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A San Sisto dei Valdesi si è parlato del venerabile Padre Bernardo Maria Clausi

A San Sisto dei Valdesi si è parlato del venerabile Padre Bernardo Maria Clausi

di MARIACHIARA MONACOPasseggiando tra i vicoli di San Sisto dei Valdesi, si può carpire l’eco di Padre Bernardo Maria Clausi, “gemma” della diocesi cosentina.

Ars Enotria, in collaborazione con l’Associazione “Padre Bernardo Maria Clausi”, ha ripercorso, grazie ai giovani della Pro Loco di San Vincenzo La Costa, i passi di un sacerdote, che aveva il potere di trasmettere valori inestimabili e universali, di cui oggi avremmo molto bisogno, come quelli della pace e dell’amore.

Un iter che ha avuto inizio con la visita alla casa nativa del Venerabile, seguendo Franco Bartucci, referente dell’associazione “Padre Bernardo Maria Clausi”, per poi spostarsi nella Congrega, dove ha accolto i numerosi visitatori, Concetta Serpe, priora della Confraternita dell’Immacolata.

In un mondo sempre più dominato dai conflitti, e dove vige la regola dell’homo homini lupus, il Venerabile lascia aperto uno spiraglio, assaporando quei piccoli dettagli pieni zeppi d’amore che spesso non vediamo, ma che ci salvano la vita. Un iter dunque, alla scoperta di un rivoluzionario della chiesa, che, come San Francesco di Paola, ha fatto della sua “destinazione”, il cuore dei fedeli.

A tal proposito, l’Arcivescovo di Cosenza–Bisignano, Mons.Giovanni Checchinato, ha voluto vista l’occasione, mandare un messaggio:    «Carissime e carissimi tutti i partecipanti all’itinerario culturale organizzato da Ars Enotria APS dai Convegni di Cultura Maria Cristina e altre associazioni. Innanzitutto il mio saluto e l’augurio per una buona esperienza di condivisione e di scoperta di San Sisto dei Valdesi che ha dato i natali a padre Bernardo Maria Clausi, figlio spirituale di San Francesco di Paola, che ci auguriamo di vedere presto sugli altari».

Un excursus a 360°quello compiuto da Ars Enotria, che ripercorre tutta la vita di Padre Clausi, dagli albori fino al declino e al ricordo, di colui che è considerato il testimone divino dei cristiani.

Come una quercia secolare, le radici del Venerabile, si intersecano e germogliano, sotto la guida di don Giuseppe Mazzuca, accedendo prima agli ordini minori, poi a quelli maggiori, e ricevendo il presbiterato in Monteleone, oggi Vibo Valentia. Passano pochi anni, e gioco del destino nel 1817, venne  nominato proprio collaboratore di don Giuseppe Mazzuca, nella parrocchia di San Michele Arcangelo di San Sisto dei Valdesi, un ritorno, che elegge Padre Clausi come punto di riferimento per l’intera comunità, grazie alla sua magnanimità e alla carità verso i poveri e i sofferenti. E dove sotto il suo sguardo attento, vide nascere la Congrega dell’Immacolata, (luogo di rilievo, che, secondo l’attuale Priore, Concetta Serpe, ha cementificato il legame tra il Venerabile e la comunità, sotto il segno della preghiera e della fiducia verso il prossimo).

Peraltro il legame speciale con i suoi concittadini si capta da un epistolario contenente circa 500 lettere, che Padre Clausiscambiava puntualmente con i fedeli, così da poter essere presente anche in absentia, visto che il soggiorno a “casa” non fu lungo. Infatti nel 1830 di spostò al convento collegio di San Francesco di Paola ai Monti in Roma dove vi giunse con la fama di “frate che fa i miracoli”, iniziando così un nuovo percorso di vita pubblica che lo porterà in giro per l’Italia.

Sulla scia di San Francesco di Paola, le suole del Venerabile Clausi, si sono consumate percorrendo tutta la penisola ancora frammentata. Rispettato da Papa Gregorio XVI°, (che gli diede in dono un medaglione con incisa l’immagine della madonna “Mater Gratiae et Misericordiae”), e da Papa Pio IX (che ne seguì con trepidazione gli ultimi anni della sua vita fino alla morte), egli riuscì ad “unire” personaggi che sui libri di storia hanno un peso ed una misura, come Carlo Alberto di Savoia, Ferdinando II di Borbone, fino ad arrivare a figure come Silvio Pellico, San Giovanni Bosco e la beata Maria Cristina di Savoia. Il Venerabile era rispettato e amato da tutti, portatore di una pace interiore che alimenta e nutre le anime gentili.

Per confortare i buoni Padre Bernardo diceva: «Tale flagello sarà generale per tutto il mondo e tutto sugli empi ed al sopravvenire di questo flagello non si potrà fare altro che pregare: ed a quelli che resteranno sembrerà di essere rimasti soli per la terribilità del medesimo. Dopo questo terribile caos, seguirà una portentosa riordinazione generale. Rinascerà l’ordine, si farà giustizia a tutti e tale sarà il trionfo della Chiesa che non avrà avuto mai uno simile».

Ci sono diverse testimonianze che attestano la presenza spirituale e la vicinanza del Venerabile alla sua comunità. Molti sono i racconti di fedeli, che hanno trovato nella sua figura, la strada di casa, proprio com’è accaduto ad una donna, originaria di San Sisto dei Valdesi ma trapiantata da molti anni a Chicago.

Si tratta di un episodio, uno dei tanti, che spiega la grandezza, e la bellezza che può donare la fede.

«Dopo essere entrata nella dimensione del coma, causato da un brutto incidente – afferma – la mia famiglia ha chiesto attraverso la preghiera, un intervento al Venerabile, affinché mi potessi risvegliare da quell’incubo».

Perché nella catabasi è necessario provare a riscoprire la luce della vita. 

Una lux che ha illuminato il corpus della donna, e che grazie alla determinazione dei suoi cari, il tempestivo intervento medico, e la mano invisibile del Venerabile, è riuscita a risalire, come un’araba fenice.

Ecco chi era Padre Clausi, un amico, un fratello a cui affidare la propria vita per farla germogliare, anche oltreoceano.

Molti sono gli italiani che pur non vivendo più nel Bel Paese, seguono da lontano il suo processo di Beatificazione, che dovrebbe concludersi al più presto. Una pietra miliare per il territorio, che fa di San Sisto dei Valdesi, l’epicentro della fede e della bellezza, un unicum da non sottovalutare. (mm)