La Sips Calabria invita i cittadini a vaccinarsi per l’influenza

Giuseppe Furgiuele, presidente regionale Calabria della Società Italiana di Promozione della Salute, invita i cittadini a vaccinarsi contro l’influenza.

«Le previsioni sull’andamento dell’epidemia stagionale di influenza – ha spiegato – danno segnali di rialzo nell’incidenza per cui è importante sottoporsi alla somministrazione del vaccino antinfluenzale».

L’influenza è molto contagiosa, la trasmissione del virus è infatti piuttosto veloce tra gli individui, si trasmette soprattutto per via aerea attraverso le particelle respiratorie che emettiamo quando parliamo, starnutiamo o tossiamo.

La Circolare del Ministero della Salute raccomanda di effettuare la vaccinazione antinfluenzale a tutti i soggetti nella fascia di età 6 mesi-6 anni, alle persone di età maggiore o uguale a 6 anni e minore di 60 anni con malattie croniche, alle persone oltre 60 anni, alle donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in gravidanza e nel periodo “post partum”, ai familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio, a coloro che svolgono professioni sanitarie e al personale delle forze dell’ordine. A tutte queste persone viene offerto gratuitamente.

Si ricorda che il vaccino antinfluenzale può essere erogato dai medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i centri vaccinali delle Asp.

«A sostegno di una corretta somministrazione del vaccino – conclude Furgiuele – si evidenzia che i vaccini inducono lo sviluppo di
anticorpi circa due settimane dopo la loro somministrazione (10-14 giorni secondo l’ECDC) a tal fine idealmente la somministrazione del vaccino in queste settimane permetterebbe l’immunizzazione prima dell’arrivo delle festività periodo comunemente associato all’inizio della fase epidemica».

In Italia, infatti, sono già stati registrati 375 mila casi stimati, per un totale di circa 1.264.000 a partire dall’inizio della sorveglianza ministeriale dei primi giorni del mese di ottobre. L’influenza stagionale decolla notevolmente non risparmiando la nostra regione, con un sostanziale aumento dei casi di raffreddamento e dei malanni da virus parainfluenzali, con l’influenza vera e propria che, pur non essendo ancora in fase epidemica, comincia a correre con una curva simile a quella dell’anno scorso quando ci fu il boom di casi. Le previsioni ministeriali ci dicono che potrebbe diventare prevalente già fra un paio di settimane.

Per cercare di contrastare i virus antinfluenzali in Calabria dai primi giorni del mese di Novembre si è ufficialmente aperta la campagna vaccinale antinfluenzale 2023-2024; l’influenza infatti rappresenta un serio problema di Sanità Pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per la gestione dei casi e delle complicanze della malattia, ed è tra le poche malattie infettive che di fatto ogni individuo sperimenta più volte nel corso della propria esistenza.

Rappresenta una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità che in alcuni casi, possono comportare il ricovero in ospedale e anche la morte. Alcune fasce di popolazione, come i bambini piccoli e gli anziani possono essere maggiormente a rischio di gravi complicanze influenzali come polmonite virale, polmonite batterica secondaria e peggioramento delle condizioni mediche pregresse. (rcz)

Giuseppe Furgiuele: Il vaccino è sicuro. Ora un’adeguata campagna istituzionale

Il presidente regionale della Società Italiana di Promozione della Salute e componente del Direttivo nazionale, Giuseppe Furgiuele, è intervenuto in merito alla campagna vaccinale, cercando di fugare i dubbi e le incertezze che tanto stanno minando la credibilità di un vaccino che in questo momento rappresenta un grande contributo per arginare l’epidemia.

«Come Società Scientifica Nazionale – ha dichiarato – abbiamo il dovere deontologico e morale di sensibilizzare i cittadini sui vantaggi della vaccinazione per favorire la più ampia e consapevole adesione visto che nella seconda fase della programmazione regionale verrà estesa alla popolazione generale. A nostro giudizio, manca una forte comunicazione istituzionale sull’argomento: questa precisazione credo sia doverosa visto che sui social ma anche in diverse  trasmissioni televisive di largo seguito, si ascoltano quotidianamente dichiarazioni fuorvianti sulla bontà del vaccino».

«Il tema è sicuramente complesso – ha aggiunto – e va affrontato attraverso la conoscenza basata su criteri scientifici senza abbandonarsi a luoghi comuni, dicerie o sentito dire, metodo utilizzato purtroppo dai negazionisti che alimentano costantemente la diffusione di una nutrita quantità di bufale. Da esperti della Prevenzione, proviamo a fare un po’ di debunking, cercando di fornire gli strumenti giusti  in grado di rendere i cittadini consapevoli: una delle principali incertezze che sta condizionando l’adesione, riguarda ad esempio la sicurezza del prodotto».

«Chiariamo, subito – ha proseguito Furgiuele – che il vaccino è stato autorizzato solo dopo un’attenta valutazione del profilo di sicurezza, in base agli studi effettuati nella fase di sperimentazione, durati sicuramente pochi mesi rispetto ai tempi abituali ma esclusivamente perché la ricerca ha visto la partecipazione di un numero assai elevato di persone e soprattutto grandi risorse economiche messe a disposizione in tempi rapidissimi. Il vaccino, inoltre, non introduce il virus vero e proprio come molti contestano, ma utilizza una componente genetica che porta nell’organismo di chi si vaccina l’informazione per produrre anticorpi specifici. Se, infatti, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare nuovamente in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerebbe il virus e sarebbe pronto a combatterlo».

«L’arrivo della variante inglese – ha detto ancora – rappresenta un altro dei concetti utilizzati per mettere in dubbio l’opportunità della vaccinazione: c’è da dire che i virus a Rna come Sars-CoV-2 sono soggetti a frequenti mutazioni, la maggioranza delle quali non altera significativamente l’assetto e le componenti del virus. Molte varianti di Sars-CoV-2 sono state segnalate negli ultimi mesi ma, finora, non hanno alterato il comportamento naturale del virus, compresa la variante inglese sulla quale sono in corso valutazioni ma  appare improbabile un effetto negativo sulla vaccinazione».

«In conclusione  bisogna ricordare che essere vaccinati – ha concluso – non conferisce un certificato di libertà: occorre continuare ad adottare le regole di comportamento preventivo imparate in questi mesi e destinate a rimanere ancora un elemento chiave anche nel futuro, almeno finché i dati sull’immunizzazione non saranno rilevanti. Infine,non può mancare un plauso a tutti gli operatori dei Dipartimenti di Prevenzione della Calabria che nonostante le difficoltà con competenza e professionalità hanno lavorato nell’emergenza e in questo momento sono in prima linea  nella campagna vaccinale». (rrm)