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L'OPINIONE / Giuseppe Romeo: La nuova segreteria trasformerà il PD in un partito del globalismo ipermondialista

L’OPINIONE / Giuseppe Romeo: La nuova segreteria trasformerà il PD in un partito del globalismo ipermondialista

di GIUSEPPE ROMEO – Il nuovo corso del PD con tale nuova segreteria sarà tale da ridurre il partito postcomunista e oggi neoliberista, oltre che neoliberale, in un partito del globalismo ipermondialista. Direi che la stessa “formazione” del suo nuovo segretario è la negazione di quella sinistra socialdemocratica occidentale, mai sperimentata compiutamente e onestamente in Italia, che il PCI-PDS-DS-PD ha rinnegato in nome di un progressismo sempre più elitario che poco ha a che fare con la storia stessa del socialismo rivoluzionario.

Questo, perché il PD ha dimostrato di essere null’altro che la versione mistificata di un elitarismo globalista che tenta di affermare, e non di difendere, non la dignità delle diversità, ma la omologazione consumistica di ogni cultura ed esperienza storica promuovendo fluidità strumentali (vendute per conquiste “democratiche”) rivolte a consolidare un potere di pochi. Un potere, quest’ultimo, garantito dall’aver tentato, il PD e le sue leadership, con ogni mezzo di abbattere lo spirito critico di ogni coscienza individuale, di ogni patrimonio di comunità, distruggendo o dileggiando ogni valore che contraddistingue l’umanità e i popoli nella sua e loro diversità, nel suo significato etico.

Una pseudodemocratica intolleranza che farà del PD del nuovo corso la cassa di risonanza italiana di un neototalitarismo ideologico travestito da partito dei meno fortunati considerati, al contrario, questi funzionali al dominio delle oligarchie finanziarie e di genere. Credo che il nuovo simbolo del PD potrebbe benissimo fare a meno di continuare ad avere nel logo anche solo un accenno di tricolore. Il Senso di nazione come appartenenza e NON come nazionalismo non appartiene più a questa nuova formula…

L’indistinto e la mellifluità di comodo caratterizzeranno una nuova era di distruzione di quanto resta dei valori stessi di una comunità, quella italiana, giunta al giro di boa della sua esistenza storica come identità e cultura. Lo stesso Gramsci, oggi condannerebbe tale deriva. (gr)