CALABRIA, 30MILA DONNE SOLE CON BIMBI
MA PER LE ISTITUZIONI SONO “INVISIBILI”

di MARIO NASONE – L’incontro tenutosi alla Sala Falcomatà del Comune di Reggio ha acceso i fari su una delle povertà del nostro territorio, quella dei trentamila nuclei monogenitoriali in Calabria di madri con figli minori che la politica regionale e locale finora non ha ascoltato. Servirebbe in primis una legislazione regionale in grado di recepire e prevedere servizi e opportunità d’integrazione lavorativa e sociale per queste fasce sociali svantaggiate che non ha rappresentanza politica, di là dagli slogan e delle manifestazioni di rito sulle pari opportunità’ e sulla denuncia delle discriminazioni.

Con il coordinamento di Lucia Lipari, vice presidente di Agape, è stata Angela Martino, assessore alle pari opportunità del Comune di Reggio, ad ammettere nella sua introduzione ai lavori che le istituzioni fanno fatica a intercettare queste povertà ancora invisibile e a dare risposte che di fatto sono delegate al terzo settore. Per questo il Comune ha lavorato nei mesi scorsi con le altre istituzioni e con il terzo settore per predisporre un protocollo d’intesa come strumento per iniziare a dare alcune risposte in particolare per favorire i percorsi di autonomia lavorativa e sociale di queste donne.

La costruzione di questo accordo ha visto protagonista la Coop Sole insieme che, con la sua presidente Giusi Nuri, è intervenuta raccontando come in tanti anni ha incontrato, assieme ad Agape, tante storie di donne che vivono questa condizione di sofferenza e di abbandono che con dignità chiedono non di essere assistite ma accompagnate in un cammino di riscatto e di autonomia che passa innanzitutto attraverso il lavoro.

Un dato confermato dall’esperienza da poco conclusa dalla Cooperativa assieme ad altri partner di un progetto finanziato dal Comune che ha permesso a diverse donne di fare esperienze importante grazie anche ai tirocini formativi realizzati presso la sartoria di sole insieme. Un modello di intervento che attraverso il protocollo e la coprogettazione può essere migliorato, esteso e soprattutto che aiuti a dare continuità agli interventi.

Favorire un modello di welfare che vada oltre la categorizzazione delle persone ed includa anche il sostegno delle famiglie monogenitoriali è stato l’auspicio di Luciano Squillaci del Forum regionale del terzo settore in grado di offrire politiche di aiuto costanti e mirate. Concetto ribadito dal presidente della Piccola Opera Papa Giovanni, Pietro Siclari, che ha segnalato l’azione importante che le associazioni stanno dando per garantire accoglienza alle donne in difficoltà come i centri anti violenza e le case rifugio, servizi che però non sono sufficienti perché quando queste escono dalle comunità e devono costruirsi un futuro trovano muri e chiusure davanti a loro, sia nelle istituzioni sia nella comunità civile.

«Dove vado? Cosa faccio? Come posso mantenere mio figlio?» Sono le espressioni più ricorrenti in loro ed emerge con ineluttabile drammaticità la mancanza di formazione professionale, di un lavoro, di una casa, di punti di riferimento affettivi e di servizi di sostegno per la crescita del bambino. Lucia Di Furia, commissaria Asp di Reggio, ha affermato che questa sfida deve essere raccolta da tutte le istituzioni ed anche l’Azienda sanitaria farà la sua parte aderendo al protocollo ed impegnandosi a valorizzare in particolare il ruolo dei Consultori attraverso il potenziamento degli organici che vede gravi carenze per quanto riguarda le figure fondamentali come i neuro psichiatri infantili, gli psicologi. gli di assistenti sociali.

Per dare una informazione puntuale ai cittadini sullo stato dei servizi terrà al termine del suo mandato un report. Il consigliere delegato al Welfare Domenico Mantegna, nel suo intervento ha affermato che è tempo di ascoltare questo disagio e dare risposte concrete. Con il suo Ente ha dichiarato la disponibilità di aderire al protocollo mettendo in campo delle risorse come ad esempio borse lavoro e percorsi di formazione professionale per aiutare queste donne ad inserirsi nel mercato del lavoro.

Il presidente della commissione politiche sociali del Comune Carmelo Romeo ritiene che questa tematica deve trovare spazio nel piano di zona del comune, che tanto si può fare attraverso anche l’utilizzo dei beni confiscati e si è impegnato a fissare una audizione su questo argomento della commissione con le associazioni.

Due contributi importanti ai lavori sono pervenuti dalla ricercatrice dell’Unical, Giovanna Vingelli, che ha fatto uno spaccato della condizione delle madri sole in Italia ed in Calabria riconoscendo che rappresenta un mondo ancora inesplorato e che servono studi più approfonditi per avere una lettura più completa di questa povertà anche per i cambiamenti che si sono avuti nel sistema familiare. La senatrice Tilde Minasi, bloccata per i lavori parlamentari, ha inviato un messaggio in cui si impegna a sostenere a livello di politica nazionale e regionale le sollecitazioni emerse dal Forum. Tutti gli interventi hanno aderito alla proposta di inserire nel protocollo una sorta di cronoprogramma degli obiettivi che si intendono perseguire attraverso delle verifiche periodiche per rendicontare quanto realizzato.

Nelle conclusioni Mario Nasone presidente del Centro Comunitario Agape, citando alcune storie di vita, ha invitato tutte le componenti istituzionali e sociali coinvolte ad ascoltare le grida di aiuto che vengono anche dai tantissimi bambini e adolescenti che vivono questi contesti di abbandono e spesso della cosiddetta violenza assistita. Servono azioni di tutela e di accompagnamento fin dai primi anni di vita per quei minori che già dalla nascita sono a rischio sociale con un ruolo importante dei reparti di maternità e dei consultori. Ha ricordato che ancora il Gom non dispone del servizio sociale professionale presidio fondamentale anche per queste aree di disagio.

Serve un welfare di comunità dove insieme istituzioni e associazioni decidano finalmente di fare rete e si diano si diano un programma di azioni concrete, attraverso un cronoprogramma che fissi obiettivi, scadenze sugli impegni che si assumeranno i sottoscrittori del protocollo. (mn)

[Mario Nasone è presidente del Centro Comunitario Agape]

Welfare di Comunità, il sindaco f.f. Versace: Indispensabile collaborazione tra sanità pubblica e privata

Quando si parla di welfare di Comunità, per il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, diventa indispensabile «la collaborazione tra sanità pubblica e privata».

Versace ed il consigliere delegato alle Politiche Sociali, Domenico Mantegna, sono intervenuti nel corso del seminario “Welfare di comunità: immaginare un futuro amico delle persone con demenza e delle loro famiglie” organizzato, presso la sala “Perri” di Palazzo Alvaro, da FederSanità Anci con il contributo di Caffè Alzheimer Calabria e Associazione per la ricerca Neurogenetica.

All’iniziativa, moderata dal presidente FederSanità Anci Calabria, Giuseppe Varacalli, oltre ad esperti, studiosi e luminari della materia, hanno preso parte la consigliera regionale e scienziata, Amalia Cecilia Bruni, Vittoria Vardè e Valentina Laganà per il Caffè Alzheimer ed il presidente del consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso.

Riflettendo proprio sul tema dell’evento, il sindaco facente funzioni, Carmelo Versace, ha parlato di «questione focale che, probabilmente, viene troppo spesso sottaciuta e che, più in generale, rientra in un problema complessivo del sistema sanitario calabrese».

«A giugno – ha ricordato ringraziando il consigliere Mantegna ed il settore Politiche sociali dell’Ente – in Città Metropolitana abbiamo votato un protocollo che possa aiutare le associazioni impegnate sul territorio e che, tantissimo, si spendono sul delicato mondo delle demenze. Tutto questo, deve impegnare la politica a lavorare, da subito, con una prospettiva precisa. Dai dati Istat, infatti, emerge come, nel 2050, in Italia aumenterà esponenzialmente la popolazione degli over 85. Stiamo, dunque, consegnando una generazione futura che avrà bisogno di una forte assistenza e dobbiamo essere preparati ad affrontare l’impatto di un problema che sarà serio. Se pensiamo, poi, che nel 2035, su scala nazionale, avremo circa 300 mila mamme in meno, capiamo bene che non c’è più tempo da perdere».

Versace ha chiesto alla Regione di «non perdere l’opportunità offerta dai fondi del Pnrr».

«A tale scopo – ha concluso – servono professionalità e competenze in grado di indirizzare le istituzioni a spendere le risorse in maniera mirata e funzionale ai bisogni presenti e futuri delle comunità».
Secondo il consigliere metropolitano delegato, Domenico Mantegna, la politica e le istituzioni «devono impegnarsi a costruire un welfare culturale».

«Noi – ha detto – stiamo cercando di andare incontro alle esigenze del territorio su una tematica fragilissima che si scontra con realtà difficili e rimaste indietro rispetto a tante altre. Come settore stiamo cercando, pur nelle ristrettezze dei nostri bilanci, di dare delle risposte chiare e precise. Per primi, in Calabria, abbiamo fatto il bando sull’autismo, successivamente replicato dalla Regione. A giugno, abbiamo istituito la Consulta metropolitana per la tutela della salute mentale, delle demenze, della disabilità e delle fragilità in genere, una realtà inclusiva, aperta e che coinvolgerà tutte le realtà associative che possono contribuire con idee, proposte e progetti ad alleviare o risolvere problemi di una complessità estrema».

Ed ancora: «Abbiamo inviato, ai 97 Comuni metropolitani, dei questionari, elaborati in collaborazione con gli assistenti sociali delle Ato, per raccogliere i fabbisogni degli over 65 e cercare di capire le difficoltà di questa fascia di popolazione così da fornire riscontri esatti agli anziani che vivono soli o in famiglia».

«L’auspicio – ha concluso Mantegna – è di poter finalmente realizzare un welfare di comunità e, per farlo, serve una condivisione di idee e di coprogettazione che coniughi gli interessi pubblici e del privato sociale per migliorare i servizi di prossimità e contrastare la povertà e l’isolamento». (rrc)

A novembre a Reggio due giornate per formare e informare sul Welfare di Comunità

Il 3 e il 4 novembre a Reggio Calabria, nella Sala “F. Ferri” di Palazzo Alvaro, è in programma il Convegno formativo sulle demenze dal titolo Welfare di Comunità: Immaginare un futuro amico delle persone con demenza e delle loro famiglie.

Il convegno è promosso da Federsanità Anci Calabria in collaborazione con il coordinamento degli Alzheimer Caffè della regione Calabria e l’Associazione per la ricerca di Neurogenetica, con il contributo del settore Politiche Sociali della Città Metropolitana e del Consiglio Regionale della Calabria.
«Il fenomeno della demenza – si legge in una nota – rappresenta oggi un’emergenza sociosanitaria per cui è necessario un intervento multidisciplinare a più livelli, difatti l’impatto epidemiologico delle demenze ha rilevanza per l’intera comunità. È necessario riflettere sull’ importanza del ruolo che il territorio deve avere nel percorso di presa in carico e supporto delle famiglie al cui interno sono stati diagnosticati casi di demenza, ma per far questo, non si possono lasciare sole le istituzioni».
Gli uffici di Comuni , Regioni, Ambiti Territoriali ed Enti del Terzo Settore devono riuscire a dare soluzioni sempre più mirate, questo può avvenire solo con la giusta conoscenza della malattia e dei bisogni di chi ne è affetto e dei caregiver.
Partendo dallo stato dell’arte dell’organizzazione sociosanitaria nazionale e poi regionale, si dovrà capire cosa progettare e per chi progettare nell’ottica di una nuova organizzazione sociosanitaria nei distretti con livelli di programmazione territoriale.
Questo vuol servire per  richiamare l’attenzione di tutti gli Enti e le Associazioni per costituire un Welfare comunitario che possa costruire con una fattiva collaborazione, comunità inclusive ed accoglienti per contrastare l’isolamento sociale talvolta associato alla malattia.
Il convegno è formativo, vuole difatti con un taglio teorico/pratico, promuovere e formare, competenze utili alla comunità atte a progettare interventi che possano migliorare la qualità di vita delle persone con demenza ma anche delle loro famiglie che talvolta ne vivono l’affanno. (rrc)