LE AREE RURALI DEL REVENTINO-SAVUTO
UN MODELLO PER LA CRESCITA DEI BORGHI

Un recente saggio di Pierluigi Grandinetti e Roberto Grandinetti pubblicato su Regional Economy espone i principali risultati emersi da una ricerca finalizzata alla predisposizione di strategie e azioni finalizzate alla valorizzazione sostenibile di borghi rurali di elevato valore storico, culturale e ambientale. Si tratta di un patrimonio diffuso in tutta la penisola italiana, formato da mille borghi ciascuno contraddistinto da una sua specifica identità a forte valenza rurale.

Tra i territori rurali della penisola calabra, un caso di particolare interesse è rappresentato dall’area del Reventino-Savuto: un anfiteatro naturale che si affaccia sul mar Tirreno, costituito dall’intorno del fiume Savuto e dalle pendici del monte Reventino. Questo territorio a partire dal 2016 è stato oggetto di una ricerca multidisciplinare dell’Università Iuav di Venezia sul tema “Architetture e paesaggi rurali”.

Attraverso la ricerca è stato possibile costruire un metodo di lavoro, basato sulla conoscenza del borgo per coglierne l’identità e proporne il recupero in chiave sostenibile. Le conoscenze acquisite hanno consentito di individuare specifiche azioni prioritarie: il coinvolgimento di attività imprenditoriali disponibili a insediarsi nel borgo (ad esempio, nel caso del borgo di Cleto, la produzione e commercializzazione dell’olio d’oliva); la costruzione progressiva di un circuito di fruizione turistica integrata del borgo e del suo intorno, che coinvolga i luoghi e le architetture più significative, e le attività di interesse; l’individuazione di linee-guida per il restauro e riuso delle unità edilizie storiche, con il recupero dei modi tradizionali d’intervento e l’utilizzazione di maestranze locali.

Si tratta di una strategia di sviluppo locale concepita come un “percorso di marketing territoriale”, con l’obiettivo di sviluppare – prima ancora della comunicazione esterna – quella interna, tra gli attori della strategia pubblici e privati (aziende agricole, agriturismi, associazioni locali, ecc.), per individuare soluzioni condivise a fronte delle problematiche incontrate. Nonostante la consapevolezza tra gli attori locali che la cooperazione tra loro risulta necessaria per ottenere risultati utili e duraturi da progetti di questo tipo, il passaggio a comportamenti coerenti rimane ancora incompleto.

Il lavoro realizzato può costituire un’esperienza che contribuisce a rendere realistico l’imperativo di far uscire la Calabria dalla logica dell’assistenzialismo, andando nella direzione della consapevolezza delle proprie risorse e del loro impiego in un’ottica di sviluppo appropriato e sostenibile, fondamentale in regioni ove lo sviluppo ha seguito modelli importati, conseguendo risultati fallimentari. (oc)

[courtesy opencalabria]


La versione integrale del saggio è consultabile da questo link: “I borghi della Calabria: una risorsa per lo sviluppo” di Pierluigi Grandinetti and Roberto Grandinetti

L’esempio degli imprenditori del Reventino nella Campagna anti-Covid

È da ammirare e seguire l’esempio offerto dalle aziende manifatturiere del Reventino nella campagna vaccinale anticovid. Venerdì si è conclusa l’iniziativa di vaccinazione promossa da AIR, l’Associazione degli Imprenditori del Reventino, presso la struttura dell’U.C.C.P. del Reventino, diretta dal dr Franco Esposito che ha coinvolto tutti i dipendenti delle Aziende associate, in ottemperanza alle direttive del Governo nazionale e raccolte dal sistema confindustriale.

Proprio dallo stesso dr Esposito è partita l’idea di attivare la vaccinazione, a cui immediatamente AIR ha risposto favorevolmente e che si è svolta in due fasi: una prima tornata ha riguardato tutti i dipendenti over 40, mentre la seconda tornata, conclusasi lo scorso venerdì 11 giugno, ha coinvolto i dipendenti under 40. «Oltre 350 vaccinazioni – ha detto Esposito – che hanno permesso di ottenere un duplice obiettivo: da una parte quello di adempiere a un dovere civico a cui ciascuno di noi è chiamato a rispondere e che è opportuno che veda coinvolta l’intera umanità per ottenere al più presto l’immunizzazione; dall’altro presentarsi come esempio a livello nazionale di Area produttiva manifatturiera che insegue e ricerca il ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile.

L’attività è stata possibile grazie alle strutture di servizio presenti sul territorio che, ancora una volta, hanno dimostrato che le aree interne sono in grado di offrire servizi efficienti alle persone che ci vivono e al sistema produttivo che vi opera, capaci di ottenere standard di qualità pari alle aree urbane metropolitane». (rcz)