TROPEA – Il concerto pianistico di Beatrice Zoccali e Emilio Aversano

Domani sera, a Tropea, a Palazzo Santa Chiara, è in programma il concerto dei pianisti Beatrice Zoccali ed Emilio Aversano.

L’evento, organizzato in occasione della nascita di Francesco Cilea, rientra nell’ambito della rassegna Armonie Magna Graecia, il Festival musicale con la direzione artistica del Maestro Emilio Aversano.

Saranno eseguiti: Scherzo, dall’Album della gioventù: Romanza, Melodia, Serenata, Valzer, Mazurca,

Impromptu a la Mazurka; e ancora la Petite coquette: Suite Vecchio Stile: Allegro, Sarabanda, Capriccio. Beatrice Zoccali ed Emilio Aversano eseguiranno poi Tre Pezzi op.43: Verrà, Acque correnti, Valle fiorita e per concludere, Risonanze nostalgiche: Notturno, Berceuse.

Francesco Cilea, uno dei più grandi musicisti d’Italia, famoso nel mondo, nacque a Palmi il 23 luglio 1866. Apprese i primi elementi della musica nella casa dei nonni materni nella città natale. Studiò a Napoli nel Collegio di Musica San Pietro a Maiella, poi Conservatorio, dove si distinse ricevendo premi e riconoscimenti per i suoi primi lavori (Trio, Suite, Danza, Serenata, Melodia). Al termine degli studi, come prova conclusiva degli esami, presentò la composizione di Gina, melodramma idillico in tre atti di Enrico Golisciani.

L’opera, diretta dall’Autore, rappresentata nel teatro del Conservatorio la sera del 9 febbraio 1889, ottenne successo e gli aprì la strada per ulteriori affermazioni. Infatti, conosciuto il valore del musicista, l’editore Sonzogno gli commissionò la composizione de La Tilda, melodramma in tre atti di Angelo Zanardini, messa in scena al Teatro Pagliano di Firenze il 7 aprile 1892 con repliche in diverse città d’Italia, a Vienna, a Mosca e a Palmi, dove la sera del 26 aprile 1893, l’opera preceduta dalla esecuzione della sinfonia dell’Alzira di Nicola Antonio Manfroce (Palmi 1791 – Napoli 1813) inaugurò il teatro Comunale intitolato al Manfroce. Erano gli anni in cui il giovanissimo Cilea componeva pure musica da camera e sinfonica, oggi giudicata geniale.

E proprio la Sonata per violoncello e pianoforte del 1888 è giudicata “Un lavoro in cui le più avanzate esperienze europee apparivano magistralmente assimilate e in più si preannunciava, più che il mondo di Debussy, quello del maturo Ravel… “(Roman Vlad). A La Tilda seguì il dramma lirico in tre atti di Leopoldo Marenco L ‘Arlesiana rappresentata al Lirico di Milano il 27 novembre 1897, opera che rivelò, nella famosa romanza “Il Lamento di Federico “, il tenore Enrico Caruso. Grande entusiasmo riportò a Milano, sempre al Lirico, il 6 novembre 1902 l’Adriana Lecòuvreur; commedia-dramma in quattro atti di Arturo Colautti e, successivamente, al Teatro alla Scala, diretta da Toscanini, si rappresentò il 15 aprile 1907, l’opera Gloria, tre atti dello stesso Colautti; mentre al Teatro Carlo Felice di Genova, il 6 giugno 1913, si eseguì il Poema Sinfonico, versi di Sem Benelli.

A partire dal 1913, si dedicò alla direzione dei Conservatori di Musica di Palermo prima e San Pietro a Maiella poi. Lasciata la direzione del Conservatorio napoletano, per raggiunti limiti di età, si stabilì a Roma e dopo a Varazze, dove morì il 20 novembre 1950.Oltre alle opere liriche compose musica vocale e strumentale, sinfonica e da camera. Amò intensamente Palmi, alla quale lasciò i suoi ricordi, le testimonianze di musicista e la sua biblioteca. (rvv)

Orgoglio calabrese a Milano: alla Scala il Maestro Filippo Arlia

di PINO NANO – È un’emozione leggere sul sito del teatro più famoso al mondo, che è il teatro “Alla Scala” di Milano, leggere che va in scena Inedita-Mente Cilea. Capisci subito che parliamo di Calabria, e capisci subito che per la prima volta alla Scala di Milano si canta si suona si duetta e si sogna in calabrese. Chi l’avrebbe mai immaginato?

L’appuntamento è per oggi pomeriggio, lunedì 23 gennaio, e per l’occasione a salire sul podio del Teatro milanese sarà uno dei più grandi artisti che la Calabria abbia mai avuto, un grande musicista che ha già fatto parlare di sè per il talento e la genialità artistica con cui si muove da quando era ancora ragazzo sui palcoscenici più prestigiosi del mondo.Parliamo di Filippo Arlia, classe 1989, figlio unico, nato a Cosenza, casa a Belmonte Calabro, dove papà e mamma hanno ormai imparato ad aspettarlo, un pianista che nel giro di pochi anni diventa anche il più giovane direttore d’orchestra d’Italia.

Non solo questo, ma il “ragazzo” viene oggi considerato dalla critica internazionale come uno dei più brillanti e versatili musicisti italiani della sua generazione. Meravigliosa Calabria, è il caso di dirlo questa volta, e a ragion veduta, anche se siamo due passi dalla stazione ferroviaria di Milano.

Inedita-Mente Cilea va in scena dunque oggi alla Scala per il ciclo che si chiama “Invito alla Scala”, e dove i “Virtuosi del Teatro alla Scala”, il violoncellista Enrico Bronzi e il violinista Massimo Quarta, diretti appunto dal Maestro Filippo Arlia proporranno musiche di Leonardo Leo, “Concerto in re maggiore per violoncello e orchestra, revisione e orchestrazione di Francesco Cilea”, e Francesco Cilea ,“Il Canto dell’Amore per soli e orchestra d’archi, orchestrazione di Raffaele Cacciola” da un tema inedito dello stesso Francesco Cilea.

Un evento di livello internazionale, attesissimo e soprattutto “amatissimo” dai frequentatori storici del teatro milanese.

Il giudizio che ne abbiamo raccolto ieri, giorno di prove per il maestro Filippo Arlia, è che «I Concerti Invito alla Scala permettono di mantenere viva l’importante tradizione della musica da camera, grazie alla sensibilità e al contributo delle prime parti dell’Orchestra del Teatro, che da sempre desiderano diffondere questo filone tradizionale della musica classica».

Da qui, dunque, l’idea di rivolgere a un pubblico di giovani e di adulti questo genere di concerti che nasce soprattutto «dal desiderio di formare il pubblico alle più svariate tipologie di scritture musicali e di facilitarne l’ascolto, con la conoscenza di volta in volta delle varie famiglie di strumenti dell’orchestra».

Come dire? Una prova d’autore – il maestro Arlia non lo dice esplicitamente ma lo fa capire – affidata questa volta a questo straordinario musicista calabrese che ancora una volta fa parlare di sé e della sua storia, ma anche della sua terra natale e dei ragazzi che oggi pomeriggio suoneranno per lui.

L’idea di mettere in scena Inedita-Mente Cilea nasce proprio grazie ad uno studio che Filippo Arlia ha intrapreso insieme ai ragazzi del Conservatorio di Musica “P. I. Tchaikovsky” di Nocera Terinese, e di cui è anche direttore.

«Esattamente due anni fa – racconta il Maestro Arlia – durante la pandemia, abbiamo svolto un lavoro di ricerca sulle musiche inedite di Francesco Cilea, e devo dire che alcune scoperte sono state entusiasmanti, perché il Maestro Cilea è stato un genio. Inedita-Mente Cilea non sarà soltanto un concerto, ma anche un lavoro discografico, perché questo programma, che abbiamo già registrato con I Virtuosi del Teatro alla Scala, sarà pubblicato da Brilliant Classics e distribuito poi in tutto il mondo”.

Dietro tanta attesa per questo debutto milanese di Filippo Arlia alla Scala si muove silenziosa, quasi come un’ombra, la sua storia professionale e artistica. È ancora giovanissimo Filippo quando si diploma in pianoforte presso il Conservatorio “Torrefranca” di Vibo Valentia, ha solo 17 anni, e chiude questo primo ciclo della sua formazione con il massimo dei voti, la Lode, e la Menzione d’Onore. Filippo cresce come musicista sotto la guida di Antonella Barbarossa, acquisendo così – ricorda lui stesso – «i metodi e le tecniche della scuola pianistica della famosa didatta Lethea Cifarelli, allieva prediletta di Edwin Fischer». Completa poi la sua formazione umanistica, dopo aver preso una laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, lascia tutto, testi di diritto e l’idea della toga, per dedicarsi questa volta solo alla musica.Un avvocato mancato, forse, ma grazie alla sua tenacia e alla sua perseveranza Filippo diventa immediatamente un musicista di grande successo.

La sua passione e la sua versatilità – dice la critica che più conta – lo portano ad esibirsi come pianista, almeno inizialmente, e subito dopo come direttore d’orchestra nei teatri di mezzo il mondo ma a dispetto del successo e dei riconoscimenti conquistati un po’ dovunque sceglie di non lasciare la sua terra di origine, di restare in Calabria, e di considerare il mondo come una destinazione comodamente raggiungibile dalla sua casa di  Cosenza. Non contento di questo Filippo diventa anche il più giovane direttore di conservatorio in Italia.

Oggi il suo entusiasmo è alle stelle, ma tutto questo è abbastanza comprensibile e scontato.

«Il Teatro alla Scala – riconosce – è un tempio della musica. Da questo palcoscenico sono passati i più grandi della storia, non crede che sia normale e quasi naturale avere una sorta di timore reverenziale? Personalmente ho avuto l’onore di dirigere alla Carnegie Hall di New York, alla Novaya Opera di Mosca, ma è chiaro che dirigere un programma, qui Alla Scala, ha un valore ancora più speciale per me, visto che sono figlio di questo Paese».

– Maestro, le ricordo che lei ha diretto alcuni dei musicisti più noti del nostro tempo, Sergej Krylov, Yuri Shishkin, Michel Camilo, Sergei Nakariakov, Ilya Grubert, Danilo Rea, Giovanni Sollima, Eugenio Bennato, la rete è piena di questi riferimenti…

«Capisco che non è facile capire fino in fondo i sentimenti che nutro in questi momenti, ma vede: il mondo intero identifica il Teatro alla Scala come un simbolo di “italianità” di cui tutti noi dobbiamo essere orgogliosi, e l’evento di oggi assume per me che sono figlio della Calabria un carattere ancora più significativo, visto il lavoro quasi monografico che abbiamo dedicato a Francesco Cilea,mio conterraneo, ma prima di tutto un grande protagonista della storia della musica».

A questo punto è giusto ricordare, a chi non lo sa, che il musicista cosentino ha già lavorato con alcuni dei cantanti più conosciuti a livello internazionale nel mondo della lirica, da Dimitra Theodosiou a Giovanna Casolla, da Fabio Armiliato ad Amarilli Nizza, da Sonia Ganassi a Carlo Colombara, da Maria Pia Piscitelli a Roberto Frontali.Ma tantissime sono state le sue collaborazioni con grandi etichette discografiche come Sony Music, Warner Classics, Brilliant Classics, e chi più ne ha più ne metta.

Un successo dietro l’altro che oggi fa di questo artista così poliedrico e completo uno dei “figli d’arte” certamente più conosciuti e più famosi della Calabria nel mondo. Più di 400 concerti come solista e direttore in più di 30 paesi al mondo, ma Filippo Arlia ha già diretto orchestre dal prestigio storico come l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, Haifa Symphony Orchestra, I virtuosi del Teatro alla Scala, Cairo Symphony Orchestra, Jerusalem Symphony Orchestra, e ha calcato alcuni dei palcoscenici più prestigiosi della storia della musica,la Carnegie Hall di New York, la Cairo Opera House, l’Auditorio Nacional de Musica di Madrid, la Novaja Opera di Mosca, Smetana Hall di Praga, e nel 2015 inaugura la stagione del Teatro Municipale di Piacenza sul podio dell’ Orchestra Filarmonica Toscanini.

Non è tutto. Cinque anni fa, nel 2017,  presenta il suo disco Duettango in diretta su RAI Radio 3 per i Concerti del Quirinale a Roma, confermando il suo estro e la sua capacità di cambiare continuamente registro. Indimenticabile poi la sua performance, nel 2019, sul podio dei Berliner Symphoniker con Stefano Bollani al pianoforte al Teatro Filarmonico di Verona.

Finalmente una pagina importante per i calabresi che vivono qui a Milano. Ma non solo per loro. (pn)

PALMI (RC) – Domenica s’inaugura l’opera dedicata a Cilea e Repaci

Domenica 10 aprile, a Palmi, a Villa Mazzini, s’inaugura l’opera dedicata a Francesco CileaLeonida Repaci, realizzata dall’artista Achille Cofano e ideata e fnanziata dall’Associazione Prometeus, guidata da Saverio Petitto, che è anche promotrice dell’evento, dal titolo Immortali nel ricordo.

Due anni di intenso lavoro per l’artista e per la Prometeus, fino al compimento di un’opera di introspezione e ispirazione intrisa di sentimento, impressa con l’antica tecnica a cera persa nel bronzo presso la pregiata Fonderia Giampaoli di Roma.
Il maestro e lo scrittore, che hanno dato lustro alla cittadina calabrese in tutto il mondo, con la loro sublime arte, le loro opere e il loro intelletto, finalmente insieme nella storia e nella memoria.

Il compositore Francesco Cilea (Palmi, 23 luglio 1866 – Varazze, 20 novembre 1950) e lo scrittore Leonida Rèpaci (Palmi, 5 aprile 1898 – Marina di Pietrasanta, 19 luglio 1985) sono infatti il simbolo delle radici culturali di Palmi, parte integrante della struttura sociale della comunità, vivi con le loro idee e le loro visioni nel dibattito contemporaneo.

«Con questo progetto, abbiamo colmato una lacuna nella memoria della nostra città – ha dichiarato Saverio Petitto – e ne siamo veramente orgogliosi». «Questo periodo storico difficile – sottolinea il Presidente della Prometeus – ci ha dato un nuovo impulso a ripartire dalle nostre radici, a rinforzarle per proiettarci su orizzonti di speranza e di fiducia per la nostra terra e per l’intera comunità umana».

Il monumento si avvale dell’autorizzazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. L’Associazione ha avuto cura di riqualificare l’intera area della Villa comunale, che ospiterà l’opera, dando vita a uno spazio incantevole e suggestivo, immerso nella disarmante bellezza di questa terrazza sul mare, nel cuore della Costa Viola: un luogo magico e particolarmente caro ai due personaggi finalmente immortalati in un dialogo eterno. L’investimento economico complessivo messo in campo dalla Prometeus è pari a circa 70mila Euro, senza l’impiego di fondi pubblici, ma attraverso la raccolta del 5xmille, le libere donazioni e la raccolta fondi derivanti dalla vendita delle proprie opere editoriali.

Alla cerimonia di inaugurazione, interverranno insieme al presidente Petitto e al sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio, rappresentanti istituzionali della Regione Calabria e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, e delle città di Varazze e Viareggio, luoghi di adozione dei due intellettuali calabresi. L’evento sarà arricchito da brevi testimonianze, interventi musicali e declamazioni di versi. (rrc)