Incendi, Bruni: Abbiamo bisogno di mezzi e strategie adeguate

La consigliera regionale e  capogruppo del Gruppo Misto, Amalia Bruni, a seguito dei numerosi roghi che si sono registrati nella Provincia di Reggio, ha ribadito la necessità di mezzi e strategie adeguate per contrastare gli incendi.

«La notizia, di queste poche ore, lascia costernati – ha spiegato Bruni – spaventati e indignati per quello che si annuncia come il peggiore esordio per la stagione estiva 2022, essendo ancora vivo il ricordo della tragedia verificatasi nell’estate scorsa, quando vasti incendi hanno colpito il territorio calabrese provocando perdite di vite umane e di centinaia di ettari di bosco».

La capogruppo, infatti, pochi giorni fa aveva depositato una interrogazione scritta, a firma sua e dei capogruppo del Pd, Domenico Bevacqua e del M5S, Davide Tavernise, indirizzata al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per conoscere quali strategie la Regione intendesse adottare e quali già intraprese per incrementare la capacità di prevenzione e controllo degli incendi in Calabria.

«Ciò che temevamo – ha proseguito –, ossia che il governo regionale non avesse messo in campo tutte le strategie e le azioni utili a prevenire e contrastare gli incendi, ci aveva indotti a depositare un’interrogazione scritta al Presidente Occhiuto, ma la risposta, quella più dolorosa, che conferma la mancata messa in atto delle procedure necessarie, é arrivata dagli incendi di oggi (ieri ndr)».

«Eppure – ha concluso – le Associazioni avevano per tempo posto l’attenzione sul grave rischio a cui si andava incontro. Non basta fare una deliberazione di giunta se poi non si mettono in atto tutti gli strumenti. É nostro dovere vigilare  sul governo regionale affinché si attivi per tempo e in modo efficace per la salvaguardia del nostro territorio e delle nostre comunità. Non è più il tempo delle parole ma quello delle azioni concrete. Dobbiamo tutelare con gli strumenti a disposizione il nostro territorio e la popolazione che vive nelle realtà a forte rischio».

Incendi, siglato accordo tra Regione e Carabinieri

È stato siglato, tra il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto e il generale di Brigata Pietro Salsano, comandante della Legione Carabinieri Calabria, e il colonnello Giorgio Maria Borrelli, comandante regionale dei Carabinieri Forestali, un accordo di programma che ha l’obiettivo di concorrere alla salvaguardia delle foreste regionali, alla prevenzione dei rischi idrogeologici, ambientali e degli incendi boschivi.

«Quello firmato oggi è un accordo di programma davvero importante, ancor di più perché negli ultimi anni non era stato stipulato. Invece, grazie alla sensibilità dimostrata dal Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, questa volta ci siamo riusciti», ha affermato il presidente Occhiuto, ringraziando il generale Salsano, il colonnello Borrelli, e l’assessore regionale Gianluca Gallo.

«I Carabinieri, insieme ai Vigili del Fuoco, ai Forestali, alle associazioni della Protezione Civile – ha proseguito – svolgeranno una funzione preziosissima per prevenire e contrastare gli incendi nella nostra Regione. Il Dipartimento nazionale della Protezione Civile ci dice che questa stagione rischia addirittura di essere peggiore dell’anno precedente. Noi stiamo mettendo in campo tutte le risorse possibili per evitare i disastri della scorsa estate».

«Saranno impiegate – ha spiegato – oltre 80 associazioni di Protezione Civile, 3.500 Forestali, 5mila Carabinieri, e chiaramente tutte le unità disponibili dei Vigili del Fuoco: tolleranza zero nei confronti dei piromani e di chi appicca in modo criminale gli incendi. L’occasione di oggi, inoltre, è utile per esprimere la gratitudine del governo regionale, ma anche dei calabresi, nei confronti del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri per l’azione meritoria che sta svolgendo nella nostra Regione, non solo in quest’ambito, ma anche nel contrasto verso tutti i reati ambientali». (rcz)

 

Saccomanno (Lega): Approvata proposta da 40 milioni per i danni da incendi in Calabria

Il commissario regionale della LegaGiacomo Saccomanno, ha reso noto che è stata approvata la proposta da 40 miliardi ai cittadini e attività che hanno subito danni a seguito degli incendi estivi che hanno colpito le regioni della Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia.

Ciò è stato possibile grazie all’emendamento presentato dai senatori Stefano Candiani, già sottosegretario al Ministero dell’Interno, e Luca Briziarelli, capogruppo in Commissione Ambiente e già relatore del decreto incendi.

«Ora – ha spiegato Saccomanno – la parola passa al Parlamento che dovrà tenere ben presente tale deliberato e, quindi, riconoscere un primo contributo per alleviare chi è stato colpito da mano ignobile. A tal fine, la Lega si augura che gli investigatori possano scoprire gli anonimi piromani che dovranno pagare per le loro condotte sia dal lato penale che civile per i danni immensi causati».

«La Lega Calabria, comunque – ha concluso – vigilerà affinché tali risorse possano raggiungere al più presto i territori e le comunità gravemente colpite e, comunque, per iniziare, se possibile, l’attività di rimboschimento». (rrm)

Incendi, Calabria Verde: Dal 1° gennaio al 18 agosto in Calabria 5.867 incendi

Sono numeri preoccupanti, quelli resi noti da Calabria Verde, che, nel periodo compreso tra il 20 luglio ed il 20 agosto, si sono verificati circa 3.640 incendi boschivi, ovvero quasi il doppio rispetto a quelli originatisi nel periodo che va dal 15 giugno al 19 luglio 2021. In particolare, l’11 agosto le sale operative hanno gestito 242 incendi. Gli interventi dei mezzi aerei sono oltre 400 – solo mezzi regionali – di cui 263 nel mese di agosto.

Ben 395 comuni calabresi sono stati interessati da almeno un incendio censito dalle sale operative antincendio, 7 comuni hanno registrato nell’ambito comunale oltre 100 roghi: ma gli incendi boschivi hanno una incidenza di circa il 14% sul numero di incendi complessivi gestiti.

Numeri importanti quelli registrati e resi noti dall’Azienda “Calabria Verde” che raccontano in maniera drammatica di centinaia di incendi che hanno coinvolto ettari di patrimonio boschivo, storie millenarie, e purtroppo anche vite umane, andate perdute.

Incendi boschivi e di interfaccia (vale a dire quelli che interessano i centri urbani) che hanno provocato ingenti danni all’intero ecosistema regionale, alle colture agricole, gli allevamenti, agli insediamenti civili, rurali ed industriali. La maggiore incidenza, quindi, arriva da “incendi al suolo” – circa l’80% sul totale degli incendi –  che sono quelli originati da incolti agricoli, scarpate stradali, margini ferroviari ed altre pertinenze non riconducibili ad aree boschive.

La superficie bruciata è in via di definizione, ma dalle prime stime eseguite dall’interpretazione delle immagini satellitari la superficie interessata potrebbe superare i 35.000 ettari, comprensive anche delle foreste biogenetiche statali.

Contro la furia delle fiamme l’impegno di “Calabria Verde” è stato il massimo, imponente in termini di uomini e mezzi: 60 squadre munite di mezzi per lo spegnimento, n. 25 associazioni di volontariato convenzionate, 7/13 squadre boschive dei vigili del fuoco. Inoltre personale per l’avvistamento incendi dislocato su tutto il territorio.

A questi ultimi, nei giorni più critici si sono aggiunti gli operai forestali di cantiere generalmente non impegnati nella lotta attiva che hanno prestato attività a supporto nella bonifica e messa in sicurezza dei luoghi.

Gli incendi hanno colpito duramente vaste aree delle province di Cosenza e Catanzaro e della Città metropolitana di Reggio Calabria e più localmente le provincie di Crotone e Vibo Valentia, causando, gravi danni a decine di edifici e l’evacuazione di centinaia di persone oltre a ingenti danni al sistema agricolo e zootecnico regionale.

Secondo alcuni dati statistici, desunti in modo speditivo dal WebSOR (software per la gestione regionale degli incendi utilizzato delle sale operative AIB, coordinate da Azienda Calabria Verde) relativi agli incendi verificatisi nella Regione Calabria dal 1 gennaio alla data del 18 agosto per le province di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria, ed alla data del 19 agosto per la provincia di Vibo Valentia, il numero complessivo di incendi che hanno interessato la Regione Calabria è di 5.867.

Tra gli incendi più impegnativi del periodo di massima pericolosità si registrano:

Provincia di Reggio Calabria: Roccaforte del Greco del 5 agosto (durato più giorni, ha fatto registrare 78 interventi da parte delle squadre di terra, 20 DOS e 35 richieste di mezzi aerei); San Luca del 6 agosto (durato più giorni, ha fatto registrare 22 interventi da parte delle squadre di terra, 12 DOS e 23 richieste di mezzi aerei); Bagaladi del 4 agosto (durato più giorni, ha fatto registrare 20 interventi da parte delle squadre di terra, 4 DOS e 9 richieste di mezzi aerei); Reggio Calabria del 29 luglio (durato più giorni, ha fatto registrare 14 interventi da parte delle squadre di terra, 6 DOS e 16 richieste di mezzi aerei); Roghudi del 18 agosto (durato più giorni, ha fatto registrare 13 interventi da parte delle squadre di terra, 10 DOS e 20 richieste di mezzi aerei). Altri incendi rilevanti si sono verificati nei comuni di San Lorenzo, Africo, Cardeto, San Roberto, Calanna, Montebello Ionico, Mammola, Grotteria, Martone, Gioiosa Ionica, Caulonia, Camini, Bivongi, Cittanova-Delianova (loc. Zomaro).

 Provincia di Catanzaro: Isca sullo Ionio dell’11 agosto (durato più giorni ha fatto registrare 14 interventi da parte delle squadre di terra, 6 DOS e 11 richieste di mezzi aerei); Badolato dell’1 agosto (durato più giorni ha fatto registrare 15 interventi da parte delle squadre di terra, 5 DOS e 9 richieste di mezzi aerei) e del 6 agosto (durato più giorni ha fatto registrare 20 interventi da parte delle squadre di terra, 6 DOS e 6 richieste di mezzi aerei); Sant’Andrea Apostolo dello Ionio (durato più giorni ha fatto registrare 10 interventi da parte delle squadre di terra, 2 DOS ed 6 richieste di mezzi aerei) e Catanzaro loc. “Siano” (durato più giorni ha fatto registrare 9 interventi da parte delle squadre di terra, 6 DOS e 8 interventi di mezzi aerei. Altri incendi rilevanti si sono verificati nei comuni di Gagliato/Satriano, Gizzeria/Lamezia, Martirano Lombardo, Platania/Conflenti/Decollatura, Zagarise, Stalettì, San Floro/Borgia.

Provincia di Cosenza: Longobucco dell’8 agosto (durato più giorni, ha fatto registrare 44 interventi da parte delle squadre di terra, 12 DOS e 23 richieste di mezzi aerei); Acri del 3 agosto (durato più giorni, ha fatto registrare 29 interventi da parte delle squadre di terra, 14 DOS e 28 richieste di mezzi aerei); Bocchigliero dell’1 agosto (durato più giorni, ha fatto registrare 15 interventi da parte delle squadre di terra, 2 DOS e 2 richieste di mezzi aerei); Corigliano-Rossano del 17 agosto (durato più giorni, ha fatto registrare 10 interventi da parte delle squadre di terra, 3 DOS e 9 richieste di mezzi aerei). Altri incendi rilevanti si sono verificati nei comuni di Bisignano, Pietrapaola, Paludi-Scala Coeli, Oriolo, Roseto Capo-Spulico, San Basile, Morano Calabro, Castrovillari, Cassano allo Ionio, Acquaformosa, Lungro, Orsomarso, Tortora, Belvedere, Buonvicino, Grisolia, Maierà, Cetraro, Belmonte Calabro, Paola, Amantea, Aiello Calabro, Rende, Castiglione Cosentino, Casali del Manco, Mendicino, Carolei.

Provincia di Crotone: Petilia Policastro del 5 agosto (durato più giorni, ha fatto registrare 12 interventi da parte delle squadre di terra, 3 DOS e 8 richieste di mezzi aerei) e del 9 luglio (durato più giorni, ha fatto registrare 5 interventi da parte delle squadre di terra, 2 DOS e 8 richieste di mezzi aerei). Altri incendi rilevanti si sono verificati nei comuni di Crotone e Mesoraca.

Provincia di Vibo Valentia: Il numero complessivo di incendi che hanno interessato la provincia di Vibo Valentia per l’anno 2021 alla data del 18 agosto è di 924, dei quali 920 (pari al 99%) nel periodo di massima criticità. Le attività di spegnimento hanno fatto registrare 1.053 interventi da parte delle squadre di terra, 119 interventi dei DOS con circa50 interventi con mezzi aerei. Incendi rilevanti si sono verificati nei comuni di Vibo Valentia, Briatico. Joppolo, Maierato, Mileto, Pizzo, Nardodipace, Filogaso, Fabrizia. Le maggiori criticità sono state registrate nei giorni 9, 11, e 16 agosto con numero di incendi pari a superiore a 30. (rcz)

INCENDI-ALLUVIONI: LA CALABRIA È STANCA
ARRESTARE IL DISSESTO DEL TERRITORIO

di SEBASTIANO ZAVETTIERI – Assistiamo, ormai, da molto tempo ad un continuo dissesto del territorio dovuto al completo abbandono ed incuria dello stesso, con le conseguenze che tutti conosciamo: bombe d’acqua, alluvioni ecc. ecc. che provocano danni e disastri non giustificabili, vedi ad esempio la tragedia di Raganello dell’Agosto del 2018 e, per ultimo, l’immane disastro di questi giorni dovuto al propagarsi di devastanti incendi boschivi per vastità di dimensione e tuttora attivi.

Anche nel passato ciò è avvenuto, ma l’opera di forestazione preventiva, e cioè la pulitura dell’alveo dei torrenti, la regimentazione delle acque attraverso briglie in cemento, le gabbionate, la realizzazione di viali parafuoco, la pulizia del sottobosco, il presidio a terra con personale competente, tanto per citarne alcune, ne ha consentito un più celere spegnimento, per restare solo negli incendi, contenendo anche i danni.

Non finiremo mai di ringraziare quanti, in tali occasioni, si spendono senza sosta per cercare di limitare i danni. Ma, tali disastri, dovuti non solo ad eventi atmosferici, potrebbero essere evitati o, quantomeno, limitati con un’attenzione diversa sulle problematiche ambientali e sulla manutenzione del territorio

Ci devono fare riflettere, anche, l’attuale, carente utilizzo e mantenimento in vita di un settore, quello della forestazione, che in passato si è rivelato di vitale importanza per la salvaguardia e messa in sicurezza del territorio. Una politica miope e poco coraggiosa, invece, ha lasciato al proprio destino il settore facendo decrescere nel numero gli addetti da circa 10.200 unità stabilizzati nell’anno 2004 per portarlo via, via al proprio esaurimento.

La consistenza delle maestranze determinate in 10.200 nel 2004 nel tempo, si è ridotta a circa 6.500 unità comprendente, peraltro, anche i lavoratori “Why not”, i lavoratori assunti con i fondi a sollievo ecc.ecc. che, praticamente hanno contribuito unitamente a nomine apicali prive di competenza specifica ad eccezione dell’ultima, a rendere inefficiente la specificità del settore.

Basterebbe quindi, riorganizzare il comparto già esistente, del tanto vituperato settore della forestazione che nel passato, fino agli anni ’80, guidato da funzionari del Corpo Forestale dello Stato, oggi Carabinieri Forestali e da funzionari regionali oggi, quasi tutti, in quiescenza, aveva assicurato la salvaguardia, tutela e messa in sicurezza del territorio sempre più esposto ad eventi avversi.

Basterebbe procedere alla riorganizzazione del settore, rivedendo la consistenza del personale con l’assunzione, se necessario, di personale idraulico forestale a tempo determinato nei limiti consentiti e comunque non oltre il tetto di cui alla citata stabilizzazione.

Basterebbe, altresì, poter disporre di personale apicale di specifica competenza e con titolo di studio adeguato (laurea in scienze forestali e/o agraria…) non escluso il ricorso, anche, all’impiego di ispettori forestali, oggi, accorpati all’Arma dei Carabinieri Forestali.

Basterebbe riportare il comparto ad occuparsi quasi, in modo esclusivo alla gestione del territorio con interventi nel campo selvicolturale, idrogeologico ed ambientale.

Basterebbe, anche, che gli attuali addetti allo stato abbandonati a se stessi, senza una specifica utilizzazione, pur se regolarmente retribuiti, venissero riqualificati e correttamente impiegati per interventi selvicolturali, ricostituzione di aree sboscate percorsi dal fuoco, interventi di difesa del suolo e di tutela e valorizzazione ambientale, sistemazioni fluviale, regimazione delle acque, ecc.ecc..

Assieme al miglioramento di una maggiore tutela e difesa del territorio, si creerebbe occupazione in una regione il cui tasso di disoccupazione tocca livelli altissimi.

Non è una questione di soldi. I fondi ci sono: basta attingere ai finanziamenti ordinari europei 2021-2027 destinati alle regioni dell’obiettivo 1, oltre a quelli previsti nel Pnrr e/o Next Generation Eu. Basterebbe saperli spendere e spendere bene. (sz)

[Sebastiano Zavettieri è stato sindaco di Roghudi; già resp.le prov.le Azienda Forestale Regionale Reggio Calabria]

 

Incendi, Michela Mazza (Gruppo Allevatori Calabresi): Il prossimo governatore della Calabria avvi politica di prevenzione

Michela Mazza, rappresentante di un Gruppo di allevatori calabresi, in merito alla questione incendi, interviene a difesa degli allevatori, accusati di essere i piromani, sottolineando come tale affermazione sia infondata, in quanto «nessun interesse può avere un allevatore a bruciare i boschi per ricavare pascoli, dal momento che i pochi allevatori rimasti avrebbero a disposizione tanti pascoli abbandonati».

Per Mazza, infatti, ha ricordato come quella in Calabria è un’emergenza senza precedenti, dove «un inferno di fuoco ha ridotto in cenere oltre 10.000 ettari di boschi calabresi. Scene da apocalisse: la regione più ustionata d’Italia».

«Una difesa anti incendio, sin dall’antichità – ha spiegato – era fatta dalla zootecnia allo stato brado: mucche, vitelli, agnelli, pecore, capre e capretti brucavano e consumavano tutta l’erba sia fresca che secca presente nei boschi e nelle campagne; erano falciatrici naturali instancabili. Una zootecnia ormai distrutta dalle politiche no-vax del Ministero della Sanità da oltre 30 anni per altri interessi. Inoltre, sono rimasti pochi i calabresi produttivi, tra cui pochissimi agricoltori e allevatori, che da soli provvedono alla difesa e alla custodia del nostro territorio».

«Perché – ha chiesto – non impiegare maggiormente le forze dell’ordine per il controllo preventivo della nostra terra e del nostro patrimonio, soprattutto nelle aree interne più spopolate?»

«Più che mettere in sicurezza le aree distrutte – ha concluso – non è forse il caso di avviare una politica di prevenzione? Speriamo, allora, che il prossimo ed imminente Governatore della Regione Calabria abbia, tra le sue priorità, anche quella di tutelare le aree boschive, patrimonio paesaggistico e ambientale unico nella nostra terra e di inestimabile valore, soprattutto tutelando gli allevatori nello svolgimento della loro attività, semplificandone le procedure». (rrm)

 

A Badolato un ‘pronto intervento artistico’ contro gli incendi che stanno devastando le montagne

Pronto intervento poetico con Canti scritti da Dante Alighieri è l’azione simbolica e di protesta che si svolgerà domani, a Badolato, sulla strada provinciale 136 – direzione Serra San Bruno – della Compagnia Teatro del Carro, contro gli incendi che stanno devastando le montagne, dove alcune attrici, attraverso un progetto poetico specifico sulla Divina Commedia, daranno voce, nella natura devastata dai tremendi incendi di questi giorni, ai versi di Dante Alighieri.

La Compagnia Teatro del Carro, a pochi giorni dai disastrosi incendi che hanno colpito tantissimi luoghi della Calabria, del Mediterraneo e di tante altre parti del pianeta, e in attesa che tanti roghi ancora attivi vengano spenti al più presto, ha pensato di fare riecheggiare le parole del Sommo Poeta tra i boschi violati e incendiati delle Serre Calabresi, come momento simbolico, contrapponendo alla violenza dei dolosi atti incendiari, atti poetici, atti di umanità disinteressata, che segnano una reazione concreta e intendono posizionarsi fisicamente difronte a questi paesaggi infernali carbonizzati e inceneriti e diffondendo attraverso un atto performativo, parole di bellezza e di rigenerazione interiore.

«L’impotenza dell’uomo davanti alle fiamme devastatrici ha mortificato e spento tutti noi – si legge in una nota – cosicché abbiamo pensato di agire semplicemente attraverso ciò che svolgiamo quotidianamente, ossia il nostro lavoro in campo teatrale e performativo. Un’iniziativa proposta e voluta in coordinamento e collaborazione con tanti cittadini, sostenuta e supportata dalle istituzioni ed amministrazioni locali, con un senso alto e condiviso di appartenenza e di contemplazione, dispiacere e osservazione, tentando di prestare maggiore ascolto a ciò che la natura ci sta supplicando da tempo di fare». (rcz)

Incendi, Legambiente Calabria: Occorre fare chiarezza sulle responsabilità

Legambiente Calabria ha ribadito la necessità di fare chiarezza sulle responsabilità su «un’emergenza infinita che ha mietuto vittime e danni, colpendo zone agricole e aree boscate di pregio come ha ripreso a fare in Aspromonte e da ultimo nell’Area marina protetta di Capo Rizzuto dov’è stato ridotto in cenere il bosco di Sovereto».

«Sull’origine dolosa degli incendi non ci sono dubbi – ha aggiunto –. E non ci sono dubbi sulla inadeguatezza del sistema di prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi della Calabria basato su un Piano regionale Aib che non previene nulla e costa tantissimo alle casse pubbliche».

«La situazione è fuori controllo in ogni parte della regione – ha proseguito – dove gli incendiari, braccio operativo degli interessi criminali, agiscono praticamente indisturbati costringendo i vigili del fuoco a rincorrere gli incendi senza nessuna possibilità di prevenire i danni. Dovrebbe essere chiaro che quando si arriva a dover contare sui canadair e sui mezzi aerei per contrastare gli incendi la partita è in gran parte già persa e si può’ solo fare la conta dei danni. Nonostante questo, non possiamo lasciare il campo alla disperazione perché si può e si deve agire di più e meglio di quanto visto nella nostra Calabria: esistono metodi di prevenzione suggeriti dalla scienza e Piani Aib ben strutturati in altre Regioni che si possono prendere a modello ed adattare facilmente  alla nostra realtà».

«L’esperienza insegna – ha spiegato Legambiente Calabria – che la lotta ai roghi si può fare e si può anche vincere, utilizzando strumenti e strategie già sperimentati con successo in altri contesti. L’anomalia calabrese è quella di non avere un Piano Aibadeguato, di non avere una Pubblica Amministrazione che risponde pienamente ai principi di efficacia ed efficienza  e pubblici funzionari  a partire dalla Regione, che rispondano delle proprie azioni».
«L’anomalia calabrese, ancora più che italiana – ha proseguito ancora – è  quella di non avere una classe politica che si assuma le proprie responsabilità. Dopo la stagione degli incendi occorrerà fare chiarezza sulle responsabilità della Regione e di Calabria Verde e di tutta la filiera attivata per prevenire  la fallimentare stagione di fuoco a cui stiamo assistendo».
«Sicuramente – ha aggiunto – sarà necessario indagare e chiarire alcuni episodi ancora più eclatanti di altri come l’incendio che ha devastato il Bosco di Sovereto su cui da anni incombe la minaccia dei roghi e le mire degli interessi criminali. Il bosco in questione è nell’Area marina protetta Capo Rizzuto nel comune di Isola Capo Rizzuto, è un’area pubblica di proprietà dell’Arsac su cui gli interventi di gestione e prevenzione dagli incendi boschivi avrebbero dovuto realizzarli Calabria Verde. Un’area di grande pregio ambientale ma ad altissimo rischio per la quale Legambiente e altre associazioni locali hanno chiesto interventi di tutela e di prevenzione degli incendi che non sono stati realizzati. Mancata realizzazione che costituisce il motivo per cui oggi subiamo la dolorosa perdita di un bosco la cui responsabilità è dei vertici della Regione e degli Enti strumentali Calabria Verde e Arsac».
«Stiamo assistendo a tanti, troppi errori ed inadempienze – ha concluso – su cui riflettere per invertire radicalmente la direzione. Occorre prevenzione  programmazione e controllo del territorio. A partire da ora e sui temi ambientali più urgenti per la nostra regione. Dopo la stagione degli incendi non vogliamo dover piangere  ed indignarci anche per i mancati interventi in materia di dissesto idrogeologico e per i disastri delle imminenti  piogge autunnali». (rcz)

L’opinione/ Emilio Errigo: Fuoco, terremoti, alluvioni e vigili del fuoco in Italia

di EMILIO ERRIGO – Scriveva Albert Einstein:  «La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. In questo caso abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c’è niente che funziona e nessuno sa il perché».

Quando nel 1981, dopo aver sostenuto con esito favorevole gli esami volti al conseguimento del titolo abilitativo necessario per poter assumere il Comando di Unità Navali Militari della Guardia di Finanza, sono stato inviato in missione addestrativa e formativa, presso la Base Navale della Marina Militare Italiana a Taranto, (Maricensicur) per la frequenza del previsto corso di alta formazione antincendio, antifalla e Nbc, non potevo certo immaginare che un giorno avrei dovuto dirigere le operazioni antifalla e antincendio in teatro operativo marittimo complesso.

L’esperienza rende l’essere umano più consapevole delle proprie presenti e future responsabilità. Da allora ad oggi, corsi di specializzazione, qualificazione e abilitazione, formazione e gestione delle emergenze, ne ho frequentati tanti al punto tale che sono stato per circa 5 anni, il Comandante( Capo) della sezione situazione, gestione emergenze, soccorso, ordine e sicurezza pubblica, presso la Centrale Operativa – III Reparto Operazioni del Comando Generale del Corpo della Guardia di Finanza.
In tale impegnativo incarico ho maturato notevoli esperienze di gestioni delle emergenze e crisi nazionali ed europee, Protezione e Difesa Civile, interventi di soccorso e salvataggio in mare, in alta montagna e sul territorio.

Credo che le tre esperienze operative, umane e professionali che più di altre mi hanno segnato positivamente la vita, siano state quelle vissute senza risparmiare energie e con tutto il mio coinvolgimento psicofisico in quel di Roma. La prima, quale Ufficiale superiore esperto, in rappresentanza del Comando Generale del Corpo, presso l’Ufficio Ordine e Sicurezza Pubblica del Ministero dell’Interno, allora diretto dall’allora Dirigente Superiore di PS Feliciano Marruzzo, la seconda mi ha visto cooperare quale componente della Commissione Interministeriale Tecnica di Difesa Civile (Citdc), allora incardinata presso la Direzione Centrale per la Difesa Civile, del dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e difesa civile, presieduta e diretta dal caro Pref. Carlo Boffi.

Altra esperienza incomparabile e indimenticabile, mi ha visto coinvolto (in ogni ora del giorno e della notte) quale componente designato, presso il Comitato Nazionale Operativo della Protezione Civile, con a Capo l’instancabile Pref. Franco Gabrielli, con a suo fianco l’onnipresente Ing. dei Vigili del Fuoco, Fabrizio Curcio. Ho fatto questa descrittiva premessa, per evidenziare ai lettori, che per gestire le emergenze, le crisi, le operazioni di soccorso e salvataggio, gli interventi di protezione e difesa civile Nbcr , ordine e sicurezza pubblica, occorre tanta e tanta formazione, tenuto conto e considerato, che in tali ambiti operativi, l’ esperienza umane e professionale non è e non si rivelerà mai troppa.

I miei eroi da bambino erano i Vigili del Fuoco e i loro mezzi.  Oggi li considero miei carissimi amici, in quanto a ragione del vero, sono stati e rimarranno, una costante positiva e formativa nella mia vita professionale.
Credo di poter affermare con cognizione di causa e presunzione di conoscenza, che il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, oggi rappresenti la vera Eccellenza della nostra amata Italia, Vigili del Fuoco italiani dei quali dobbiamo essere orgogliosi e fieri. Sempre reattivi a ogni chiamata di emergenza, h 24 notte e giorno, pronti a intervenire coraggiosamente ovunque da veri professionisti dell’emergenza, capaci ed esperti nel fronteggiare calamità naturali, disastri dolosi o colposi.

Le loro specialità operative permettono di poter intervenire in ogni parte del territorio nazionale ed estero, da terra, da mare o via aerea. Li abbiamo visti presenti in tutte le alluvioni, terremoti, guerre, nevicate, sommosse popolari, disastri ambientali, attentati terroristici, naufragi, incidenti stradali, ferroviari, marittimi, aerei, gravi collassamenti di funivie e idrovie, spegnere incendi piccoli o estesi e indomabili, come quelli che hanno visto bruciare migliaia di ettari di foreste e boschi nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, della Sila e del Pollino.

Se non ci fossero stati i nostri eroi Vigili del Fuoco, chissà quanti morti e distruzioni avremmo dovuto registrare in Calabria, Sicilia, Sardegna e in ogni dove.  Sono sempre loro i veri nemici del male e del fuoco, veri protettori dalla forza distruttiva dei terremoti e alluvioni. Sono i Vigili del Fuoco, uomini e donne, grandi e fedeli servitori dello Stato, che rischiano e tantissime volte perdono la loro stessa vita, nel tentativo di salvare quella degli altri, italiani o stranieri a loro poco o nulla importa delle loro origini e specie.

Meriterebbero maggiore riconoscenza pubblica, un potenziamento della forza organica, più dotazione di mezzi terrestri, marittimi e soprattutto aerei. Se dovessi essere chiamato dal Legislatore, dalla Presidenza del Consiglio o da uno dei ministri in carica, a dire la mia quale Consigliere Giuridico nelle Forze Armate e docente universitario esperto in sicurezza e gestione delle emergenze nazionali, direi di affidare al Corpo Nazionale di Vigili del Fuoco, la gestione di tutta la flotta aerea antincendio, destinando maggiori risorse economiche alla Protezione Civile e Difesa Civile e ricompensare economicamente l’attività meritoriamente svolta da tutto il personale dei Vigili del Fuoco. Onore e Merito ai Vigili del Fuoco !

(Emilio Errigo è nato in Calabria, docente universitario e Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza)

IL DISASTRO NEGLI OCCHI DEI CALABRESI
CON LA RABBIA DI CHI AMA QUESTI BOSCHI

di TOMMASO MARVASI – Il disastro. L’Aspromonte in fiamme. La mia amata montagna – la mamma che senza saperlo mi copriva amorosamente le spalle, mentre io guardavo il mare, dalla parte opposta, coi suoi orizzonti infiniti e la mia voglia giovanile di andare – brucia. Una sciagura di proporzioni bibliche, ma non un flagello: perché c’è la mano dell’uomo, non la punizione divina. Perché come hanno scritto le Guide dell’Aspromonte in una loro appassionata lettera «che tutti sappiano… Criminali e complici dei criminali, siate maledetti, voi che bruciate e voi che non avete fatto ciò che sarebbe servito a fermarli. È come se bruciassero i Bronzi di Riace… Sta bruciando l’Aspromonte. Non sterpaglie o erba secca, l’Aspromonte selvaggio e quasi intatto, quello dei boschi antichi, degli alberi millenari e dall’altissimo pregio. Bruciano la foresta di Acatti e la Valle Infernale, di recente divenuta patrimonio Unesco. Brucia lo Zomaro e i boschi di Roccaforte, nuovi focolai si segnalano nell’area grecanica».

Il primo impatto con l’incendio l’ho avuto, senza capirne la portata effettiva, nel pomeriggio di sabato 8 agosto. Ero a San Luca, all’inaugurazione della mostra fotografica Occhi di donna, una bella, colta e intelligente raccolta di più di un secolo di fotografie di donne di San Luca. Tutte bellissime. Anche quelle di donne dai tratti più arcigni, ma ispiranti dignità e forza; oppure quelle sprizzante la prepotente bellezza mediterranea ed i fieri lineamenti greci. Fino all’inaspettata donna dai capelli chiari e dagli occhi azzurri, forse una diretta discendente dorica. Oppure la sorpresa di scoprire la analfabeta, Settilia Palma Mammoliti, forse l’ultima poetessa solamente orale della storia (la notazione è di mio figlio Antonio, che mi accompagnava e che si occupa di letteratura a livello universitario), una “aeda” del XX secolo.

Ecco, quella cerimonia di apertura – presente anche Nino Spirlì, Presidente f.f. della Regione, vestito alla Salvini, con una polo della protezione civile – cominciò con un minuto di silenzio, un solidale raccoglimento che quella gente di montagna tributava in memoria delle ultime due vittime del fuoco, Antonino e Margherita Cilione, di Bagaladi, comune dell’area grecanica, dall’altra parte della montagna. Nelle parole del sindaco Bruno Bartolo – una mia recente conoscenza, ma col quale avverto una vicinanza come un amico antico – l’orgoglio per quello che le ragazzine del paese avevano saputo fare, senza fondi, senza aiuti esterni, con la loro determinazione e volontà.

Ma subito dopo eccolo esprimere la preoccupazione per l’incendio che saliva verso Montalto, che minacciava la distruzione non solo di un patrimonio naturale unico ed irripetibile, ma anche di una ricchezza culturale senza pari: che anche se espressa da incolti, come poteva essere l’aeda Settilia, era pur sempre il frutto di una tradizione plurimillenaria.

Nonostante le preoccupazioni del sindaco rimanevo lì incantato a sentire le storie delle ragazzine di San Luca. Scoprire una poco più che bambina, Miriam Giorgi, autrice di una trilogia di romanzi, nominata Alfiere della Repubblica. Ascoltare le aspirazioni, i sogni di queste giovani donne. Ma anche le loro paure, che non hanno nulla in comune con i problemi delle loro coetanee di altri posti.

Il loro chiedersi su dove potranno andare, su come potranno proporsi nel mondo, con quella loro origine di un paese meraviglioso come San Luca, che si è voluto fosse più conosciuto come capitale della ‘ndrangheta che come paese natale di Corrado Alvaro, gigante della letteratura del Novecento. Magari con un cognome di una delle famiglie più tristemente famose. O addirittura di queste parente, con la consapevolezza – esplicitamente espressa – che non potranno avere accesso a tante opportunità; che, ad esempio, non potranno mai pensare, con quel cognome e con quelle parentele, a costituire una impresa, stante la certezza della interdittiva antimafia, uno dei più discussi istituti giuridici della nostra epoca, soprattutto per come viene spesso abusato.

«Ma io», si chiedeva una di loro «che colpa ne ho se mio padre ha un parente mafioso; quale reato ho compiuto?».

La mostra Occhi di donna delle ragazze di San Luca era previsto si concludesse il 14 agosto. Perché la palestra della bella scuola media (che vanta un teatro ideato da Michele Placido) dovrà essere subito riadibita all’uso didattico. Non so come la mostra sia andata e se ha avuto il successo che meritava. Temo che le fiamme che dalla montagna incombevano su San Luca e che la preoccupazione per il Santuario della Madonna di Polsi, letteralmente circondato dal fuoco, abbiano tenuto lontani moltissimi.

Forza Don Tonino, resisti. Io so per certo che ci sarà Polsi Ambiente 2022; è poca cosa, Rettore, ma un passo alla volta si fa un cammino lungo.

E soprattutto: forza, ragazze di San Luca. Fatevi fotografare con la fiamma di vita che ho colto nei vostri occhi: l’unico incendio che dovrete consentire e che non dovrà mai essere spento: neppure dalle lacrime.

[Courtesy La Discussione]