GIOVANI, LA SFIDUCIA RIPOSTA NEL FUTURO
LA CALABRIA È ANCORA UN PASSO INDIETRO

di FRANCESCO RAO – Non si può trascorrere tutta la vita girando intorno ai problemi. Non può nemmeno essere ammissibile la sfrenata voglia di giustificare tutto, per poi rimandare la soluzione delle annose questioni della Calabria a tempi migliori. Qualcuno, prima o poi, per far ripartire lo sviluppo, dovrà fermarsi e affrontare uno tra i più grandi problemi che affligge questa terra da sempre: mi riferisco alla sfiducia riposta nel futuro.

Questo limite, nel tempo, ha assunto una duplice funzione: da una parte è divenuto un concetto indivisibile dall’agire umano, divenendo molto spesso anche motivo di rinuncia per quanti hanno avuto a cuore l’avvio di un processo di innovazione in alcuni segmenti produttivi rimasti oggi misurabili con cifre da prefisso telefonico; dall’altra si è rivelato come quell’anello debole di un sistema con il quale è stata alimentata la (cattiva) reputazione della Calabria nel mondo. In questi giorni, a far saltare il banco, sono stati i due argomenti trattati dalla Comunità Europea: la rimodulazione della classe energetica delle abitazioni e la fine dell’utilizzo di benzina e gasolio per i mezzi di autotrazione.

Tutto ciò, con molta probabilità, diverrà oggetto di infinite e sfiancanti discussioni per alcune regioni e motivo di velocissima innovazione per altre. La Calabria, in questa delicatissima fase, tra quale delle due fazioni si collocherà? Per tanti la risposta potrebbe apparire scontata. Personalmente, da sempre, ho riposto particolare fiducia nelle sfide della vita. Anche le criticità più stringenti, all’interno del proprio nucleo, riservano straordinarie opportunità per quanti riescono a coglierle in tempo. In questa fase storica, per poter ricucire il nastro del tempo perduto con il tempo che dovremo vivere in futuro, è indispensabile cogliere il senso dell’opportunità senza consentire alla paura di vestire gli abiti del dubbio e cadere nuovamente prima nell’incertezza e poi in una nuova emigrazione di massa. Comprendo e faccio mio ogni timore insito nell’animo dei Calabresi in queste ore.

Queste “rivoluzioni”, deliberate nell’Aula del Parlamento Europeo e consegnate tramite le stringate notizie diffuse dai Media, fa tremare i polsi in modo molto serio soprattutto a quanti vivono con un reddito ben al di sotto della povertà assoluta. Apprendendo queste notizie, la mente va subito alla domanda in quanto il problema si pone nell’immediatezza e non per il futuro. Quindi, posso già immaginare l’insofferenza di tantissimi nostri conterranei mentre si domandano: dove prendo i soldi per mettere a norma la mia casa? Dove prendo i soldi per acquistare una macchina elettrica? Da notare, la coniugazione del verbo utilizzato nel formulare la domanda, non è al futuro ma è al presente.

Anche tale circostanza, nel tempo, ha influito notevolmente nel processo di pianificazione del futuro di tantissimi Calabresi. Si, nei nostri 404 Comuni, oltre alle persone, vivono i nostri dialetti, quotidianamente utilizzati per comunicare e per condividere una quotidianità narrata al passato, al presente ma non al futuro. Potrà apparire strano tutto ciò. In realtà, quando la mente non vede una prospettiva futura subentrano prima i limiti dell’incertezza e poi quelli della paura, bloccando l’impegno nell’affrontare la sfida e successivamente gli sforzi necessari per raggiungere la meta. Oggi, è in atto un profondo processo di riorganizzazione della società. Contrariamente alle precedenti Rivoluzioni industriali, realizzate e comunicate in lassi di tempo molto più ampi e metabolizzate gradualmente dalle persone, il cambiamento in atto sarà repentino. 

L’adeguamento alle nuove dinamiche socioeconomiche, le nuove professioni e la fine di quei lavori che hanno caratterizzato il passato, rischierà di dare vita a una marginalità sociale capace di minare dal basso la tenuta della Democrazia nel Paese. Contrariamente ad altri Stati europei ed alcune regioni italiane, impegnate sin dalla fine degli anni ’80 del Secolo scorso a promuovere sistemi produttivi capaci di interloquire con un sistema scolastico dalla visione duale, La Calabria è al passo con i tempi?

L’informatica e la robotica, la cybersecurity ed i processi di qualità in quale misura sono presenti nei nostri processi produttivi?  Molte regioni, oggi virtuose regioni, nel solco della loro innovazione hanno saputo guardare al futuro attraendo e conquistando i tantissimi neolaureati del Meridione, offrendo loro non solo un posto di lavoro ben retribuito ma soprattutto quella fiducia indispensabile per proseguire la ricerca per mantenere viva l’innovazione tecnologica. Tutto ciò, sia ben chiaro, non è avvenuto in tre giorni. Volendo essere buono si potrebbe parlare di circa quaranta anni.

Tempo trascorso da tantissimi Calabresi in buona parte a smaltire la sbornia del benessere economico, avviatosi nel Secondo dopoguerra e nel cercare di individuare tra i tanti politici, presenti sulla scena locale e regionale, chi tra loro, magari chiamato a battezzare qualcuno della rispettiva famiglia, potesse garantire un posto di lavoro nel pubblico impiego. Percorrendo questa strada, la nostra Calabria ha perso molti dei suoi figli.

Quanti hanno avuto il coraggio di rientrare dopo gli studi o di rimanere per investire, pur mettendo a disposizione il loro entusiasmo e un bagaglio culturale ammirevole, molto spesso hanno avuto spazi risicati e poche opportunità per poter dare seguito a quei processi innovativi che oggi sarebbero stati indispensabili per consentirci di avere un minore divario tecnologico e una maggiore opportunità operativa. I risultati brillanti, registrati oggi in Calabria, rappresentano in ampia percentuale la caparbietà di quanti hanno creduto nella bellezza dei loro sogni oppure nel consolidamento di una storia familiare molto solida.

Adesso, per salvare la Calabria da una nuova fase di emigrazione, è indispensabile ripartire dalla scuola, dalle università e dalla formazione professionale, considerando gli ITS per ciò che sono stati pensati all’atto dell’istituzione e cioè un modello formativo capace di offrire alle aziende quelle Risorse Umane chiamate ad interpretare e interagire con l’innovazione tecnologica per generare nuove opportunità, occupazione e sviluppo economico. In questa straordinaria sfida, dalla quale dipenderà anche il futuro demografico della Calabria, anche la politica regionale avrà un ruolo determinante. Perciò, bisognerà scegliere in fretta quale ruolo svolgere considerando che la nostra è una tra le regioni d’Italia e dell’intera Europa a possedere una notevole posizione di vantaggio, grazie al ruolo svolto dal Porto di Gioia Tauro e dalla Zes. Tutto ciò potrà consentirci di scrivere i prossimi cento anni di storia, ponendoci questa volta come il Nord di un Continente che è alla vigilia di una nuova fase storica e tale circostanza potrebbe divenire per l’Italia la creazione di nuove opportunità ai quali oggi è impensabile potersi rapportare. (fr)

Al via la formazione per i lavoratori iscritti alla Gioia Tauro Port Agency

Sarà avviata la formazione professionale per gli iscritti nell’elenco dell’Agenzia portuale di Gioia Tauro, che sarà finanziato con i fondi del Pnrr.

L’accordo è stato raggiunto nel corso di una riunione che si è tenuta nei locali dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, guidata dal presidente Andrea Agostinelli.

Con questo corso, quindi, gli iscritti all’Agenzia portuale che acquisiranno, così, le competenze idonee a rispondere alle diverse richieste di lavoro che proverranno da ogni ambito del cluster portuale di Gioia Tauro. 

Alla presenza dei dirigenti della Regione Calabria, Cosimo Cuomo e Giampiero Elia, dei responsabili del Centro per l’Impiego Area Sud della Calabria, Consolata Loddo, Francesca Laganà e Carmela Ornella Mazzù, impegnati nella realizzazione del progetto denominato Programma Goal, la riunione ha registrato anche la presenza dell’amministratore unico della Port Agency, Cinzia Nava, del segretario generale dell’Ente, Pietro Preziosi, e del responsabile del Settore Legale, Simona Scarcella

L’obietto del “Programma Goal” è quello di individuare un mirato percorso formativo da rivolgere a soggetti disoccupati, o comunque che vivono in condizioni di svantaggio sociale, attingendo a finanziamenti appositamente destinati dal Pnrr. 

Si tratta di misure finanziarie, particolarmente importanti, che coinvolgono tutte le regioni d’Italia e, in particolare, in Calabria vedranno impegnate circa 27 mila persone a cui sarà offerta adeguata formazione. 

A tale proposito, i Centri per l’impiego hanno elaborato uno studio finalizzato a verificare i punti di incontro tra la domanda e l’offerta di mercato e, quindi, i settori nei quali è più richiesta la necessità di un percorso formativo di apprendimento specialistico da parte di soggetti inoccupati.

Considerato il caso specifico, legato alla possibilità di formazione e, così, di successiva occupazione nel porto di Gioia Tauro, verranno coinvolti tutti gli iscritti alla Gioia Tauro Port Agency. 

A tale proposito, nel corso della riunione, i rappresentanti dei due Terminalisti del porto di Gioia Tauro, il direttore del personale Alberto Casali e Gabriella Avenoso di MCT, e il responsabile risorse umane Automar, Andrea Maria Romano, accompagnato dai consulenti Vincenzo Barbaro e Daniela Majorana, hanno dato specifiche indicazioni rispetto alle esigenze formative più confacenti alla domanda di lavoro. 

A fine riunione, l’Ente, guidato dal presidente Andrea Agostinelli, ha formalmente inviato richiesta di formazione per tutte le mansioni portuali più importanti, al fine di creare professionalità polivalenti riconosciute a livello regionale. (rrc)

Senese (Fenealuil Calabria) chiede a Occhiuto impegno immediato nella programmazione della formazione professionale

Serve un impegno immediato nella programmazione professionale. È quanto ha chiesto Maria Elena Senese, che è stata riconfermata segretaria della Fenealuil Calabria, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

La riconferma è avvenuta nel corso dell’ottavo congresso regionale dell’organizzazione sindacale, a cui hanno portato il loro contributo  il Segretario generale della FenealUil, Vito Panzarella e il Segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo.

Prima del dibattito congressuale, poi, hanno portato il loro contributo di idee: Marco Alberto De Benedetto, Ricercatore del  Dipartimento Economia Statistica e Finanza Unical; Marcello Ferraro Restagno, Presidente nazionale Federcave; Roberto Cosentino, Dirigente generale Dipartimento Lavoro e welfare della Regione Calabria; Giuseppe Patania, Direttore dell’Ispettorato del lavoro di Reggio Calabria e Cosenza; Giovan Battista Pierciaccante, presidente di Ance Calabria ed i rappresentanti delle associazioni datoriali, degli enti scuola edile e delle casse edili.

Nel suo intervento, la segretaria ha ribadito che «è necessario che chi gestisce la cosa pubblica in Calabria decida di sostenere finanziariamente le nuove esperienze professionali, compartecipando ai costi della formazione per creare un nuovo bacino di operai altamente professionalizzati. Al presidente Occhiuto, quindi, chiediamo che gli stanziamenti destinati alla formazione e alla formazione professionalizzante siano impegnati al più presto attraverso bandi ad hoc nel settore edile».

Vito Panzarella, Segretario generale della FenealUil, nel suo intervento si è concentrato sul Pnrr e sulla sfida di arrivare alla corretta spesa dei fondi europei per cambiare la narrazione della Calabria. Sul tavolo sono tante le dinamiche interne al Pnrr che rientrano nella sfera di competenza della FenealUil, in particolare quello delle infrastrutture.

«Bisogna avere un grande senso di responsabilità – ha detto Vito Panzarella – da parte di tutti per mettere a terra al meglio i fondi del Pnrr. Solo così si può cucire questo Paese, solo così si può far rinascere la Calabria. La politica, ora che si avvicina la scadenza elettorale, non deve distrarsi e non deve usare i fondi europei magari per fare campagna elettorale. E noi sulla corretta spesa di questi fondi vigileremo, puntando a creare nuove occasioni occupazionali, perché siamo convinti che per riqualificare il futuro bisogna valorizzare il lavoro».

La sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza è stata al centro dell’intervento anche del Segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo. Una sfida, quella della corretta spesa di questi finanziamenti, che preoccupa il sindacato calabrese, soprattutto per quello che riguarda la capacità della pubblica amministrazione regionale, in particolare quella degli enti locali, per la ristrettezza numerica della sua pianta organica, di gestire la fase progettuale dei bandi.

«È necessario – ha concluso Santo Biondo – tornare a fare concorsi su base regionale per potenziare la pubblica amministrazione ed evitare di mettere a rischio l’occasione offerta dal Pnrr. La Calabria deve evitare la trappola del sottosviluppo. Una ipotesi inaccettabile che dobbiamo assolutamente scongiurare. Siamo convinti, perciò, che questo sia un meccanismo che bisogna rompere se si vuol far partire questa regione, emblema dei territori in difficoltà in tutta la nazione, sia necessario creare lavoro, sia determinante mettere in campo una nuova stagione concorsuale che riporti in patria i cervelli calabresi in fuga disseminati in giro per l’Italia e l’Europa». (rcz)