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L'OPINIONE / Claudio Venditti: Posticipare rientro a scuola non risponde a esigenze didattiche degli studenti

L’OPINIONE / Claudio Venditti: Posticipare rientro a scuola non risponde a esigenze didattiche degli studenti

di CLAUDIO VENDITTI – La discussione e anche le polemiche si sono accese sul mese di rientro a scuola, ma posticipare l’inizio delle attività didattiche ad ottobre non risponde né ad esigenze didattiche, né al mondo in cui vivono gli studenti di oggi. Da un punto di vista didattico, spostare al 1° ottobre significa rinunciare a quel tempo, in genere di due settimane, che serve per riannodare il percorso con l’anno precedente. Molto spesso, settembre è dedicato ai recuperi per chi è rimasto indietro o alla ripresa di temi e concetti fondamentali per gli anni successivi. Si  tratta di due settimane fondamentali per la socializzazione e, in molti casi, per l’adattamento in classe di bambini e ragazzi che iniziano un nuovo ciclo scolastico.

Semmai, sarebbe opportuno variare le attività didattiche del primo periodo, pensando ad attività sul territorio o ad uscite didattiche. Puntare sul qualificare le relazioni tra gli studenti e quelle tra scuola e territorio. Poi c’è il fattore sociale: il mondo in cui vivono i bambini e i ragazzi oggi non è più come una volta. Da decenni la scuola, giustamente, è l’attività principale dei bambini e dei ragazzi. È il loro “lavoro”. Garantire luoghi sicuri e accoglienti non è una questione di clima o di mesi, ma di visione: se la formazione integrale della persona, così come prevista dalle Indicazioni nazionali, è la priorità per il Paese, bisogna intervenire sui problemi strutturali degli edifici, sugli spazi, sull’articolazione delle attività, ma i ragazzi, soprattutto i più fragili, hanno il diritto di vedersi garantito un periodo scolastico congruo, che, in Italia, non può avere durata inferiore ai 200 giorni di attività didattica.

Ciò che preoccupa in questo periodo dell’anno oltre all’irrisolto tema dei costi per le famiglie riguarda, ci auguriamo che non avvenga, l’imbarazzante avvio a singhiozzo delle attività didattiche: i supplenti vengono nominati sempre in ritardo, provocando disagi agli studenti e alle scuole. Già con l’inizio della scuola a settembre, non si riesce, molto spesso, ad avere orario completo e definitivo prima di novembre. Con un inizio ad ottobre, significherebbe non riuscire a cominciare seriamente prima di Natale.

Le famiglie perciò chiedono che la formazione e l’istruzione debbano essere sempre di più centrali nella formazione della persone. Personale giusto, pronto ad avviare la scuola fin dal primo giorno ed edifici a norma, sicuri ed accoglienti capaci di permettere lo sviluppo dell’anno scolastico in un arco di tempo più dilazionato rispetto ad oggi. (cv)

[Claudio Venditti è presidente del Forum Associazioni Familiari Calabria]