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SCUOLA DI CHIRURGIA DI CATANZARO: INTERROGAZIONE AL MINISTRO MIUR

Sulla formazione degli specialisti presso la facoltà di Medicina dell’Università di Catanzaro, i deputati 5stelle Giuseppe d’Ippolito, Francesco Sapia, Paolo Parentela, Dalila Nesci e Alessandro Melicchio hanno presentato un’interrogazione al ministro dell’Università, Marco Bussetti, chiedendo «quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere per verificare la documentazione e le dotazioni dell’ateneo per tutte le scuole di specializzazione». Nel testo figura che per la scuola di Pediatria, con diverse criticità, i numeri di posti letto «di degenza ordinaria inseriti nel computo della attività sarebbero solo di esclusiva pertinenza dell’Azienda ospedaliera di Catanzaro, il che occorrere accertare». Nell’interrogazione vengono pure riassunte le carenze rilevate dal Miur a proposito della scuola di Cardiochirurgia, «risultata l’ultima tra le 23 della tipologia accreditate dall’Osservatorio nazionale per l’anno accademico entrante» e pertanto non destinataria di contratti di formazione, finché nel 2018 non raggiungerà «gli standard assistenziali» e formativi.
Gli stessi deputati, insieme alla senatrice del M5s Bianca Laura Granato, precisano: «Anche secondo l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario, a Catanzaro ci sono aspetti molto problematici, su cui la politica nostrana ha volutamente chiuso gli occhi. Basta con l’autocelebrazione dell’ateneo, da sempre amplificata dalle volpi dei vecchi partiti calabresi, che hanno tratto molto vantaggio dal lasciare un comodo andazzo di potere. L’Università di Catanzaro ha avuto e continua ad avere una montagna di denaro, anche per il suo policlinico e a riguardo in modo illegittimo. Ciononostante lì non c’è Pronto soccorso né attività d’urgenza».
«È tempo – concludono i parlamentari 5stelle – che all’Università di Catanzaro la smettano col vittimismo strumentale e che si rimbocchino le maniche per rimediare a pessimi risultati in ambito sanitario, i quali mortificano gli studenti, i docenti che hanno voglia di lavorare e l’intera Calabria». (rp)