A San Sisto dei Valdesi festeggiato il venerabile Padre Bernardo Maria Clausi

di FRANCO BARTUCCISan Sisto dei Valdesi, l’antico e storico borgo del Comune di San Vincenzo La Costa  ha festeggiato il suo Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi, nel ricordare il 60° anniversario della collocazione del monumento e della sua statua scultura nella piazza adiacente la chiesa. 

Il monumento fu realizzato da un benefattore  che per ragioni di fede e conoscenza delle virtù eroiche del Venerabile nel 1963 volle realizzare l’opera trasferendosi appositamente da Toronto (Ontario Canada), dove lavorava come barbiere e viveva con la sua famiglia. Un evento voluto ed organizzato, in collaborazione con l’amministrazione comunale di San Vincenzo La Costa, dall’Associazione “Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi”, con presidente Francesco Perrotta, che ha sede nel palazzo Miceli il cui  ingresso si trova sulla piazza principale dell’antico borgo anch’esso in adiacenza alla chiesa del paese.

Una piazza che l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco, Gregorio Iannotta, ha inteso intitolare, su richiesta dell’Associazione, alla memoria del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi, frate minimo, nato a San Sisto dei Valdesi il 26 novembre 1789 e deceduto a Paola in odore di santità nel convento del Santuario di San Francesco il 20 dicembre 1849.

La ricorrenza dell’anniversario del monumento e la intitolazione della piazza ha attirato nell’antico borgo tante persone dell’intero comune e anche di fuori, devoti del venerabile, e nel caso anche di un lontano parente discendente del nucleo familiare del Venerabile Clausi, come Piero Clausi residente a Diamante sempre sensibile e vicino alle iniziative che mirano a rinnovare la memoria religiosa e spirituale del Venerabile minimo sansistese.

Da Roma è arrivato il postulatore dell’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola, padre Ottavio Laino, portando con se la Sacra Effige “Mater Gratiae et Misericordiae” (Nota come la Madonnina miracolosa), al quale va il merito di perorare, in quanto innamorato della figura del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi, il percorso procedurale per arrivare alla sua beatificazione.  Un attesa che sta durando si può dire fin dal suo decesso avvenuto in odore di santità a Paola in una delle stanze del convento di San Francesco e subito dopo il riconoscimento delle sue Virtù eroiche con decreto pontificio dell’11 dicembre 1987 ad opera di Papa Giovanni Paolo II, oggi venerato Santo.

Una manifestazione di gioia iniziata con la collocazione dell’Effige della Madonnina  ed un momento di preghiera  nella chiesetta della congrega dell’Immacolata, inaugurata nel 1817 dallo stesso padre Bernardo, che da poco aveva ricevuto a Monteleone (Vibo Valentia) il presbiterato sacerdotale, preparato da don Giuseppe Mazzuca, parroco ed economo interino della parrocchia San Michele Arcangelo di San Sisto dei Valdesi.

Un momento di preghiera guidato dal parroco di San Vincenzo La Costa, don Vittorio Serra, ed animato dalla Confraternita dell’Immacolata, con Priore attuale Concetta Serpe, costituita nel lontano 1778 (245 anni ad oggi) con petitore, tra gli altri, Antonio Clausi, papà del nostro Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi. Partecipano all’evento, sia religioso che civile,  padre Antonio De Rose, dell’Ordine degli Ardorini,  che per 27 anni ha assistito religiosamente la comunità di San Sisto dei Valdesi, accompagnato dall’attuale padre generale dello stesso Ordine (Pii Operai Catechisti Rurali), padre Salvatore Cimino.

Dalla congrega, dopo il momento di preghiera, in processione verso la piazza, portandosi in mano a turno l’Effige della Madonnina miracolosa regalata a padre Bernardo da Papa Gregorio XVI nel 1831, per partecipare ad un apposito convegno, organizzato dall’Amministrazione comunale e dall’Associazione Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi, per fare  il punto storico alla cittadinanza e ai numerosi fedeli intervenuti, sia sul monumento che sulla figura del Venerabile, prima di procedere al momento della scopertura della targa di intitolazione della piazza al Venerabile sansistese.

Un piccolo e breve convegno moderato da Pamela Chiappetta, presieduto dal Sindaco, Gregorio Iannotta, con relatori padre Ottavio Laino, postulatore dell’Ordine dei Minimi, e Francesco Perrotta, presidente dell’Associazione intitolata alla memoria del Venerabile.

Un incontro che ha consentito a Padre Ottavio Laino di raccontare com’ è riuscito attraverso cinquant’anni di lavoro e ricerca a recuperare 550 lettere scritte dal Venerabile Clausi per farne un Epistolario utile a rafforzarne la figura per un percorso più rapido del processo di beatificazione; mentre per il Presidente dell’Associazione, Francesco Perrotta, è stata una opportunità per portare alla luce, attraverso il recupero di documenti, tra i quali il discorso pronunciato nel 1963 dall’Arcivescovo di Cosenza, Mons. Domenico Picchinenna, durante la cerimonia di consegna alla popolazione del monumento fatto erigere dal benefattore italo canadese Pietro Pesce.

Per il sindaco Gregorio Iannotta, avvolto da una profonda emozione, ha potuto spiegare le motivazioni che hanno portato la Giunta comunale ad intestare quella piazza, finora senza nome, alla figura del Venerabile Padre Bernardo Maria Clausi. Un motivo in più per rendere quel luogo più vivibile e punto di attrazione sociale e culturale in cui una storia di una figura illustre ne costituisce fonte e guida nella pratica di valori alti utili per la comunità e per il Paese. (fb)

A San Sisto dei Valdesi si è parlato del venerabile Padre Bernardo Maria Clausi

di MARIACHIARA MONACOPasseggiando tra i vicoli di San Sisto dei Valdesi, si può carpire l’eco di Padre Bernardo Maria Clausi, “gemma” della diocesi cosentina.

Ars Enotria, in collaborazione con l’Associazione “Padre Bernardo Maria Clausi”, ha ripercorso, grazie ai giovani della Pro Loco di San Vincenzo La Costa, i passi di un sacerdote, che aveva il potere di trasmettere valori inestimabili e universali, di cui oggi avremmo molto bisogno, come quelli della pace e dell’amore.

Un iter che ha avuto inizio con la visita alla casa nativa del Venerabile, seguendo Franco Bartucci, referente dell’associazione “Padre Bernardo Maria Clausi”, per poi spostarsi nella Congrega, dove ha accolto i numerosi visitatori, Concetta Serpe, priora della Confraternita dell’Immacolata.

In un mondo sempre più dominato dai conflitti, e dove vige la regola dell’homo homini lupus, il Venerabile lascia aperto uno spiraglio, assaporando quei piccoli dettagli pieni zeppi d’amore che spesso non vediamo, ma che ci salvano la vita. Un iter dunque, alla scoperta di un rivoluzionario della chiesa, che, come San Francesco di Paola, ha fatto della sua “destinazione”, il cuore dei fedeli.

A tal proposito, l’Arcivescovo di Cosenza–Bisignano, Mons.Giovanni Checchinato, ha voluto vista l’occasione, mandare un messaggio:    «Carissime e carissimi tutti i partecipanti all’itinerario culturale organizzato da Ars Enotria APS dai Convegni di Cultura Maria Cristina e altre associazioni. Innanzitutto il mio saluto e l’augurio per una buona esperienza di condivisione e di scoperta di San Sisto dei Valdesi che ha dato i natali a padre Bernardo Maria Clausi, figlio spirituale di San Francesco di Paola, che ci auguriamo di vedere presto sugli altari».

Un excursus a 360°quello compiuto da Ars Enotria, che ripercorre tutta la vita di Padre Clausi, dagli albori fino al declino e al ricordo, di colui che è considerato il testimone divino dei cristiani.

Come una quercia secolare, le radici del Venerabile, si intersecano e germogliano, sotto la guida di don Giuseppe Mazzuca, accedendo prima agli ordini minori, poi a quelli maggiori, e ricevendo il presbiterato in Monteleone, oggi Vibo Valentia. Passano pochi anni, e gioco del destino nel 1817, venne  nominato proprio collaboratore di don Giuseppe Mazzuca, nella parrocchia di San Michele Arcangelo di San Sisto dei Valdesi, un ritorno, che elegge Padre Clausi come punto di riferimento per l’intera comunità, grazie alla sua magnanimità e alla carità verso i poveri e i sofferenti. E dove sotto il suo sguardo attento, vide nascere la Congrega dell’Immacolata, (luogo di rilievo, che, secondo l’attuale Priore, Concetta Serpe, ha cementificato il legame tra il Venerabile e la comunità, sotto il segno della preghiera e della fiducia verso il prossimo).

Peraltro il legame speciale con i suoi concittadini si capta da un epistolario contenente circa 500 lettere, che Padre Clausiscambiava puntualmente con i fedeli, così da poter essere presente anche in absentia, visto che il soggiorno a “casa” non fu lungo. Infatti nel 1830 di spostò al convento collegio di San Francesco di Paola ai Monti in Roma dove vi giunse con la fama di “frate che fa i miracoli”, iniziando così un nuovo percorso di vita pubblica che lo porterà in giro per l’Italia.

Sulla scia di San Francesco di Paola, le suole del Venerabile Clausi, si sono consumate percorrendo tutta la penisola ancora frammentata. Rispettato da Papa Gregorio XVI°, (che gli diede in dono un medaglione con incisa l’immagine della madonna “Mater Gratiae et Misericordiae”), e da Papa Pio IX (che ne seguì con trepidazione gli ultimi anni della sua vita fino alla morte), egli riuscì ad “unire” personaggi che sui libri di storia hanno un peso ed una misura, come Carlo Alberto di Savoia, Ferdinando II di Borbone, fino ad arrivare a figure come Silvio Pellico, San Giovanni Bosco e la beata Maria Cristina di Savoia. Il Venerabile era rispettato e amato da tutti, portatore di una pace interiore che alimenta e nutre le anime gentili.

Per confortare i buoni Padre Bernardo diceva: «Tale flagello sarà generale per tutto il mondo e tutto sugli empi ed al sopravvenire di questo flagello non si potrà fare altro che pregare: ed a quelli che resteranno sembrerà di essere rimasti soli per la terribilità del medesimo. Dopo questo terribile caos, seguirà una portentosa riordinazione generale. Rinascerà l’ordine, si farà giustizia a tutti e tale sarà il trionfo della Chiesa che non avrà avuto mai uno simile».

Ci sono diverse testimonianze che attestano la presenza spirituale e la vicinanza del Venerabile alla sua comunità. Molti sono i racconti di fedeli, che hanno trovato nella sua figura, la strada di casa, proprio com’è accaduto ad una donna, originaria di San Sisto dei Valdesi ma trapiantata da molti anni a Chicago.

Si tratta di un episodio, uno dei tanti, che spiega la grandezza, e la bellezza che può donare la fede.

«Dopo essere entrata nella dimensione del coma, causato da un brutto incidente – afferma – la mia famiglia ha chiesto attraverso la preghiera, un intervento al Venerabile, affinché mi potessi risvegliare da quell’incubo».

Perché nella catabasi è necessario provare a riscoprire la luce della vita. 

Una lux che ha illuminato il corpus della donna, e che grazie alla determinazione dei suoi cari, il tempestivo intervento medico, e la mano invisibile del Venerabile, è riuscita a risalire, come un’araba fenice.

Ecco chi era Padre Clausi, un amico, un fratello a cui affidare la propria vita per farla germogliare, anche oltreoceano.

Molti sono gli italiani che pur non vivendo più nel Bel Paese, seguono da lontano il suo processo di Beatificazione, che dovrebbe concludersi al più presto. Una pietra miliare per il territorio, che fa di San Sisto dei Valdesi, l’epicentro della fede e della bellezza, un unicum da non sottovalutare. (mm)