunque, è il solito annuncio, toccherà all’aula, ed eventualmente al Senato, modificare una norma affinché si riporti sui giusti binari il ruolo delle istituzioni. Un compito a cui saranno chiamati i parlamentari in primis quelli calabresi per rimettere ordine rispetto ad una proposta inaccettabile. (rrc)