L’assessore regionale Mauro Dolce si dimette: Continuerò a dare una mano

L’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici, Mauro Dolce, si è dimesso.

In una lunga nota ha spiegato i motivi delle sue dimissioni: «Ho riflettuto molto nelle ultime settimane e sono giunto ad un’importante decisione: lascio il mio mandato di Assessore alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici della Regione Calabria. Ho comunicato la scorsa settimana la mia decisione al Presidente Roberto Occhiuto, e di comune accordo abbiamo deciso di darne notizia nella giornata odierna».

«Rientrerò nell’Università – ha spiegato – per riprendere e concludere le attività di ricerca temporaneamente messe da parte, che, insieme ai miei impegni familiari, mi impedirebbero di svolgere nei modi che ritengo necessari i gravosi impegni che l’Assessorato affidatomi comporta. Ringrazio il Governatore per la fiducia che ha riposto in me, tutti i colleghi della Giunta per il positivo percorso fatto insieme in questi mesi, così come ringrazio il direttore generale del Dipartimento Infrastrutture e Lavori pubblici, Claudio Moroni, e i collaboratori che mi hanno affiancato in questa avventura».

«In accordo con il Presidente Occhiuto – ha concluso – continuerò ad offrire alla Regione, nelle forme più opportune, la mia esperienza e le mie competenze su determinati progetti strategici che riguardano le infrastrutture della Calabria. Darò volentieri una mano da Roma, che è la città in cui vivo, e di tanto in tanto tornerò da voi, in quella che ormai è diventata quasi una seconda casa». (rcz)

IL PASTICCIO DELLA SS 106: LE CIFRE DEF
E LE PROMESSE DELL’AMMODERNAMENTO

di FABIO PUGLIESE – È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Delibera CIPESS n. 1 del 15 febbraio 2022, che assegna al Ministero delle Infrastrutture 4,6 miliardi di euro a valere sulle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. È fondamentale ricordare che sul sito web ufficiale del Ministero per il Sud si legge: “il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) è lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione e dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”.

Sui 4,6 miliardi assegnati 4.098 milioni di euro saranno investiti in “interventi bandiera di immediato avvio dei lavori”. Alla Calabria sono stati destinati solo 285 milioni di euro per due “interventi bandiera”: la strada di Collegamento per San Luca e lo stralcio di Nuova Statale 106 da Crotone a Cutro (circa 10 chilometri). 582 milioni di euro sono destinati, invece, per “interventi locali di immediato avvio dei lavori”. Alla Calabria, di questi, non è stato destinato neanche un centesimo di euro.

È bene, altresì, evidenziare che il finanziamento ottenuto dalla Calabria non verrà dilazionato nell’anno corrente ma, il “profilo finanziario” indica chiaramente che verrà erogato nei prossimi otto anni (dal 2022 fino al 2030), secondo una quota già stabilita anno per anno. Inoltre, il riparto del finanziamento complessivo ha previsto l’80% al Sud ed il 20% al Centro-Nord.

Tra i 4.098 milioni di euro per “interventi bandiera” la Calabria ottiene solo 285 milioni di euro contro i 1.059 milioni di euro ottenuti dalla Campania, i 958 milioni di euro ottenuti dalla Puglia ed i 484 milioni di euro ottenuti dalla Sicilia. Tra i 582 milioni di euro per “interventi locali” la Calabria non ottiene neanche un centesimo di euro insieme alla Puglia contro i 223 milioni di euro ottenuti dalla Campania ed i 170 milioni di euro ottenuti dalla Campania.

Complessivamente su 4,6 miliardi di euro alla Calabria ne sono destinati solo 285 milioni di euro mentre 1.378 milioni di euro sono destinati alla Campania dei Ministri Carfagna e Di Maio, 958 milioni di euro alla Puglia e 654 milioni di euro alla Sicilia.

Per la Statale 106, oltre all’investimento ottenuto di 220 milioni di euro previsto per la realizzazione dello stralcio Crotone – Cutro saranno disponibili anche ulteriori risorse dalla legge di bilancio approvato lo scorso mese di dicembre. Per comprendere in modo dettagliato l’importo destinato alla Statale 106 occorrerà attendere la pubblicazione del Contratto di Programma Anas 2021 – 2025 atteso che, ad oggi, sul sito web dell’Anas Spa è disponibile solo il vecchio Contratto di Programma Anas 2016 – 2020.

Tuttavia, è stato ormai chiarito, che le poche decine di milioni di euro che verranno destinate alla Calabria sui 4,6 miliardi di euro della legge di bilancio saranno impiegate per un piano generale di adeguamento e messa in sicurezza dell’arteria che prevede, oltre ai già contrattualizzati interventi di messa in sicurezza, rettifiche locali di tracciato o sistemazione di incroci a raso, manutenzione programmata delle barriere di sicurezza e delle pavimentazioni.

I numeri impietosi riportati nella Delibera CIPESS n. 1 del 15 febbraio 2022 confermano la volontà politica del Governo di non investire in modo risolutivo e significativo per l’ammodernamento della Statale 106 in Calabria ma evidenziano anche l’incapacità ed il fallimento, ormai conclamato, della Giunta Regionale, del Governatore Occhiuto e della classe parlamentare calabrese oggi in seno al Governo Draghi.

Non parliamo, poi, dell’occasione storica persa per la Statale 106 da Sibari a Crotone e da Catanzaro a Reggio Calabria, poiché il Pnrr, nonostante non finanzia le Strade, il Governo cosiddetto “dei migliori” ha assunto la geniale idea di finanziarle attraverso l’utilizzo del Fondo di Sviluppo e Coesione. Mentre destina alla legge di Bilancio approvata lo scorso mese di dicembre solo interventi di manutenzione per un importo di 4,5 miliardi di euro a valere su tutte le strade e autostrade italiane. Sul Pnrr e sul Fondo di Sviluppo e Coesione sono stati investiti oltre 73 miliardi di euro in infrastrutture.

Si tratta di investimenti a debito. Anche per questo è stato più volte chiarito dal Governo cosiddetto “dei migliori” che non vi saranno altri investimenti in infrastrutture di questo valore per almeno i prossimi 20/30 anni.

Ciò implica, purtroppo, che sulla Statale 106 non avremo altri interventi di ammodernamento oltre a quello in corso sul Megalotto 3 tra Sibari e Roseto Capo Spulico per diversi anni a venire e, quindi, resterà irrealizzata e sempre più pericolosa la Statale 106 tra Sibari e Crotone, tra Cutro e Catanzaro e tra Catanzaro e Reggio Calabria.

In riferimento alla Statale 106 la Delibera CIPESS n. 1 del 15 febbraio 2022 sancisce e certifica il fallimento totale della Giunta Occhiuto. Ciò ha delle evidenti responsabilità. Vado per ordine: il 28 febbraio del 2022 viene convocato un Consiglio Regionale avente come primo punto all’ordine del giorno “Problematiche della Strada statale 106 Jonica – Determinazioni”. Il 24 febbraio 2022 viene convocata una audizione preparatoria in Quarta Commissione in cui sulle problematiche della Statale 106 Jonica sono invitati, appunto per essere auditi, l’Assessore Infrastrutture e Lavori pubblici della Regione Calabria, Ing. Mauro Dolce, il Commissario straordinario per l’opera Strada statale 106 Jonica, Ing. Massimo Simonini e il Responsabile Struttura territoriale Calabria dell’Anas, Ing. Francesco Caporaso.

Non si presenta nessuno! Sarà presente solo il Dirigente generale Infrastrutture e Lavori pubblici della Regione Calabria, Ing. Claudio Moroni il quale illustrerà il fantomatico piano di ammodernamento avanzato dalla Regione Calabria al Governo cosiddetto “dei migliori”. Un piano di oltre 8 miliardi di euro. Infine, il 28 febbraio, in seno al Consiglio Regionale viene approvata una mozione sostanzialmente inutile e che non tiene conto della Delibera CIPESS che il Governo cosiddetto “dei migliori” aveva approvato ben 14 giorni prima e che alla Statale 106 assegna (forse!), solo 220 milioni di euro per l’ammodernamento della Statale 106 tra Crotone e Cutro. Un fallimento totale senza precedenti!

Doverosa è, per tutti i cittadini calabresi, una onesta riflessione su quanto è accaduto. Scevra da condizionamenti politici e/o ideologici. Alla calasse politica dirigente calabrese tutta oggi in seno alle Istituzioni dello Stato, ad iniziare da Occhiuto, un’amichevole invito: dimettetevi. Un gesto forte ma necessario che può restituire dignità alla Calabria.

Questa è una sconfitta per tutti in un anno, il 2022, che dal primo di gennaio fino ad oggi ha visto morire sulla Statale 106 ben 11 persone, una ogni 14 giorni. È una sconfitta per il Sindacato che, in questa fase storica molto importante, avrebbe dovuto incalzare la politica invece di prestarle soccorso nascondendone incapacità ed inefficienze. È anche una sconfitta per l’informazione che diffondendo le veline della politica ha di fatto concorso a creare una opinione nella popolazione basandosi su fatti che oggi possiamo semplicemente definire evidentemente errati. L’elemento più sconfortante è tutto qui: una regione che non vedrà cambiamenti sulla Statale 106 per diversi anni ancora; una regione che tra un decennio si ritroverà con una Statale 106 molto più pericolosa di quella di oggi; una regione che non ha avuto neanche la possibilità di capire cosa è accaduto veramente quanto poteva provare a cambiare qualcosa se solo avesse avuto accesso alle giuste informazioni. Ormai è tardi. Quello che ci aspetta? Ancora tragedie stradali che continueranno e, anzi, purtroppo saranno destinate ad aumentare: ma parliamoci francamente, di chi sono le responsabilità morali…? (fp)

MANCAVA SOLO IL “DOLCE” ALL’ESECUTIVO
LA GIUNTA OCCHIUTO PRONTA PER IL PNRR

di SANTO STRATI – Difficile non giocare col nome del settimo assessore nominato da Roberto Occhiuto per completare il suo esecutivo: Mauro Dolce rappresenta davvero l’elemento chiave della Giunta calabrese che dovrà affrontare (e vincere) la sfida del Pnrr.

L’ultima chance, l’ultimo treno (non solo in senso figurato) per la Calabria: servono idee, progetti, programmi che possano attingere alla vagonata di quattrini in arrivo dall’Europa. Non saper cogliere questa opportunità, più che unica, per dare finalmente la vera occasione di riscatto, in termini di crescita e sviluppo, ai calabresi sarebbe un peccato mortale, una follia imperdonabile. E il nuovo assessore alle Infrastrutture è un apprezzato professore di Tecnica delle Costruzioni all’Università di Napoli e attualmente direttore generale del Dipartimento della Protezione Civile: un tecnico di chiara fama, quello che serve, con un curriculum eccezionale, la persona giusta per gestire il Pnrr.

Da questo punto di vista, il presidente Roberto Occhiuto mostra di avere ben chiara la visione strategica del futuro “suo” e della sua terra. Si è preso una brutta gatta da pelare, rinunciando a un comoda posizione di capogruppo azzurro alla Camera, consapevole dei rischi e, soprattutto, della portata della sfida che gli anni Venti del Terzo Millennio lanciano, sotto l’incubo di una pandemia non ancora domata. È la sfida di una Calabria capace di portare certamente a termine con risultati lusinghieri e positivi.

Nonostante le tante Cassandre che spargono velenose profezie su un Mezzogiorno condannato all’arretratezza e quanti (anche nei media) remano contro insinuando che la spesa per strade, infrastrutture e servizi per il Sud e, soprattutto, per la Calabria sia inutile, soldi buttati a beneficio di pochi. Da ultimo si segnala l’inqualificabile campagna stampa del quotidiano di Carlo de Benedetti (Domani) secondo cui, per esempio, l’alta velocità in Calabria servirebbe “solo” a portare 7000 passeggeri in più a giorno: «A preventivo – hanno scritto Marco Ponti e Francesco Ramella sul Domani – , il costo totale del progetto è stimato dal ministero tra i 22 e i 27 miliardi di euro, interamente a carico dello Stato (in media a consuntivo per le ferrovie nel mondo si registra uno scostamento in più dei costi del 45 per cento). Tutto per 200 viaggi in più… Questi dati non sembrano dunque giustificare in alcun modo questo tipo di investimento». L’assunto (chiaramente antimeridionalistico) non ha bisogno di commenti: se si usassero questi parametri al Nord, ci dovrebbe essere il deserto ferroviario…

Occorre allora, sia ben chiaro, contrastare i soloni del “Sud inutile” e impiegare ogni sforzo possibile per una narrazione nuova del Mezzogiorno, della Calabria, non più terra di assistenzialismo “parassitario” ma volano di sviluppo per tutto il Paese. E questo ė uno dei principali obiettivi del neo presidente Occhiuto che già prim’ancora d’insediarsi ha rivelato di avere una turbina nel cervello (e nel fisico) che gli permetterà di mostrare davvero quella “Calabria che non ti aspetti” – come recita il claim della sua indovinata campagna elettorale. C’ė davvero una Calabria sconosciuta ai più con un capitale umano straordinario, capace di strabiliare e con le competenze giuste per avviare e costruire una irripetibile fase di rilancio, in tutti i campi: scientifico, culturale, imprenditoriale.

Una Calabria destinata a diventare la California d’Europa (con milioni di pensionati benestanti che la potranno scegliere come buen retiro per la vecchiaia), ma soprattutto una terra a vocazione turistico-agricola come poche altre in Italia e nel Continente europeo: la valorizzazione dell’agroalimentare con un salto qualitativo e quantitativo nell’export, la nascita di nuove strutture ricettive in grado di accogliere luna domanda di turismo esperienziale, culturale e religioso che è davvero unica, ma anche l’utilizzazione delle tantissime, qualificate, risorse umane fino a oggi costrette a guardare versi altri lidi per mancanza di opportunità a casa propria.

Ma prim’ancora servirà dare ai calabresi quel diritto alla salute fino a oggi negato e il diritto alla mobilità (anche sostenibile) che sembra utopia: servono strade, ferrovie, viadotti, ponti (a cominciare da quello sullo Stretto, non più da identificare come di Messina, bensì – ricorrendo e sfruttando per fini di marketing territoriale di entrambe le sponde il mito omerico – di Scilla e Cariddi.

Si tratta di avere una visione di futuro, che utilizzi il capitale umano che tre eccellenti Atenei nella regione hanno mostrato di saper formare e sfornare in quantità industriale. Serve una visione strategica che guardi prima ai calabresi, al loro benessere e ai sogni della sua generazione di giovani deprivati di aspettative e speranze, e non solo agli interessi geopolitici di una terra “che non t’aspetti”.

La giunta adesso completa ha le carte in regola per affiancare il sogno di Roberto Occhiuto, presidente non della Calabria ma dei calabresi (ovunque essi siano – e sono oltre sei milioni quelli che vivono fuori del territorio regionale) per vincere i pregiudizi e la cattiva reputazione: il malaffare c’è dovunque e la Calabria che ha “allevato” la malapianta della ‘ndrangheta è in verità terra di civiltà millenaria: quando a Roma si pascolavano le pecore in Calabria (culla della Magna Grecia) si discettava di filosofia, si scrivevano le leggi, primeggiavano arti e teatro.

Non dimentichiamolo e facciamolo capire, una volta per tutte, a quanti dissacrano le nostre insite e fiere qualità delle origini per malcelata invidia e gelosia: il presidente Occhiuto ha bene in mente tutto ciò e si sta giocando, con ferma convinzione, il suo futuro che è poi quello dei nostri giovani.

Serviva proprio alla Calabria questo caterpillar della politica per cambiare rotta e percorso: i calabresi se ne stanno convincendo, giorno dopo giorno. Forza presidente! (s)

 

Mauro Dolce, il settimo assessore della Giunta Occhiuto con delega alle Infrastrutture

Mauro Dolce, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni (1994-) presso l’Università di Napoli Federico II (2007-), in aspettativa e direttore generale presso il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, è il settimo assessore regionale della Giunta Occhiuto, con la delega alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici.

La scelta del Governatore Occhiuto su Dolce è stata fatta con la consapevolezza che «nei prossimi e nei prossimi anni arriveranno in Calabria centinaia di milioni di euro, tra Piano nazionale di ripresa e resilienza, fondo di sviluppo e coesione, e nuova programmazione comunitaria» ha spiegato il presidente Occhiuto, che ha ribadito che si tratta di «risorse importantissime che dovranno essere utilizzate in poco tempo, in maniera virtuosa, e rispettando le tabelle di marcia indicate dall’Ue».

«Ma soprattutto fondi – ha spiegato – che dovranno permettere alla nostra Regione di recuperare, almeno in parte, il terreno perso negli ultimi decenni. Mi occuperò personalmente di questi delicati temi, ma per farlo al meglio avrò bisogno di un braccio destro in grado di muoversi con disinvoltura presso i Palazzi romani; una personalità riconosciuta nei Ministeri, negli uffici di Palazzo Chigi, nei Dipartimenti che avranno in mano i progetti chiave da avviare e implementare con il Pnrr».

Occhiuto ha definito Dolce «un uomo che, negli anni, ha coordinato e gestito tante emergenze, uno specialista in lavori pubblici, un ricercatore ed uno studioso con alle spalle innumerevoli e pregnanti esperienze. A lui ho deciso di affidare le deleghe alle infrastrutture e ai lavori pubblici. Curerà, in particolare, la definizione degli obiettivi di infrastrutturazione della Calabria mediante l’utilizzo delle risorse provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché la pianificazione degli interventi e delle iniziative per venire incontro alle esigenze del territorio e per conseguire un complessivo sviluppo della Regione, valorizzando anche i processi di potenziamento delle infrastrutture informatiche e della riconversione digitale».

«Sarà un uomo di raccordo tra la Regione e i Ministeri per il Pnrr – ha proseguito il Governatore – ma anche per portare avanti, a trecentosessanta gradi, le istanze del nostro territorio. Le infrastrutture avranno un ruolo fondamentale nei prossimi anni, ancor di più per la Calabria, una realtà che ancora paga un pesantissimo divario con il resto del Paese.
Sarà indispensabile, dunque, essere capaci di individuare le priorità, di saper programmare, e di portare a casa gli investimenti necessari per realizzare presto e bene le opere che ci servono».

«Sono certo che il professor Dolce sarà, in questo scenario, un supporto di qualità che ci sarà di grande aiuto per far voltare pagina alla nostra Calabria» ha concluso.

Il curriculum di Mauro Dolce

Mauro Dolce è Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni (1994-) presso l’Università di Napoli Federico II (2007-), in aspettativa, ed è attualmente Direttore Generale presso il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (DPC) (2006-), dove è stato Capo dell’Ufficio Rischio Sismico e Vulcanico fino a ottobre 2012 ed è ora consulente scientifico del Capo Dipartimento.

Per conto del DPC ha coordinato le attività di monitoraggio, prevenzione e mitigazione relative ai rischi competenti. Ha coordinato le attività di gestione tecnica dell’emergenza a seguito dei terremoti del 6 aprile 2009 in Abruzzo e del 20-29 maggio 2012 in Emilia e di coordinamento scientifico a seguito del terremoto del 24 agosto 2016.
Coordina inoltre il programma nazionale di prevenzione del rischio sismico (art. 11 della legge 77/2009) e cura le relazioni del Dipartimento con i centri di competenza, in particolare di quelli relativi al rischio sismico.
La sua attività di ricerca, svolta principalmente presso l’Università degli Studi della Basilicata, dove è stato Direttore del Dipartimento di Strutture, Geotecnica e Geologia applicata all’ingegneria (1995-2002) e del Laboratorio di Strutture (1999-2006), riguarda i problemi di Ingegneria Strutturale e Ingegneria Sismica. Ha prodotto circa 450 articoli scientifici, 38 articoli divulgativi, 15 volumi, 17 collettanee (come curatore) e 8 brevetti. È stato invitato a tenere keynote in numerosi convegni nazionali e internazionali, tra cui due conferenze mondiali (2008, 2012) e tre conferenze europee (2010, 2014, 2018) di ingegneria sismica.

Il prof. Dolce è ed è stato membro di commissioni per la redazione di norme tecniche italiane (presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici) ed europee (presso il CEN) a partire dal 1994.
È componente del Comitato Speciale istituito presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ai sensi dell’articolo 45 del decreto legge 31 maggio 2021, n. 77, per l’espressione dei pareri sui progetti di fattibilità tecnico-economica di cui all’articolo 44 del medesimo DL.

È membro del comitato esecutivo della EAEE – European Association of Earthquake Engineering, di cui è stato Vicepresidente (2010-2014). È delegato Italiano (2008-) ed è stato Presidente (2015-2021) del Governing Board di GEM – Global Earthquake Model. Ha coordinato (2011-12) il gruppo internazionale di esperti sul “Rationale and Feasibility of a Global Risk Modelling Initiative” per il Global Science Forum dell’OECD (Organization for Economic Co-operation and Development). È membro del “Governing Council” della “Coalition for Disaster Resilient Infrastructure (CDRI)” (2020-), come rappresentante nazionale italiano. (rrm)