Legambiente Calabria. Rigassificatore di Gioia Tauro impianto che non si deve fare

«Tra gli impianti a fonti inquinanti che non si devono realizzare secondo Legambiente, c’è il rigassificatore di Gioia Tauro, in Calabria, che rientra tra i progetti già approvati ma sinora mai realizzati ed ora  tornati in auge nella corsa al gas a cui stiamo assistendo». È quanto ha dichiarato la presidente di Legambiente CalabriaAnna Parretta, facendo riferimento alla mappa L’Italia fossile, che raccoglie dati e numeri sugli impianti a fonti inquinanti.

«Anche l’impianto di Gioia Tauro avrebbe la funzione ipotetica di attenuare la gravità della crisi in corso diversificando le fonti di approvvigionamento energetico del Paese – ha continuato Parretta –. Ribadiamo che non c’è logica alcuna nel realizzare rigassificatori per liberare il Paese dal ricatto del gas russo comprando il gas da Paesi come Egitto, Algeria, Libia, il Congo o gli Usa. L’Italia e la Calabria devono realizzare un’autentica transizione ecologica che renda l’Italia indipendente dall’estero in materia di energia».

Legambiente, infatti, ha ricordato che il Governo «ha imposto un’accelerata alla realizzazione di due rigassificatori, quello di Piombino e quello di Ravenna, che stanno godendo di procedure autorizzative semplificate» e che sono stati individuati, a oggi,  almeno 15 progetti tra rigassificatori e depositi presentati al Mite per procedure Via e Aia tra nuove infrastrutture e ammodernamenti di quelli esistenti. A questi si aggiungono due rigassificatori – Gioia Tauro e Porto Empedocle – e il deposito GNL di Brindisi approvati ma poi mai realizzati e ora tornati in auge».

«Considerando anche questi ultimi – ha spiegato Legambiente – sono 16 le possibili nuove infrastrutture per la rigassificazione e lo stoccaggio di GNL, di cui 6 nuovi depositi e 10 rigassificatori che si aggiungono ai tre già in funzione, per una nuova capacità di stoccaggio di 800 mila metri cubi di gas e di rigassificazione di più di 31 miliardi di metri cubi di gas, raggiungendo, così, una capacità strutturale complessiva di quasi 47 miliardi di metri cubi l’anno».

«Invece – ha continuato l’Associazione – tenendo in considerazione solamente i progetti presentati presso il MITE, e dunque escludendo Gioia Tauro, Porto Empedocle e Brindisi, l’aumento della capacità di rigassificazione sarebbe di 12 miliardi di metri cubi di gas, raggiungendo quasi 28 miliardi di metri cubi totali annui di capacità nazionale di rigassificazione. Numeri che raccontano bene il rischio dipendenza per i prossimi 25 anni, considerando che proprio il rigassificatore di Ravenna dovrebbe sostare nelle acque marine proprio per tutto questo periodo».

«Il futuro della nostra Regione – ha concluso Parretta – passa per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, come quelli basati su sole e vento, gli unici in grado di combattere le crisi climatica ed energetica supportando, nel contempo, uno sviluppo ambientalmente sostenibile e creando occasioni di lavoro».

Per Legambiente, infatti, servono  interventi e politiche concrete per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili e che permettano la realizzazione di almeno 85 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili entro il 2030 con cui raggiungere l’84% di elettricità rinnovabile nel mix elettrico, come da proposta dell’associazione confindustriale Elettricità Futura.

Fondamentale, poi, non realizzare nessuna altra nuova centrale a gas. Infatti, quelle costruite negli ultimi due decenni hanno prodotto una situazione di sovracapacità. «Sul medio periodo, per l’associazione ambientalista – si legge in una nota – sarà necessario intervenire in termini di sprechi visto che una certa quantità di gas metano viene dispersa lungo l’intera filiera delle infrastrutture a fonti fossili. Infine, va pianificata una strategia di medio – lungo periodo di uscita totale dal gas fossile, arrivando al 2040 all’obiettivo emissioni zero nette».

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha evidenziato come per frenare la crisi climatica «è indispensabile mettere in campo interventi concreti non più rimandabili, a partire da una legge che elimini i sussidi alle fonti fossili, e politiche climatiche più coraggiose, come sottolineano anche i tanti giovani che domani scenderanno in piazza per il clima. Richieste al momento rimaste inascoltate tra amnesie politiche e temi ambientali dimenticati in questa campagna elettorale, giunta ormai al rush finale».

«Purtroppo – ha continuato – il nostro Paese per bilanciare la carenza di gas, che prima arrivava in gran parte dalla Russia, sta scegliendo come soluzione l’utilizzo sempre maggiore delle fonti fossili da altri paesi grazie ai gasdotti e ai rigassificatori. Si tratta di un grave errore che si ripercuoterà anche sul clima».

«Le fonti su cui concentrare le risorse pubbliche e private devono essere il sole e il vento. Per questo – ha concluso – è fondamentale puntare su semplificazioni, autorizzazioni veloci per gli investimenti su efficienza, accumuli, pompaggi, reti, impianti a fonti rinnovabili». (rrm)

Il consigliere Tavernise: M5S Calabria contraria al raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro

Il consigliere regionale Davide Tavernise, ha evidenziato come «il Movimento 5 Stelle Calabria sia nettamente contraria al raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro».

«Dunque, se un problema politico in Calabria c’è – ha spiegato – è dato da strani personaggi in cerca d’autore che opportunisticamente credono di poter usare il M5S per improbabili candidature o scalate politiche già tentate inutilmente altrove. Ragione in più perché il M5S valuti meglio, come certamente sarà, le prossime candidature».

Tavernise, poi, ha detto che «sono da considerarsi come diffamatorie le affermazioni di sedicenti appartenenti al movimento che vorrebbero il M5S Calabria lontano dai valori identitari. Basti pensare che da consigliere regionale ho rinunciato al vitalizio, alla reversibilità, al tfr dando un segnale importante sui costi della politica. Allo stesso modo sul tema ambiente. Tra i primi atti depositati si segnala infatti l’interrogazione tesa a fermare l’impianto rifiuti di San Sago, cui ha fatto seguito quella contro l’ampiamento della discarica di Scala Coeli».

«Interrogazioni – ha proseguito – che oggi hanno portato la Regione a fare tutte le opportune valutazioni sull’impianto ricadente nel comune di Tortora. Puntuali e numerosi sono, ancora, gli interventi in aula e denunciati a mezzo stampa, per il ripristino di un’efficace servizio sanitario pubblico. Interventi documentati e documentabili, come la mozione a favore delle comunità energetiche, le interrogazioni sulla corretta gestione delle risorse idriche, così come la richiesta rivolta al presidente Occhiuto al fine di emettere un’ordinanza a tutela di quei lavoratori esposti ai rischi del colpo di calore».

«Così come – ha concluso – le proposte di legge depositate nell’ultimo mese, nello specifico quella sui cammini per incentivare un turismo eco sostenibile e quella per garantire l’accesso dei disabili alle spiagge. Interventi che fanno seguito alle denunce costanti sulla statale 106 e sulla disastrosa situazione in cui versano le infrastrutture di trasporto calabresi. Tanto in piena rispondenza ai valori identitari del M5S, difesi oggi da consigliere regionale e ieri da consigliere comunale e attivista della primissima ora». (rrc)