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Mario Nasone

Nasone (Centro Agape): Il Rapporto sulla condizione minorile in Italia una fotografia impietosa

Mario Nasone, presidente del Centro Comunitario Agape, ha evidenziato come il rapporto sulla condizione minorile in Italia «rappresenta una fotografia impietosa che vede un peggioramento delle condizioni di vita delle famiglie con sei milioni di poveri in particolare dei minori coinvolti, a quella della povertà educativa che ha visto esplodere nelle periferie gravi episodi di violenza con minori protagonisti».

«Con una risposta inadeguata – ha aggiunto – che vede con la nuova manovra finanziaria tagli di risorse e un aumento delle disuguaglianze soprattutto sulle politiche a sostegno della famiglia e della natalità come ha denunciato il forum nazionale delle famiglie con l’aggravante del progetto sull’autonomia differenziata un provvedimento che se passerà è destinato ad allargare la forbice delle disuguaglianze territoriali».

E, proprio per questo, Nasone ha chiesto all’assessore regionale al Welfare e referente degli assessori al ramo nella Commissione Sato-Regioni,, Emma Staine, tre impegni: Un fondo nazionale sulle politiche sociali, una delle poche fonti di finanziamento specie per le regioni meridionali. Ripartizione iniqua perché come criterio utilizza quello della popolazione e non quello dei bisogni.

«Accanto a questo – ha spiegato – servirebbe superare il criterio delle somme vincolate a programmi specifici. Meno vincoli ci sono e maggiore è la possibilità di rispondere ai bisogni affettivi. Esistono enormi differenze tra le regioni, e persino all’interno delle regioni tra diversi comuni. Fondi vincolati a linee guida su parametri nazionali non potranno mai essere rispondenti ai bisogni diversificati. E poi la madre di tutte le questioni soprattutto al Sud: integrazione socio sanitaria. La povertà educativa è legata anche ad una carenza di equità delle cure sanitarie sui territori».

Per Nasone, poi, un appello alle Regioni e agli Enti Locali: Rilanciare gli affidamenti familiari, «a partire  in un’ottica preventiva, da quelli consensuali e dei bambini più piccoli riconoscendo gli affidamenti quali Lep (Livello Essenziale delle Prestazioni), prevedendo l’attivazione di Tavoli di lavoro inter-istituzionali, con la partecipazione delle organizzazioni di settore, per affrontare le problematiche emergenti, anche in riferimento alle modifiche introdotte dalla legge Cartabia, prospettando le possibili collaborazioni in base ai relativi ruoli istituzionali».

Infine, «tra le priorità quella di leggi e piani regionali di contrasto alla povertà educativa – ha concluso – in particolare per la fascia 0 -6 anni che nel sud registra una offerta di servizi che non supera il 15% del fabbisogno di asili nidi e degli altri servizi per l’infanzia». (rrc)