LA GUERRA DELLA SS 106 CONTRO LA VITA
DEI NOSTRI GIOVANI E DI QUESTA TERRA

di FRANCO CIMINO – E la pioggia finalmente è arrivata. Nessuno la cercava. Nessuno l’aspettava più in questo lungo dicembre che ci ha regalato un Natale quasi estivo. Con il chiarore del cielo che contrastava il cedere precoce della luce del giorno, secondo la regola dell’inverno e dell’ora naturale, che il pomeriggio era già sera. La pioggia è arrivata in serata avanzata. Insistente. Battente. Forte. Ma non di temporale.

È arrivata in silenzio senza tuoni né lampi di fuoco. Battente, però. Sui vetri delle finestre. Sui cornicioni. Sul pavimento dei balconi. E la senti. Oh, sì che la senti, anche se non fa rumore! Non pioveva, oggi, a fine mattinata. Non pioveva sulla statale 106, all’altezza del km 171, in località Calalunga-Pietragrande (km 171+300), come dicono i verbali tecnicamente dettagliati della Polizia e dei tecnici stradali. Lì, su quel tratto, al centro esatto della strada che separa la Marina di Catanzaro da Soverato, che saranno, da ambedue le direzioni, otto-dieci minuti per arrivarci, non pioveva da settimane. Non pioveva neppure oggi. C’era luce sulla via. E si vedeva bene e lungo. È una giornata di festa, questa. Una festa bella. L’Epifania, portatrice di doni al Bambino e da Lui promesse di vita nuova per tutti gli uomini e le donne di questa terra. Specialmente, per i ragazzi e i giovani. È la festa delle famiglie. E del riposo dal chiasso di queste due settimane, piene di movimento, di auto, di merci, di persone, di musiche assordanti e di piazze affollate. Di quasi tutti che hanno fretta e ti passano davanti senza neppure vederli, poterli salutare se li conosci.

Domandargli dove stiano andando visto che sembrano indirizzarsi sul versante sempre opposto dal tuo. E poi, tra due giorni, complice la domenica, i figli torneranno a scuola. Si sta a riposo, oggi. I più stanno a casa per l’Epifania. O per la Befana. Sono le le tredici e trenta circa. È l’ora canonica del pranzo della festa. Non c’è molto traffico. Poche automobili, che vanno in opposte direzioni. Non c’è stanchezza. Non c’è l’alcol e la testa di fumo delle notti del sabato del divertimento acceso. Si può stare tranquilli, oggi, giorno della festa.

Non è successo nulla ad alcuno dei partecipanti ai diversi veglioni. È stato un Buon Natale e un buon fine 2023. Non può succedere più nulla. E, poi, oggi, è la Festa dei doni. E su quella strada sulla quale siamo passati mille volte noi. Da soli e con le nostre famiglie. E i nostri figli. Anche in qualche momento di questo lungo Natale. E le nostre raccomandazioni fatte per monotonia genitoriale, in quel ricorrente “andate piano, vi raccomando. E state attenti”, detto così perché lo diciamo. Ma senza particolari timori, come quando, invece, li sappiamo in viaggio su percorsi assai insicuri.

In quel tratto lì, di giorno quieto, si sta più tranquilli. Pur se della cattiva 106 sempre si tratta. Strada quasi bestemmiata, perché portatrice di morti e feriti, lungo tutti i suoi più di trecento chilometri. Quelli che dovrebbero unire tutta la magica realtà che dall’antica Magna Graecia scorre lungo il litorale Sibari-Crotone-Squillace-Monasterace-Reggio Calabria. Ma oggi è il giorno della festa nella giornata di quiete, di luce, di armonia. E, poi, sono le tredici e trenta. Non c’è traffico. Non c’è fretta. Le baldorie sono finite. E le bottiglie di vino e birra pure.

Invece, no. La 106, la strada cattiva, non rispetta alcuna regola. Non perdona errori e distrazioni, non protegge dai guasti tecnici, non difende la gioia di chi la percorre o il bisogno di chi è costretta ad usarla. La strada nata brutta su una lingua di territorio devastata dalle tante bruttezze che le sono state caricate sopra, a mo’ di sfregio e di sfruttamento, la strada lasciata peggiorare per oltre trent’anni e abbandonata da promesse ingannevoli, o da sistemazioni costosissime in tratti disgiunti e assai distanti tra loro, effettuati in tempi lunghissimi che la rendono ancora più pericolosa per le interruzioni quasi ritmiche, semina vittime continuamente.

È una strada contro. Sì, contro. E in opposizione anche. Contro lo sviluppo e la crescita economica della Regione. Contro il bisogno di unità territoriale, economica, culturale e politica. Della Calabria. Contro la estrema necessità di rompere l’isolamento che tiene la nostra terra ai margini dell’intero Paese.

E quasi ignorata dall’Europa, se non per il suo “ condannarsi” ad essere scoglio, invece che felicemente porto, d’approdo dei miserabili che attraversano il nostro mare per cercare pane e lavoro e libertà.

Contro, è questa strada, la vita. Dei nostri ragazzi, soprattutto, che la vita e la forza giovanile lasciano sul quell’asfalto ammalorato. Oggi, giorno della festa dei doni, a quell’ora lo schianto! Due auto piccole si scontrano violentemente. Muoiono tutti i passeggeri di un’auto. Sono quattro ragazzi, tre donne e un uomo. Venivano da San Luca, nel Reggino. L’unico, dell’altra, è in condizioni molto gravi in ospedale. È di Soverato, giovane anche lui nei suoi cinquant’anni, probabilmente di sposo e di padre di giovani come quelli che ha incontrato, “avversativamente dalla sorte”, oggi.

Una tragedia. Da bollettino di guerra. L’ultimo proveniente dall’Ucraina parla proprio di quattro morti innocenti sotto l’odierno vile attacco russo contro una piccola Città.

La guerra della statale 106, continua. Indifferente ai morti che semina come chicchi di dolore immane e di ingiustizia assurda. Quanti ce ne vorranno ancora per chiudere questo cimitero dell’inciviltà? Quante madri e quanti padri dovranno ancora morire agonizzando sul cadavere dei figli? Quanti ancora, figli suoi, di questa terra, dovranno cadere sotto i colpi di una barbarie senza colpevoli? Dal pomeriggio le agenzie di stampa sono prese d’assalto dalle dichiarazioni di uomini delle istituzioni che recano lo stesso grido: “basta vittime sulla strada della morte”. Tutti lo gridiamo. Ma sempre ad ogni strage. E che sia la più clamorosa, altrimenti neppure registriamo il fatto drammatico. Passato il clamore, celebrati i funerali, poi più nulla. Solo indifferenza. Il dolore resta alle famiglie e a quei paesi che non li hanno più visto tornare tutti quei ragazzi. Mentre la lotta per fare la strada nuova, e che si chiami con un altro nome, la fanno solo i due o tre comitati di cittadini (quello di Ciró Marina e di Badolato per dire i più noti), che da anni, in piena solitudine, scendono per le quelle strade.

Per protestare contro lo sterminio. Per rivendicare un diritto. Per opporsi alla morte. Per difendere la vita. Delle persone. E dei nostri figli, che sempre da lì dovranno passare. E la vita della nostra Terra, che non può consentirsi più di perderne neppure uno.

È già notte. E piove più forte. Di una pioggia che non rovina. Sono solo lacrime del Cielo per questo dolore insopportabile. Dolore ingiusto. (fci)

SS 106, IN 10 ANNI LA STRADA DELLA MORTE
HA PROVOCATO 205 VITTIME: È UNA STRAGE

È drammatico il bilancio delle vittime della ss 106, la “Strada della morte”, di questi ultimi dieci anni: 205 morti, all’incirca una ventina ogni anno, ma in realtà con un netto peggioramento degli incidenti mortali negli ultimi tre. Questi dati sono stati forniti, nel corso di una conferenza stampa all’Hotel Guglielmo di Catanzaro dall’Associazione di Volontariato “Basta Vittime sulla strada statale 106”.

L’ing. Fabio Pugliese, responsabile del Comitato Scientifico – Centro Studi Analisi e Ricerca – ha illustrato i dati contenuti nel rapporto: 205 sono le vittime della Statale 106 nel decennio trascorso dall’1 gennaio 2013 fino al 31 dicembre 2023. La tendenza degli ultimi 3 anni segna un netto peggioramento: dalle 13 vittime del 2020 siamo passati alle 21 vittime del 2021 fino alle 27 vittime dello scorso anno. Tra queste il 76% è costituito da maschi (156), mentre il 24% da donne. È Cosenza la provincia più colpita 33% (67 vittime), seguita da Reggio Calabria 28% (57), Catanzaro 22% (46) e Crotone 17% (35).

In pratica sui 76Km di Statale 106 in provincia di Catanzaro abbiamo avuto negli ultimi 10 anni una vittima ogni 1,65 chilometri; sui 113Km in provincia di Cosenza una vittima ogni 1,65 chilometri; sui 132km di Reggio Calabria una vittima su ogni 2,31 chilometri e sugli 84Km della provincia di Crotone una vittima ogni 2,4 chilometri. In Calabria, negli ultimi 10 anni, sulla Statale 106 abbiamo avuto in media circa 2 vittime al mese.

La fascia d’età più colpita è costituita dai giovani con età compresa tra i 16 ed i 25 anni 23,5% (48 vittime), seguita dagli anziani, ovvero da chi ha un’età maggiore ai 66 anni 21,5% (44 vittime). In particolare se come riferimento si prendono le macro fascia d’età la più colpita è quella compresa tra 0 e 35 anni 39% (78 vittime), seguita da chi ha un’età maggiore di 56 anni 36,6% (73 vittime), e poi da chi ha un’età compresa tra i 36 ed i 55 anni 24,4% (54).

PUNTI CRITICI SULLA STATALE 106 NEGLI ULTIMI 10 ANNI

L’ing. Pugliese elenca i comuni più colpiti dal fenomeno della mortalità stradale negli ultimi 10 anni. La maglia nera spetta, purtroppo, alla terza città della Calabria: 32 vittime a Corigliano-Rossano. Maglie rosse per Crotone (11), Reggio Calabria (10), Villapiana (10), Santa Caterina dello Jonio (9), Isola di Capo Rizzuto (8), Cirò Marina (7) e Roccella Jonica (7). Maglie arancioni per Catanzaro (6), Cassano all’Ionio (6), Riace (6), Calopezzati (5), Saline Joniche (5), Strongoli (5) e Trebisacce (5).

STRADA INADATTA A GESTIRE GLI ATTUALI VOLUMI DI TRAFFICO

L’ing. Pugliese ha poi dimostrato, attraverso i numeri, uno dei fattori più determinanti che provocano la morte sulla famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria. Le vittime per mese, infatti, contribuiscono a determinare il fenomeno della mortalità stradale facendo rilevare l’inadeguatezza del tracciato esistente della Statale 106 inadatto a gestire gli attuali volumi di traffico. Solo nei mesi di luglio (31) e agosto (37) negli ultimi 10 anni si sono registrate 68 vittime. In pratica se nelle stagioni invernali e primaverili, negli ultimi 10 anni, abbiamo avuto 39 vittime, ed in quelle autunnali, ne abbiamo avuto 42, nelle stagioni estive le vittime sono state oltre il doppio, ovvero, 85.

TUTOR INUTILI E DANNOSI NELL’ALTO JONIO CALABRESE

Il tracciato della Statale 106 è stato diviso in 3 blocchi. Il primo riguarda il tratto di Statale 106 tra Rocca Imperiale e Sibari (interessato dai lavori di ammodernamento relativi al 3° Megalotto). Su 45 chilometri di strada negli ultimi 10 anni sono 26 le vittime. Nonostante in quest’area abbiamo diverse installazioni di Tutor fissi per il controllo elettronico della velocità. Le vittime sono, infatti, avvenute nei tratti non controllati. In pratica l’eccessivo ed immotivato utilizzo di questi strumenti ha generato un fenomeno di evidente crescita della velocità nei tratti non controllati che ha notevolmente aumentato la mortalità stradale. Colpisce, infatti, un dato: all’aumentare delle installazioni dei Tutor fissi negli ultimi 10 anni sono aumentati i numeri dei decessi.

IL TRATTO SIBARI – CATANZARO LIDO IL PIÙ PERICOLOSO

L’ing. Pugliese ha poi evidenziato che il secondo tratto di Statale 106 tra Sibari e Catanzaro risulta il più pericoloso. Negli ultimi 10 anni sono 97 le vittime: una ogni 1,85Km. Oltre ai volumi di traffico elevati, inadatti all’attuale tracciato della Statale 106, tra le principali problematiche rilevate tra le cause del fenomeno della mortalità risultano: la strada in pessime condizioni; assenza di interventi di messa in sicurezza nei punti più pericolosi al fine di mitigare il fenomeno della mortalità stradale; la carenza di controlli delle forze dell’ordine (che vantano organici sotto dimensionati e poche risorse a loro disposizione).

IL TRATTO CATANZARO – REGGIO CALABRIA: VETUSTO E DI MUSSOLINANA MEMORIA

Nel terzo tratto di Statale 106 tra Catanzaro e Reggio Calabria negli ultimi 10 anni abbiamo avuto 82 vittime: una ogni 2,31Km. Tra le principali problematiche riscontrate una strada mussoliniana che versa in condizioni comatose; la mancanza degli standard minimi di sicurezza stradale; la totale l’assenza di interventi di messa in sicurezza.

COSTI SOCIALI

I costi sociali dovuti alla perdita delle 205 vittime della Statale 106 per la comunità ammontano a circa 308.317.950,00 di euro.

LE PROPOSTE DELL’O.D.V. BASTA VITTIME SULLA STRADA STATALE 106

L’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” ha avanzato delle proposte al fine di riuscire a mitigare il fenomeno della mortalità stradale nei prossimi anni sulla famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria: Rimozione immediata dell’attuale dirigenza della Struttura Territoriale di Anas in Calabria per manifesta e conclamata incapacità; Piano urgente d’interventi di messa in sicurezza dell’intero tracciato dell’attuale strada Statale 106 nei punti più pericolosi e dove sussistono delle criticità e delle problematiche che debbono essere superate; Più sostegno alle forze dell’ordine in termini di uomini e risorse al fine di aumentare i controlli su strada; Massima attenzione quando si è alla guida è l’invito rivolto a tutti i cittadini automobilisti che percorrono la famigerata “strada della morte”. Infine, l’O.D.V. ha proposto al Governo di vincolare i 3 miliardi nella scorsa legge di Bilancio attraverso una Delibera CIPESS in modo da impedire al finanziamento di essere dirottato verso altre destinazioni.

L’ASSENZA DEI SINDACI E DELLA CLASSE DIRIGENTE POLITICA CALABRESE

Sia il Presidente dell’O.d.V. Basta Vittime Sulla Strada Statale 106 Leonardo Caligiuri che il Responsabile del Comitato Scientifico – Centro Studi Analisi e Ricerca Ing. Pugliese hanno stigmatizzato l’assenza all’iniziativa odierna di tutti i sindaci delle località attraversate dalla 106, contattati tramite Pec, dei consiglieri regionali e dei parlamentari calabresi. Assenti il Presidente e gli assessori della Giunta Regionale della Calabria. A tutti costoro l’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” invierà tramite pec il rapporto completo sulla mortalità stradale negli ultimi 10 anni sulla famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria. Presenti il Consigliere Regionale Pietro Molinaro ed il S.Ten. Luca Pietrangeli, Comandante della Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Catanzaro. Giustificati, poiché impossibilitati a partecipare, l’On. Sen. Ernesto Rapani, l’Assessore regionale Varì e l’ex Assessore regionale Mauro Dolce, il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e l’On. Deputato Domenico Furgiuele. (rcz)

STATALE 106: LA RIBELLIONE DEI SINDACI
LA LOCRIDE INTENDE FERMARE LA STRAGE

di FRANCESCO RAO – Per l’ennesima volta, ma con toni diversi, l’aula del Consiglio Comunale di Siderno, a seguito della convocazione effettuata nei giorni scorsi dall’Assemblea dei Sindaci della Locride, presieduta da Caterina Belcastro, dal Presidente del Comitato dei Sindaci della Locride, Giuseppe Campisi e dal Corsecom presieduto da Mario Diano, ha ospitato una intensa discussione intrisa tanto dall’amarezza e dal dolore per la recentissima giovane vittima, sottratta alla vita nell’ennesimo incidente, quanto nella capacità di ritrovarsi per avviare un percorso comune nel quale la determinazione e l’ottimismo dovranno essere gli elementi indispensabili sia per scrivere una tra le più importanti pagine per il Meridione, la Calabria e tutta l’area Jonica sia per porre fine ad una serie di tragedie che nel tempo hanno segnato moltissime famiglie a causa dei numerosi incidenti. 

Presenti all’iniziativa i sindaci della Locride, a dire il vero non tutti, la rappresentanza provinciale di CGIL, CISL e UIL, i Consiglieri regionali Giovanni Arruzzolo, Salvatore Cirillo e Giacomo Crinò e il parlamentare di Forza Italia, Francesco Cannizzaro. Come già anticipato, il tema posto all’Ordine del Giorno è stato quello della Strada Statale 106. 

Durante le oltre due ore di confronto, oltre ad ascoltare i numerosi ed appassionati interventi pronunciati sia dai sindaci sia da alcuni Cittadini, finalmente è passato il messaggio che ha lasciato impietriti molti degli sguardi di quanti ancora non volevano credere all’amara realtà: i lavori di ammodernamento della 106, relativi al territorio della provincia di Reggio Calabria, ad oggi non sono stati avviati perché pur essendoci disponibili i mezzi finanziari, manca il progetto.  Questa circostanza, per mille versi inaccettabile, richiede un grande sforzo al quale tutti dovranno impegnarsi.

«Le grandi opere partono dal basso e trovano concretezza negli atti formalizzati dai Comuni, dal Governo regionale e nazionale che successivamente dovranno far comprendere all’Anas le esigenze manifestate da un territorio vasto come quello preso in esame».

Il parlamentare di Forza Italia, Francesco Cannizzaro, su questo passaggio è stato fermo e per il 9 marzo ha già anticipato che incontrerà il ministro Enrico Giovannini al quale chiederà risposte concrete. Anche i consiglieri regionali hanno assunto un particolare impegno per questa importantissima azione da portare avanti in Consiglio.

In particolare, il Consigliere Crinò ha condiviso un suo pensiero teso ad anticipare anche quanto porterà avanti in occasione del prossimo Consiglio regionale nel quale l’argomento posto all’attenzione dell’Assemblea è già stato posto nell’agenda dei lavori; il Consigliere Arruzzolo oltre a riflettere sull’importanza strategica di questa arteria stradale ha fortemente sostenuto la necessità di dialogare con l’Anas affinchè sia avviata al più presto la progettazione dell’opera.

Il Consigliere Cirillo, ribadendo che il problema è divenuto ormai un fatto storico e ciò non può essere più accettabile, sostiene con determinazione la necessità di vedere tutti i Sindaci del Territorio interessato uniti in una battaglia che dovrà portare risultati. Non è più possibile accettare questo stato di cose e ritrovarsi per riflettere dopo una tragedia e poi lasciare correre tutto come prima.

Nell’intervento conclusivo, il Parlamentare di Forza Italia Francesco Cannizzaro, presente sul territorio della Locride e disposto a lavorare per i territori, oltre ad assicurare tutto il suo impegno, teso ad ottenere i finanziamenti necessari per progettare il tratto Catanzaro-Reggio Calabria, ha sottolineato l’importanza di avviare un percorso comune nel quale la coesione e l’obiettivo divengano il collante per superare i ritardi che la Calabria oggi paga anche a seguito della qualità infrastrutturale che di fatto impedisce lo sviluppo socio-economico del territorio. Nel concludere l’intervento, il parlamentare ha chiesto ai presenti di voler considerare l’occasione come un momento nel quale tutti e insieme potranno affrancare i rispettivi territori dalle problematiche viarie e soprattutto porre fine alle continue tragedie. 

Conclusi gli interventi, la Presidente Belcastro ha dato lettura del documento redatto che sottoponiamo anche ai nostri lettori. 

«L’Assemblea dei Sindaci della Locride si è riunita il 18 febbraio per discutere delle problematiche inerenti alla SS106 tristemente nota come “strada della morte”. La SS 106 non è solo una strada. È l’unica strada di collegamento strategico per il Sud Italia.  L’unica strada che accompagna gli studenti a scuola, i genitori al lavoro, i giovani a divertirsi, le persone ad incontrarsi tra loro. È la strada che porta le merci, che fa arrivare i soccorsi. È l’unica strada che collega questa nostra comunità alle altre comunità. È l’unica strada che può usare chi vuole venire in vacanza nei nostri paesi ed è l’unica strada che ci collega al resto d’Italia e del mondo attraverso i nostri aeroporti.  Tutto ciò è così dal 1928! Quella strada attraversa le fiumare sui ponti costruiti dal regime fascista. Quando, spesso, uno di quei ponti crolla, il percorso per andare a nord o a sud deve tornare in collina, allungandosi di ore.  Su questa strada ogni anno perdono la vita decine e decine di persone. Non per fato, ma perché quella strada oggi non basta e ciò che dovrebbe essere vita, ciò che dovrebbe aiutare il progresso e lo sviluppo della regione è morte e pericolo». 

«Perché una strada che è l’unica arteria fondamentale per la nostra regione non può essere uguale a sé stessa da 90 e più anni.  Per questo diciamo basta. Perché non le rivendicazioni ad una strada migliore, ma il diritto ad una strada che dia e non tolga vita richiama questo basta! Chiediamo, quindi, che una volta per tutte si rediga un master plan che ridisegni definitivamente la SS106 e che si riprenda la costruzione di lotti funzionali che diano alla 106 una alternativa. Chiediamo con forza che nel frattempo si attuino tutti gli interventi necessari per mettere in sicurezza l’attuale percorso, redigendo anche qui un programma di interventi sul quale definire i tempi di realizzazione. E sul quale dare ai nostri cittadini, stanchi di essere trattati come italiani di serie b, il diritto a controllarne la realizzazione.  Questo nostro accorato appello lo rivolgiamo al Governo, in particolare al Ministro delle Infrastrutture e al Ministro per il Sud, chiedendo loro di organizzare un tavolo tecnico con le rappresentanze dei Sindaci della Locride e dell’intera fascia jonica e grecanica, per dare risposte concrete rispetto a quanto chiesto e rivendicato nell’importante Assemblea dei sindaci della Locride del 18 febbraio u.s.  Ringraziamo l’Onorevole Cannizzaro per l’importante contributo offerto nell’Assemblea dei Sindaci e gli chiediamo di farsi tramite con il Governo, ed in particolare con i due Ministri, affinché accolgano l’appello che l’Assemblea ha unanimemente espresso». (fr)