ALLA CALABRIA SERVONO FERROVIE VELOCI
BASTA NEGARE IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ

dalla REDAZIONE ROMANA – Tante, troppe dichiarazioni e promesse sono state fatte ai calabresi e alla Calabria sull’alta velocità e, nonostante ciò, non è ancora chiaro quali siano davvero i piani e, soprattutto, cosa davvero sarà realizzato a livello ferroviario in Calabria con i fondi del Pnrr.

Una vera incognita, i cui nodi dovrebbero essere sciolti attraverso un incontro urgente con i vertici, come ha suggerito il consigliere regionale del PD, Domenico Bevacqua, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto e all’assessore alle Infrastrutture, Mauro Dolce, proprio per capire cosa si intende realizzare con quei preziosi fondi che scadranno nel 2026.

Una richiesta più che legittima, considerando la necessità urgente di una regione come la nostra di infrastrutture – soprattutto su rotaie – per poter uscire dall’isolamento a cui è “condannato” e essere al passo con i tempi. Una impresa non facile, dato che l’alta velocità in Calabria sembra essere un “miraggio” più che una realtà concreta. Come già rilevato dall’ing. Roberto Di Maria in un suo editoriale sul nostro quotidiano, «Un articolo de L’Espresso del 10 novembre scorso a firma di Gloria Riva ne è un esempio, dato che pone più di un interrogativo sulla ferrovia Salerno-Reggio Calabria in fase di progettazione da parte di RFI, nell’ambito della attuazione del Pnrr. Si scopre che “costerà miliardi” (come se altrove interventi simili costassero spiccioli), e che, inoltre, “non sappiamo quando (e se) sarà completata”. E, ovviamente, si arriva a mettere in dubbio” l’utilità stessa del progetto”».

Secondo Di Maria, infatti, «basta, infatti, dare un’occhiata al tracciato previsto per rimanere quanto meno perplessi» e ciò che ha dichiarato l’ad Fiorani in audizione alla Commissione Trasporti, «confermano questa impressione»: la nuova linea Salerno-Reggio Calabria sarà lunga 30 km in più di quella attuale e, «dopo aver lasciato Battipaglia, anziché dirigersi verso la costa cilentana, si dirige verso il Vallo di Diano, percorrendolo interamente. Ai primi rilievi del Pollino, immediatamente a sud di Buonabitacolo, essa segue un percorso in discesa, per lunghi tratti in galleria, che la conduce sulla costa, a Praia a Mare, pochi chilometri a sud del confine tra Basilicata e Calabria».

Decisioni che sono state assunte per «allontanarsi dalla linea storica perché i lavori interferirebbero con l’esercizio ferroviario» e per «scegliere un tracciato maggiormente accessibile ai territori, con particolare riferimento alla costa ionica calabrese».

Un approccio che all’ing. Di Maria non convince: «la Fiorani ha dimenticato che Rfi sta lavorando ad un altro progetto Av sulla Battipaglia-Potenza-Metaponto-Taranto. Un itinerario facilmente raggiungibile dalla valle del Crati e da tutta la costa ionica, senza bisogno di scavare lunghissime gallerie, come quella tra Praia e Tarsia. A condizione, ovviamente, che, insieme alla Tarsia-Cosenza si raddoppi la linea costiera da Tarsia a Metaponto. Ma di questo intervento, nei piani RFI, paradossalmente non c’è traccia».

«Eppure – ha rilevato l’ing. Di Maria – si tratta di un itinerario comunque indispensabile, se si pensa che in Puglia perverrà il corridoio Ten-T Baltico-Adriatico, di cui è già stato chiesto alla UE il prolungamento da Ancona verso sud: una infrastruttura fondamentale per il trasporto merci verso il centro Europa. La sua accessibilità attraverso la linea ionica riqualificata e raddoppiata, insieme al collegamento con la tirrenica tramite la nuova galleria Santomarco, consentirebbe il potenziamento del porto di Gioia Tauro in chiave gateway, ovvero come punto di attracco per le navi portacontainer provenienti dal Far East. In futuro potrebbe peraltro usufruirne anche il porto di Corigliano-Rossano, attualmente pressoché abbandonato; senza contare il traffico che vi potrebbe pervenire dai porti siciliani, a condizione, ovviamente, che si realizzi il Ponte sullo Stretto».

Insomma, un pasticcio su un altro pasticcio: per Bevilacqua, infatti «non è accettabile che Rfi faccia e disfi a proprio piacimento programmi e progetti, senza dover chiedere conto a nessuno», ed è per questo che ritiene indispensabile questo incontro, «magari aperto a tutti i consiglieri regionali».

Ma non è solo l’alta velocità a essere messa sul tavolo: «l’incontro – ha spiegato Bevacqua – dovrà anche essere l’occasione per fare luce sul rispetto del cronoprogramma per l’elettrificazione delle Lamezia Terme-Catanzaro Lido e Catanzaro Lido-Sibari, oggetto di Accordo Quadro firmato tra RFI e Regione Calabria e che indica nel 2022-2023 lo scenario per l’operatività delle due citate linee».

Per il consigliere regionale, infatti, è sacrosanto occuparsi della sanità, ma non c’è solo quella tra le priorità della Calabria su cui intervenire. C’è anche la mobilità e, per Bevacqua, «negare il diritto alla mobilità significherebbe continuare a relegare la Calabria a fanalino di coda della crescita economica e sociale del Paese».

La necessità dell’alta velocità in Calabria è stata ribadita, ancora una volta, dal ministro alle Infrastrutture, Enrico Giovannini, che ha sottolineato in un’intervista a Marco Esposito (Il Mattino-Il Messaggero) come «fare la Salerno-Reggio Calabria è stata una scelta di questo Governo» e ha spiegato il mancato inserimento di tutta la linea nel Pnrr: «saremmo stati dei folli, perché è impossibile ultimarla nei tempi previsti: per questo, sono inseriti solo i lotti realizzabili e resi fruibili entro il 2026, ma ci sono quasi 10 miliardi sul bilancio dello Stato per proseguire l’opera oltre tale data». (rrm)

 

ALTA VELOCITÀ, IL MIRAGGIO IMPOSSIBILE
ANCHE IL TRACCIATO NON AMA I CALABRESI

di ROBERTO DI MARIA – Gli interventi che riguardano il Sud sono spesso messi in dubbio, sempre con la scusa, più o meno sottintesa, che il gioco non valga la candela: la tesi sostenuta è che nessuno usufruirà mai di infrastrutture così costose in aree sottosviluppate.

Un articolo de L’Espresso del 10 novembre scorso a firma di Gloria Riva ne è un esempio, dato che pone più di un interrogativo sulla ferrovia Salerno-Reggio Calabria in fase di progettazione da parte di RFI, nell’ambito della attuazione del Pnrr. Si scopre che “costerà miliardi” (come se altrove interventi simili costassero spiccioli), e che, inoltre, “non sappiamo quando (e se) sarà completata”. E, ovviamente, si arriva a mettere in dubbio” l’utilità stessa del progetto”.

In realtà, il sottosviluppo è creato proprio dall’assenza di infrastrutture, rimaste, al Sud, a livelli ottocenteschi, mentre da Napoli in su si usufruisce dell’Alta velocità/Alta capacità con immensi benefici per i territori serviti. L’estensione di questa rete al Sud è pertanto sacrosanta, se vogliamo dare un senso al tanto decantato Pnrr. Ciò premesso, non si può negare che alcune osservazioni riportate ne “L’Espresso” limitatamente a scelte progettuali che sembrano fatte apposta per destare interrogativi e dubbi, trovano qualche fondamento. Basta, infatti, dare un’occhiata al tracciato previsto per rimanere quanto meno perplessi.

Le stesse informazioni fornite dall’Ad di Rfi, Vera Fiorani, in audizione presso la Commissione Trasporti del Senato lo scorso mese di giugno confermano questa impressione. Esse ci rappresentano una nuova linea Salerno-Reggio Calabria che, a conti fatti, sarà lunga 30 km in più dell’attuale linea. Un inconveniente dovuto all’abbandono del corridoio tirrenico, che nessuno aveva messo in discussione fino a qualche anno fa, per preferirvi quello “autostradale”, così definito perché ripercorre, in parte, la scelta che venne fatta a suo tempo per il percorso dell’autostrada “Del Mediterraneo”.

Infatti la nuova linea, dopo aver lasciato Battipaglia, anziché dirigersi verso la costa cilentana, si dirige verso il Vallo di Diano, percorrendolo interamente. Ai primi rilievi del Pollino, immediatamente a sud di Buonabitacolo, essa segue un percorso in discesa, per lunghi tratti in galleria, che la conduce sulla costa, a Praia a Mare, pochi chilometri a sud del confine tra Basilicata e Calabria.

Ci si aspetterebbe che qui la linea si mantenesse sulla costa, invece no: con un’ardita galleria sale nuovamente verso la valle del Crati, pervenendovi nei pressi di Tarsia; quindi la percorre per una trentina di km e raggiunge Cosenza. 

Da qui (ma questa parte del progetto non è ancora finanziata) proseguirebbe di nuovo verso la costa per raggiungere Lamezia Terme. 

Il rimanente tracciato verso sud, grazie al cielo è “invariante” ovvero si mantiene pressappoco sulle tracce della linea storica fino a Reggio Calabria.

Nelle more della realizzazione della linea a sud di Cosenza, il progetto prevede una nuova galleria a doppio binario tra Cosenza e Paola, che sostituirà la Santomarco, a binario unico, e che permetterà di raggiungere la linea attualmente in esercizio. In queste condizioni, il percorso tra Praia e Paola, via Tarsia, misurerebbe 83 km anziché i 50 scarsi della linea costiera: è solo un esempio delle incongruenze insite nel corridoio prescelto.

Si consideri che il tracciato propone ben due saliscendi mare-monti (prima tra Battipaglia e Praia attraverso il vallo di Diano, poi tra Praia e Paola attraverso la valle del Crati), che comporterebbero un maggior consumo di energia per i treni in transito, vanificando in parte la sostenibilità ambientale della nuova linea ferroviaria. Il problema, che si presenterebbe soprattutto per il traffico merci, non esiste sul corridoio tirrenico, dal momento che, seguendo la costa, la quota ferroviaria si mantiene pressoché costante. Ovviamente, il tracciato prescelto da RFI comporterebbe lo scavo di lunghissime gallerie, incrementando i costi ed allungando i tempi di realizzazione anche in ragione della maggiore lunghezza.

Ci si chiede, a questo punto, come mai si sia preferita questa opzione, così discutibile. Le motivazioni che la Fiorani spiega nella sua audizione al Senato sono principalmente due:

1) allontanarsi dalla linea storica perché i lavori interferirebbero con l’esercizio ferroviario.

2) scegliere un tracciato maggiormente accessibile ai territori, con particolare riferimento alla costa ionica calabrese.

La prima motivazione potrebbe essere condivisibile, se non richiedesse, come ho accennato prima, un costo altissimo in termini di allungamento della linea e, quindi, dei costi e dei tempi di percorrenza. Ma anche in termini di pronta funzionalità della nuova infrastruttura: se consideriamo che il nuovo tracciato si distacca dall’esistente a Battipaglia e vi si ricongiunge a Praia, parliamo di 127 km di linea che non potranno essere realizzati se non in un unico “lotto funzionale”. Ovvero, se prima non si concludono i lavori in tutto il lotto, senza escluderne neanche un metro, non sarà possibile usufruirne, dato che le due linee non hanno altri punti di collegamento dove i treni, percorsa la nuova linea veloce, potrebbero passare a quella esistente.

Carta geografica alla mano, esse si mantengono sempre molto distanti e, per giunta, su quote altimetriche diverse, essendo l’una sulla costa l’altra sulle quote collinari del Vallo di Diano e delle propaggini del Pollino. Un approccio che non convince: si consideri che l’attuale rete Av tra Torino e Napoli corre sempre in prossimità di linee esistenti, ed è interconnessa ad esse ad intervalli regolari, dell’ordine di qualche decina di km. Un approccio che ha consentito, ad esempio, di utilizzare le prime tratte della Roma-Firenze, già a fine anni ’70, ben prima che la stessa fosse gradualmente completata a metà degli anni ’90.

Per quanto concerne l’accessibilità da parte della Calabria ionica, evidentemente la Fiorani ha dimenticato che Rfi sta lavorando ad un altro progetto Av sulla Battipaglia-Potenza-Metaponto-Taranto. Un itinerario facilmente raggiungibile dalla valle del Crati e da tutta la costa ionica, senza bisogno di scavare lunghissime gallerie, come quella tra Praia e Tarsia. A condizione, ovviamente, che, insieme alla Tarsia-Cosenza si raddoppi la linea costiera da Tarsia a Metaponto. Ma di questo intervento, nei piani RFI, paradossalmente non c’è traccia.

Eppure si tratta di un itinerario comunque indispensabile, se si pensa che in Puglia perverrà il corridoio Ten-T Baltico-Adriatico, di cui è già stato chiesto alla UE il prolungamento da Ancona verso sud: una infrastruttura fondamentale per il trasporto merci verso il centro Europa. La sua accessibilità attraverso la linea ionica riqualificata e raddoppiata, insieme al collegamento con la tirrenica tramite la nuova galleria Santomarco, consentirebbe il potenziamento del porto di Gioia Tauro in chiave gateway, ovvero come punto di attracco per le navi portacontainers provenienti dal Far East.

In futuro potrebbe peraltro usufruirne anche il porto di Corigliano-Rossano, attualmente pressoché abbandonato; senza contare il traffico che vi potrebbe pervenire dai porti siciliani, a condizione, ovviamente, che si realizzi il Ponte sullo Stretto.

Questo scenario non soltanto metterebbe la Calabria al centro del traffico merci internazionale, ma offrirebbe al suo territorio ben due accessi ad alta velocità ed alta capacità, con i benefici che si possono chiaramente immaginare. Nel contempo, farebbe apparire inutile la scelta del cosiddetto “tracciato autostradale” operata da Rfi, e soprattutto l’intero lotto Praia-Tarsia, comprensivo di una galleria di oltre 30 km:  rinunciando a questa parte del tracciato si potrebbero impiegare le relative somme (3,9 Miliardi di €!) per la riqualificazione in chiave Av/Ac della Tarsia-Metaponto, quasi interamente in pianura o fondovalle: molto più lunga ma molto meno costosa.

Al punto che, con tutta probabilità, si potrebbe finanziare con le stesse somme anche la meno impegnativa riqualificazione della tirrenica da Praia a Paola e, successivamente, fino a Lamezia Terme. Per raggiungere quest’ultimo centro, pertanto, diverrebbe superfluo anche il lotto che lo collegherebbe a Cosenza (stimato in 3,2 miliardi di euro), città che si troverebbe comunque all’interno del corridoio AV lungo il Crati.

Per quanto concerne il tracciato tirrenico, occorre ricordare che esso è relativamente recente (venne raddoppiato negli anni ’70), e presenta già buone caratteristiche prestazionali piuttosto buone. Basterebbero alcuni interventi puntuali per una sua trasformazione a linea Av, le cui interferenze con l’esercizio non sarebbero così gravi come, invece, ha riferito RFI.

Le caratteristiche di tracciato di una linea Av sono ben diverse da quelle dei tracciati tradizionali. Laddove si dovesse intervenire sul tracciato calabrese tirrenico, quindi, lo si farebbe nelle tratte più tortuose, che andrebbero sostituite da tratte con curve più ampie che, pertanto, percorrerebbero tracciati ben distinti da quello esistenti.

Niente di nuovo: è l’approccio scelto dalla stessa Rfi fino al 2011, quando il progetto di potenziamento della linea, con un tratto di AV a 300 km/h tra Battipaglia e Sapri ed una corposa riqualificazione della linea esistente. D’altronde, fino ad allora l’ipotesi del potenziamento della linea tirrenica, oggi inspiegabilmente accantonata, prevedeva la realizzazione di una variante in galleria, da Sapri ad Ogliastro, che non avrebbe interferito per nulla con la linea esistente e che, ad opere concluse, avrebbe consentito velocità di 300 km/h ed un risparmio di almeno 40 minuti. Ed intervenendo su soli 66 km anziché 127, in quanto il rimanente tracciato da Ogliastro a Battipaglia correrebbe in pianura, mentre quello fra Sapri a Praia è facilmente migliorabile.

Un accenno soltanto merita la questione velocità. Abbiamo spesso definito “farlocca” l’alta velocità prevista per le linee meridionali. Se è vero, come è vero, che la Napoli-Bari, preannunciata a 250 km/h prevede tale limite soltanto per la tratta Apice-Orsara di 47,4 km (fonte www.napolibari.it) su un totale di 150. Ciò spiega le 2 ore per percorrere i 260 km appena che separano Bari dal capoluogo campano (media 130 km/h…).

In Sicilia, nella presunta tratta Av Catania-Palermo la velocità di progetto è ovunque 160 km/h, tranne alcune tratte comprese tra Caltanissetta e Fiumetorto (fonte: palermocataniamessina.it). Anche in questo caso occorreranno 2 ore per percorrere i 242 km che separano le due principali città siciliane (media: 121 km/h).

Per quanto riguarda la Salerno-Reggio Calabria dovremmo ipotizzare tre ore di percorrenza, considerando che per l’intera tratta da Roma al capoluogo calabrese sono state promesse non più di quattro ore. Si avrebbe  una velocità media di appena 140 km/h: troppo pochi per una linea ad Alta Velocità, se si pensa che un percorso analogo, tra Roma a Bologna, si percorre in appena 2 ore (velocità media: 210 km/h). Ci chiediamo, a questo punto, come faccia l’Ad Fiorani a dichiarare che la linea sarà una vera Av, con velocità massime di 300 km/h.

Non è ancora tutto, anzi: nel periodo di validità del Pnrr, che ha come termine la prima metà del 2026, il programma degli interventi prevede l’apertura all’esercizio soltanto di una parte delle opere ivi inserite. Ad esempio, nel caso della Napoli-Bari si prevede l’apertura di 98 km su 150. La Catania-Palermo verrebbe raddoppiata per 148 km sui 199 previsti.

Per la Salerno-Reggio Calabria, la cui progettazione è molto più indietro, il PNRR prevede il finanziamento di soli due lotti: Battipaglia-Praia e Praia-Tarsia. Ma per il 2026 si prevede l’apertura soltanto del tratto più a nord del primo, tra Battipaglia e Romagnano: soli 33 km su 445: il 7,4%.

Inoltre, per i motivi sopra ricordati, questa linea non potrebbe essere raccordata all’attuale itinerario per Reggio Calabria, ma servirebbe soltanto i collegamenti verso Potenza. Morale della favola: nel 2026, sulla relazione Salerno-Reggio Calabria non sarà pronto neanche un metro di nuova linea, AV o meno che sia. Se ne parlerebbe, se tutto va bene, all’inizio del prossimo decennio, dato che per la realizzazione di questi lotti sono previsti almeno nove anni; che con la progettazione esecutiva, appaltata insieme ai lavori, diverrebbero almeno dieci. Possiamo aspettare così tanto?

Se, invece, si riprendesse la vecchia idea della riqualificazione della tirrenica, avremmo più cantieri aperti contemporaneamente e di minore entità. Ognuno di essi potrebbe tranquillamente essere realizzato ed attivato nel giro di pochi anni, almeno per quanto riguarda il tratto a sud di Sapri, ma per tutta l’estensione della linea fino a Reggio Calabria. Anche se non si portasse a termine il tratto Sapri-Ogliastro, prevalentemente in galleria, la conformazione di quest’ultimo potrebbe consentire almeno un collegamento intermedio con la linea esistente, e quindi il suo sfruttamento parziale prima del completamento dell’intera tratta.

In sostanza, si porrebbero le condizioni per poter avere completati e fruibili, entro il 2026, buona parte dei chilometri che separano Salerno da Reggio Calabria. I quali, però, non sarebbero più 420 (i 445 di cui sopra meno i raccordi verso Potenza) ma 390 circa, perché seguirebbero un tracciato più corto, quello della linea attuale, ulteriormente ridotto grazie alle varianti a minore tortuosità.

L’orizzonte temporale anzidetto consentirebbe, peraltro, di finanziare tali interventi nel PNRR per una somma ben superiore a quella preventivata. Un dettaglio da non sottovalutare, che consentirebbe all’Italia di conseguire meglio ed in minor tempo l’obiettivo principale del Piano: ridurre il divario tra sud e nord del Paese.

Gli schemi corografici che alleghiamo rappresentano bene la maggiore funzionalità del corridoio tirrenico a cui si connette, all’altezza di Paola, il corridoio ionico proveniente da Metaponto. Di converso, si noti come il progetto predisposto da Rfi, pur sottovalutando il corridoio ionico, preveda incomprensibilmente ben tre collegamenti tra la costa tirrenica e la valle del Crati. In sintesi i vantaggi dello schema alternativo sarebbero:

Maggiore funzionalità dei lavori, grazie alla individuazione di più “lotti funzionali” che potrebbero essere in esercizio la maggior parte del tracciato entro pochi anni, anziché nel prossimo decennio.

Minor ricorso allo scavo di gallerie, con vantaggi consistenti in termini di tempo e di costi di costruzione, da recuperare per interventi nel corridoio ionico.

Minor impatto ambientale grazie alla scelta di un percorso più corto e con minori dislivelli, da superare per i convogli, con riduzione dei consumi di energia ed aumento della sostenibilità in fase di esercizio.

Raddoppio e velocizzazione della linea ionica tra Tarsia e Metaponto, con ricadute positive su territori allo stato esclusi dall’intervento.

Presenza di due corridoi Av/Ac a servizio della Calabria, anziché uno.

Maggiore capacità complessiva a servizio del traffico merci, che potrebbe usufruire di due alternative con caratteristiche compatibili con le sagome ed i carichi massimi, nonché con la possibilità di instradare treni da 750 m.

Argomentazioni che ci sembrano degne di un’attenta riflessione, prima di impegnarsi nella realizzazione di un’opera così impegnativa ed importante. Come abbiamo visto, se realizzata con le giuste caratteristiche nell’ambito di un sistema trasportistico coerente con il ruolo chiave dell’Italia al centro del Mediterraneo, potrebbe cambiare non soltanto le sorti della Calabria e del Meridione, ma anche dell’intero Paese. (rdm)

(L’autore è ingegnere dei Trasporti)

Il ministro Giovannini: Entro 2026 saranno realizzati solo alcuni lotti della Sa-RC

Il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, nel corso del convegno all’Interporto di Napoli, ha dichiarato che «se qualcuno pensa che l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria sarà pronta entro il 2026, suggerisco di rinfrescarsi la memoria: non è pensabile» e che «Rfi manderà i progetti entro fine anno, ed entro il 2026 saranno realizzati alcuni lotti scelti con logica sistemica».

«Sicuramente sarà realizzata la parte del lotto che va da Battipaglia e il nodo successivo – ha spiegato – in modo da consentire il collegamento verso Potenza e Taranto. Poi realizzeremo lo sblocco della galleria di Gioia Tauro in modo che le merci possono mettersi sulla linea ionica e risalire lungo l’adriatica. In poche parole c’è un’idea dietro queste scelte che produce immediatamente risultati positivi anche sugli snodi». (rrm)

Alta Velocità, il ministro Giovannini: In Calabria sarà introdotta procedura “super accelerata”

Per le dieci opere più complesse, tra cui la linea Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria e la diga foranea di Genova, «è stata introdotta una procedura super veloce». È quanto ha reso noto il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, in una intervista a La Stampa sui lavori per «cambiare l’Italia».

In merito all’attribuzione dei fondi del Pnrr ai soggetti attuatori, il ministro ha spiegato che Rfi è «un soggetto eccellente» che «dovrà curare circa 30 miliardi di investimenti» e che sono pronti i bandi per sostituire i bus inquinanti con quelli elettrici.

E, proprio sul passaggio ai veicoli elettrici, il ministro Giovanni ha spiegato che «una parte di essi può essere acquistata con i fondi regionali o comunali», precisa il ministro, che per questo sta incontrando i presidenti di Regione, perché «devono sfruttare l’utilizzo del Fondo sviluppo e coesione, che l’ultima legge di bilancio aumenta da 15 a 23 miliardi». (rrm)

Vertice tra Regione, Rfi e Ministero per il nuovo progetto alta velocità Salerno-Reggio C.

È stato il nuovo progetto dell’alta velocità ferroviaria sulla direttrice Salerno-Reggio Calabria e le alternative che interessano il territorio calabrese il fulcro dell’incontro, a Roma, tra l’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo, accompagnata dai dirigenti del dipartimento Infrastrutture e Lavori pubblici, e i vertici di Rfi e i rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile.

«L’assessore Catalfamo – evidenzia l’assessorato alle Infrastrutture – dopo aver ascoltato dai rappresentanti di Rfi e dai progettisti i chiarimenti e gli approfondimenti sui criteri e le scelte tecniche adottate nel “Documento di fattibilità delle alternative progettuali della Nuova linea Alta velocità Salerno-Reggio Calabria”, redatto dalla Direzione investimenti di Rfi, ha esposto alcune osservazioni, soffermandosi anche sugli aspetti inerenti alle priorità assegnate ai singoli interventi e alle risorse stanziate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e quelle ulteriori rese disponibili dal Governo».

«Particolare attenzione – si sottolinea – è stata rivolta alle caratteristiche tecniche di alcune scelte progettuali che potrebbero comportare un aumento dei costi di realizzazione dell’opera senza un adeguato ritorno in termini di riduzione dei tempi di percorrenza».

«Al termine dell’incontro – prosegue la nota –, l’assessore Catalfamo e i dirigenti della Regione Calabria hanno assunto l’impegno di documentare, con appositi elaborati, quanto verbalmente rappresentato, ricevendo contestualmente ampie rassicurazioni sulle ulteriori analisi e sugli approfondimenti che Rfi effettuerà nel breve termine per valutare, rispetto allo studio già elaborato sul tratto calabrese della rete, possibili alternative e relativi futuri finanziamenti».

«È rilevante – ha dichiarato l’assessore Catalfamo – il concreto avvio di una interlocuzione istituzionale efficace e trasparente che dovrà essere continua e sempre più approfondita perché venga raggiunto l’imprescindibile obiettivo dell’Alta velocità per l’intera Calabria, anche in coerenza con le indicazioni per il completamento dei corridoi europei». (rrm)

 

La sottosegretaria Dalila Nesci: Dal Pnrr 11,2 miliardi per alta velocità al Sud

La sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, ha reso noto che «il Pnrr prevede, nell’ambito della Missione 3 dedicata alle ‘Infrastrutture per una mobilità sostenibile’, un investimento di 11,2 mld complessivi specificamente destinato ai collegamenti ferroviari ad alta velocità verso il Sud per passeggeri e merci a lunga percorrenza, che include interventi sulla Salerno-Reggio Calabria», che «rappresenta una delle infrastrutture più rilevanti per i collegamenti nazionali – nonché europei – e lo strumento indispensabile per lo sviluppo del Sud».

Tali finanziamenti, ha specificato la sottosegretaria Nesci, «sono finalizzati ad assicurare un’alta velocità effettiva e riguardano prioritariamente tre progetti: il tratto Battipaglia-Praia a Mare, che seguirà il tratto autostradale onde evitare un impatto sulla costiera del Cilento e offrendo al contempo uno snodo importante sulle direttrici Nord/Sud ed Est/Ovest; il tratto Praia a Mare-Tarsia, per offrire uno snodo verso Sibari e la tratta Jonica; la nuova galleria ferroviaria tra Paola e Cosenza».

«Da Paola in giù – ha proseguito la Sottosegretaria – è a mio avviso auspicabile investire sulla riqualificazione dell’attuale linea ferrata costiera, adeguandola all’alta velocità, piuttosto che idearne una nuova nell’entroterra. È, inoltre, necessario intervenire sulla dorsale Jonica, attraverso opportuni interventi di elettrificazione nonché di sistemazione idrogeologica di diversi tratti che passano sulla fascia costiera, da finanziare con risorse europee, nazionali e regionali». (rrm)

Spirlì: Su Alta Velocità Salerno-Reggio Governo ci ha dato ascolto

Il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, ha commentato, con soddisfazione, le dichiarazioni del ministro alle Infrastrutture, Enrico Giovannini, in merito al completamento, nel 2030, «della Salerno-Reggio Calabria, ad alta velocità e alta capacità, sui 10 miliardi di finanziamenti aggiuntivi destinati alla stessa opera e sull’investimento complessivo per il Sud, che supera il 50% in tema di infrastrutture e trasporti».

«La presenza nel Pnrr dell’Alta velocità per l’intera tratta ferroviaria Salerno-Reggio Calabria – ha detto Spirlì – con particolare attenzione anche al comparto merci legato all’attività del porto di Gioia Tauro, non solo mi rincuora, ma mi rassicura sulla capacità di ascolto e di considerazione che questo Governo sta dimostrando verso la Calabria e verso questa presidenza, che più e più volte ha chiesto a gran voce una attenzione maggiore per l’intera regione».

«Le interlocuzioni con i ministri competenti – ha concluso Spirlì – hanno, infine, dato l’esito che ci aspettavamo: interventi concreti sui treni veloci, sullo scalo della Piana e su tutta una serie di altri progetti per i quali continueremo a interfacciarci con il Governo nelle prossime settimane. È questa la Calabria che ci piace, la Calabria propositiva, la Calabria che ha voglia di essere Italia ed Europa, la Calabria che si lascia definitivamente alla spalle le ombre nere della “malagente”». (rcz)

L’assessore Catalfamo: La proposta su direttrice Salerno-Reggio non è sostenibile

«La proposta sulla direttrice Salerno-Reggio non è sostenibile», in quanto «non colma il divario con il resto del Paese». È quanto ha scritto l’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo, in una lettera indirizzata al ministro alle Infrastrutture, Enrico Giovannini,  chiedendo un incontro urgente al Mims per rivedere la logica del progetto.

«Si tratta – spiega una nota dell’assessorato alle Infrastrutture – di un’opera di importanza vitale per gli inevitabili riflessi che essa avrà sul futuro del Mezzogiorno, fondamentale per il sud Italia e in grado di garantire una significativa ricaduta positiva su un’area tra le più economicamente depresse d’Europa».

«Lo scenario prioritario proposto da Rfi – è scritto nella lettera – prevede la realizzazione di una nuova linea Av/Ac da Battipaglia a Tarsia, passando da Praia a Mare, con la concomitante realizzazione del raddoppio della galleria Santomarco tra Cosenza e Paola. Tale ipotesi non consentirebbe il perseguimento del principale obiettivo del progetto, ossia quello di colmare un gap strutturale atavico tra la Calabria e il resto dell’Italia».

L’assessore Catalfamo, rileva anche che «la proposta di Rfi è quella di realizzare prioritariamente solo una parte dell’opera – di fatto fino a Tarsia, dove si realizzerebbe l’interconnessione con la linea Paola-Sibari – e di rinviare a una fase successiva il completamento del nuovo tracciato a sud di Cosenza. Ciò si dovrebbe concretizzare instradando i treni sull’attuale dorsale tirrenica, con tutte le limitazioni e i vincoli esistenti. L’Alta velocità così strutturata taglierebbe fuori da un collegamento rapido con Roma e con il resto del Paese alcune delle principali aree urbane della nostra Regione, quali Reggio Calabria, la Piana di Gioia Tauro e la conurbazione Lamezia-Catanzaro; inoltre, si indurrebbe un’ulteriore marginalità a cui sarebbero destinati i bacini della Locride e del Crotonese».

«Chiaramente – ha aggiunto – i mancati benefici per l’area a Sud della Calabria comporterebbero la permanenza di tutte le criticità per gli utenti diretti in Sicilia, soprattutto se non verrà avviata l’immediata realizzazione dell’attraversamento stabile dello Stretto».

«Lo studio di fattibilità proposto – ha proseguito – rischierebbe di incrementare ulteriormente le distanze tra il Sud e il resto del Paese. Oggi, in treno da Roma a Milano Centrale occorrono 3 ore e 10 minuti, mentre per percorrere più o meno la stessa distanza tra Roma e Reggio occorrono 5 ore e 5 minuti. Con questo scenario, i cittadini calabresi e siciliani dovrebbero attendere almeno altri 10 anni con l’obiettivo di perseguire una riduzione dei tempi che non si tradurrebbe comunque in un servizio Av».

«Eppure – ha proseguito la Catalfamo – esistono in Europa fulgidi esempi, quali la rete Av spagnola, realizzata quasi tutta negli ultimi anni grazie al sapiente utilizzo dei fondi europei, con i suoi quasi 4mila km anche in contesti orografici simili se non peggiori di quelli calabresi, che dimostrano come una linea ferroviaria ad alta velocità possa diventare un volano di sviluppo eccezionale per aree considerate storicamente periferiche».

«Sulla base di queste considerazioni – è scritto ancora – si ritiene fondamentale che l’opera venga finanziata e avviata nel più breve tempo possibile, invertendo una linea di tendenza purtroppo costante negli ultimi decenni. Un sistema a più velocità ha già dimostrato di essere fallimentare soprattutto per la Calabria e la Sicilia, ma anche per l’intero sistema paese».

«Per questi motivi – ha aggiunto Catalfamo – ho chiesto un incontro urgente al Mims per rivedere la logica del progetto che Rfi sta sviluppando con l’obiettivo di una reale riduzione del tempo complessivo del tragitto Roma – Reggio, ritenendo che le priorità non possono fermarsi alle porte della Calabria ma debbano essere omogenee sull’intera tratta calabrese».

«L’auspicio – ha concluso – è che il Governo accolga la richiesta già trasmessa, esclusivamente mirata a condividere un’azione sinergica che persegua il reale interesse delle aree dell’estremo sud della penisola il cui sviluppo è ormai improcrastinabile, come dimostrano tutti gli studi sugli attuali disequilibri economici nazionali e internazionali». (rcz)

De Caprio (FI): Privilegiare l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria

Il consigliere regionale di Forza ItaliaAntonio De Caprio, in merito alla costruzione della nuova rete ferroviaria Av/Ac Salerno-Reggio Calabria, ha sottolineato che «privilegiare questo progetto, piuttosto che quello della variante Sapri – Ogliastro – ha continuato il consigliere regionale azzurro – è una scelta di buon senso».

Questo, perché «nella sola tratta Salerno – Praia a Mare si risparmierebbero ben 45′ contro i circa 14’ 30’’. Ragionamento analogo vale per i costi, considerato che la sola variante costerebbe  3.700 miliardi, con tempi di costruzione stimati in 9 anni più il completamento della fase progettuale, contro i 9.800 miliardi per costruire i lotti prioritari».

«Chi afferma che esiste solo la variante Sapri – Ogliastro – ha affermato De Caprio – evidentemente non tiene conto delle criticità presenti sull’attuale ferrovia tra Sapri e Praia a Mare, in alcuni tratti completamente a ridosso del mare, e neanche del fatto che l’obbiettivo finale é quello di percorrere Reggio Calabria – Roma in 3 ore. A tal fine, con l’amministrazione comunale praiese stiamo lavorando in sintonia e in convergenza di idee».

Come sottolineato dall’Unione delle Associazioni della Riviera dei Cedri e del Pollino, questo progetto rappresenta «un forte messaggio di speranza per il Sud e non escluderebbe  l’istituzione di servizi Av che,  in alcuni tratti, continuerebbero a viaggiare sulle linee convenzionali, per favorire una maggiore capillarità».

Quanto scritto, già avviene oggi sulle reti attuali. Nei giorni scorsi, inoltre, é stato confermato per il futuro da un comunicato stampa di Trenitalia.

«A tal riguardo – ha asserito Antonio De Caprio – mi preme ricordare, che le proposte e le valutazioni redatte dall’Associazione Ferrovie in Calabria e dal Comitato per la Provincia della Magna Graecia, realtà composte da giovani impegnati nel sociale, che si battono per la promozione della Calabria, così come gli studi presentati dei docenti delle università calabresi e siciliane, non perseguono gli interessi di ipotetiche lobby di potere, ma esprimono ovvie considerazioni che chiunque, al posto loro, avrebbe espresso».

«Probabilmente – ha spiegato il consigliere regionale di Forza Italia  – molti non conoscono le condizioni in cui oggi versano alcune aree della Calabria, come il versante Jonico a sud di Sibari dove, al momento, non esiste alcun collegamento ferroviario diretto con il Centro/Nord Italia e non sanno cosa  potrebbe voler dire questa nuova infrastruttura».

«É necessario dunque – ha concluso De Caprio – che si punti a migliorare la mobilità in tutti i territori sia attraverso un incremento dei servizi sulla rete ferroviaria esistente, che mediamente la creazione di nuove infrastrutture, compresa una fermata a servizio del basso salernitano. Tutto ciò favorirà gli spostamenti senza costringere calabresi e siciliani a dover affrontare una ‘’Via Crucis’’ per giungere a destinazione». (rrm)

Il Touring Club Italiano: Interventi su linea Salerno-Reggio C. sono solo adattamenti, non alta velocità

I Club di Territorio ed il corpo consolare della Calabria del Touring Club Italiano hanno espresso dubbi in merito agli interventi previsti, con il Recovery Plan, sulla linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, in quanto «è scritto a pag.432 dell’allegato al documento di economia e finanza 2020 [bilancio 2021]: “Velocizzazione della relazione Roma-Napoli-Salerno-Reggio Calabria”. Cosa ben diversa di una linea Alta Velocità ad Alta Capacità, come quella oggi esistente sino a Salerno».

«Il piano Regionale dei Trasporti della Regione Calabria – si legge in una nota di Domenico Cappellano, console regionale per la Calabria del Touring Club Italiano – approvato nel 2016, con valutazione positiva della Commissione Europea del 2017, invece prevede la realizzazione di un nuovo itinerario ad alta velocità sulla direttrice Salerno-Reggio Calabria. La nuova linea, sempre secondo il precitato piano regionale, dovrebbe soddisfare al meglio il paradigma Larg [Lean, Agile, Resilient, Green]; ovvero una linea con progettazione snella ad altissimo tasso tecnologico, svincolata dalla presenza di merci pesanti, fortemente attrattiva per i passeggeri e per la logistica, solida e capace di far fronte ai rischi naturali e antropici più delle infrastrutture attuali, con grande caratterizzazione ambientale. In questo senso, il paradigma Larg può dare il nome alla nuova tipologia di linea».

«Tutto ciò – prosegue la nota – alla luce del fatto che il Mit. e Rfi del Gruppo Ferrovie dello Stato hanno già deciso di utilizzare per le merci il corridoio ionio-adriatico, partendo dallo Stretto; su questo corridoio, che è parte decisiva del Rail Freight Corridor 3, si sono investite notevoli risorse e i lavori sono quasi completati. Il costo della nuova linea Alta Velocità Larg, con velocità 300 km/h, non supererebbe i 10 miliardi. Un investimento di tale portata porterebbe ad avrebbe due risultati pratici: il primo una crescita del Pil così come peraltro attestato in una ricerca dell’Università di Napoli, sotto la guida del prof. Ennio Cascetta, che ha rilevato come nelle regioni più ricche (con reddito pro capite sopra la media) le città dotate di stazione Av hanno visto crescere il Pil del 10% nel decennio 2008-2018 (dato provinciale) contro il 3 % delle province che hanno una distanza superiore alle due ore da una stazione. Nelle regioni meno ricche, le città con stazione Av sono cresciute dell’8% contro lo 0.4% dei capoluoghi distanti più di due ore».

«Il secondo risultato – continua ancora la nota – della realizzazione della linea Av Larg, sarebbe lo sbocco lavorativo per migliaia di giovani meridionali che verrebbero coinvolti in tutte le fasi realizzative. Infine, non può non notarsi che le infrastrutture e le reti di trasporto influiscono sullo sviluppo dei territori, e la Calabria necessita di immediati interventi in tal senso, anche e soprattutto in termini turistici, che per il futuro rappresenta un percorso obbligato alla luce dell’enorme patrimonio naturale, culturale ed umano presente». (rrm)