Successo a Rimini per il docente Unical De Rose

Successo di pubblico giovane per lo speach al Ttg di Rimini per il prof. Peppino De Rose, economista calabrese esperto di fondi europei che ha illustrato i programmi europei per la gioventù alla piu’ importante fiera internazionale del turismo in Italia.

Una conferma per il prof. Peppino De Rose, relatore di uno dei panel più importanti del TTG Travel Experience di Rimini, la principale fiera internazionale Bsb del turismo in Italia. “L’Europa per i Giovani – Costruire il futuro: percorsi e finanziamenti Ue per lo sviluppo delle imprese turistiche e culturali” è stato il titolo del panel programmato per il 13 ottobre 2023 all’ Italy Arena di Rimini a cui hanno partecipato una marea di giovani provenienti da tutte le regioni italiane per conoscere la strategia dell’UE per la gioventù che costituisce il quadro di riferimento per la collaborazione a livello europeo sulle politiche giovanili nel periodo 2019-2027. Durante lo speach sono state illustrate anche il piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), le modalità di assegnazione dei fondi e la programmazione pluriennale 2021-2017 dell’Unione europea con approfondimenti specifici per le imprese turistiche e culturali.

Il prof. Peppino De Rose, è un economista esperto in politiche di coesione e programmi dell’Unione europea e docente universitario. Coopera a Bruxelles con enti pubblici e privati per la realizzazione di progetti europei in diversi ambiti settoriali e svolge attività di ricerca scientifica serbando sempre un approccio umanistico ai temi dell’economia di mercato e dello sviluppo. È autore di diverse pubblicazioni internazionali e monografie tra le più apprezzate l’Europa per i Comuni, strumenti per la programmazione e lo sviluppo delle autonomie locali.

Il prof. De Rose: «È una grande soddisfazione poter offrire il mio contributo in ambito nazionale sull’ampia gamma di programmi di finanziamento inseriti nel Pnrr e nel quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea 2021-2027. La finalità è supportare le strategie di sviluppo digitale, sostenibile e inclusivo del settore turistico e culturale, stimolando i giovani ad avviare nuove imprese creative e culturali ed i meno giovani nell’avviare e percorsi di ammodernamento delle imprese in linea alle esigenze internazionali dei mercati e al nuovo modo di viaggiare. Ringrazio la direzione del Ttg di Rimini per la considerazione». (rcs)

Peppino De Rose: «Portiamo la Calabria a Bruxelles»

di PINO NANOEconomista, Esperto in Politiche e Programmi dell’Unione Europea, Professore Universitario di “Impresa turistica e mercati internazionali” presso l’Università della Calabria, campus nel quale ha conseguito con lode la laurea in “Economia e Commercio con indirizzo in Economia delle Amministrazioni Pubbliche e delle Istituzioni Internazionali”, il prof. Peppino De Rose è l’uomo che per motivi di studio oggi conosce meglio di chiunque altro oggi il mondo dei calabresi sparsi per il mondo.

All’ Università della Calabria, dove oggi insegna, ha ricoperto da studente, la carica di Presidente del Consiglio degli Studenti. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in “Formazione della Persona e Mercato del lavoro” presso l’Università di Bergamo e diverse specializzazioni. Tra queste, la specializzazione in “Governo del territorio” presso l’Università Guglielmo Marconi di Roma e in “Management delle imprese non profit” alla Bocconi di Milano. È stato cultore della materia in Diritto Pubblico, Legislazione Scolastica e Pedagogia presso l’Università della Basilicata. 

Da giovanissimo è stato chiamato a svolgere funzioni di consulente e consigliere politico nei Bureaux dei Deputati al Parlamento Europeo, e di esperto presso vari dipartimenti della Regione Calabria, in particolare presso il Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria e il Dipartimento Turismo e Beni Culturali. Fra le altre cose che fa è anche direttore scientifico di progetti di ricerca sperimentale sul turismo internazionale e l’internazionalizzazione delle Regioni del Mezzogiorno d’Italia.

Professore, nessuno meglio di lei conosce il mondo dei Calabresi che sono lontani. Da dove vogliamo partire?

Dalla consapevolezza che i calabresi nel mondo rappresentano uno straordinario patrimonio di conoscenza e cultura oltre che un modello vincente di impegno, sacrificio e abnegazione nel mondo del lavoro. 

In che senso Professore?

Essi rappresentano una grande risorsa per le importanti reti di relazioni intessute a livello nazionale ed internazionale che possono tornare utili al sistema Calabria, aiutando ad accrescere la reputazione della regione nei Paesi in cui oramai vivono e lavorano, stimolando anche la domanda di beni e servizi nei mercati ed incoraggiando l’attrazione degli investimenti in Calabria. 

Ha un valore sociale tutto questo?

Non lo dice mai nessuno, ma i Calabresi nel mondo, grazie ai successi ottenuti in tutto il mondo, rappresentano il miglior testimonial della Calabria e rappresentano anche un grande esempio per i giovani calabresi, che oggi, così come nel passato, sono ancora costretti a partire dalla Calabria in cerca di fortuna altrove. 

Mi pare che nella maggior parte dei casi non abbiamo molte altre alternative, non crede?

Mettiamola allora così, la Calabria oggi è una meravigliosa terra che gode di una serie di potenzialità in linea alle esigenze dei mercati internazionali. Una serie di fattori favorevoli, come l’andamento demografico in Europa e le nuove abitudini o aspettative dei turisti, richiamano oramai ad un adeguamento rapido da parte degli attori dello sviluppo dei territori per poter creare un livello di competitività soddisfacente in grado di utilizzare al meglio l’importante patrimonio storico, culturale e naturale disponibile capace di generare posti di lavoro continuativo. 

Cosa c’entra tutto questo con i giovani?

C’entra, e come! I giovani calabresi svolgono un importante ruolo di promotori dello sviluppo. Il problema è che il passaggio, naturale e spesso scontato dal mondo della scuola, della formazione a quello del mercato del lavoro, nell’ultimo decennio si è configurato sempre più difficoltoso ed all’insegna di una strada incerta e tortuosa da percorrere, tanto da spingere le istituzioni europee e nazionali a considerare nuovi strumenti per garantire ai giovani l’accesso alla vita attiva. 

Sembra una cosa facile?

È un passaggio quanto mai delicato, che implica l’incontro tra più attori quali giovani, istituzioni scolastiche, università e mercato del lavoro, poiché non sono ancora ben chiari i legami e le corrispondenze tra formazione, sostegno all’occupazione e conseguente sviluppo economico della Calabria. Nonostante il ritardo di sviluppo della Calabria rispetto alle altre regioni d’Italia e d’Europa, di cui tutti siamo consapevoli per come emerge anche dai documenti report della Commissione europea, si stanno verificando una serie di condizioni favorevoli che possono generare un cambiamento ed una rinascita della nostra Regione.  

Nel senso che ci sono ancora spazi di movimento importanti?

Ne sono certo. La Calabria, nonostante tutto, rimane ancora una regione attrattiva ed a forte potenziale di crescita, oltre per le oggettive bellezze e patrimonio culturale e turistico, ma anche per tutta una serie di mutamenti a livello globale.

Da economista, ci aiuta a immaginare il futuro?

Entro il 2030 la maggior parte dei Paesi mondiali avranno a disposizione una popolazione identificabile in maggioranza come “middle class’’. Ci sarà una maggiore richiesta di beni e servizi di qualità ed una crescente urbanizzazione: ogni anno entreranno a far parte della popolazione urbana di 65 milioni di persone. La dimensione della “classe media globale’’ crescerà sino a un valore di 4,9 miliardi di persone nel 2030, ci saranno popolazioni sempre meno giovani ed i trend settoriali nel turismo sono quelli del turismo lento, naturalistico, esperienziale e culturale. Infine, c’è una grande attenzione da parte delle persone a livello mondiale sull’alimentazione di qualità, e la Calabria è la patria della Dieta Mediterranea, questa antica pratica alimentare supportata da studi scientifici che incide positivamente sulla longevità delle persone. 

Tradotto in valore reale cosa significa tutto questo?

Vede, queste nuove esigenze, impongono un significativo cambiamento nei processi per offrire ai mercati internazionali prodotti eccellenti ed innovativi con un forte orientamento al cliente globale soprattutto per il turismo e l’agricoltura. L’export della Calabria vale purtroppo ancora lo 0,1 % sul dato nazionale, ma ci sono segnali incoraggianti che la strada è quella di sostenere la creazione di reti commerciali con l’estero. 

Che ruolo gioca in questo la comunità di quelli che vivono fuori dalla Calabria?

Sono convinto che i calabresi all’estero, accumunati da un forte attaccamento alle radici, rientrano tra quel target di turisti internazionali, a cui soprattutto i piccoli Comuni, possono orientare la loro strategia di marketing internazionale, poiché viaggiatori animati dalla forte motivazione della riscoperta delle proprie origini e della propria storia familiare oltre che dalla voglia di esplorare e visitare nuovi luoghi. Chi emigra non dimentica mai la sua terra natale da cui è nata e prende forma la propria storia personale. A emigrare non è solo un corpo, è errata una visione in cui nell’ emigrazione si vede e si percepisce un semplice spostamento di persone. A emigrare con le persone è la cultura di quel paese. Paradossalmente più si è lontani da “casa” e maggiore diventa l’esigenza di tutelare altrove le tradizioni e la cultura che sono elemento caratterizzante della persona. Per salvaguardare e tramandare tra gli emigrati questo aspetto culturale, sono nate all’estero diverse associazioni. 

Esistono dei numeri reali relativi a questo mondo?

Assolutamente si. Le associazioni italiane all’ estero sono distribuite nel seguente modo: in Europa 3.319 unità, 2.865 unità tra America settentrionale e meridionale, Oceania 755, Asia 702 ed infine 15 unità in Asia. Il maggior numero di associazioni italiane si trova in Svizzera con le sue 1.438 unità e in Germania con 645 gruppi, come risulta dai dati provenienti dal sito del Ministero degli Affari esteri, Direzione Generale dell’Emigrazione e degli Affari esteri. 

Sono tante, e che ruolo hanno a suo giudizio?

Le associazioni cercano di preservare e rafforzare l’identità di provenienza, creando dei momenti di socializzazione senza operare con l’idea di contrapporsi a quella che è la società che li ospita. L’ obiettivo è quello di creare una posizione intermedia tra la comunità di partenza e i luoghi che ospitano gli emigrati. Anche le associazioni calabresi sono nate con questo spirito ed assumevamo la forma di società di mutuo soccorso. 

Può darci un’idea di quante siano oggi le associazioni dei calabresi all’estero?

Attualmente le associazioni calabresi all’ estero che sono iscritte ai registri sono un totale di 178 unità. 

Abbastanza per dare il senso della nostra presenza nel mondo?

Sa cosa succede? Che i processi che si innescano con questo tipo di azioni sono più che positivi perché abbattono qualsiasi confine nazionalistico, aprono gli occhi ad un mondo multiculturale dove chi prima era percepito come uno “straniero” possa essere invece oggi una risorsa che permette di aprire una finestra su delle realtà diverse rispetto a quelle che siamo abituati a vivere quotidianamente. 

Esiste sulla carta un minimo di regolamentazione ufficiale?

Il testo normativo più recente ed articolato che regolamenta i rapporti tra la Regione Calabria e i calabresi all’ estero è la “Legge organica in materia di relazioni tra Regione Calabria, i calabresi nel mondo e le loro comunità” o anche semplicemente detta come legge n.8 del 26 Aprile 2018. 

È una legge sufficiente a garantire questo mondo?

Nell’art. 2 sono state evidenziate quelle che sono le finalità da conseguire, nell’ambito delle finalità fissate dallo Statuto e in ordine agli obiettivi economici e sociali e nei limiti stabiliti dalla Costituzione. La Regione Calabria opera per incrementare e valorizzare le relazioni con i calabresi nel mondo ed interviene a favore dei calabresi nel mondo che intendono rientrare definitivamente in Calabria, agevolandone il reinserimento sociale. 

E questo secondo lei è sufficiente?

La verità è che gli strumenti legislativi vanno ripresi con forza e vigore, perché vanno nella direzione di considerare la stessa emigrazione come opportunità di sviluppo per l’attivazione dei processi di internazionalizzazione dei territori e dei Comuni. Un approccio mirato a un nuovo posizionamento della Calabria nella “gerarchia” delle destinazioni turistiche nel Mediterraneo.  

Perché secondo lei serve una maggiore integrazione tra politica e mondo dell’emigrazione?

Solo una vera sinergia tra calabresi all’ estero e le autorità regionali può far nascere una nuova progettualità per la Calabria quale terra dalla quale non si scappa più, ma si ritorna per creare nuovi scenari, prospettive, sviluppo e benessere. I canali web adesso più che mai, permettono di lanciare messaggi diretti ai calabresi che vivono lontani in modo immediato e che possono essere condivisi facilmente con il resto della collettività. La competizione globale e le nuove necessità del mercato hanno reso obsoleto il modello classico di turismo e in uno scenario di sviluppo del settore dei servizi, l’ambiente competitivo nei prossimi anni sarà ancora sensibilmente diverso da quello del presente. La definizione di piani e programmi ben definiti nelle policy di settore, non può prescindere da questo palese interesse per la Calabria e dall’opportunità che i calabresi all’estero offrono alla loro terra anche per l ‘attrazione degli investimenti soprattutto nelle aree in ritardo di sviluppo, capaci di esprimere un potenziale per la creazione di posti di lavoro, specialmente per i giovani. 

Esistono insomma dei margini di ripresa di questo rapporto tra chi è partito e chi invece è rimasto?

Io credo che l’innovazione e la diversificazione dei prodotti turistici, una formazione mirata per il potenziamento delle conoscenze e delle competenze ad ogni livello, possono essere una via per dare prova di resilienza ai tanti Comuni e innescare finalmente la crescita sperata e prova di resilienza persino durante i periodi di emergenza sanitaria ed economica. Se questo sforzo si fa complessivamente, sono sicuro che possiamo raccogliere questa sfida con tutti i nostri ritardi ma anche con tutte le nostre grandi capacità. (pn)

 

Il prof. Peppino De Rose relatore alla Borsa del Turismo Esperienziale di Venezia su Programmazione e Finanziamenti Europei

L’economica esperto in politiche di coesione e programmi dell’Unione Europea e docente all’Università della CalabriaPeppino De Rose, sarà relatore del panel Programmazione e finanziamenti europei 2021/2027 per il Turismo Esperienziale in Italia alla quarta edizione della Borsa Internazionale del Turismo Esperienziale di Venezia, in programma dal 23 al 28 novembre.

Bitesp 2021 è la fiera digitale completamente dedicata al turismo esperienziale e all’innovazione; un appuntamento importante per la promozione e lo sviluppo commerciale degli operatori incoming e outgoing. La kermesse nasce da un concept innovativo che va ben oltre lo standard delle fiere tradizionali, un evento digitale, in grado di rispondere alle nuove esigenze promozionali, utilizzando nuove funzioni come il Talk Live TV e il Servizio Contact Line, ideali per la promo-commercializzazione del turismo esperienziale e per la ricerca di nuove partnership commerciali, con operatori nazionali e internazionali.

Lo svolgimento della manifestazione sulla piattaforma web aumenta le potenzialità di contatto, perché facilita la partecipazione degli operatori, aumenta la visibilità, il riscontro commerciale, evita gli spostamenti e fa risparmiare sui costi. Nel suo complesso, Bitesp 2021 prevede le seguenti Aree operative:  Area Espositiva Virtuale, Area Workshop, Video Contest Travel Experience Festival. Molto importante la sezione dedicata all’Area Eventi, con incontri, seminari e step formativi.

Il prof. Peppino De Rose ha conseguito il Dottorato di ricerca in Formazione della persona e mercato del lavoro presso l’Università di Bergamo e diverse specializzazioni tra cui in Governo del territorio presso l’Università Guglielmo Marconi di Roma e in Management delle imprese non profit presso l’Università Luigi Bocconi di Milano.

È stato Cultore della materia in diritto pubblico, legislazione scolastica e pedagogia presso l’Università della Basilicata. Da giovanissimo è stato chiamato a svolgere funzioni di consulente e consigliere politico nei bureaux dei deputati al Parlamento europeo e di esperto presso vari dipartimenti della Regione Calabria.

Coopera con enti pubblici e privati per la realizzazione di progetti europei in diversi ambiti settoriali e svolge attività di ricerca scientifica serbando sempre un approccio umanistico ai temi dell’economia di mercato e dello sviluppo. E’ impegnato nel sociale e promuove diverse attività culturali per la promozione delle regioni del Mezzogiorno d’Italia all’estero. (rrm)

Il prof. Peppino De Rose relazionerà sui fondi europei per imprese e territori al TTG Travel Experience di Rimini

Peppino De Rose, docente all’Università della Calabria, relazionerà sull’ampia gamma di programmi di finanziamento inseriti nel quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea 2021-2027 a sostegno delle imprese del turismo e dei territori al TTG Travel Experience di Rimini, la principale fiera internazionale B2B del turismo in Italia

La manifestazione, in programma dal 13 al 15 ottobre, prevede tre giorni di dibattiti, seminari e incontri per progettare il futuro del turismo e dell’ospitalità. Inoltre, sarà presentata, anche, la nuova guida edita dalla Commissione Europea, con tutte le indicazioni per reperire i finanziamenti e casi concreti di progetti finanziati nel tempo attraverso i programmi Ue.

Peppino De Rose, è un economista esperto in politiche di coesione e programmi dell’Unione europea e professore universitario di Impresa turistica e mercati internazionali presso l’Università della Calabria, Campus universitario in cui si è laureato con lode in Economia e Commercio con indirizzo in Economia delle Amministrazioni Pubbliche e delle Istituzioni Internazionali.

Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Formazione della persona e mercato del lavoro presso l’Università di Bergamo e diverse specializzazioni tra cui in Governo del territorio presso l’Università Guglielmo Marconi di Roma e in Management delle imprese non profit presso l’Università Luigi Bocconi di Milano.

È stato Cultore della materia in diritto pubblico, legislazione scolastica e pedagogia presso l’Università della Basilicata. Da giovanissimo è stato chiamato a svolgere funzioni di consulente e consigliere politico nei bureaux dei Deputati al Parlamento europeo e di esperto presso vari Dipartimenti della Regione Calabria.

Coopera con enti pubblici e privati per la realizzazione di progetti europei in diversi ambiti settoriali e svolge attività di ricerca scientifica serbando sempre un approccio umanistico ai temi dell’economia di mercato e dello sviluppo. È impegnato nel sociale e promuove diverse attività culturali per la promozione delle regioni del Mezzogiorno d’Italia. (rrm)

Un progetto per il turismo musulmano e del mondo arabo in Calabria

È di particolare interesse il progetto sperimentale denominato Turismo Muslim friendly, avviato dal prof. Peppino De Rose dell’Unical per  incentivare il turismo musulmano e l’export di prodotti agroalimentari sui mercati arabi.

Un progetto di ricerca scientifica sul turismo musulmano e l’Internazionalizzazione delle imprese calabresi nei mercati arabi-musulmani che potrà sortire in importanti partnership e notevoli sviluppi nei rapporti con i Paesi del Mediterraneo. A darne notizia è lo stesso prof. De Rose, manager esperto in Politiche dell’Unione europea e docente di Impresa Turistica e Mercati Internazionali presso l’Università della Calabria, che ha sottoscritto un agreement sperimentale di collaborazione con ItalymuslimFriedly l’innovativo progetto di incoming per il turismo musulmano e l’export di prodotti made in Calabria. Un percorso di collaborazione che prevede attività di studio e ricerca, formazione, tirocini per giovani laureati calabresi e affiancamento alle tante imprese calabresi che hanno la necessità di internazionalizzarsi e interagire con i mercati internazionali.

Per il turismo, secondo Global Muslim Travel Index 2020 nell’anno 2018 ci sono stati nel mondo 140 milioni di visitatori musulmani, entro il 2026 ci si aspetta un fatturato di 300 miliardi di dollari. Si stima che i musulmani nel mondo sono 1 miliardo e 800 milioni, quindi un mercato gigantesco e in continua espansione e tra l’altro il turista saudita è quello che nel mondo spende di più in assoluto, dai 10 ai 100 mila euro l’anno.

Per l’agroalimentare la crescente domanda di prodotti ottenuti secondi i principi alimentari islamici trova nella certificazione Halal lo strumento che può consentire alle eccellenze made in Calabria di penetrare i mercati dei Paesi con significativa presenza di persone di fede islamica. Attraverso un percorso di individuazione delle opportunità offerte dai mercati target, di formazione mirata e di business matching con partner selezionati, il progetto si pone l’obiettivo di preparare le imprese calabresi all’accesso ad un mercato globale in costante crescita e dai primi studi assolutamente compatibile con i prodotti e servizi calabresi.

Secondo il Prof. De Rose «L’intento di questa collaborazione è quello di sperimentare un modello capace di rafforzare la competitività e l’innovazione delle piccole e medie imprese, rafforzando il partenariato pubblico-privato per le azioni da mettere in campo e promuovendo nei mercati internazionali le eccellenze del territorio. Una sfida importante se si pensa che i clienti musulmani non provengono solo dai Paesi islamici, ma oramai sono milioni i musulmani che vivono nei paesi occidentali. È chiaro che occorre avere degli standard qualitativi elevati ma vale la pena prepararsi per avere una formazione di base specifica, sia nel campo del turismo muslim friendly che nell’export dei prodotti made-in Calabria». (pa)