REGIONALI: LA GUERRA DEI PERSONALISMI, CONTA PIÚ IL NOME DEL PROGRAMMA. C'È BURRASCA SU TUTTI I FRONTI;
Jasmine Cristallo

Tra tonni e sardine, il funerale dell’intelligenza Chi è Jasmine Cristallo e perché si parla di lei

di SANTO STRATI – Se si trattasse di una competizione gastronomica, la sfida tra tonno e sardine potrebbe anche apparire appetitosa, ma non siamo a La prova del cuoco e in ballo ci sono cinque anni vitali di legislatura per “salvare” la Calabria. Succede che mentre stamattina il segretario dem Nicola Zingaretti ha incoronato il candidato ufficiale dei democratici Pippo Callipo, re del tonno, imprenditore di successo, persona specchiata e di sicura moralità, il suo “antagonista” Mario Oliverio – che fino a ieri le ha tentate tutte per convincere la direzione romana della bontà della sua ricandidatura – ha lanciato il sasso Jasmine nello stagno elettorale. Ovvero ha colto al balzo la lettera aperta di Jasmine Cristallo alle forze sane della Calabria e ha rilanciato la disponibilità di individuare «un giovane competente, che magari vive e lavora fuori per farlo tornare in Calabria, e designarlo candidato alla presidenza della Giunta regionale», a fronte di un passo indietro da parte di Callipo (PD) e Aiello (M5S). I più maliziosi hanno fatto subito notare che la proposta l’avrebbe dovuta fare a Zingaretti nell’incontro di alcuni giorni fa, quando ancora non c’era l’ufficializzazione di Callipo: oggi arriva fuori tempo massimo e serve soprattutto a legittimare il suo tentativo di ricucire.

Nicola Zingaretti e Pippo Callipo

Chi è Jasmine Cristallo e perché si parla tanto di lei? Catanzarese, 38 anni, è venuta alla ribalta lo scorso maggio lanciando la provocazione dei balconi: uno striscione anti-Salvini, chiaro e semplice che esprimeva il comune sentire di molti calabresi. Il suo esempio è stato seguito altrove. Oggi la ritroviamo quale rappresentante delle “Sardine” in Calabria, senza però ambizioni politiche (a quanto dichiara). Lei ribadisce – sostenuta dal coordinamento nazionale 6000 sardine – «la necessità di uno sforzo unitario e di una reale rigenerazione della classe dirigente perché si possa realmente fronteggiare la deriva leghista con tutte le sue conseguenze. È necessario, funzionale e politicamente corretto un “passo indietro”, che possa rendere credibile e valida questa imminente competizione elettorale. “Passo indietro” in nome di un progetto collettivo, che coinvolga tutti i candidati oggi in campo per provare a rilanciare nel vivo di uno scontro senza precedenti, una politica che ribadisca la centralità, la difesa e l’attuazione della Costituzione e dei valori in essa contenuti.
«Il mio appello – ha scritto su FB – è solamente un amplificatore di un insieme di sensibilità, di innumerevoli anime, intelligenze, voci e storie di cui la nostra Regione è ricca e generosa.
Serve che ognuno con la propria storia, con le proprie specificità, senza abbuoni e giustificazioni per le contraddizioni politiche e gestionali del passato, trovi la forza di assumere e far vivere il coraggio delle madri e dei padri costituenti allorché si diede vita all’Italia Democratica».

Striscione anti Salvini

Oliverio ha inviato una lettera aperta a Jasmine per esprimere il pieno assenso, ma nello stesso documento consiglia Zingaretti «di evitare il dejavú del rito che ormai si svolge da quindici anni intorno a Pippo Callipo; ma vorrei prestasse, invece, attenzione alle domande delle sardine calabresi. Io sono pronto e accolgo la sfida: sono disponibile, insieme alle forze che mi sostengono, a rendermi parte attiva di scelte unitarie in grado di impedire un ritorno all’indietro dare alla Calabria una nuova possibilità. Se alla base della azione politica di tutti, è prevalente l’interesse rivolto al bene della Calabria, non ho dubbi di poter registrare riscontri positivi. Altrimenti il dado è tratto e non c’è più tempo da perdere. Saranno, poi, gli elettori calabresi a sancire chi sono i responsabili delle lacerazioni». Non servono commenti.

Sull’altro fronte, nel pomeriggio di oggi c’è un incandescente incontro tra Berlusconi, Salvini e la Meloni per decidere in via definitiva il nome del candidato unitario del centro-destra. Peccato che di unitario c’è solo il niet del capo politico della Lega nei confronti dei fratelli Mario e Roberto Occhiuto, che equivale – come ha sottolineato il segretario del Consiglio regionale Mimmo Tallini –  a «privare Forza Italia della sua autonomia nel designare il candidato alla presidenza della Regione. L’ostinazione dei leghisti – secondo Tallini – di imporre un “cavallo di troia” alla Regione nasconde probabilmente una strategia colonizzatrice che è inaccettabile». C’è aria di burrasca e non mancheranno colpi di scena.

Se Callipo conquista simpatie trasversali (a nostro avviso dovrebbe coagulare verso un comune impegno i due candidati “autonomi” Carlo Tansi e Giuseppe Nucera invitandoli a entrare nella sua coalizione), in casa Cinquestelle, la bufera non accenna a placarsi. È, infatti, guerra aperta tra i fautori della partecipazione alle elezioni con il prof. Francesco Aiello candidato M5S (ancora, però, non ufficializzato in alcun atto della direzione grillina) e quelli, capeggiati da Nicola Morra, che sarebbero favorevoli a rinunciare a presentarsi. Diversa ancora la posizione di Dalila Nesci che non ha ancora digerito il veto alla sua candidatura e mette in discussione la scelta di Aiello. Sarà ancora una volta Rousseau a decidere? (s)