L’OPINIONE / Raffaele D’Agostino: Necessario e indispensabile realizzare il rigassificatore a Gioia Tauro

di RAFFAELE D’AGOSTINO –  Già nel 2006 la Lng gas (controllata dai colossi dell’energia Iren e Sorgenia) voleva installare un rigassificatore nell’area industriale di Gioia Tauro.

Questa opera strategica, visti anche gli ultimi sviluppi in fatto di approvvigionamento energetico si sarebbe potuta già realizzare da molti anni riducendo così il fabbisogno di gas proveniente da Paesi ritenuti oggi non affidabili.  È necessario e indispensabile realizzare il rigassificatore, naturalmente ci deve essere un interlocuzione, non solo con Gioia Tauro, ma anche con San Ferdinando e Rosarno.
Dopo 18 anni se ne torna a parlare. Ci furono degli allarmismi inutili allora che hanno demonizzato questa iniziativa e poi non se ne fece più nulla. Eppure oggi è di massima priorità realizzarla vista l’importanza che ha l’approvvigionamento e la produzione di Gas. Quindi un’opera che si sarebbe potuta realizzare già da tempo, con i conseguenti risvolti sul piano economico. Saremmo stati uno dei primi insediamenti in Italia, col 40% di gas che sarebbe diventato di riserva nazionale, questo spiega l’importanza di questa opera.
C’è poi una questione da non trascurare affatto e di cui nessuno ne parla e per cui dobbiamo batterci e mi riferisco alle accise. Non mi riferisco alle royalties che molto spesso sono quasi un elemosina come quelle che la Iam paga alla città per il mega depuratore. Purtroppo il sindaco Aldo Alessio ha commesso un errore ad uscire dall’Assemblea dei Sindaci e monetizzare quel 2% che aveva il comune di Gioia Tauro, anziché utilizzare quel tavolo, come avevo proposto già in campagna elettorale 4 anni fa. Perché andava fatta una trattativa con la Iam e con la Regione.
Alessio ha sbagliato ad alzarsi da quel tavolo perché avrebbe dovuto lottare almeno per sgravare i cittadini gioiesi dalla tassa sulla depurazione, innanzitutto perché il danno ambientale che potrebbe causare è incalcolabile e inoltre perché noi abbiamo un sistema di fognature che raccoglie le acque piovane indirizzandole al mega depuratore e considerato che si paga in base ai litri che vengono depurati, noi paghiamo anche per la depurazione delle acque piovane.
Quindi oltre alle royalties, che sono un elemosina, bisognava stare dentro quell’assemblea e alzare la voce, discutere un “risarcimento” sotto forma di sgravi fiscali per i cittadini gioiesi, non monetizzare prendendo 20/30 mila euro che non sono serviti a nulla. Lì bisognava combattere, non andare via.
Errori commessi anche sul Termovalorizzatore, anche qui andava fatto un ragionamento con gli enti sovraordinati al comune, ovvero con la parte privata che è il gestore e con la Regione che è titolare dell’impianto. Sedersi a discutere e trattare sul conferimento del comune di Gioia Tauro. Intanto Gioia Tauro avrebbe dovuto conferire per come sarebbe stato opportuno fare per la città. Seconda cosa, che sarebbe stato ancora più opportuno discutere, sono le tariffe di conferimento.
Noi città avremmo dovuto avuto avere almeno un 50% di abbattimento della spesa. Inoltre, royalties e sgravi a parte, io avrei proposto di inserire nel piano di opere pubbliche della città, un’opera da far realizzare interamente alla Regione e alla società che gestisce l’impianto, sveltendo i tempi di approvazione e costruzione dell’opera e non facendola pesare sul bilancio comunale.
Ritornando al Rigassificatore e per non commettere gli stessi sbagli commessi col mega depuratore e termovalorizzatore, bisogna discutere sulle accise che scaturiscono dalla vendita di questo gas, come avviene per la benzina, il gasolio e via dicendo, quindi la cosa importante, fondamentale, è incassare una parte delle accise.
Noi il rigassificatore siamo fieri di ospitarlo come zona industriale, però la sede fiscale dell’opera deve essere a Gioia Tauro, di questo si dovrà discutere e del fatto, che a parte le maestranze specializzate di cui ci sarà bisogno e che arriveranno necessariamente da fuori, tutte le altre figure professionali dovranno essere del luogo. Come anche i materiali necessari alla costruzione dovrebbero essere comprati nella zona dei comuni che ospitano l’opera e non farli arrivare da fuori. (rda)
[Raffaele D’Agostino è consigliere comunale di Gioia Tauro]

Ok del Governo al rigassificatore di Gioia Tauro

Il Governo ha varato il decreto Energia (un provvedimento di 27,4 miliardi di euro in investimenti) che contiene la norma che prevede la realizzazione del rigassificatore di Gioia Tauro. Nel testo si legge che ““le opere per la costruzione e l’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquido on-shore, nonché le infrastrutture connesse, sono considerate di pubblica utilità, indifferibili e urgenti»,

«È un’ottima notizia per la Calabria – ha commentato il Presidente della Regione Roberto Occhiuto –. L’impianto che nascerà nel nostro territorio è stato giudicato strategico dal governo nazionale.
Avremo un polo energetico fondamentale per il Paese e finalmente riusciremo a sfruttare una parte dell’enorme area retroportuale della Piana.
Ringrazio il premier Meloni e il ministro Pichetto Fratin per aver deciso di puntare sulla Calabria per questa importantissima infrastruttura». (rrm)

Il presidente Occhiuto: Governo consideri il rigassificatore Gioia Tauro opera strategica

«Sto chiedendo al governo che il rigassificatore di Gioia Tauro sia considerato opera strategica». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto in una intervista a Libero.

Il rigassificatore di Gioia Tauro «ha tutte le autorizzazioni valide – ha sottolineato – sarebbe realizzato con le risorse di Iren e di Sorgenia, avrebbe una capacità di 16 miliardi di metri cubi, più della metà di quanto importavamo dalla Russia. Peraltro, siccome per rigassificare occorre la piastra del freddo, che serve anche a surgelare i prodotti, la Calabria potrebbe allocare, nell’area prospicente il primo porto d’Italia, Gioia Tauro, un grande distretto dell’agroindustria. Per surgelare, oltre ai nostri, anche prodotti della Sicilia e della Campania.
Trovo assai singolare che un investimento del genere non venga considerato strategico, è un tema che va avanti dallo scorso governo».

Anche per Gioia Tauro, però, c’erano state le proteste di alcuni comitati. «Le proteste le ascolto e le valuto con molta attenzione. Ma io devo governare, e fare ciò che è giusto. Perché ciò che è giusto, col tempo, diventa anche popolare», ha detto Occhiuto.

Per quanto riguarda la tassa sugli extraprofitti, il governatore è sicuro che «il Governo troverà una sintesi».

Questo perché «nessuno vuole mettere in difficoltà il governo. Ma c’è stato un difetto di confronto. Nella gestazione del dl asset, che contiene quella norma, l’esecutivo ha dialogato con i tassisti, ma non con le banche, senza prevedere le conseguenze anche in termini di quotazione in borsa. In un percorso di governo può capitare, ma bisogna porre rimedio e non mi pare ci siano resistenze ad un normale lavoro parlamentare per migliorare il testo».

Ora si guarda alla manovra, la coperta è corta. I territori dovranno rinunciare a promuovere istanze? «I territori hanno altre leve di politica locale – ha detto ancora – Pnrr, il fondo di sviluppo e coesione. Il tema è creare le condizioni affinché i Comuni possano spendere più velocemente quelle risorse. Riguardo a questo c’è il tema di semplificare norme e procedure. Sulla manovra, nello specifico, guardiamo invece con molta attenzione a sanità, cuneo fiscale e pensioni. Quelli sono i temi fondamentali».

Spazio, poi, alla politica: Occhiuto ha ricordato che «il centrodestra non è litigioso, contrariamente a quanto accadeva con la sinistra al governo. Ci sono delle legittime differenze. Antonio Tajani sta facendo un lavoro straordinario al governo e nel partito, e Forza Italia fa bene a rappresentare la sua identità, ad assumere una propria posizione».

«Noi dobbiamo parlare a quel popolo del moderati che magari oggi vota anche Fratelli d’Italia e Lega – ha detto – ma lo fa non ritrovandosi appieno in quelle linee politiche. Dobbiamo parlare ai moderati in fuoriuscita da un Pd a guida Schlein, così come a quanti credettero nel Terzo Polo».

Rafforzare l’identità, quindi. Ma sulle Europee la domanda va al ‘dopo’. Vol guardate ai socialisti per un’alleanza?

«Tutt’altro. Noi guardiamo ad altre famiglie – ha continuato – che non si riconoscono nel partito socialista europeo e che possano comunque essere compatibili, per principi e valori, con il Ppe. Tra queste forze non c’è quella guidata da Marine Le Pen, che è ben diversa da Salvini. Il leader della Lega a Pontida può invitare chi vuole, ma Tajani ha fatto bene a dire ‘no’ a qualsiasi ipotesi di alleanza». (rrm)

Legambiente contro il rigassificatore di Gioia: Portarlo significa condannare la Calabria

«Portare in Calabria un nuovo rigassificatore vuol dire condannare la Calabria e l’Italia alla dipendenza energetica da altri Paesi, e a non raggiungere gli obiettivi climatici». È quanto ha ribadito, nuovamente, Legambiente Calabria in merito al rigassificatore di Gioia Tauro, sottolineando come «sul tema dell’energia il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha idee antiquate e inadatte a rispondere alle sfide ambientali, climatiche e sociali che stiamo attraversando».

«Il presidente Occhiuto – si legge nella nota dell’Associazione – continua a parlare del rigassificatore di Gioia Tauro come di un’opera “importante e strategica per il Mezzogiorno” al punto da richiedere un intervento diretto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni».

«L’impianto di Gioia Tauro avrebbe, come gli altri impianti di questo tipo, negli intenti – si legge – la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico del Paese dopo le sanzioni alla Russia conseguenti alla guerra in Ucraina.  Una motivazione già questa errata perché è illogico realizzare rigassificatori per liberare l’Italia dal ricatto del gas russo comprando il gas da Paesi spesso politicamente instabili come Egitto, Algeria, Libia, Congo, Angola oppure dagli Usa che estraggono il gas con il processo di fracking, la fratturazione idraulica delle rocce che può potenzialmente contaminare le falde acquifere ed aumentare le emissioni in atmosfera perché rilascia metano ed agenti tossici».

«Nello specifico, l’impianto di Gioia Tauro, che è, allo stato attuale – viene ricordato – bloccato da un decennio, costerebbe oltre un miliardo di euro e richiederebbe svariati anni per la sua costruzione che avverrebbe, tra l’altro, in una zona indicata ad alta pericolosità sismica. Si tratterebbe di un impianto particolarmente impattante sotto il profilo ambientale trattandosi di un impianto on shore che ricoprirebbe un’area di circa 47 ettari ricadente nei comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno e dovrebbe riportare allo stato gassoso 12 miliardi di metri cubi all’anno di combustibile, reso liquido per il trasporto in navi cisterna per il cui attracco sarà realizzata un’apposita piattaforma di scarico a 500 metri circa dalla costa».

«Il rigassificatore di Gioia Tauro – continua Legambiente – a differenza delle due navi Fsru comprate dalla Snam per fare fronte alla crisi del gas russo, è una struttura fissa che dovrà durare almeno 25 anni, quindi, calcolando i tempi di costruzione che saranno di qualche anno almeno, dovrà durare oltre il 2050, anno nel quale, in base alla normativa europea sul clima, l’Italia e l’Europa dovrebbero portare a zero le loro emissioni di gas climalteranti. Emissioni che già al 2030, quando il rigassificatore sarebbe presumibilmente in funzione, dovranno già essere state ridotte del 55% (rispetto al 1990). Questo impianto si troverebbe quindi a competere in un mercato nel quale i consumi di gas sono previsti in costante discesa in base alle previsioni del Piano Nazionale Energia e Clima».

«Il presidente della Regione Calabria ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – ha una strana idea di sviluppo per il Sud. Legambiente è nettamente contraria alla realizzazione del rigassificatore di Gioia Tauro, un impianto che si pone in netta contraddizione con gli obiettivi di decarbonizzazione ed è ambientalmente ed economicamente insostenibile».

«Il futuro della Calabria passa dalla realizzazione di impianti di energia a fonti rinnovabili come impianti fotovoltaici, agrivoltaici, eolici a terra ed eolici offshore, in grado di combattere le crisi climatica ed energetica – ha concluso – supportando, nel contempo, uno sviluppo sostenibile incentivando l’occupazione e l’economia della nostra regione. La Calabria non può più permettersi visioni miopi perché ogni progetto errato allontana la nostra Regione dalle opportunità di innovazione, miglioramento della qualità di vita e creazione di posti di lavoro».

«La strada verso la decarbonizzazione è ancora molto lunga – ha ribadito Legambiente –: lo scorso anno le fonti fossili hanno coperto il 75% della domanda di energia elettrica della Calabria, con un radicamento legato non solo alla produzione energetica, ma anche al trasporto di gas e all’estrazione di idrocarburi. Ad oggi, con i suoi gasdotti, la Calabria è territorio di transito di tutto il gas importato dal Nord Africa che approda prima in Sicilia per essere poi spinto verso nord passando per la Centrale di Compressione di Tarsia, in provincia di Cosenza».

«A questa situazione – si legge – si aggiunge il rischio dato dai rigassificatori: non solo Gioia Tauro ma anche  Crotone, con un rigassificatore in attesa di autorizzazione da 0,8 miliardi di smc che prevede un deposito costiero con capacità di 20.000 smc di gas. Non bisogna dimenticare, inoltre, le attività di ricerca e produzione di idrocarburi. Nel 2022, attraverso le 4 concessioni di coltivazione presenti nella Regione e localizzate nei pressi di Crotone tra terra e mare, sono stati prodotti 5.119.484 smc di gas su terraferma e 282.046.919 smc nelle concessioni direttamente di fronte alle coste crotonesi, una quantità pari a circa l’8% della produzione nazionale di gas fossile. A queste si aggiungono ulteriori 3 permessi di ricerca per una superficie di oltre 2.000 kmq destinati ad attività connesse alla produzione di idrocarburi».

«In Calabria tre quarti dell’elettricità è ancora prodotta da fonti fossili – ha concluso Legambiente –. Dovrebbe apparire chiaro che occorre abbandonare la strada delle fonti energetiche inquinanti e dei rigassificatori e lavorare concretamente per far diventare la regione diventare un hub energetico europeo strategico delle energie rinnovabili». (rcz)

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Ponte e rigassificatore svolta per tutto il Meridione

di GIACOMO SACCOMANNOUn momento cruciale e strategico per la Calabria ed il Mezzogiorno! Il rigassificatore ed il ponte sullo Stretto dono due opere fondamentali per la crescita e lo sviluppo del Sud. Il primo è di fondamentale importanza per consentire all’Italia di diminuire sensibilmente le necessità energetiche da importare dall’estero.

Nel mentre, il secondo rappresenta un modello di tecnologia e di unione che renderebbe le due regioni attrattive sia sotto l’aspetto turistico che economico. Si è detto tanto del ponte, ma mai a sufficienza in quanto molti non hanno idee della valenza del progetto.

Un concentrato di tecnologia innovativa che rimette l’Italia al centro del nuovo sviluppo futuro sia ingegneristico che dell’ultima tecnica impiantistica. Un concentrato di opere che potrebbe cambiare radicalmente il territorio ed offrire una base di rilievo per l’occupazione e per la crescita sociale ed economica. Il rigassificatore non è un’opera a sé, ma potrebbe rappresentare quel volano per la creazione della piastra del freddo che consentirebbe l’incontro tra la produzione agrumicola, la conservazione di questa e l’immediata esportazione.

Un polo fondamentale per rendere la Calabria ed il Sud maggiormente competitivi e con un’offerta unica nello scenario italiano e no. Ecco la necessità che il Governo spinga verso la definizione della pratica del rigassificatore e consenta che questo venga realizzato a Gioia Tauro, ove vi è un progetto definitivo, con tutte le autorizzazioni necessarie e, quindi, immediatamente cantierabile.

Un’occasione più che unica che deve essere sfruttata al massimo e che non può che respingere decisamente le sirene negative di un no  a prescindere. La sinistra ha fatto già danni gravissimi al nostro paese e dovrebbe avere il pudore di ammendarsi e di lasciare in pace chi vuole governare per il bene della nazione. (gs)

[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]

Il presidente Occhiuto: Governo inserirà rigassificatore di Gioia nel piano investimenti energetici

Il governo, nella persona del ministro Pichetto Fratin, mi ha annunciato che inserirà il rigassificatore di Gioia Tauro nel Piano degli investimenti energetici del nostro Paes». È quanto ha annunciato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, intervenendo alla presentazione di Agenda Calabria, il piano di azioni e interventi per la regione messo a punto da Confindustria.

«Sto cercando di spiegare da più tempo – ha ricordato – che il rigassificatore di Gioia Tauro potrebbe davvero consentire al nostro Paese di arrivare a un tetto italiano della spesa del gas, perché questo impianto produrrebbe circa il 50% del gas che prima importavamo dalla Russia».

«Come sappiamo – ha proseguito – il rigassificatore funziona a fisarmonica: se ti serve il 10%, lo fai funzionare per il 10, se ti serve il 30%, lo fai funzionare per il 30, e così via».

«Ma se hai questa infrastruttura – ha spiegato – puoi dire agli altri Paesi dai quali stai comprando il gas, che o te lo vendono a un prezzo regolato, oppure, tra tre anni, quando i lavori del rigassificatore saranno completati – intanto sarà concluso anche l’intervento sulla rete Snam, che il governo ha già previsto -, il gas lo andrai a comprare liquido dagli Stati Uniti, pagandolo venti volte in meno».

«E non avrai più bisogno – ha detto ancora – del gas degli altri Paesi. Quindi, questo impianto darebbe un potere negoziale straordinario all’Italia».

«Sto anche chiedendo – ha concluso – il rigassificatore di Gioia Tauro perché al suo sistema di rigassificazione, connetteremmo la costruzione della piastra del freddo, che ci darebbe la possibilità di allocare in Calabria un grande distretto dell’agroindustria».

Presente, all’evento, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ribadendo che il rigassificatore di Gioia Tauro «è un’infrastruttura strategica nazionale».

«Perché – ha aggiunto –non vorrei che venuta meno la tensione adesso tutti noi ci rilassiamo e poi invece ci ritroveremo magari con un altro problema. E teniamo conto che non era un progetto incentrato solo sul rigassificatore ma prevedeva la costruzione di una piastra del freddo che è fondamentale per un paese come l’Italia e in particolar modo per una regione della Calabria fa dell’agroalimentare uno dei suoi prodotti di punta. «Io,quindi – ha concluso – credo che sia un progetto attuale e sul quale bisogna lavorare tutti».

«Incontri come quelli organizzati oggi (ieri ndr) da Unindustria Calabria  – ha scritto su Facebook il ministro Fitto – nella sede della Regione Calabria alla quale hanno partecipato il presidente Confindustria, Carlo Bonomi, il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, e il sottosegretario all’Interno, Wanda Ferro, sono molto utili per uno scambio di informazioni necessarie sul decreto legge di attuazione del Pnrr».

«È stata l’occasione – ha spiegato – per ribadire la necessità di un forte raccordo tra i diversi programmi europei (Pnrr, RepowerEU e Fondi di Sviluppo e Coesione) per avere una visione unica e coerente delle linee di intervento sui territori».

«Non dobbiamo mai dimenticare – ha continuato – che il RepowerEU è una grande opportunità, per dare risposte al problema energetico».

«Per queste ragioni – ha concluso – la proficua collaborazione istituzionale con la Regione Calabria ed in particolare il costante e positivo confronto con il presidente Occhiuto, rappresenta un passaggio rilevante per raggiungere gli ambiziosi  obiettivi che ci siamo posti». (rrm)

L’APPELLO / Giacomo Saccomanno: Governo confermi il rigassificatore di Gioia Tauro

di GIACOMO SACCOMANNO – La Calabria ha necessità di sviluppo e di creazione delle condizioni di sistema per poter procedere alla realizzazione di un progetto strategico di crescita e di innovazione. Il rigassificatore a Gioia Tauro, di cui si è parlato molto e si sono letti molti annunci, è di rilevante importanza per l’espansione dell’area portuale e per la crescita dell’intero Mezzogiorno.

Significherebbe, infatti, fornire degli strumenti concreti affinché si possano creare le condizioni per un percorso innovativo che possa portare sostegno all’impresa ed all’occupazione, oltre che rafforzare il sistema energetico dell’Italia. In un momento in cui, per la “miopia” della sinistra si è smantellato, nel tempo, il complesso di strutture producenti energia e si ha necessità di coprire l’importazione di gas dall’estero, non sembra che si possa fare a meno di costruire il rigassificatore a Gioia Tauro.

Zona che ha tutti i requisiti di sostenibilità, anche ambientali, per rendere l’opera immediatamente realizzabile e creare un importante indotto attorno al porto ed all’immensa area industriale. È necessario, pertanto, che il Governo assuma delle precise e celeri decisioni sulla realizzazione di tale opera, in modo tale che non solo si cominci a coprire, per tempo, il fabbisogno dell’Italia, ma si inizi quell’azione di sostegno concreto al Sudper diminuire l’esistente gap per come ripetutamente richiesto anche dall’Europa. (gs)

Occhiuto: Il presidente Meloni prenda in mano il dossier su Rigassificatore di Gioia Tauro

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha invitato il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, a prendere in mano il dossier sul Rigassificatore di Gioia Tauro.

«Ne sto parlando da un anno, da prima che scoppiasse la crisi energetica. E lo faccio anche perché connessa al processo di rigassificazione c’è la realizzazione della piastra del freddo, che serve anche per surgelare i prodotti agroalimentari», ha detto Occhiuto, nel suo intervento a Focus Economia su Radio 24.

«Questo rigassificatore sarebbe uno dei più grandi in Europa – ha ribadito – avrebbe un’enorme piastra del freddo che consentirebbe di ospitare, a ridosso del porto di Gioia Tauro, che è diventato il primo porto d’Italia, un grande distretto dell’agroindustria per fare in modo che si possano insediare delle imprese, in una Regione come la mia che ha grande necessità di un piano di attrazione degli investimenti. Abbiamo fatto anche partire l’intermodalità: ora da Gioia Tauro partono treni per Nola, Bari, Padova e Bologna».

«L’obiettivo – ha proseguito – è quello di far scaricar le merci e farle lavorare. Devo ringraziare Minenna, il direttore dell’Agenzie delle Dogane, per l’istituzione del corridoio doganale. Per cui, sostanzialmente, chi sbarca le merci a Gioia Tauro può trasportarle via treno sdoganando dove meglio ritiene. Quindi, di fatto, è un’attività che abbiamo già fatto partire. Sul rigassificatore trovo assurdo che qualcuno dica che questa opera possa ancora attendere».

«Il rigassificatore non serve solo a produrre energia – ha spiegato ancora – ma servirebbe al nostro Paese per acquisire potere strategico e negoziale. Stiamo passando da un contesto in cui eravamo dipendenti dalla Russia a un altro nel quale rischiamo di dipendere da altri Paesi che non mi pare abbiano governi più affidabili».

Per quanto riguarda il Pnrr, Occhiuto ha espresso preoccupazione, «perché governo una Regione nella quale c’è una scarsissima capacità amministrativa».

«Peraltro i protagonisti del Pnrr sono soprattutto i Comuni – ha ricordato – tra cui molti in Calabria sono in dissesto o predissesto e non hanno spesso il segretario generale o il capo dell’ufficio tecnico, quindi hanno difficoltà a eseguire i progetti e realizzarli nei tempi previsti».

«È evidente che c’è un problema strutturale – ha continuato –. Ho sempre detto che ci si è concentrati molto sulle risorse di questo Piano ma non sulle riforme, che servono per fare effettivamente spesa. È come se l’Europa avesse riempito i vagoni di tanti investimenti, tra cui una buona parte a prestito, e noi non avessimo costruito i binari sui quali farli correre. Il problema non è solo legato alle risorse umane dei Comuni o delle Regioni, il tema è mettere le strutture dello Stato al servizio di tali enti, talvolta per sostituirsi nella progettazione degli interventi. Penso ad esempio a Cassa Depositi e Prestiti che non dovrebbe limitarsi a dare assistenza tecnica alle Regioni ma potrebbe fare anche i progetti al posto dei Comuni sulla base delle indicazioni previste».

«Agli enti interessa che si facciano le opere, chi le esegue è meno rilevante – ha concluso – l’importante è portarle a compimento. Bisogna quindi mettere in atto procedure straordinarie anche facendo valere principi di sussidiarietà nel rapporto tra amministrazioni». (rrm)

La presidente Meloni: Basta un Dpcm per il rigassificatore di Gioia Tauro

Abbiamo bisogno di soluzioni strutturali, dobbiamo sbloccare procedure ferme da lustri, come il rigassificatore di Gioia Tauro, che basta un dpcm per far ripartire come opera strategica», ha detto il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, in replica al Senato.

Quella fatta dal presidente è, infatti, l’ennesima dimostrazione di come il rigassificatore sia un’opera strategica non solo per la Calabria, ma per tutta l’Italia.

«Sulle misure per affrontare il caro energia – ha proseguito – credo ci si debba adoperare per sbloccare procedure ferme da lustri che, se non fossero state bloccate da una burocrazia cieca e da un visione ideologica francamente incomprensibile, oggi non costringerebbero a realizzare il rigassificatore con procedure di urgenza e gravosi impatti sui territori». 

«Penso al rigassificatore di Gioia Tauro per il quale, come ha ricordato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto – ha spiegato –  basta un Dpcm che lo dichiari opera strategica per ripartire, realizzando un impianto in grado di processare da 12 a 16 miliardi di metri cubi di Gnl l’anno ed iniziare così a costruire nel nostro Sud un hub energetico, nazionale ed europeo».

Immediata la risposta del Governatore, ringraziando il presidente Meloni per «l’attenzione manifestata oggi in Aula al Senato sul rigassificatore di Gioia Tauro, e per aver assunto un importante impegno in merito alla sua realizzazione».

«Abbiamo bisogno di soluzioni strutturali – ha ricordato – non possiamo inseguire le emergenze, dobbiamo lavorare con lungimiranza per programmare i prossimi anni e per garantire sempre piu al nostro Paese una solida percentuale di indipendenza energetica».

«E per fare tutto questo – ha proseguito – servono il piglio e la determinazione dimostrati in questi giorni dal nuovo premier. L’ho detto in più d’una occasione e lo ribadisco oggi dopo questa visionaria presa di posizione di Giorgia Meloni: la Calabria è pronta a fare la sua parte e ad ospitare questo impianto strategico per l’Italia».

Una chiara presa di posizione che arriva a una settimana dall’appello lanciato da Occhiuto e da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, nel corso dell’Assemblea di Unindustria, in cui chiedevano a gran voce l’infrastruttura.

Il rigassificatore, aveva dichiarato Occhiuto nel corso dell’Assemblea di Unindustria Calabria svoltasi a Reggio, è «connesso all’intervento sul rigassificatore c’è la piastra del freddo che ci potrebbe consentire di sviluppare davvero l’area retroportuale di Gioia Tauro attraverso un grande distretto dell’agroindustria».

«La nostra Regione – ha detto Occhiuto – potrebbe diventare l’hub di un grande distretto dell’agroindustria di tutto il Mezzogiorno, di un distretto che comprenderebbe dalla Campania fino alla Sicilia. Si tratta di un investimento strategico per l’Italia».

«È di vitale importanza una dotazione infrastrutturale all’altezza delle aspirazioni e significativamente superiore all’attuale: alta velocità, statale 106 e rigassificatore di Gioia Tauro sono opere strategiche non solo per la Calabria, ma per tutto il Paese che, senza il Mezzogiorno è come un’anatra zoppa», ha dichiarato Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria.

Il rigassificatore di Gioia Tauro è «un’opera non solo utile ma necessaria, che avrebbe un’ottima ricaduta occupazionale e darebbe dignità a centinaia di lavoratori e riuscirebbe a colmare quella sempre crescente di domanda di energia, che oggi più che mai il Paese richiede e che non è in grado di soddisfare», ha detto il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Domenico Vecchio.

Prima ancora dell’assemblea reggina, il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, nel corso dell’incontro organizzato da Unioncamere Calabria, aveva specificato che «il rigassificatore ci interessa molto, anche per il collegato progetto della piastra del freddo».

«Un obiettivo di sviluppo importante per il territorio calabrese – ha spiegato – che ci vede in piena sinergia con l’attuale governo regionale». (rrm)

Legambiente Calabria. Rigassificatore di Gioia Tauro impianto che non si deve fare

«Tra gli impianti a fonti inquinanti che non si devono realizzare secondo Legambiente, c’è il rigassificatore di Gioia Tauro, in Calabria, che rientra tra i progetti già approvati ma sinora mai realizzati ed ora  tornati in auge nella corsa al gas a cui stiamo assistendo». È quanto ha dichiarato la presidente di Legambiente CalabriaAnna Parretta, facendo riferimento alla mappa L’Italia fossile, che raccoglie dati e numeri sugli impianti a fonti inquinanti.

«Anche l’impianto di Gioia Tauro avrebbe la funzione ipotetica di attenuare la gravità della crisi in corso diversificando le fonti di approvvigionamento energetico del Paese – ha continuato Parretta –. Ribadiamo che non c’è logica alcuna nel realizzare rigassificatori per liberare il Paese dal ricatto del gas russo comprando il gas da Paesi come Egitto, Algeria, Libia, il Congo o gli Usa. L’Italia e la Calabria devono realizzare un’autentica transizione ecologica che renda l’Italia indipendente dall’estero in materia di energia».

Legambiente, infatti, ha ricordato che il Governo «ha imposto un’accelerata alla realizzazione di due rigassificatori, quello di Piombino e quello di Ravenna, che stanno godendo di procedure autorizzative semplificate» e che sono stati individuati, a oggi,  almeno 15 progetti tra rigassificatori e depositi presentati al Mite per procedure Via e Aia tra nuove infrastrutture e ammodernamenti di quelli esistenti. A questi si aggiungono due rigassificatori – Gioia Tauro e Porto Empedocle – e il deposito GNL di Brindisi approvati ma poi mai realizzati e ora tornati in auge».

«Considerando anche questi ultimi – ha spiegato Legambiente – sono 16 le possibili nuove infrastrutture per la rigassificazione e lo stoccaggio di GNL, di cui 6 nuovi depositi e 10 rigassificatori che si aggiungono ai tre già in funzione, per una nuova capacità di stoccaggio di 800 mila metri cubi di gas e di rigassificazione di più di 31 miliardi di metri cubi di gas, raggiungendo, così, una capacità strutturale complessiva di quasi 47 miliardi di metri cubi l’anno».

«Invece – ha continuato l’Associazione – tenendo in considerazione solamente i progetti presentati presso il MITE, e dunque escludendo Gioia Tauro, Porto Empedocle e Brindisi, l’aumento della capacità di rigassificazione sarebbe di 12 miliardi di metri cubi di gas, raggiungendo quasi 28 miliardi di metri cubi totali annui di capacità nazionale di rigassificazione. Numeri che raccontano bene il rischio dipendenza per i prossimi 25 anni, considerando che proprio il rigassificatore di Ravenna dovrebbe sostare nelle acque marine proprio per tutto questo periodo».

«Il futuro della nostra Regione – ha concluso Parretta – passa per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, come quelli basati su sole e vento, gli unici in grado di combattere le crisi climatica ed energetica supportando, nel contempo, uno sviluppo ambientalmente sostenibile e creando occasioni di lavoro».

Per Legambiente, infatti, servono  interventi e politiche concrete per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili e che permettano la realizzazione di almeno 85 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili entro il 2030 con cui raggiungere l’84% di elettricità rinnovabile nel mix elettrico, come da proposta dell’associazione confindustriale Elettricità Futura.

Fondamentale, poi, non realizzare nessuna altra nuova centrale a gas. Infatti, quelle costruite negli ultimi due decenni hanno prodotto una situazione di sovracapacità. «Sul medio periodo, per l’associazione ambientalista – si legge in una nota – sarà necessario intervenire in termini di sprechi visto che una certa quantità di gas metano viene dispersa lungo l’intera filiera delle infrastrutture a fonti fossili. Infine, va pianificata una strategia di medio – lungo periodo di uscita totale dal gas fossile, arrivando al 2040 all’obiettivo emissioni zero nette».

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha evidenziato come per frenare la crisi climatica «è indispensabile mettere in campo interventi concreti non più rimandabili, a partire da una legge che elimini i sussidi alle fonti fossili, e politiche climatiche più coraggiose, come sottolineano anche i tanti giovani che domani scenderanno in piazza per il clima. Richieste al momento rimaste inascoltate tra amnesie politiche e temi ambientali dimenticati in questa campagna elettorale, giunta ormai al rush finale».

«Purtroppo – ha continuato – il nostro Paese per bilanciare la carenza di gas, che prima arrivava in gran parte dalla Russia, sta scegliendo come soluzione l’utilizzo sempre maggiore delle fonti fossili da altri paesi grazie ai gasdotti e ai rigassificatori. Si tratta di un grave errore che si ripercuoterà anche sul clima».

«Le fonti su cui concentrare le risorse pubbliche e private devono essere il sole e il vento. Per questo – ha concluso – è fondamentale puntare su semplificazioni, autorizzazioni veloci per gli investimenti su efficienza, accumuli, pompaggi, reti, impianti a fonti rinnovabili». (rrm)