OCCHIUTO: CAMBIO DI PASSO NEL TURISMO
LA CALABRIA DEVE RECUPERARE 50 ANNI

di FRANCESCO CANGEMIUn “cambio di passo” è quello che deve compiere il turismo calabrese secondo la giunta regionale e, soprattutto, secondo il governatore Roberto Occhiuto. “Cambio di passo” è l’espressione che ricorre spesso nel Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile della Regione Calabria 2023-2025.

Il Piano è incardinato sulla «declinazione degli orientamenti espressi dalla Giunta Regionale e condivisi dalle Istituzioni e dalle Imprese operanti nel turismo regionale durante lo svolgimento degli Stati Generali del Turismo (Falerna 31 marzo e 1/2 aprile 2022)» ed esprime la necessità di «intraprendere un cambio di passo, finalizzato a recuperare il “ritardo di 50 anni nel turismo regionale”; identificare la nuova narrazione turistica nel progetto Calabria Straordinaria; operare in modo coerente con la nuova stagione programmatica europea e nazionale; raccogliere ed armonizzare le proposte di coloro che intendono contribuire al recupero del citato ritardo».

Ma cosa serve per effettuare questo cambio di passo? È riportato nel Piano stesso. «Il “cambio di passo” – è scritto – richiede, infatti, per essere perseguito razionalmente di: definire gli obiettivi di sviluppo turistico che la Regione deve porsi; in assenza, rimarrebbero indeterminati gli sforzi programmatici da sopportare e scarsamente definibili le azioni coerenti da attuare; razionalizzare le scelte delle Azioni che sono da attivare per la realizzazione degli obiettivi assunti; assumere indicatori di monitoraggio in grado di misurare concretamente l’impatto dell’attuazione delle azioni e porre in essere eventuali attività correttive».

Un altro obiettivo esplicitato nel Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile della Regione Calabria 2023-2025 è quello di tornare ai flussi turistici pre Covid che hanno segnato un record per la nostra regione.

«La Calabria nel 2019 – si può leggere nel documento – ha registrato complessivamente 9.530.691 milioni di presenze, segnando +2,5% rispetto al 2018. Si conferma quindi la crescita già registrata a partire dal 2015. Infatti, dopo il trend negativo del periodo 2012-2014, il 2015 ha segnato un +5,0% sul 2014 (raggiungendo 8,1 milioni di presenze) e il 2016 ha registrato un +4,4% sul 2015, con 8,5 milioni di presenze. In particolare, tra il 2015 e il 2016 gli arrivi e le presenze internazionali crescono rispettivamente del 15% e del 12%. Questo trend positivo era destinato a crescere per il futuro confermando un ulteriore crescita sia negli anni 2018 che nel 2019».

Si nota anche che «Il dato 2020 rispetto al 2019 per la regione Calabria ha registrato un decremento delle presenze pari al -52,4%. Nel 2021 la provincia di Cosenza attrae il 37,7% delle presenze nazionali nella regione, seguita dalle province di Vibo Valentia (26%), Catanzaro (21,4%), Reggio Calabria (5,4%) e Crotone (9,6%). Diversa la composizione relativamente alle presenze straniere con il 59,7% nella provincia di Vibo Valentia, Cosenza (20,4%), Catanzaro (12,3%)». Ci sono buone notizie anche rispetto allo scorso anno. «I dati 2022 – infatti – confermano questa tendenza: nei primi 9 mesi, infatti, il turismo calabrese ha registrato un aumento del 28,9% delle presenze. In particolare, i turisti italiani sono aumentati del 20,9%, mentre quelli stranieri sono raddoppiati (+101,1%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».

Il documento poi analizza tutti i tipi di turismo presenti in Calabria e li divide in: turismo del mare, turismo della montagna (e sportivo), turismo culturale, turismo religioso (dove sono contenute anche le minoranze culturali e religiose come l’ebraismo e l’Islam), il turismo dei Parchi e i turismi delle dimore storiche.

Una volta individuate queste aree, «La prima operazione da compiere è il conseguimento di una nuova narrazione che superi vecchi condizionamenti e tabù poggiando inizialmente sulla principale risorsa della regione: il mare. Lo storytelling regionale si compone di molte microstorie che messe insieme dimostrano quanto la Calabria sia una regione autentica. La Calabria autentica ha molto oltre il mare e assolve in pieno alla nuova domanda del turismo post pandemico che ricerca la salubrità dei luoghi, il non affollamento, la ricerca di esperienze più che di luoghi unici, la possibilità di vivere all’aperto». Questa consapevolezza «va aiutata e supportata anche attraverso una specifica azione di marketing che racconti non più la Calabria ma le molte Calabrie autentiche con storie diffuse».

Nel documento lungo 170 pagine, al punto 4.2 si ritorna a parlare del “cambio di passo” che deve avvenire con una «riqualificazione dell’offerta esistente secondo standard praticati dalle aree turisticamente più evolute; miglioramento delle condizioni di accesso, di valorizzazione degli eventi dei territori (Enti Locali); riadeguamento della dotazione delle infrastrutture e dei servizi complementari; potenziamento degli strumenti finanziari; miglioramento dei servizi di comunicazione e di marketing; – formazione professionale; sostegno alla transizione generazionale; potenziamento delle reti di servizi; – garantire l’offerta di prodotti a prezzi competitivi (Imprese). Nella nuova narrazione punto di partenza è la natura ed il valore del potenziale turistico regionale».

Poi il Piano parla dell’aspetto del marketing e di tutte le azioni da compiere per far capire come la Calabria non sia solo un luogo per le vacanze estive, incentivare il reclutamento di turisti stranieri e la possibilità di utilizzare influencer che portino nella nostra regione nuovi turisti e nuovi turismi. (fc)